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Messaggi del 02/04/2014
Post n°8757 pubblicato il 02 Aprile 2014 da cile54
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Post n°8756 pubblicato il 02 Aprile 2014 da cile54
Giornata autismo, da uno studio canadese “Spiegazione scientifica a introspezione” Fino a meno di dieci anni fa era ancora considerato sinonimo di pazzia. Per sfatare questo pregiudizio, le Nazioni Unite nel 2007 hanno istituito la Giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo, con l’obiettivo di “Promuovere la ricerca scientifica in tutto il mondo e la solidarietà verso le persone colpite dalla malattia”. In Italia sono 500mila persone colpite da questo disturbo ancora poco conosciuto Fino a meno di dieci anni fa era ancora considerato sinonimo di pazzia. Per sfatare questo pregiudizio, le Nazioni Unite nel 2007 hanno istituito la Giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo, con l’obiettivo di “Promuovere la ricerca scientifica in tutto il mondo e la solidarietà verso le persone colpite dalla malattia”. Da allora, per accendere i riflettori su questo disturbo, il 2 aprile di ogni anno, grazie alla campagna “Light it up blue” promossa dall’organizzazione internazionale Autism Speaks, i principali monumenti delle città del mondo s’illuminano di blu. Le iniziative previste in Italia: medici e vip. In Italia, contro l’isolamento dei 500 mila individui colpiti da autismo, filo conduttore delle iniziative promosse nel nostro Paese, a fianco di medici e scienziati scendono in campo anche scrittori, attori e registi, tra i quali Stefano Benni, Gianni Amelio, Pierfrancesco Favino e Neri Marcorè, solo per citarne alcuni. Obiettivo comune sensibilizzare il Parlamento, affinché recepisca una proposta di legge “Per una normativa adeguata ai bisogni delle persone con disturbi dello spettro autistico”, presentata due mesi fa in Senato dall’Associazione nazionale genitori soggetti autistici (Angsa) L’autismo, che colpisce 1 bambino su 80, è infatti un disturbo ancora poco conosciuto, nonostante i passi avanti compiuti dalla ricerca, come l’individuazione di una componente genetica all’origine della malattia. Secondo gli scienziati, un ruolo importante nella predisposizione allo sviluppo della patologia lo avrebbero anche alcuni fattori ambientali, ad esempio infezioni materne, deficit immunitari o esposizione in fase prenatale ad agenti neurotossici. Rischio, quest’ultimo, piuttosto concreto, in base ai risultati di uno studio pubblicato proprio in questi giorni su PLOS Computational Biology. Gli sforzi della ricerca contro un disturbo ancora poco conosciuto. Gli sforzi dei ricercatori si stanno concentrando sempre più sulla comprensione dei circuiti neuronali di un individuo colpito da autismo. Uno studio canadese, pubblicato sulla rivista “Frontiers in Neuroinformatics” e condotto dalla Case Western Reserve University e dall’University of Toronto, dimostra, ad esempio, attraverso una scansione dell’attività cerebrale nota come magnetoencefalografia, che il cervello della maggior parte delle persone autistiche genera più informazioni quando è a riposo, con un aumento medio pari al 42%. “Un risultato – si legge nella ricerca – che potrebbe offrire una spiegazione scientifica della caratteristica più tipica che contraddistingue gli individui colpiti dalla malattia, il ritiro nel proprio mondo interiore”. “L’eccesso di produzione di informazioni – afferma Roberto Fernández Galán, neuroscienziato della Case Western Reserve School of Medicine a capo del team di ricerca – potrebbe ad esempio spiegare il distacco di un bambino autistico dal suo ambiente. I nostri risultati – sottolinea lo studioso canadese – suggeriscono che i bambini malati potrebbero essere meno interessati alle interazioni sociali, proprio perché il loro cervello genera più informazioni a riposo, che noi interpretiamo come maggiore introspezione, in linea con le prime descrizioni della patologia”. Usa e Ue uniti in un comune progetto di ricerca. La ricerca sull’autismo prosegue, legata ormai a doppio filo negli ultimi anni allo studio complessivo dell’attività cerebrale. È proprio di questi giorni la notizia che Stati Uniti e Unione Europea hanno deciso di unire i loro sforzi, e finanziamenti, in un comune progetto di ricerca, ancor più articolato e ambizioso di quello che nel 2000 ha permesso di decodificare il codice genetico umano. Secondo quanto riportato dalla rivista Nature, per migliorare l’efficienza della ricerca e minimizzare eventuali sovrapposizioni nascerà una partnership formale tra la “Brain Initiative” americana, lanciata a maggio dello scorso anno con un finanziamento di 1 miliardo di dollari, e lo “Human Brain Project”, analogo europeo nato sei mesi dopo con uno stanziamento di 1 miliardo di euro (circa 1,3 miliardi di dollari). Il fine è comune: la comprensione dell’evoluzione e del funzionamento dell’organo più complesso della natura, il cervello umano. Lo studio su Frontiers in Neuroinformatics Davide Patitucci 1/4/2014 www.ilfattoquotidiano.it |
Post n°8755 pubblicato il 02 Aprile 2014 da cile54
Intermittenze tra vita e lavoro È un libro collettivo, polifonico e dissonante, questo Come un paesaggio. Pensieri e pratiche tra lavoro e non lavoro, curato da Sandra Burchi e Teresa Di Martino (Iacobelli editore, p. 225, euro 14,90). Collettivo e polifonico perché presenta quasi una ventina di interventi di ricercatrici, studiose, attiviste, femministe intorno al nodo lavoro/non lavoro. Si parte con Carole Pateman e si giunge al collettivo romano Diversamente occupate, per prendere i due saggi di apertura e chiusura. Dissonante perché si situa volutamente fuori dal coro della retorica lavorista e familista che inquina l’aria del discorso pubblico appena si comincia a parlare di lavoro e della sua mancanza. Soprattutto dinanzi al recente Decreto Poletti-Renzi di definitiva precarizzazione delle forme del lavoro e in attesa della legge delega sul JobsAct. Impossibile riportare la ricchezza di analisi, riflessioni e proposte squadernata nelle tre parti in cui si divide il libro. Come dicono le curatrici, l’intento è quello di «considerare la posizione di una donna come la posizione da cui pensare una giustizia per tutti, ovvero le forme delle relazioni pensate su grande scala». Andando quindi oltre i tradizionali modi di intendere e praticare cittadinanza, denaro, spazio pubblico e partendo dall’esperienza presente, delle vite di donne «che parlano da una posizione incarnata». È la lezione irriducibile del femminismo, che vuole «conoscere e intervenire sulle insufficienze dei momenti più alti della tradizione maschile», per citare Carla Lonzi, ricordata da Federica Giardini nella prefazione a questo libro. Con la consapevolezza di disinnescare luoghi comuni, per indagare pratiche, esperienze, relazioni e conflitti capaci di generare anche diritti. E allora, un filo conduttore potente, che accompagna molti interventi, è la rivendicazione concreta e al contempo radicale, perché va alla radice delle condizioni di vita, di un reddito di base. «Il diritto al reddito di base è analogo al diritto di voto – un diritto democratico di tutti i cittadini», afferma inequivocabilmente Carole Pateman, a venticinque anni dal suo celebre Il contratto sessuale (Editori Riuniti). Ina Praetorious descrive il «reddito di base incondizionato» come progetto sociale, economico ed esistenziale «post-patriarcale», citando alcune iniziative concrete (tra Brasile, India, Namibia e Svizzera). Eleonora Forenza e Maria Pia Pizzolante parlano di reddito di autodeterminazione. È l’affermazione di un concreto diritto universale, frutto di un diritto vivente e pietra angolare di un nuovo Welfare, che non sia più vessatorio, selettivo, burocratico, corporativo e paternalista. Una chiave di volta che permetta di ripensare il «nodo cittadinanza/lavoro» nell’epoca della precaria flessibilità delle forme del lavoro e delle relazioni familiari (Alessandra Gissi). Perché quel nodo è tutto da scardinare. Andando oltre il dilemma pauperistico «cittadinanza senza lavoro/lavoro senza cittadinanza» (Anna Simone). Dinanzi a un lavoro che si mangia la vita, quando si lavora a casa (Claudia Bruno e Sandra Burchi), e che confina tutte e tutti noi in un «equilibrio instabile tra tempi di lavoro e di vita» (Annalisa Murgia). Siamo dinanzi a prospettive che nessun legislatore ha finosra assunto in questo improbabile teatrino che è la politica italiana. Eppure le autrici rifiutano qualsiasi ottica vittimistica e malinconica. Piuttosto pensano un balzo in avanti, che faccia tesoro dei fili rossi di ininterrotti processi di emancipazione. Per tenere insieme questo sforzo di immaginazione costituente il libro ci indica la possibilità di ripartire da «vecchie e nuove pratiche» (Elena Doria), come quelle di un mutualismo che evochi le possibilità di autogoverno delle proprie esistenze singolari e in comune. Tornare a ripensare le origini del quarto stato per riconoscersi nel quinto stato e nella sua urgenza di tutelare il lavoro vivo e le vite oltre il lavoro. Per questo il libro verrà presentato in dialogo con gli autori, tra cui chi scrive, Il quinto stato (Ponte alle Grazie), alle ore 18 di oggi, al Teatro Valle Occupato di Roma. Giuseppe Allegri 2.4.2014 www.ilmanifesto.it |
Post n°8754 pubblicato il 02 Aprile 2014 da cile54
Il lato oscuro della Monsanto La Monsanto è una multinazionale che si occupa di biotecnologie agrarie, nota per essere il maggiore produttore di sementi geneticamente modificate e tradizionali . Fondata nel 1901 a St Louis, in Missouri, dal magnate dell’industria farmaceutica Johnn Francis Queeny, essa oggi è nota principalmente per la sua instancabile attività di pressione verso i governi al fine di introdurre gli OGM, e la sua storia è piena di scandali che varrebbe la pena conoscere, e dei quali elencherò i più noti . L’ Agent Orange La vicenda più nota dall’opinione pubblica è certamente quella relativa al cosiddetto " Agente Arancio " prodotto dalla Monsanto e dalla Dow Chemical per l’esercito statunitense impegnato nella guerra in Vietnam . L’Agent Orange venne ampiamente irrorato da parte degli aerei dell’aviazione statunitense nel Vietnam del Sud , dal 1961 al 1971 . Attacco chimico: Durante la guerra del Vietnam, tra il 1962 e il 1971, l’esercito americano spruzzato quasi 20 milioni di litri di materiali contenenti diserbanti chimici e defolianti mescolato con carburante su alcune parti di Vietnam, Laos e Cambogia orientale. Sopra, un aereo statunitense spruzza la sostanza chimica tossica sopra una giungla sudvietnamita L’obiettivo ufficiale di questa guerra chimica , nota come operazione Operazione Ranch Hand , era quello di distruggere la superficie forestale e rurale , privando in tal modo i vietcong che si erano rifugiati nelle foreste di copertura , e riducendo il loro approvvigionamento di generi alimentari . Il risultato fu una vera e propria carneficina : 400 mila morti , 500 mila bambini nati con gravi malformazioni e quattro milioni di persone colpite da tumore negli anni successivi . Morti: corpi di donne e bambini si trovano su una strada nel Vietnam del Sud in seguito a un attacco aereo degli Stati Uniti durante la guerra La fortissima tossicità di questo erbicida derivava dall’alta presenza di diossina , che fu responsabile di gravissime malformazioni e malattie sia per i vietnamiti che per i veterani dell’esercito statunitense . Il governo statunitense non ha mai voluto riconoscere i danni arrecati alla popolazione vietnamita e solo nel 2011 ha introdotto una legge a favore dei veterani e dei loro discendenti , colpiti da malattie legate all’avvelenamento , tra cui la cloracne . La Monsanto ha sempre negato e minimizzato gli effetti collaterali dell’ Agent Orange . Ancora oggi migliaia di bambini nascono con terribili malformazioni a causa degli effetti provocati dall’ Agent Orange . Sad: Questo numero include 150.000 bambini affetti da difetti di nascita, come Xuan Minh, 5 (foto a destra) Lo scandalo PCB Un’ altro scandalo abbastanza noto dello Monsanto è quello relativo all’uso dei policlorobifenili ( PCB ) , una delle sostanze più tossiche mai create , e di cui la stessa multinazionale era il maggior produttore insieme alla Bayer . Essi venivano impiegati nei materiali riparativi per l’edilizia , nelle apparecchiature elettriche , nelle vernici e nelle lacche per pavimenti , e migliaia di edifici ne sono stati contaminati . L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato i policorobifenili come " carcirogeni di categoria 1 " , in quanto capaci di danneggiare il sistema ormonale , nervoso e immunitario attaccando la tiroide , il fegato e i reni . Inoltre, secondo un’articolo del Washington Post del 2002 , la Monsanto ha nascosto per decenni le sue conoscenze in merito all’inquinamento prodotto dai PCB nei suoi stabilimenti in Alabama . Come riportato anche in una puntata del programma televisivo " Presa Diretta " , in onda su Rai 3 , la Monsanto è stata anche citata in giudizio in tribunale per ciò e ha dovuto risarcire di 700 milioni di dollari i cittadini che aveva inquinato . Però nessun dirigente è stato condannato . Nel 2007 il quotidiano inglese " The Guardian " , riportò che anche in Galles erano state ritrovate tracce significative di PCB e diossina nelle cave dove l’azienda stoccava i rifiuti . Già negli anni trenta era venuto fuori che il Pcb era un composto tossico , ma essendo il settore elettrico troppo importante economicamente , si era preferito chiudere un’occhio e data la licenza alla Monsanto di agire indisturbata . Salvatore Santoru Fonte:http://informazioneconsapevole.blog... 1/4/2013 www.bellaciao.org |
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Nel Paese della bugia la verità è una malattia
(Gianni Rodari)
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Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
omicidio di Stato
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