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Gli omicidi quotidiani sul lavoro è uno dei punti qualificanti della pianificazione politica di questo sistema incostituzionale
Post n°8104 pubblicato il 13 Settembre 2013 da cile54
"Anche oggi l'ennesima strage sul lavoro" Oggi l'ennesima strage sul lavoro a Lamezia Terme, dove nello Stabilimento «IlsapBiopro», un’industria del gruppo Martena , sono morti 2 operai (Daniele Gasparrone e Alessandro Panella, entrambi di 34 anni ). Un terzo operaio è rimasto gravemente ferito, con ustioni sul tutto il corpo. L'ennesima strage sul lavoro, che l'anno scorso (secondo i dati dell'Osservatorio Indipendente di Bologna, diretto da Carlo Soricelli) ha fatto oltre 1180 morti. Questa notizia è in apertura di pagina di tutti i mezzi d'informazione, ma nonostante tutto, non ho sentito o letto una sola parola dal mondo politico (forse hanno altro a cui pensare, quando la sicurezza sul lavoro è fondamentale e dovrebbe essere al primo posto nell'agenda di ogni partito politico) Ogni giorno 3/4 lavoratori non fanno più ritorno a casa perchè sono morti sul lavoro (in molte aziende non si rispettano neanche le minime norme di sicurezza sul lavoro) e non sono mai delle tragiche fatalità o morti bianche (dei termini che sono un insulto ai familiari e alle vittime del lavoro) , come ancora molti le chiamano, ma sono dei veri e propri omicidi sul lavoro! Quando in tutti questi anni, non si è fatto altro che esaltare i dati al ribasso Inail sugli infortuni mortali sul lavoro (quando ho detto più volte che sono dati sottostimati, perchè tengono conto solo dei loro assicurati), mentre poco o nulla si è detto e fatto per ripristinare le norme per la sicurezza sul lavoro volute dal Governo Prodi (Dlgs 81/08), per aumentare i tecnici della prevenzione Asl, per inasprire le pene ai responsabili delle morti sul lavoro, per insegnare la sicurezza sul lavoro nelle scuole (come si fa in Francia), come si può sperare che le cose alla fine cambino in meglio? Non è da oggi che i lavoratori muoiono sul lavoro (se ne parla talmente tanto poco, che molte volte non si sa neanche il nome dei lavoratori morti), certo è che si poteva e doveva fare molto più per porre fine a questo triste bollettino di guerra, a questa "strage nell'indifferenza". Non è un Paese civile quello dove ci sono tutte queste morti sul lavoro! Marco Bazzoni 12/09/2013 www.controlacrisi.org |
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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