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Messaggi del 29/07/2014

 
 

I maggiori sindacati impotenti e i sindacalisti tacciono e non danno nessuna indicazione. “Ognuno fa come meglio crede”

Post n°8990 pubblicato il 29 Luglio 2014 da cile54

Gli operai ThyssenKrupp bloccano la superstrada  

Gli operai ThyssenKrupp bloccano la superstradaUna grande manifestazione di impotenza operaia. Quella degli operai ThyssenKrupp, oggi a Terni, è stata forse una delle più grandi manifestazioni cittadine degli ultimi anni. QUatro ore di sciopero a fine turno mattutino, con molti degli altri turni che arrivano in bicicletta o scooter. Oltre duemila lavoratori e qualche familiare, gente affacciata alle finestre che saluta e grida “fate bene”, pochi che si lamentano per le difficoltà create alla circolazione.Del resto questa fabbrica – le acciaierie, che prima di andare alla Thyssen erano di proprietà pubblica, marchio Italsider – è addirittura più antica di gran parte della città che la circonda. Che questa fabbrica chiuda è una disgrazia di rara potenza, un evento disgregatore di portata quasi biblica. Normale che una massa così grande di gente che ne dipende sia capace di farsi oltre cinque chilometri di camminata, sotto il sole e l'afa, in un pomeriggio di fine luglio, pur di andare a bloccare la superstrada. Evento limite, per i sindacati molto “moderati” che da sempre controllano – più che rappresentare - questi lavoratori. Anche la Fiom qui, ha il volto di Camusso, neanche quello di Landini...DSC 6950E infatti, una volta arrivati in cima allo svincolo, si capisce subito che i “complici” hanno contrattato – fin qui anche avrebbe anche un senso – tutto il percorso con le forze dell'ordine, tanto che soltanto poche macchine e camion fiscono per fermarsi a causa dell'occupazione della sede stradale. Ma più di questo non sono disposti a gestire. Non una spiegazione ai lavoratori, che cuociono sotto il sole e ribollono già di loro per la preoccupazione. Li guardi in faccia e vedi che tra loro non ci sono “prepensionandi”. Sono troppo giovani per essere inseriti in qualsiasi “scivolo” dei vecchi tempi, troppo anziani per trovare una nuova occupazione in un settore devastato dalle chiusure (la metallurgia); figuriamoci oggi che quegli scivoli il governo Renzi tende a farli cortissimi. Anzi, meglio niente...Un lungo tempo in cui nessuno sa che cosa fare, con i dirigenti sindacali defilati e silenziosi. Ognuno comincia ad agitarsi come sa e crede. Una ventina di fascisti del gruppo “Stato e potenza” - quelli che per qualche tempo aveva provato a spacciarsi per “socialisti”, quasi nostalgici dell'Urss – si va a schierare davanti alla polizia, a un'estremità del blocco. Nessuno gli va dietro. Poi cominciano a gridare di andare a fermare anche il traffico sottostante il viadotto, quello deviato sulla provinciale. Fin lì erano stati in fondo al corteo, isolati e silenziosi. Sconosciuti a tutti, la metà circa proveniente da Roma, estranea al territorio e ancor più a questa classe operaia.I sindacalisti tacciono e non danno nessuna indicazione. “Ognuno fa come meglio crede”, dice uno. Come se il loro compito si fosse esaurito lì, nel portare quasta massa di lavoratori disperati a sfogarsi nel nulla, di modo che la prossima volta se ne stiano a casa.Gli operai salgono e scendono lungo lo svincolo, cercano di dare una senso alla mobilitazione innalzando – per come possono e sanno, dopo decenni di “pace sociale indotta” - il livello del conflitto. Un automobilista che prova a fare il furbo infilandosi detro un'ambulanza a sirene spiegate - l'unico mezzo che giustamente viene lasciato passare – rischia qualche manata. Tocca ai poliziotti gestire con un briciolo di buon senso la tensione crescente.L'incazzatura cresce e smania, ma è totalmente assente una direzione sindacale chiara. Sfogatevi, sembrano aver deciso i “complici”. Poi, tanto, sarete buttati fuori...L'ipotesi è più che un'ipotesi. All'interno della fabbrica si continua a lavorare ad alto ritmo, anche all'altoforno – uno dei due – che l'azienda ha dichiarato di voler fermare per sempre, mettendo fuori 550 dipendenti. Non solo. La Thyssen ha chiesto di posticipare le ferie. Un segnale che chiunque può leggere in trasparenza: “completiamo la commessa in corso, poi mandiano i lavoratori al mare e quando tornano trovano tutto chiuso”.Impossibile che i totem silenziosi di Cgil-Cisl-Uil non l'abbiano capito. Più facile che lo sappiano perfettamente, e abbiano deciso di mandare in vacca una mobilitazione che non poteva non esserci. Anche a costo di lasciare spazio ai fascisti con tanto di tricolore e in maglietta nera (“nazione, socialismo, combattimento”) che provano a costruirsi una credibilità.Quelli dell'Usb volantinano fin dall'inizio del corteo, discutono con gli operai, raccolgono consensi sull'unica proposta possibile in queste condizioni (“la Thyssen deve tornare pubblica, qualsiasi cosa dica l'Unione Europea”). Ma questa non è l'Ilva di Taranto, non hanno ancora una presenza interna allo stabilimento, una rappresentanza nell'Rsu, anche se nel territorio la loro presenza si va estendendo a molti luoghi di lavoro.La giornata finisce con blocchi spontanei che si riproducono qui è là, un incrocio dopo l'altro. Senza un disegno o una tattica ragionata, finalizzata, un obiettivo chiaro. Oltre, naturalmente, la non chiusura dei mezzo impianto e una massa enorme di licenziamenti.Questa gente merita un destino migliore. Ma è anche lo specchio esatto dell'interopaese. E dei rischi che sta correndo, da una “rottamazione” all'altra.

Una grande manifestazione di impotenza operaia. Quella degli operai ThyssenKrupp, oggi a Terni, è stata forse una delle più grandi manifestazioni cittadine degli ultimi anni. QUatro ore di sciopero a fine turno mattutino, con molti degli altri turni che arrivano in bicicletta o scooter. Oltre duemila lavoratori e qualche familiare, gente affacciata alle finestre che saluta e grida “fate bene”, pochi che si lamentano per le difficoltà create alla circolazione.

Del resto questa fabbrica – le acciaierie, che prima di andare alla Thyssen erano di proprietà pubblica, marchio Italsider – è addirittura più antica di gran parte della città che la circonda. Che questa fabbrica chiuda è una disgrazia di rara potenza, un evento disgregatore di portata quasi biblica. Normale che una massa così grande di gente che ne dipende sia capace di farsi oltre cinque chilometri di camminata, sotto il sole e l'afa, in un pomeriggio di fine luglio, pur di andare a bloccare la superstrada. Evento limite, per i sindacati molto “moderati” che da sempre controllano – più che rappresentare - questi lavoratori. Anche la Fiom qui, ha il volto di Camusso, neanche quello di Landini...

E infatti, una volta arrivati in cima allo svincolo, si capisce subito che i “complici” hanno contrattato – fin qui anche avrebbe anche un senso – tutto il percorso con le forze dell'ordine, tanto che soltanto poche macchine e camion fiscono per fermarsi a causa dell'occupazione della sede stradale. Ma più di questo non sono disposti a gestire. Non una spiegazione ai lavoratori, che cuociono sotto il sole e ribollono già di loro per la preoccupazione. Li guardi in faccia e vedi che tra loro non ci sono “prepensionandi”. Sono troppo giovani per essere inseriti in qualsiasi “scivolo” dei vecchi tempi, troppo anziani per trovare una nuova occupazione in un settore devastato dalle chiusure (la metallurgia); figuriamoci oggi che quegli scivoli il governo Renzi tende a farli cortissimi. Anzi, meglio niente...

Un lungo tempo in cui nessuno sa che cosa fare, con i dirigenti sindacali defilati e silenziosi. Ognuno comincia ad agitarsi come sa e crede. Una ventina di fascisti del gruppo “Stato e potenza” - quelli che per qualche tempo aveva provato a spacciarsi per “socialisti”, quasi nostalgici dell'Urss – si va a schierare davanti alla polizia, a un'estremità del blocco. Nessuno gli va dietro. Poi cominciano a gridare di andare a fermare anche il traffico sottostante il viadotto, quello deviato sulla provinciale. Fin lì erano stati in fondo al corteo, isolati e silenziosi. Sconosciuti a tutti, la metà circa proveniente da Roma, estranea al territorio e ancor più a questa classe operaia.

I sindacalisti tacciono e non danno nessuna indicazione. “Ognuno fa come meglio crede”, dice uno. Come se il loro compito si fosse esaurito lì, nel portare quasta massa di lavoratori disperati a sfogarsi nel nulla, di modo che la prossima volta se ne stiano a casa.

Gli operai salgono e scendono lungo lo svincolo, cercano di dare una senso alla mobilitazione innalzando – per come possono e sanno, dopo decenni di “pace sociale indotta” - il livello del conflitto. Un automobilista che prova a fare il furbo infilandosi detro un'ambulanza a sirene spiegate - l'unico mezzo che giustamente viene lasciato passare – rischia qualche manata. Tocca ai poliziotti gestire con un briciolo di buon senso la tensione crescente.

L'incazzatura cresce e smania, ma è totalmente assente una direzione sindacale chiara. Sfogatevi, sembrano aver deciso i “complici”. Poi, tanto, sarete buttati fuori...

L'ipotesi è più che un'ipotesi. All'interno della fabbrica si continua a lavorare ad alto ritmo, anche all'altoforno – uno dei due – che l'azienda ha dichiarato di voler fermare per sempre, mettendo fuori 550 dipendenti. Non solo. La Thyssen ha chiesto di posticipare le ferie. Un segnale che chiunque può leggere in trasparenza: “completiamo la commessa in corso, poi mandiano i lavoratori al mare e quando tornano trovano tutto chiuso”.

Impossibile che i totem silenziosi di Cgil-Cisl-Uil non l'abbiano capito. Più facile che lo sappiano perfettamente, e abbiano deciso di mandare in vacca una mobilitazione che non poteva non esserci. Anche a costo di lasciare spazio ai fascisti con tanto di tricolore e in maglietta nera (“nazione, socialismo, combattimento”) che provano a costruirsi una credibilità.

Quelli dell'Usb volantinano fin dall'inizio del corteo, discutono con gli operai, raccolgono consensi sull'unica proposta possibile in queste condizioni (“la Thyssen deve tornare pubblica, qualsiasi cosa dica l'Unione Europea”). Ma questa non è l'Ilva di Taranto, non hanno ancora una presenza interna allo stabilimento, una rappresentanza nell'Rsu, anche se nel territorio la loro presenza si va estendendo a molti luoghi di lavoro.

La giornata finisce con blocchi spontanei che si riproducono qui è là, un incrocio dopo l'altro. Senza un disegno o una tattica ragionata, finalizzata, un obiettivo chiaro. Oltre, naturalmente, la non chiusura dei mezzo impianto e una massa enorme di licenziamenti.

Questa gente merita un destino migliore. Ma è anche lo specchio esatto dell'interopaese. E dei rischi che sta correndo, da una “rottamazione” all'altra.

28/7/2014 www.contropiano.org

Il volantino diffuso da Usb: docVOLANTINO_USB_TK.doc59 KB

 
 
 

Controinformazione&salute. Come è ovvio i No Tav monitorano con assiduità il cantiere e così pure i dati che da li escono.

Post n°8989 pubblicato il 29 Luglio 2014 da cile54


Salute degli operai nelcantiere Tav: silice cristallina tre volte oltre i limiti.

Glioperai che lavorano nel cunicolo esplorativo di Chiomonte hanno da poco elettoi loro rappresentanti sindacali (2 della CGIL e 1 della Cisl). Ne approfittiamoper rendere pubblici alcuni dati sulla qualità dell’aria nell’ambiente dilavoro nel cantiere Tav. Tali dati provengono da Arpa, risalgono allo scorsoanno ma non costituiscono una serie completa, i dati che ci ha dato Arpa sonopurtroppo lacunosi e frammentari, nondimeno riteniamo siano di un certointeresse per ciò che riguarda la Sicurezza dei Lavoratori.

Nell’ambitodel monitoraggio ambientale interno al cantiere LTF ha programmatotrimestralmente delle campagne che valutino la qualità dell’aria respirata dailavoratori sia all’interno che all’esterno della galleria. In particolarevengono analizzate le polveri respirabili (metodo analitico MU2010:06) e laSilice Cristallina (metodo analitico NIOSH 7500:1998). I valori limitestabiliti sono di 3 mg/m3 per le polveri e di 25 μg/m3 per la Silice Cristallina.Noi abbiamo a nostra disposizione una analisi trimestrale completa e unaparziale.

Leggendoi rapporti settimanali di monitoraggio delle attività eseguite all’interno delcantiere ci è saltato all’occhio questo, datato 3 giugno 2013:

 

Oltreallo sforamento delle polveri sottili (pm2.5 e pm10, tra l’altro lo sforamentonon è della soglia di attenzione, ma di quella di intervento, sarebbe legittimochiedersi che intervento è stato posto in essere e se si è rivelato efficace…)le analisi mostrano un superamento dei limiti per l’aria nell’ambiente dilavoro: “si misura un valore altissimo su 1 operatore dei 3 monitorati dovutoprobabilmente ad un errato utilizzo del campionatore da parte dell’operatore,la misura è stata quindi ripetuta in data 31/5”.

Abbiamoanche il rapporto settimanale successivo in cui vengono riportati i dati dellaseconda misura, dati che riportano un valore 3 volte superiore al limite:

 

Abbiamorecuperato anche il Rapportodi prova emesso dal laboratorio in cui sono state eseguite leanalisi, dove viene riportato che ad essere superati non sono i limiti per lepolveri respirabili ma quello della Silice Cristallina, il cui valore perquell’operatore è di 73 μg/m3 mentre il limite è di 25 μg/m3 (per rispettare la privacydegli operai abbiamo cancellato i cognomi).

Lasilicosi è stata nella prima metà del ’900 la più frequente e la più grave frale malattie professionali, ma non è l’unica conseguenza per la respirazione disilice cristallina. Nel 1997 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro(IARC) ha classificato la silice cristallina nel gruppo 1 degli agenticancerogeni. Oltre al cancro polmonare la silice cristallina è associata amolte altre patologie. Il limite di 25 μg/m3 è quello stabilitodall’ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienist).

Ilvalore riscontrato per l’operaio della galleria di Chiomonte, superiore di trevolte al limite che tutela la salute, dovrebbe aver messo in allarme chi si occupadei lavoratori. Curioso però che nell’elenco fatto da Ltf e Arpa dei problemiambientali nel cantiere Tav (arsenico nelle roccie, ripetuti sforamenti dellepolveri sottili e moria dei pesci in Clarea) questo dato non sia stato neppurecitato.

Abbiamo invanocercato fra i documenti che Arpa ci ha messo a disposizione altre analisi sullasilice cristallina, ma non abbiamo trovato traccia di questo dato nei rapportisettimanali (anche se in teoria dovrebbe essere analizzata ogni 3 mesi, ma datala lacunosità dei documenti dati da Arpa non azzardiamo conclusioni). Abbiamoperò trovato un altro documento cheanalizza l’aria nell’ambiente di lavoro. L’analisi risale al 30 luglio 2013, 2mesi e mezzo dopo il primo campionamento. Curiosamente vengono quantificate lepolveri respirabili ma non la silice cristallina! Ci sarà sicuramente una buonamotivazione per questa mancanza del parametro che era oltre i limiti nell’analisiprecedente. Non avendo a disposizione tutti i documenti non possiamo trarreconseguenze da questa mancanza, e ci limitiamo a constatarla. Rimane tuttaviacurioso che Arpa ci abbia dato una prima analisi che comprende polverirespirabili e silice cristallina, in cui questo secondo parametro è oltre ilimiti. E poi una seconda analisi in cui sono presenti le polveri respirabilima non la silice.

Come èovvio i no tav monitorano con assiduità il cantiere e così pure i dati che dali escono. Non ci pare un atteggiamento trasparente da parte di Ltf e Arpaessere omissivi nel rendere pubblici i dati sui monitoraggi ambientali. Senulla c’è da nascondere non vediamo perchè non mettere a disposizione di tuttiquesti dati. E soprattutto sarebbe auspicabile che TUTTI i dati fosseropubblici e consultabili. Anche perchè quando saltano fuori dati che superano ilimiti consentiti risulta difficile capirne la reale portata se la serie èlacunosa.

Rimanequesto allarmante dato sulla Silice, sarebbe curioso sapere come talesforamento sia stato trattato dal Responsabile del Servizio di Prevenzione eProtezione. A guardare le foto che provengono dal cunicolo e dal cantierequalche dubbio lo abbiamo sulle precauzioni prese e sui Dispositivi diProtezione Individuale adottati. (anche qui per questioni di privacy abbiamoreso non riconoscibili i lavoratori)

 

A piùriprese i proponenti l’opera, Ltf e il direttore dell’Arpa hanno cercato di farpassare il cantiere di Chiomonte come la terra della salute: aria salubre darespirare a pieni polmoni. Peccato che i dati raccontassero una storia diversae queste ulteriori analisi sull’aria respirata dai lavoratori nella gallerianon fanno che confermare quel quadro.


28/7/2014 www.autistici.org/spintadalbass/

 
 
 

Legge comunista x il Vaticano, i politici italiani oscurantisti, gli avvoltoi del "movimento per la vita" i medici obiettori

Post n°8988 pubblicato il 29 Luglio 2014 da cile54


Approvatain Francia la nuova legge per l'uguaglianza fra uomini e donne

Approvata in Francia la legge sullaparità: adottato ieri, 23 luglio, il disegno di legge sostenuto da Najat Vallaud-Belkacem, ministra e portavoce delgoverno per i diritti delle donne. 

Ecco cosa cambia avere un serio Ministero per le Pari Opportunità! o meglio ancora, proprio come in Francia, unaministra dedicata a vigilare sui diritti delle donne in modo trasversale atutti i ministeri. Di questa legge avevamo già parlato in questo post

Di cosa si tratta esattamente? 

Il testo completo è consultabile qui,  mentre aquesto link trovate l'infografica che riassume le misure essenziali introdotte.Il nuovo testo, in seguito a un accordo tra deputati e senatori, è stato approvatoin due assemblee grazie ai voti della sinistra e della maggior parte deicentristi, mentre la maggioranza degli eletti UMP si sono astenuti: ma -nemmeno a destra - nessuno ha votato contro

Per contrasto, giova ricordare ilgrottesco comportamento dei politici italiani maschi, che utilizzando aripetizione il vigliacco trucco dei voti segreti, hanno reiteratamentevotato trasversalmente perfino per affossare la doppia preferenza. E cheproprio in questi giorni tornano a dar prova del loro anacronistico maschilismo nell'opposizione allalegge per il diritto di scelta sul cognome, che dovrebbe introdurrel'opportunità di scegliere il materno. 
Terrori che, aquanto pare, non fanno più presa sui francesi, chepure ghigliottinarono Olympe de Gouges peraver osato scrivere la "Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina".

Ma dalla Rivoluzione Francese ad oggiun paio di secoli non sono trascorsi invano. Meglio tardi che mai, alcuore della nuova legge il contrasto alla violenza e alle discriminazioni, ilcongedo parentale anche maschile e la riaffermazione del diritto alla scelta intermini di Interruzione di gravidanza: il testo estende anche il reato di"interferenza con l'aborto", che riguarda adesso anche tutte leazioni per bloccare l'accesso alle informazioni sull'interruzione di gravidanzae alla sua applicabilità in rapporto alla relativa legislazione.

25 luglio 2014

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(Gianni Rodari)

 

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G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI

Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

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