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Condanna possibile grazie a un agghiacciante video che ha filmato, minuto dopo minuto, l'agonia di Mastrogiovanni
Post n°7026 pubblicato il 01 Novembre 2012 da cile54
Mastrogiovanni, medici colpevoli VALLO DELLA LUCANIA (Salerno). Chiuso il processo per la morte dell'anarchico sul letto di contenzione a Vallo della Lucania Sequestro di persona, omicidio colposo, falso in cartella clinica: condanne dai 2 ai 4 anni, più cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Il pm aveva chiesto pene più lievi La contenzione dei pazienti non è un atto terapeutico, né medico, né legale. Da oggi i pazienti contenuti negli ospedali, negli ospizi e nelle case di cura possono chiedere di essere slegati. Lo ha stabilito il Tribunale di Vallo della Lucania nella sentenza contro i 6 medici e i 12 infermieri imputati per la morte del maestro anarchico Francesco Mastrogiovanni avvenuta nel locale ospedale, in seguito a una contenzione ai polsi e alle caviglie durata 88 ore e 55 minuti. Dopo una lunga Camera di Consiglio, cominciata alle ore 14,00, in quanto il pm e tutti gli avvocati avevano rinunziato alle repliche, il Presidente del Tribunale, la Dr.ssa Elisabetta Garzo, alle 18,30, in un'aula superaffollata, ha dato lettura del dispositivo che condanna alla reclusione i medici per i reati di falso, sequestro di persona e morte. Il primario Michele Di Genio è stato condannato alla pena complessiva di 3 anni e 6 mesi di reclusione, Rocco Barone, che dispose senza annotarla in cartella la contenzione del «maestro più alto del mondo» come lo definivano affettuosamente i suoi alunni, a 4 anni, stessa pena a Raffaele Basso, 3 anni a Amerigo Mazza e alla dott.ssa Anna Angela Ruberto, che era di turno la notte del 3 agosto 2009 durante la quale il cuore di Mastrogiovanni cessò di battere e si accorse del decesso sei ore dopo. Michele Della Pepa è stato condannato a 2 anni, con sospensione della pena. Tutti i medici sono stati inoltre interdetti dai pubblici uffici per 5 anni. Rispetto alle richieste del pm Martuscelli pronunziate nell'udienza del 2 ottobre è stata ridotta la pena del primario, ma sono state aumentate tutte le altre. Tutti i 12 infermieri, per 7 dei quali, il pm aveva chiesto una condanna a 2 anni di reclusione, sono assolti. Questo risultato è stato possibile grazie a un agghiacciante video che ha filmato, minuto dopo minuto, l'agonia di Mastrogiovanni per tutta la durata della sua permanenza in ospedale. Un video che i medici non hanno fatto in tempo a distruggere, che li ha inchiodati alle loro responsabilità, per aver causato la morte di un uomo pacifico, tranquillo e niente affatto aggressivo come le implacabili immagini ci mostrano, anche se gli avvocati - pur smentiti dal video - hanno continuato a dire che non era collaborativo. L'udienza fiume è iniziata alle 9,30 per consentire a tre avvocati degli imputati di tenere le arringhe. Hanno parlato gli avv. D'Alessandro per Basso, Conte per Mazza, Maiello per Di Genio. Di Genio era il primo degli imputati e il suo avvocato parla a lungo per ultimo. Hanno tentato di scagionare i loro clienti, scagliandosi contro la «pressione» della stampa e della tv, affermando finanche che i pazienti non sono stati "scontenuti" perché non lo hanno mai chiesto. Addirittura Mastrogiovanni mentr'era contenuto ha sorriso al primario. Implorava invece un aiuto che non gli è stato dato. Addirittura l'avv. Maiello ha chiesto al giudice di annullare il processo e di rimetterlo al pm, perché erano - secondo lui - stati cambiati i capi d'imputazione. Nel corso del processo, iniziato il 28 giugno 2010, nelle 29 udienze a scadenza quattordicinale, sono stati ascoltati 46 tra consulenti e testi, solo 5 dei 18 imputati si sono fatti interrogare in aula (quattro medici, Di Genio, Barone, Basso e Della Pepa) e l'infermiere Forino. Ieri era la 36ma udienza. In una di queste udienze anche il direttore sanitario dell'ospedale aveva affermato che «la contenzione è terapia». Il suo teorema e quello degli avvocati difensori è stato sconfitto in nome della civiltà e dell'umanità. Durante il processo non sono avvenuti mai incidenti e anche la lettura della sentenza è stata ascoltata da una folla silenziosa e rispettosa, con persone venute dalla Sicilia, dalla Calabria, dalle Marche, dalla Toscana, dal Lazio. Dopo la sentenza in aula solo un avvocato dei difensori è esploso contro un operatore di un'emittente locale. Il verdetto è stata accolto dalle lacrime dei familiari di Francesco Mastrogiovanni e dalla soddisfazione degli avvocati delle parti civili, delle Associazioni (Unasam di Cagliari, Telefono Viola di Roma, Avvocati senza frontiere Movimento per la Giustizia di Milano, Movimento Antipsichiatria di Catania) e dagli esponenti del Comitato Verità e Giustizia per Mastrogiovanni. Giuseppe Galzerano 31/10/2012 www.ilmanifesto.it |
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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