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All'Ilva strane macchie oleose e fumi non identificati. Lavoratori colpiti da patologie tumorali o da gravi problemi tiroidei

Post n°8309 pubblicato il 26 Novembre 2013 da cile54

Ilva, la denuncia di Usb e Peacelink: Lavoratori a rischio

''Da svariate segnalazioni ricevute dai lavoratori, ci risulta che su circa 200 dipendenti del reparto Ocm-Cap (Officina centrale di manutenzione-carpenteria) dell'Ilva di Taranto, piu' di una decina presenta sintomi di gravissimi problemi all'apparato otorinolaringoiatra, in particolare 'noduli alla gola' e ci risulta inoltre che diversi sono i lavoratori dello stesso reparto o che hanno lavorato nelle stesse zone, colpiti da patologie tumorali o da gravi problemi tiroidei''.

La denuncia di quanto sta accadendo all’Ilva stavolta arriva dal coordinatore provinciale dell'Unione sindacale di base (Usb) Francesco Rizzo e dal referente della Rsu Cosimo Farilla. Usb ha inviato un esposto inviato ai ministeri della Salute e dell'Ambiente, alla procura di Taranto, ai carabinieri del Nas e del Noe, alla Guardia di finanza, all'Arpa e all'Asl. ''Siamo a conoscenza del fatto - aggiungono - che altri lavoratori in questi ultimi giorni hanno fatto o stanno facendo visite specialistiche o accertamenti specifici, inerenti le problematiche sopra evidenziate''. L'Usb segnala anche problemi di sicurezza anche in altri reparti.

Quelle strane macchie dal pavimento

''Molto spesso, dal pavimento del reparto officina Ex-Pla1, in diverse zone - precisa - emergono strane e continue rigonfiature, che successivamente vengono ripristinate dalla Semat, ditta incaricata dei lavori edili''. Altro particolare ''da evidenziare- scrive l'Usb - e' la strana presenza di macchie di natura probabilmente 'oleosa' e maleodoranti che spesso emergono dal sottosuolo, come gia' segnalato in data 26 agosto 2013 e con verifica ispettiva della Asl di Taranto il 27 agosto''. L'Unione sindacale di base chiede ai destinatari dell'esposto ''di avviare immediatamente opportune e urgenti verifiche sanitarie e nel dubbio che tale situazione possa essere strettamente riconducibile all'attivita' di lavoro o alla zona di lavoro, l'evacuazione dei lavoratori del reparto e quelli dei reparti adiacenti''. Si sollecitano, infine, ''carotaggi in profondita', per capire da cosa dipendano i rigonfiamenti, e la classificazione tossicologica delle macchie oleose''.

Fumi non identificati

A segnalare la situazione di grave rischio all’Ilva è anche Peacelink Taranto, che ha inviato ad Arpa Puglia due fotografie che mostrano l'innalzamento in aria di un fumo denso e nero dallo stabilimento Ilva di Taranto. L'associazione ambientalista, precisano in una nota il presidente Alessandro Marescotti e Luciano Manna, chiede ''se l'origine di questo fumo sia di responsabilita' Ilva, che tipo di combustione si e' verificata, quali sostanze sono state sprigionate nella combustione, se sono state rilevate dai sistemi di monitoraggio e se queste sono state nocive per gli operai e per i cittadini che eventualmente le hanno inalate''.

Le fotografie, precisa Peacelink, ''sono state realizzate ieri a partire dalle ore 12.40, dal fotografo Bruno Capilli che successivamente le ha postate sul suo profilo Facebook e ha concesso a PeaceLink gli originali con i dati di scatto certificati''.

Tira e molla sulla nuova legge

Intanto, il cammino della nuova legge sull'Ilva di Taranto a cui stanno lavorando in questi giorni sia Palazzo Chigi che i ministeri dell'Ambientene dello Sviluppo economico, si presenta irto di difficoltà perché il tentativo di alcune lobby è di alleggerirne la portata. Questa mattina a Roma è fissata la riunione tra i commissari dell'Ilva e i dirigenti e i tecnici della presidenza del Consiglio e dei ministeri Ambiente e Sviluppo economico in cui si effettuera' un esame complessivo dei testi messi a punto da giovedi' scorso - giorno nel quale c'e' stato un primo confronto - a sabato scorso sulla nuova legge, la terza, per l'Ilva di Taranto. Se si raggiungera' l'accordo sulla bozza, il testo potrebbe andare al vaglio del Cdm gia' il giorno seguente. Non ancora deciso se si trattera' di un decreto legge, considerato che i commissari dell'Ilva, Enrico Bondi ed Edo Ronchi, hanno sollecitato urgenza, oppure, come gia' accaduto per l'Ilva, le nuove norme diverranno un emendamento ad un provvedimento legislativo già all'esame del Parlamento. Il testo comprende le seguenti norme:sblocco dei tempi delle autorizzazioni che spettano agli enti locali; uso nel risanamento dei soldi che, su provvedimento della Magistratura, sono stati sequestrati al gruppo Riva nell'ambito dell'inchiesta sull'Ilva; messa al riparo dei commissari dell'Ilva dalle sanzioni amministrative per le violazioni dell'Aia commesse dai Riva; gestione del periodo transitorio tra l'Aia di ottobre 2012 (ministro Corrado Clini) e il piano, non ancora approvato, voluto dal ministro Andrea Orlando e che rimodula i tempi dell'Autorizzazione integrata ambientale.

Fabio Sebastiani 

25/11/2013 www.liberazione.it

 
 
 
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