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Messaggi del 21/05/2012
Post n°6401 pubblicato il 21 Maggio 2012 da cile54
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Post n°6400 pubblicato il 21 Maggio 2012 da cile54
Vogliono riaprire i manicomi
Con il Disegno di Legge presentato dall’on. Ciccioli per modificare la legge 180, e approvato in commissione sanità alla Camera, sono previsti trattamenti sanitari (psichiatrici) “necessari” TSN, prolungati e attuati contro la volontà del cittadino in apposite strutture. Se verrà tradotto in legge riapre la buia stagione dei manicomi. La legge 180 ha interrotto secoli di abusi e di costrizioni nei confronti di migliaia di persone, private della libertà e della dignità e obbligate all’internamento, limitando a situazioni acute e straordinarie, e con precise garanzie per la persona, la possibilità di trattamento sanitario obbligatorio. I manicomi sono stati aboliti, proprio in quanto destinati a riprodurre - per la loro natura - disagio, sofferenza e devianza. Sono stati aboliti perché sono una risposta sbagliata in termini di cura. Non a caso l’ Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unione Europea, con Libro verde sulla salute mentale, hanno indicato come modello la legge 180. Eppure sappiamo che la riforma Basaglia non è stata applicata pienamente: troppo spesso il diritto alla salute mentale non è garantito su tutto il territorio nazionale. In modo strisciante si sono riaperte strutture che assomigliano ai vecchi ospedali psichiatrici e troppo spesso l’unica risposta sono i farmaci. Questa situazione, se non affrontata, porta all’abbandono di chi soffre e delle loro famiglie. E offre pretesti ai “nostalgici” del manicomio. Per questo insistiamo: bisogna investire nei servizi territoriali , con Centri di Salute Mentale accoglienti, centri diurni, servizi domiciliari e residenziali, per garantire 24 ore su 24 la “presa in carico” delle persone e dei loro familiari, e l’inclusione sociale e lavorativa. E proprio investire nel welfare territoriale favorisce l’alternativa e la chiusura degli stessi Ospedali Psichiatrici Giudiziari, che il Presidente Napolitano ha definito “estremo orrore, inconcepibile in un qualsiasi paese appena appena civile”.
Questo occorre, perché smantellare la 180 e tornare al manicomio, è una comoda e incivile scorciatoia, che non riconosce dignità e diritti a chi soffre di disagio mentale, e che riduce gli spazi di libertà per tutti.
Stefano Cecconi (Comitato nazionale StopOPG) |
Post n°6399 pubblicato il 21 Maggio 2012 da cile54
Costruito ospedale senza ascensore
Pazienti appena operati costretti a salire le scale perché nel nuovo blocco dell’ospedale non sono stati costruiti gli ascensori. Oops ci siamo dimenticati gli ascensori… si devono esser detti molto probabilmente i progettisti del nuovo reparto dell’ospedale di Isernia.
Il dott. Lucio Pastore fa sapere che “c’è un montacarichi che arriva solo al primo piano, col risultato che a volte ci è capitato di portare su la gente dal pronto soccorso ai vari reparti con la barella su per le scale”.
Due milioni di euro: questa la cifra spesa, prelevata dal portafogli pubblico, per le nuove sale operatorie, gli innovativi macchinari all’avanguardia e tutte le moderne attrezzature che, allo stato, sono incellofanate, abbandonate ed inutilizzate. Niente luce elettrica e piatti di plastica, ricolmi di veleno per topi, lasciati ai nuovi inquilini. Queste sono le condizioni che un video realizzato dal giornale online Infiltrato.it. ha messo in luce.
Il nuovo monoblocco dell’ospedale della città di Celestino V c’è da giurarci che resterà chiuso per parecchio tempo, con conseguente sperpero delle risorse pubbliche, proprio in un settore come quello sanitario decisamente bisognoso di interventi “costruttivi”.
Per i degenti l’unica possibilità, anche a seguito di complicati e delicati interventi chirurgici, è quella di alzarsi e camminare. Certo sarebbe più che auspicabile essere arzilli e pimpanti, riprendendosi in tempi ridottissimi, pur a seguito di procedure operatorie non semplici… ma nell’attesa di una qualche deformazione spazio-temporale da accostarsi ad un qualsivoglia rito arcaico per il quale non riesco ad immaginare altro tratto se non quello miracoloso, la commedia dell’assurdo è assolutamente in scena.
È vero che siamo in periodo di austerity, ma come ci si può dimenticare gli ascensori che debbono portare nel sotterraneo dove si trovano le sale operatorie? I più puntano il dito contro il direttore del distretto sanitario, in attesa della poltrona da sindaco, Rosa Iorio, sorella del governatore Michele, che invece di una laurea in medicina ne ha una in giurisprudenza. Tanti sono, inoltre, i nomi degli appartenenti alla famiglia che hanno avuto incarichi di rilievo e che pare abbiano in mano le sorti sanitarie del molise, la regione con il deficit economico nel settore più alto d’Italia. Semplici illazioni? Viviana Passaretti 20/05/2012 Fonte: you-ng |
Post n°6398 pubblicato il 21 Maggio 2012 da cile54
Sperimentazione animale: sempre le stesse scuse!
In merito all’articolo “Diciamo grazie al babbuino” pubblicato su l’Espresso a firma di Ignazio Marino, la LAV vuole sottolineare la falsità delle argomentazioni riportate. L’articolo del senatore del PD non esprime una chiara e oggettiva opinione sul fenomeno sperimentazione animale, ma sfrutta facili sentimentalismi basati su stereotipi vecchi di decenni (sarebbe meglio sperimentare su tuo figlio o su un animale?) e manda un messaggio fuorviante per il lettore sul quadro normativo vigente e sulle proposte di recepimento in atto. Dispiace leggere come un medico del calibro di Marino si sia esposto a sostegno della sperimentazione con argomentazioni così superficiali. L’articolo 14 della Legge Comunitaria 2011 in voto al Senato, infatti, non “affosserebbe” in nessun modo la direttiva europea 2010/62 UE, che permette agli Stati Membri di legiferare con misure più restrittive, ma anzi regolamenterebbe campi in cui il testo comunitario lascia ampio margine di lavoro come l’implementazione dei metodi alternativi, l’uso di organismi geneticamente modificati e le sanzioni. Tale articolo non vieta in nessun modo la sperimentazione (magari lo facesse!), semplicemente la regolamenta: cosa che, nei fatti, ad oggi non avviene, come dimostra il forte aumento di sperimentazioni in deroga tra cui le procedure senza anestesia e il ricorso ai primati (fatto totalmente in contrasto con la norma che prevede solo deroghe in casi di eccezionale particolarità, condizione che non giustifica più di 400 procedure in deroga in due anni).
Importante la posizione presa da Claude Reiss, per 35 anni direttore di ricerca in biologia molecolare al Cnrs, che, sempre sulle pagine de L’Espresso, interviene nel dibattito scatenato da Ignazio Marino sulla vivisezione sottolineando come "L'alternativa ai test sugli animali è la tossicogenomica, gli esperimenti sulle cellule umane". Argomentazioni chiare e oggettive, come una ricerca trasparente e rigorosa dovrebbe essere, e prive di ogni emotività o pietismo. “Reiss ha presentato al Consiglio Europeo un programma per adottare in Europa un sistema di tossicogenomica di riferimento per i test dei medicinali. L'intera azione costerebbe 2 miliardi di euro: niente rispetto ai 52 miliardi di costo stimato degli effetti secondari all'immissione sul mercato di medicinali inadeguati”, cita l’Espresso.
L’articolo di Marino proseguiva, inoltre, additando coloro che sostengono la causa antivivisezionista con banali frasi sui metodi alternativi ridotti ai soli test in vitro, che rappresentano invece solo una minima parte delle sperimentazioni sostitutive a cui è possibile ricorrere. Cosa dire del confronto fatto da Marino tra la scelta vegetariana e la vivisezione, con riferimento alla coerenza? Anche se ovviamente promuoviamo un’alimentazione priva di derivati animali, quando si parla di vivisezione si deve ragionare in termini scientifici non cadendo nel facile trucco di far passare gli antivivisezionisti come romantici sognatori, quando nei fatti sono spesso ricercatori e personale con formazione scientifica a muovere le obiezioni al modello animale perché stanchi di vedere fondi e lavoro sprecati per una ricerca che non serve a nulla e inganna la fascia di popolazione più fragile: i malati.
L’attacco arriva da più fronti, su Panorama, infatti, continua il dibattito scatenato da Barbara Galavotti che risponde alle numerose proteste con l’ennesimo articolo di parte dove riporta un solo punto di vista: quello dello sperimentatore. Senza alcuno spazio ad un neutrale dibattito tra due parti. La giornalista, nonostante le lettere e i commenti arrivati da numerosi medici che argomentavano il perché della fallacia della sperimentazione su animali, sceglie nuovamente di non mettere in discussione le proprie idee, lasciando spazio a chi lavora in ambito scientifico, ma decide di arroccarsi sulle sue posizioni con le stesse identiche considerazioni già trattate. Ma non dovrebbe essere l’imparzialità il principio base del giornalismo?
Michela Kuan biologa, responsabile LAV settore Vivisezione 20/05/2012 |
Post n°6397 pubblicato il 21 Maggio 2012 da cile54
In caso di terremoto, lo stato non rimborserà più i danni ai cittadini
Un regalo miliardario per le grandi compagnie assicurative. In caso di terremoto, alluvione, o di ogni altra catastrofe naturale, lo Stato non pagherà più i danni ai cittadini. Che, dunque, per vedere la casa o l'azienda ricostruita, avranno una sola strada: ricorrere all'assicurazione 'volontaria’. Il provvedimento - nero su bianco - è inserito nel decreto che riforma la Protezione Civile e nel quale, tra l'altro, viene confermata la 'tassa sulla disgrazia’, con un'unica differenza rispetto alle versioni precedenti: le Regioni non avranno più l'obbligo di alzare fino ad un massimo di cinque centesimi l'accise sulla benzina, ma avranno la facoltà di farlo.
Quella che doveva essere una norma per riordinare l'intero sistema di Protezione Civile e restituirgli l'efficienza in caso di emergenza che il commissariamento voluto da Tremonti gli aveva tolto, rischia dunque di rivelarsi una beffa per i cittadini. È vero che il provvedimento prevede già un «regime transitorio anche a fini sperimentali» e dunque non diventerà né immediatamente operativo - entro 90 giorni dovrà essere emanato un regolamento che stabilisce «modalità e termini» per l'avvio del regime assicurativo - né lo sarà, probabilmente, passati i tre mesi. Ma è evidente che si tratta del primo passo per mettere la politica di fronte ad un problema di cui si dibatte da anni: quello dell'assicurazione in caso di calamità, perché‚ lo Stato non è più in grado di fare fronte alle spese.
Il provvedimento, dunque, stabilisce che «al fine di consentire l'avvio di un regime assicurativo per la copertura dei rischi derivanti da calamità naturali sui fabbricati a qualunque uso destinati» per garantire «adeguati, tempestivi ed uniformi livelli di soddisfacimento delle esigenze di riparazione e ricostruzione» dei beni immobili privati, «possono essere estese ai rischi derivanti da calamità naturali tutte le polizze assicurative contro qualsiasi tipo di danno a fabbricati di proprietà di privati». Entro 90 giorni dalla pubblicazione in “Gazzetta”, palazzo Chigi, di concerto con i ministeri dell'Economia e dello Sviluppo Economico e sentita la Conferenza Stato-Regioni e l'Isvap, dovrà emanare un regolamento, sulla base di alcuni criteri. Quali? Agevolazioni fiscali per chi si assicura e, appunto, «l'esclusione, anche parziale, dell'intervento statale per i danni subiti da fabbricati».
Certo è che non sarà un percorso di facile realizzazione. Innanzitutto perché‚ l'assicurazione su base 'volontaria’ sancisce, di fatto, la disparità tra cittadini che vivono in zone non a rischio e quelli che, invece, si trovano in aree sismiche o a rischio idrogeologico. Senza contare che le compagnie assicurative non stipuleranno polizze - o se le faranno i cittadini dovranno pagare cifre astronomiche - in quelle zone dove i rischi sono molto alti.
La conseguenza è una sola: si dovrà arrivare all'assicurazione obbligatoria per tutti con un costo che, secondo le stime dei tecnici delle varie amministrazioni dello Stato e delle stesse assicurazioni, dovrebbe essere attorno ai cento euro ad abitazione. Ci si arriverà? È probabile, visto che il decreto stabilisce anche un altro elemento che va in questa direzione. La durata dello stato d'emergenza, cioè il periodo in cui è lo Stato a farsi carico di tutte le spese, può essere di 60 giorni con un'unica proroga di altri 40. Una decisione presa per evitare che, come è accaduto decine di volte nel passato, gli stati d'emergenza durino anni. Ma cosa succede al centunesimo giorno?
20 maggio 2012 http://isegretidellacasta.blogspot.it |
Post n°6396 pubblicato il 21 Maggio 2012 da cile54
L'AMORE AI TEMPI DELLA TELECOM
L'amore ai tempi della Telecom (Edizioni ensemble). Un romanzo attuale e intelligente questo di Carmelo Albanese dove il lettore può tristemente specchiarsi ritrovando nell'intera storia la complessa e dunque precaria vita dei lavoratori di oggi e degli utlimi anni. L'azienda Trip che da pubblica diventa privata, la Globalcom, lo sciopero dei lavoratori, la rabbia di questi che tuttavia si sentono costretti a vivere nella logica del "lega l'asino dove il padrone vuole", le intricate relazioni che nascono tra i lavoratori e tra questi troviamo Christian e Maria, protagonisti della storia. Il mobbing, i manger e i target. Chi si ribella per non cedere alla possibilità di uscire dall'azienda con un incentivo. Intorno a tutto questo si evolve la storia dell'intero romanzo che tocca momenti fondamentali della storia italiana dagli anni '90: dalla Legge Biagi, al G8, la morte di Carlo Giuliani... Globalcom è per eccellenza "il luogo" del romanzo: un'azienda che l'autore lega a Macondo, la città immaginaria di Cent'anni di solitudine. Un legame forte che nasce dal clima di sospensione tra finzione e realtà che da Macondo possiamo ritrovare nella Globalcom. "Due realtà parallele e commensurabili", come scrive Albanese. L'amore ai tempi della Telecom è un romanzo che parla di noi, dei lavoratori, delle relazioni umane e intricate che nascono all'interno dei posti di lavoro, ma anche della ricerca di una libertà che prima di tutto rende i lavoratoriUomini. "Quando un lavoratore dice basta al padrone non inizia solo la sua libertà personale. Inizia la libertà di un popolo".
Mercoledì sarà online l'intervista all'autore su www.controlacrisi.org
Il libro sarà presentato a Roma presso il CINEMA AZZURRO SCIPIONI (via degli Scipioni, 82) mercoledì 23 maggio ore 18, 30 con Fabio Sebastiani, giornalista (capo servizi del Lavoro di Liberazione), Isabella Borghese, giornalista. Introduce l'editore Massimiliano Coccia. Partecipa l'autore.
L'amore ai tempi della telecom, di Carmelo Albanese edizioni ensemble collana la contmeporanea pagine 273 euro 15, 90 ISBN 978-8897-639398
20/05/2012 |
L'informazione dipendente, dai fatti
Nel Paese della bugia la verità è una malattia
(Gianni Rodari)
SI IUS SOLI
notizie, conflitti, lotte......in tempo reale
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www.osservatoriorepressione.info
G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI
Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.
Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.
> andate in fondo alla pagina linkata e acquistatelo on line.
Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
omicidio di Stato
DARE CORPO ALLE ICONE