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La cultura della privazione dei diritti alla salute accomuna le politiche di Monti e del leghista Cota in Piemonte
Post n°6992 pubblicato il 22 Ottobre 2012 da cile54
SISTEMA SANITARIO A DIETA? NO, INDUZIONE ALL’ANORESSIA Quando la salute è compromessa, o si teme lo sia, l'unica preoccupazione economica riguarda la possibilità di pagare le cure. In un sistema sanitario pubblico come quello italiano questa preoccupazione è affidata allo Stato e il parametro non è l'aumento o la diminuzione della spesa, ma che questa permetta a tutti di essere curati nel modo appropriato. Perciò invece di lagnarsi di quanto la sanità gravi sul bilanci regionali, ci si dovrebbe augurare uno Stato capace di leggere l'aumento motivato della domanda e di remunerarlo, cosa che non sta accadendo. L'amministrazione regionale in carica chiede collaborazione sulla riduzione di spesa e confida nei benefici del piano sanitario che, promette, si vedranno a tempi medio lunghi. È vero, anche il precedente della fine 2007 avrebbe avuto bisogno di tempo per dimostrare vantaggi anche economici: proseguendo nelle cure domiciliari si sarebbe ridotta la spesa ospedaliera, continuando nelle cure primarie dei medici di medicina generale e delle case della salute sarebbero diminuiti i ricorsi impropri alla specialistica e ai pronto soccorso, rafforzando ruoli non medici di coordinamento dell'assistenza si sarebbero liberati i clinici e migliorata l'umanizzazione,ecc. Ipotesi teoriche, visto che la giunta Cota ha azzerato le esperienze! Contemporaneamente ci chiede di credere sulla fiducia che i tagli non diminuiranno le cure: difficile, quando sentiamo come oggi l'assessore alla Sanità dissertare sulla diseconomia degli hospice per i malati terminali o misuriamo la crescita delle liste di attesa per i non autosufficienti o apprendiamo dalla delibera di agosto che si è tenuti a guarire entro 60 giorni, pena il pagamento del ricovero; oppure scopriamo che la mobilità sanitaria da attiva diventa passiva (così dimostrando che i piemontesi non cercano l'ospedale sotto casa, ma cominciano a cercare altrove risposte che non hanno più'o non abbastanza). Chissà se azzerando il contributo regionale sulla sanità si otterranno gli equilibri di bilancio attesi; certo questa nel sistema sanitario non è una dieta per il peso forma, ma una induzione alla anoressia con rischi ben peggiori per il futuro. Eleonora Artesio Consigliera regionale Piemonte Rifondazione Comunista Torino, 19 Ottobre 2012 |
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Roma, 12 maggio 1977
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