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Pedofilia, il Vaticano vuole fare qualcosa? Bene, perché non collabora con l'Onu? Parlare non costa nulla, fare costerebbe

Post n°8953 pubblicato il 10 Luglio 2014 da cile54

Il maquillage di Francesco I

In questi giorni si sono sprecate le parole di elogioall'indirizzo di papa Francesco I a proposito della pedofilia. L'accoglienza diuna striminzita rappresentanza delle vittime dei pedofili, il mea culpa e tuttala retorica possibile e immaginabile sulla turpe pratica del clero. Un teatrinomediatico sponsorizzato dal "mainstream", che non vede l'ora divarcare il confine tra gossip e sacro dividendo il tema in "buoni ecattivi". E ovviamente Francesco I è tra i buoni. Ma è davvero così? Non èmeglio parlare di fatti concreti grattando sotto il grossolano maquillage delVaticano che tra lotte di potere interne e perdita di credibilità vedel'asticella della popolarità spingersi sempre più in basso?

Peccato che quasi nessuno ricordi che soltanto pochi mesi fail Vaticano ha rifiutato di consegnare all'Onu i nomi di chi si è macchiato diquesto orrendo crimine e di riconoscere l'ampiezza del fenomeno. E allora, dicosa stiamo parlando? Stiamo parlando del fatto che il Vaticano non intende"farsi processare". E perché, potrebbe chiedersi qualcuno, visto chele vittime non fanno parte del Vaticano stesso? Lo scoglio, oltre ad unevidente aspetto politico, riguarda i numeri della vicenda, che sono davverostrabilianti.

Proprio a Ginevra, a febbraio, nel corso dei preliminari delconfronto con l'Onu, venne fuori che le vittime sono "decine dimigliaia". Ciò equivale a dire che la questione non verrà mai affrontata.O meglio, verrà affrontata simbolicamente prendendo in esame qualche caso tra ipiù eclatanti, e sul resto verrà steso un velo di omertà. Siamo di fronte anumeri, va detto, che anche soltanto limitandosi alla semplice"rimozione", come chiese l'Onu nei mesi scorsi, comporterebbe qualcheproblema di funzionalità nella stessa struttura organizzativa e amministrativa.Poi, come è venuto fuori in moltissimi casi, l'ultimo dalla denuncia delvescovo di Adelaide Philip Wilson, che ha parlato di coperture dal Vaticanostesso "almeno fino al 2000", la correità permea diffusamente ilclero. E allora che senso ha continuare a tenere la linea attuale della Chiesadi Roma che intende vedersela con i propri strumenti e principi giuridicirifiutandosi di aprire il confronto anche con organismi non inquirenti tipol'Onu?

Il Comitato per i diritti dell'infanzia del Palazzo di Vetroin un rapporto messo a punto dopo che a meta' gennaio aveva ascoltato irappresentanti del Vaticano, dichiarò di essere "gravemente preoccupatodal fatto che la Santa Sede non abbia riconosciuto l'ampiezza dei criminicommessi, non abbia preso le necessarie misure per affrontare i casi di abusisessuali e per proteggere i bambini, e abbia adottato politiche e pratiche chehanno portato a una continuazione degli abusi e all'impunita' deiresponsabili".

C'è una evidente incongruenza con quanto il Vaticano èdisposto ad ammettere. I numeri, forniti a inizio 2013 dai prelati, indicanoche il picco delle denunce di abusi ricevuti dalla Congregazione per ladottrina della fede, l'ex Sant'Uffizio, e' stato nel 2004, di 800 denunce,mentre negli ultimi tre anni ci si e' attestati sui 600 casi all'anno, che inmaggioranza riguardano abusi commessi dal 1965 al 1985, come ha spiegato donRobert Oliver, da meno di un anno promotore di giustizia della Congregazione.Denunce di tipo "canonico", perche' poi esistono le denunce alleautorita' giudiziaria. Appena 400 sono stati i prelati ridotti allo statolaicale. E in molti ricorderanno come una associazione antipedofiliinternazionale denunciò che ben dodici erano le presenze cardinali in qualchemodo collusi con vicende di pedofilia nel corso del conclave che poi portòall'elezione di Francesco I.

In Australia, è notizia di pochi giorni fa, la Commissionenazionale d'inchiesta sugli abusi sessuali su minori (indaga su chiese, enti dibeneficenza, governi locali, scuole, organizzazioni comunitarie e polizia) hapresentato pochi giorni fa il suo rapporto preliminare chiedendo altri dueanni, dopo la scadenza programmata nel 2015, e altri 104 milioni di dollari (73milioni di euro) per completare il suo lavoro. I casi previsti sono molti dimeno di quelli reali. La commissione, istituita nell'aprile 2013 dall'alloraprimo ministro laburista Julia Gillard, ha ascoltato piu' di 1.700 persone insedute private e ha individuato abusi in piu' di 1.000 istituzioni. Per la finedel 2015 si saranno tenute fno a 4.000 sedute private e 40 udienze pubbliche,ma vi e'

ancora una lista d'attesa di centinaia di persone. Secondo idati del rapporto preliminare, il 90% degli abusi e' stato compiuto da uomini,in maggioranza del clero o di un ordine religioso, seguiti da insegnanti eassistenti sociali. L'eta' media delle vittime di sesso femminile e' 9 anni,dei maschi 10. In sintesi, i dati raccolti indicano che in Australia unabambina su tre e un ragazzino su sette ha subito qualche forma di abusosessuale, non sempre in un'istituzione. 

Il rapporto del Palazzo di Vetro suscitò la reazione didiverse ong, da Save the Children - che ha sottolineato la "necessita' dipredisporre procedure efficaci per la tutela di bambini e adolescenti neiluoghi che frequentano abitualmente"- all'organizzazione antipedofiliaCaramella Buona, che segue diversi casi di minori abusati da preti in Italia eha invitato il Vaticano a "fornire la lista dei sacerdoti o ex sacerdoticondannati dal rito canonico e, al tempo stesso, rimuovere i vescovi che hannofavorito, spesso con il loro silenzio, gli abusi avvenuti anche recentemente,nel nostro paese".

Per il presidente di Gaynet, Franco Grillini, le misureprese finora dal Vaticano per contrastare questa piaga "sono solopannicelli caldi perche' il difetto sta nel manico ovvero nella struttura enell'identita' del clero". "Imporre un'impossibile astinenza nonche'il celibato al clero cattolico e' un fatto incontestabilmente contro natura (cisi consenta di rispedire al mittente l'accusa bimillenaria che il Vaticano habrandito contro gli omosessuali)" spiega Grillini secondo il qualebisognerebbe vietare al clero di porre domande sulla vita sessuale dei bambiniin confessionale e lo stesso divieto dovrebbe valere per gli insegnanti direligione.

Fabio Sebastiani

9/7/2014 www.controlacrisi.org

 
 
 
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