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Condizione operaia. Dalle parole di una delegata ben si evince cosa significhi ‘modernità' per chi ha leve di comando

Post n°7588 pubblicato il 05 Aprile 2013 da cile54

Solito "vecchio" sfruttamento alla "moderna" Sevel

Le condizioni di lavoro delle operaie e degli operai sembra non interessino più nessuno. Le inchieste che qualche decennio fa riempivano pagine e pagine, che andavano a formare libri, che erano la base di partenza di discussioni politiche ad ampio raggio, sono sparite dalla scena. I mass media ci mostrano cosa significhi lavorare in fabbrica, in un call center, in un campo, solo in casi eccezionali. Poi cala il silenzio e i lavoratori sembra rimangano senza voce…

Riprendere lo strumento dell'inchiesta, ripartire dalla viva voce dei protagonisti del sistema produttivo ci pare punto di partenza obbligato. Il contributo che presentiamo qui è scritto da una compagna della Sevel, nata da una joint venture tra FIAT e PSA Peugeot Citroen nel 1981. Con lo scorrere delle parole si presenta, quasi visivamente, ciò che ogni giorno è allontanato dai nostri occhi e dalle nostre orecchie: il rumore di una catena di montaggio, l'incedere di un carrellino, una macchina per la lastratura e, insieme a tutto questo ferro, quello che è la sua appendice, l'operaio.

Operaio ‘moderno' direbbe qualcuno; ma dalle parole di Francesca ben si evince cosa significhi ‘modernità' per chi dispone delle leve di comando: intensificazione dei ritmi, più malattie derivanti dal lavoro, insomma più sfruttamento. Se ci aggiungiamo il comportamento antisindacale della FIAT (ma non ci pare si tratti dell'unico padrone ‘cattivo') ne vien fuori l'immagine dell'operaio che Charlie Chaplin presentava in "Tempi moderni". Correva l'anno 1936. Siamo sicuri che siano passati quasi ottant'anni?

www.clashcityworkers.org

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Lo stabilimento Sevel (Società Europea Veicoli Leggeri) in Val di Sangro è il più grande stabilimento di veicoli commerciali leggeri d'Europa. Nato nel 1981 dalla joint venture paritetica tra FIAT e PSA Peugeot Citroen, la fabbrica sorge tra i comuni di Atessa e Paglieta in provincia di Chieti, su un'area di oltre un milione e 200 mila metri quadrati (120 ettari). Attualmente lo stabilimento occupa circa 6200 dipendenti: le officine si dividono in Lastratura, Verniciatura 1, Verniciatura2, Montaggio e Finizione. Le condizioni di lavoro sono profondamente cambiate negli ultimi anni, in seguito all'avvento del cosiddetto progresso tecnologico che, come sostiene Marchionne, dovrebbe portare a dei sensibili miglioramenti. Così, è stato giustificato il taglio di dieci minuti di pausa (che in Sevel non ancora viene applicato perché si è in fase di sperimentazione della nuova tempistica ERGO-UAS), asserendo che, grazie allo studio ergonomico delle postazioni, queste sono più leggere rispetto al passato ma, come le tante teorie di Marchionne, anche questa in realtà è solo l'ennesima presa di posizione anti-operaia perché, se da un lato le tecnologie hanno alleggerito il carico manuale, dall'altro è altrettanto vero che i ritmi sono aumentati eccessivamente. Oggi si lavora come Charlie Chaplin in "Tempi Moderni", movimenti brevi e ripetuti; si produce di più con meno lavoratori.

Questo è accaduto dopo che la FIAT ha deciso di adottare nuovi sistemi organizzativi e di tempistica come il W.C.M e l'ERGO-UAS. Se qualche anno fa la postazione di lavoro era munita di un banchetto a lato linea, dove venivano appoggiati i vari strumenti di lavoro e i materiali che dovevano essere inseriti, oggi la postazione lato linea è scomparsa, mettendo il lavoratore nelle condizioni di seguire la linea trascinando con sé un carrellino munito di ruote per passare da un furgone all'altro senza che il lavoratore possa, anche solo per un attimo, distogliere lo sguardo dal furgone che deve assemblare, tanto è vero che ora tra i lavoratori gira una battuta sul fatto che ci si dovrà munire di pattini a rotelle per mantenere certi ritmi.

Tutto deve essere fatto in continuo movimento, un lavoro monotono, alienante e molto stressante, sia psicologicamente che fisicamente. Sarebbero queste le mirabolanti migliorie di Marchionne: peccato che a guadagnarci sia solo il padrone, mentre il lavoratore ne ricava solo delle malattie per la ripetitività! Se, negli anni passati, perché un lavoratore cominciasse ad accusare delle problematiche fisiche (tendiniti, tunnel carpali, epicondiliti, ernie cervicali, ernie discali e quant'altro), impiegava dai 10 ai 15 anni, oggi i giovani lavoratori accusano problemi fisici in soli due o tre anni!!! Marchionne da più di due anni ha dichiarato guerra alla FIOM, impedendo di esercitare il proprio ruolo ai rappresentanti sindacali della CGIL nelle fabbriche Fiat non riconoscendoli affatto, grazie alla complicità dei sindacati filo-padronali della Fim-Uilm-Fismic e Ugl. In un secondo momento come è accaduto in Sevel, dopo aver perso la causa per condotta antisindacale, la Fiat ha dovuto riconoscere l'esistenza dei delegati Fiom per via giudiziaria, ed allora l'azienda ha iniziato a prendere di mira i lavoratori vicini alla Fiom.

In seguito all'indizione di uno sciopero da parte della Fiom, contro la seria criticità dei ritmi e dei carichi di lavoro, l'azienda prima ha fatto girare i capi UTE (Unità Tecnologica Elementare) tra i lavoratori, dicendo che chi avesse partecipato ad uno sciopero della Fiom avrebbe avuto seri problemi con l'azienda. Successivamente gli stessi capi UTE hanno avvicinato una parte dei lavoratori che avevano partecipato allo sciopero, comunicando loro la decisione aziendale di spostarli ad altre UTE su diversi turni comminando loro sanzioni disciplinari, un vero e proprio accanimento contro chi appoggiava la Fiom o, come è successo di recente, a chi ha appoggiato gli scioperi dei compagni dell'USB. Questi trasferimenti sono discriminatori, lesivi della libertà individuale delle donne e degli uomini, violano lo statuto dei lavoratori e la stessa costituzione, creando disagi, specie a coppie di coniugi ai quali, a seguito della collocazione sullo stesso turno lavorativo, viene impedito di assolvere in pieno le funzioni genitoriali e di assistenza ai figli minori.

Altre rappresaglie antisindacali da parte dell'azienda si sono perpetuate nei confronti di chi usufruisce della 104: finora ne sono stati licenziati 8, questo grazie ai continui pedinamenti da parte di agenzie investigative, atti a dimostrare che il malato non è stato assistito in maniera continuativa, sostituendosi di fatto agli enti preposti per i controlli, cioè l'INPS; oltre a licenziarli l'azienda ha denunciato il tutto alla procura per vedere se ci sono i presupposti di truffa all'INPS. Sempre parlando di vere e proprie rappresaglie sindacali, a fine dicembre un delegato sindacale della Fiom, Roberto Ferrante, prima della chiusura per le feste natalizie è stato chiamato in ufficio del capo del personale dove gli è stata consegnata una bella letterina, un provvedimento disciplinare con la richiesta di 2.308 euro di risarcimento danni più 3 giorni di sospensione per aver - secondo loro - danneggiato dei furgoni.

Oltre al solito attacco alla Fiom questo può essere un precedente pericoloso per tutti i lavoratori: tralasciando il fatto che il delegato in questione non avesse nessuna colpa del danno (il che sarà dimostrato nelle sedi opportune), come dicevamo la gravità del fatto è che con gli ormai sempre più insostenibili ritmi e carichi di lavoro è normale commettere degli errori; se questi si tramutano in sanzioni economiche significherebbe derubare i lavoratori dei propri guadagni. Altro che paga tedesca come diceva Marchionne, a pagare saranno sempre e solo i lavoratori. È evidente l'obiettivo di mettere a tacere il dissenso crescente, già avviato con l'introduzione a partire dal gennaio 2012 del contratto collettivo specifico di primo livello Fiat che riduce l'agibilità sindacale per i sindacati non firmatari: Fiom Usb Failms Cisal e non garantisce i salari europei promessi.

Queste sono alcune delle vicende dello stabilimento Sevel.

Francesca

delegata Fiom-Sevel

28/03/2013

 
 
 
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Roma, 12 maggio 1977

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