Blog
Un blog creato da cile54 il 09/01/2007

RACCONTI & OPINIONI

Pagine di Lavoro, Salute, Politica, Cultura, Relazioni sociali - a cura di franco cilenti

 
 

www.lavoroesalute.org

Chi è interessato a scrivere e distribuire la rivìsta nel suo posto di lavoro, o pubblicare una propria edizione territoriale di Lavoro e Salute, sriva a info@lavoroesalute.org

Distribuito gratuitamente da 37 anni. A cura di operatori e operatrici della sanità. Finanziato dai promotori con il contributo dei lettori.

Tutti i numeri in pdf

www.lavoroesalute.org

 

LA RIVISTA NAZIONALE

www.medicinademocratica.org

MEDICINA DEMOCRATICA

movimento di lotta per la salute

 TUTTO IL CONGRESSO SU

www.medicinademocratica.org

 

AREA PERSONALE

 
Citazioni nei Blog Amici: 180
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

MAPPA LETTORI

 

ULTIME VISITE AL BLOG

nomadi50cile54m12ps12maremontyAlfe0Sassar0licassetta2iltuocognatino2BiSa62NonnoRenzo0mvgallinemexirupigottobre5amorino11
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« Favorevole a costruire u...Veri e propri disturbi d... »

Testimonianze migranti. Ho paura, una paura fottuta, arriveremo, forse, da qualche parte. Ci ritroviamo tra le onde alte.......

Post n°8640 pubblicato il 26 Febbraio 2014 da cile54

Cronache dell’immigrazione

A cosa penso? Penso che ho freddo, Issa. Ho freddo e ho una paura fottuta. Penso che ho fame. Che mi convinco di avere fame, di pensare a un succulento piatto di egusi per farmi venire i crampi allo stomaco e concentrarmi sul dolore dell’appetenza, invece di guardare le onde del mare che si infrangono violente contro lo scafo, sentire il pianto dei bambini spaventati.

Penso al cibo, Issa, per non pensare che ho paura di morire. Questo mare è immenso, la costa che abbiamo lasciato lontana e quella che dobbiamo raggiungere non è nemmeno un miraggio. Solo il mare mosso. Guardo lo scafista, nelle sue mani c’è la mia vita. Un errore nell’affrontare un’onda significherebbe la mia fine. E la fine di questi altri che mi circondano, Issa. Ognuno porta il propriobagaglio. Un solo cambio. Ogni indumento, dal più intimo al più visibile, viene messo in un sacchetto di plastica. Il tutto viene nuovamente posto in un sacchetto di plastica, più grande, perché ci hanno detto che quando si arriva, dobbiamo buttarci in acqua ognuno con il proprio bagaglio, nuotare fino alla riva e avere, una volta giunti sulla spiaggia, un cambio asciutto che ci dia la possibilità di proseguire il viaggio e di sopravvivere. Sono già sopravvissuto al deserto, che ho attraversato a piedi.

Ho pagato centomila naira, Issa, per raggiungere la Libia. Ho visto persone morire davanti ai miei occhi. Disperati bere la loro urina, arsi dalla sete. E allora stringo i pugni e penso all’egusi, allo stufato piccante e ai peperoncini rossi, al caldo umido di Makurdi, ai miei fratelli e a te, Issa. Nessuno parla sulla barca, tutti guardano fisso davanti. Ho paura, una paura fottuta, arriveremo, forse, da qualche parte. Ci ritroviamo tra le onde alte, un forte vento di tramontana alza il mare verso il cielo, le onde superano i quattro metri. Lo scafista cerca di impostare la virata ma nella manovra un’onda ci sommerge completamente. Nessuno cade in mare. Lo scafista dà massima potenza ai motori. La prua del gommone si alza facendo defluire da dietro l’acqua imbarcata. Ma il mare non ci dà tregua, Issa. Un’onda più grossa delle altre si abbatte sui motori bloccandoli. E allora chiudo gli occhi e penso che siamo tutti a casa nostra, Issa, a mangiare felici l’egusi che preparava mamma.

Penso ai giorni di festa, ai banchetti, ai matrimoni e alla felicità della nostra giovinezza, e la smetto di guardare i volti impauriti dei miei compagni di viaggio, di sentire il gommone che dondola, di osservare queste onde vorticose che ci vengono incontro. Non ci sono. E i miei compagni di viaggio fanno di tutto per tenermi ancorato al reale. Colpi di tosse, piagnistei, occhi impauriti, suoni che si cercano, preghiere mormorate a denti stretti, e il mare regista e attore principale muove la sua superficie a farci raggelare il sangue. Io sono più forte, Issa, io riesco a sognare ugualmente. Mastico l’egusi e non penso che ho paura. Sto attraversando il mondo conosciuto per cercare una vita migliore. Il gommone è coperto d’acqua, siamo in balia del mare, Issa. Forse per sempre. Lascia che ti saluti come in un bel sogno…

 

Tratto da “Cartoline dal mondo dei balocchi”, di Lorenzo Mazzoni (LA Case, Los Angeles, 2011)

24/272014 www.ilfattoquotidiano.it

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/lavoroesalute/trackback.php?msg=12668519

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
 
 

L'informazione dipendente, dai fatti

Nel Paese della bugia la verità è una malattia

(Gianni Rodari)

 

SI IUS SOLI

 

 

www.controlacrisi.org

notizie, conflitti, lotte......in tempo reale

--------------------------

www.osservatoriorepressione.info

 

 

G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.

> andate in fondo alla pagina linkata e acquistatelo on line.

 

Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963