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Pronto soccorso ad esempio: dalla Sicilia al Trentino la sanitą pubblica č offesa da chi dovrebbe programmarne la funzionalitą.

Post n°8535 pubblicato il 31 Gennaio 2014 da cile54

Chi soccorre il pronto soccorso? Il disastro del Pertini di Roma

Emergenza continua al pronto soccorso dell'ospedale Sandro Pertini di Roma, le condizioni di lavoro del personale sono oltre il limite di guardia e aumentano i rischi per i pazienti. Esasperazione, senso d'impotenza e di mortificazione sono cresciuti pericolosamente. Qui l'implosione e' davvero prossima". E' il grido d'allarme del presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Roberto Lala, dopo la nuova visita della delegazione dell'Ordine romano. "Siamo pronti a ricorrere alla Procura e al Prefetto per tutelare la salute dei cittadini", ha detto Lala sottolineando di essere disposto a portare il caso fino a Bruxelles.

I numeri del Pertini parlano chiaro: "Un bacino di utenza di 750 mila abitanti, da fronteggiare con appena 300 posti-letto; 75mila accessi al pronto soccorso nel 2013; circa 50 ambulanze ricevute ogni giorno per un totale annuo di quasi 16mila, di cui una decina bloccate quotidianamente per l'impossibilita' di restituire tempestivamente le barelle del 118 su cui i pazienti arrivano (e rimangono a lungo). Una trincea in cui il personale si prodiga senza sosta per assistere mediamente 90-95 pazienti in attesa di essere ricoverati nei reparti o trasferiti in altre strutture". Cifre che pongono il Pertini al terzo posto come numero di accessi ai Pronto Soccorso della citta'. "Eppure negli ultimi due anni qui i medici sono diminuiti di sei unita' ed e' stato chiuso il box chirurgico: per chi necessita di questa competenza il tempo di attesa per la prima visita e' triplicato, cosi' come quello totale di gestione", indica l'Ordine dei medici della provincia in una nota.

E c'e' anche la 'beffa' - continua la nota - di 26 posti letto disponibili ma non attivi per mancanza di personale. "Piano di rientro e blocco del turn-over qui hanno colpito duro, resistere ancora in queste condizioni e garantire ai cittadini il diritto a essere curati al meglio non e' piu' ipotizzabile", sintetizza Lala. L'esasperazione e la stanchezza del personale sono state illustrate alla delegazione dell'Ordine dal responsabile del pronto soccorso, Paolo Daniele: "Lavorare qui, in queste condizioni, e' un inferno che sempre piu' frequentemente fa pentire di aver scelto di fare il medico: solo la passione e il dovere ancora ci sostengono. Il problema non sono solo le scarse risorse: tutta l'organizzazione interna e la funzione degli ospedali vanno radicalmente ripensate". "La sanita' - aggiunge il responsabile di medicina d'urgenza del Pertini, Raffaele Schirripa - e' cambiata e ormai chi offre servizi sul territorio sono soltanto i pronto soccorso. E' cambiata la popolazione, piu' vecchia e con piu' malati cronici. Sono cambiati i bacini di utenza. Va rivisto tutto". Dito puntato poi verso quelle strutture private che nonostante siano accreditate per accogliere malati acuti non sono adeguate a riceverli, cosi' il paziente rimane in carico al Pronto Soccorso troppo a lungo.

"Tutto cio' ricade inesorabilmente solo su medici e infermieri che diventano i capri espiatori dei pazienti e dei loro famigliari, altrettanto esasperati, della magistratura e dei media, come dimostrano i fatti di questi giorni al San Camillo", sottolinea il presidente dei camici bianchi capitolini.

"Le responsabilita' pero' - continua Lala - sono di chi ha il potere e il dovere di pianificare e gestire l'offerta sanitaria nel suo complesso. La nostra categoria non ne puo' piu' di essere l'agnello sacrificale. Inoltre, l'Ordine e' un organo dello Stato e non puo' girare la testa dall'altra parte mentre e' messa in pericolo la salute dei cittadini: siamo pronti a chiedere l'intervento della Procura e del Prefetto. E se sara' necessario rappresenteremo la gravita' della situazione anche a Bruxelles: il Lazio e' una regione dell'Europa e questa, oltre a imporre misure restrittive, deve farsi carico di tutelare il diritto a essere curati qui come altrove".

Fabrizio Salvatori

29/01/2014 www.controlacrisi.org

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