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Cosa pensa delle donne l'industria pubblicitaria? Dedicata solo alla famiglia, alla spesa, a cucinare e ad accudire il marito

Post n°8608 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da cile54

La dura giornata di una donna italiana

 Una normalissima giornata di pubblicità in televisione prevede che la donna italiana non sappia cucinare e chieda consiglio ad un cojone di cuoco maschio per delle ricette insulse oppure che sappia cucinare ma solo con una sfoglia che stupisce il grande cuoco che evidentemente con la cucina ha poco a che fare.

 Ma prevede pure che inizi la mattina indecisa se mangiare dei fiocchi d'avena o di quello che siano che miracolosamente non la faranno ingrassare o uno yogurt che la farà andare di corpo altrimenti si gonfia come un pallone, allora meglio accoppiarli. Intanto ha già preparato la colazione per i figli, che poi porterà a scuola, e a quel minchione di marito che non ha alzato un dito e si mangia una merendina, fatta da un cretino che parla con le galline, sulla soglia di casa. Il tutto dopo essersi fatta una doccia con uno shampoo che ridà luminosità, colore e volume ai capelli e un bagno schiuma che la profuma tutta come se dovesse coprire la puzza di letame che si sprigiona da questa società. Ma non contenta ci aggiunge una bella spruzzata di deodorante ma che non faccia venire gli aloni mi raccomando, e una nebulizzazione di profumo ma che sia quello usato dalle strafiche della pubblicità.

 Poi esce per andare a fare la spesa e non deve dimenticare di acquistare gli assorbenti per le mestruazioni o quelli per le gocce di pipì, la crema contro le rughe, le zampe di gallina, la cellulite e i sughi pronti che dei decerebrati amici magnificheranno come una cosa mai mangiata. Meglio ancora se va nel supermercato di quel mentecatto che si sveglia la notte per andare ad odorare mele che sono settimane che giacciono in frigorifero e il profumo lo hanno perso da tempo. Come dimenticarsi del brodo in tetra pack reclamizzato da una gentile signorina che piuttosto che in fabbrica sembra stia in un atelier d'alta moda spacciando il liquido per un brodo che nessuna è capace di fare se non te e le merendine da dare al tuo bimbo quando esce da scuola. Un salto in farmacia perché in casa non può mancare lo sciroppo per la tosse, quello che scioglie il muco come ci fanno ben vedere e le pasticchine per la diarrea, l'unguento per le unghie, il dentifricio che rende i denti più bianchi (i maschi possono averli anche neri che non frega un cazzo a nessuno), ecc. Poi, carica come un mulo, si torna a casa.

 Tornata a casa deve pulire con un aspirapolvere che aspira tutto meno che le cazzate della pubblicità, deve accudire al cane, al gatto e lucidare la casa cantando assurdi motivetti che recano offesa a musiche, antiche e moderne, composte per ben altri fini. Se avanza un po' di tempo si siede sul divano per vedere un poco di televisione, ma che siano filmetti insulsi e melensi come si addice a una donna.

 Non resta che preparare la cena per il maschio di casa che si vede solo quando è ora di mangiare o per andare a comperare l'automobile nuova con lei che farà la figura della cretina dicendo che voleva spendere di più. E giunse l'ora di andare a letto ma non prima di essersi truccata come se dovesse andare a teatro per fare contento l'uomo che è stato a lavorare tutto il giorno per portare a casa lo stipendio.

Marco Fiorletta

18/2/2014 www.vengodalontanomasodoveandare.blogspot.it

 
 
 
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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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