Lente Ingrandimento

Per la presidenza della Provincia č necessario il Ballottaggio

Lotta all'ultimo respiro per la presidenza della provincia di Cosenza. Il voto del 6-7 giugno ha confermato la supremazia del presidente uscente Mario Gerardo Oliverio che con i suoi 120 mila e passa voti ha messo in fila, dietro di se, tutti gli altri cinque candidati alla carica più alta dell'istituzione provinciale. Tra il pre e post voto emergono dati chiari che sostanzialmente fanno gioire i più realisti e frenare i più ottimisti dell'uno e dell'altro schieramento. Sostanzialmente i dati registrati sul candidato Oliverio vanno letti nell'ottica obiettiva di una grande affermazione considerando che a fronte delle quindici liste che lo sostenevano, ne aveva ventitre che gli erano contro (concetto che vale anche per gli altri candidati), quindi la percentuale del 47,2%, per la logica dei numeri, dovrebbe lasciare porte spalancate per l'accesso alla vittoria nel turno di ballottaggio. Sul fronte Pino Gentile il dato che si registra è uno: il navigato politico cosentino si è battuto come un leone non riuscendo però a convincere proprio l'elettorato della sua città dove ha registrato un vantaggio di qualche decina di schede sul suo rivale diretto. Tuttavia rispetto al suo predecessore Mimmo Barile, Gentile incrementa il bottino del PDL di cinque punti percentuali attestandosi sul 37,4% dei consensi, forse un pò troppo pochi per ipotizzare un recupero del gap rispetto al presidente uscente. Non esce di scena, invece, il terzo classificato, Roberto Occhiuto che con il suo 10,3% assume un ruolo fondamentale in questo turno di ballottaggio, ergendosi a "Ago della bilancia". Le prime dichiarazioni di Occhiuto non lasciano trapelare, al momento, nessuna ipotesi di schieramento, sapendo, da esperto politico, che tuttavia anche in caso di una apertura all'uno o l'altro polo, sarà difficile pilotare la totalità dei voti verso il "candidato presidente amico". sarebbe più ragionevole pensare, proprio in virtù rell'iniziale realismo di cui sopra, che questo elettorato possa dividersi ed percentualmente alla pari tra Oliverio e Gentile, percentuale in più percentuale in meno. La realtà sostanziale è che a questo punto la differenza la faranno i presidenti che non avranno, al ballottaggio, un impegno diretto dei consiglieri spremutisi fino all'inverosimile nel primo turno elettorale. Proprio la mancanza di una preferenza sul candidato consigliere - legato idissolubilmente al proprio candidato presidente - renderà l'elettorato libero da lacci e lacciuoli, ciò gli consentirà di esprimersi in base non solo del proprio credo politico, ma sopratuttto sull'azione di governo e di opposizione profusa dai due schieramenti nei cinque anni di amministrazione Oliverio. A giocare un ruolo fondamentale al turno di ballottaggio sarà l'astensionismo attestatosi al 20% circa, nel primo giro elettorale. Questa percentuale aumenterà o diminuirà? Quanti di quelli che hanno votato al primo turno non voteranno al secondo turno e quanti, invece, non hanno votato al primo mentre lo faranno al secondo? Tutti interrogativi che rimangono aperti ma che tuttavia non potranno essere, da soli, decisivi sull'esito finale delle elezioni.