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verità
di charles bukowski
la poesia prudente
e gli uomini
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necessario
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UN AMORE FELICE
Un amore felice. E' normale?
e' serio? e' utile?
Che se ne fa il mondo di due esseri
che non vedono il mondo?
Innalzati l'uno verso l'altro senza alcun merito,
i primi qualunque tra un milione, ma convinti
che doveva andare cosi' - in premio di che? Di nulla;
la luce giunge da nessun luogo -
perche' proprio su questi, e non su altri?
Cio' offende la giustizia? Si.
Cio' offende i principi accumulati con cura?
Butta giu' la morale dal piedistallo? Si', infrange e butta giu'.
Guardate i due felici:
se almeno dissimulassero un po',
si fingessero depressi, confortando cosi' gli amici!
Sentite come ridono - e' un insulto.
In che lingua parlano - comprensibile all'apparenza.
E tutte quelle loro cerimonie, smancerie,
quei bizzarri doveri reciproci che s'inventano -
sembra un complotto contro l'umanita'!
E' difficile immaginare dove si finirebbe
se il loro esempio fosse imitabile.
Su cosa potrebbero contare religioni, poesie,
di che ci si ricorderebbe, a che si rinuncerebbe,
chi vorrebbe restare piu' nel cerchio?
Un amore felice. Ma e' necessario?
Il tatto e la ragione impongono di tacerne
come d'uno scandalo nelle alte sfere della Vita.
Magnifici pargoli nascono senza il suo aiuto.
Mai e poi mai riuscirebbe a popolare la terra,
capita, in fondo, di rado.
Chi non conosce l'amore felice
dica pure che in nessun luogo esiste l'amore felice.
Con tale fede gli sara' piu' lieve vivere e morire
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"Il dolore per la perdita di una persona cara non è solo nel distacco definitivo da una persona amata ma é determinato anche dal fatto che abbiamo introdotto, nel corso degli anni, questa persona cara nel nostro sistema nervoso, essa fa parte della nostra nicchia. Le innumerevoli relazioni stabilitesi fra lei e noi, e da noi interiorizzate, la rendono parte integrante di noi stessi. Sentiamo il dolore per la sua perdita, come un’amputazione del nostro io, cioè come la soppressione brutale e definitiva dell’attività nervosa (di una parte, si può dire del nostro sistema nervoso, dato che la sua attività è sostenuta dalla materia biologica), che avevamo ricevuto da lei. Non piangiamo lei, ma noi stessi. Piangiamo quella parte di lei che era in noi e che era necessaria al funzionamento armonico del nostro sistema nervoso. Il dolore ‘morale’ è il dolore di un’amputazione senza anestesia."
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Un professore, prima di iniziare la sua lezione di filosofia, pose alcuni oggetti davanti a sé, sulla cattedra. Senza dire nulla, quando la lezione iniziò, prese un grosso barattolo di maionese vuoto e lo riempì con delle palline da golf. Domandò quindi ai suoi studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero di si.Allora, il professore rovesciò dentro il barattolo una scatola di sassolini, scuotendolo leggermente. I sassolini occuparono gli spazi fra le palline da golf. Domandò quindi, di nuovo, ai suoi studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero di si.Il professore, rovesciò dentro il barattolo una scatola di sabbia. Naturalmente, la sabbia occupò tutti gli spazi liberi. Egli domandò ancora una volta agli studenti se il barattolo fosse pieno ed essi risposero con un si unanime.Il professore tirò fuori da sotto la cattedra due bicchieri di vino rosso e li rovesciò interamente dentro il barattolo, riempiendo tutto lo spazio fra i granelli di sabbia. Gli studenti risero!“Ora”, disse il professore quando la risata finì, “vorrei che voi consideraste questo barattolo la vostra vita. Le palline da golf sono le cose importanti; la vostra famiglia, i vostri figli, la vostra salute, i vostri amici e le cose che preferite; cose che se rimanessero dopo che tutto il resto fosse perduto riempirebbero comunque la vostra esistenza.“I sassolini sono le altre cose che contano, come il vostro lavoro, la vostra casa, l’automobile. La sabbia è tutto il resto, le piccole cose.”“Se metteste nel barattolo per prima la sabbia”, continuò, “non resterebbe spazio per i sassolini e per le palline da golf. Lo stesso accade per la vita. Se usate tutto il vostro tempo e la vostra energia per le piccole cose, non vi potrete mai dedicare alle cose che per voi sono veramente importanti.“Curatevi delle cose che sono fondamentali per la vostra felicità. Giocate con i vostri figli, tenete sotto controllo la vostra salute. Portate il vostro partner a cena fuori. Giocate altre 18 buche! Fatevi un altro giro sugli sci! C’è sempre tempo per sistemare la casa e per buttare l’immondizia. Dedicatevi prima di tutto alle palline da golf, le cose che contano sul serio. Definite le vostre priorità, tutto il resto è solo sabbia”. Una studentessa alzò la mano e chiese che cosa rappresentasse il vino. Il professore sorrise. “Sono contento che tu l’abbia chiesto. Serve solo a dimostrare che per quanto possa sembrae piena la tua vita: c’è sempre spazio per un paio di bicchieri di vino con un amico”.
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Esiste una sostanziale identità funzionale tra corpo e psiche sostenuta dal fatto che entrambi attingono al medesimo serbatoio energetico, quindi nel bilancio energetico globale incidono parimenti gli eventi fisici e psichici di cui ogni giorno siamo protagonisti e/ o vittime. La quantità di energia che un individuo impiega ed il modo in cui l’impiega determina necessariamente la sua personalità e si riflette in essa. Alcune persone sono impulsive, per esempio, non in grado quindi di controllare il loro livello di eccitazione ed il loro livello di energia devono, quindi, scaricare rapidamente la loro maggiore eccitazione. Il rapporto tra energia e personalità si manifesta con ancora più chiarezza nella depressione: l’individuo depresso è depresso a livello energetico. Compie la metà dei movimenti spontanei normalmente eseguiti. Nei casi gravi può starsene seduto, immobile come se non avesse l’energia per muoversi.
Si manifesta nel corpo un disagio visibile, a tratti inequivocabile ma dallo stesso corpo può partire un segnale di comprensione del problema e d’aiuto per la depressione energetica.
Lo sguardo spento o perso nel vuoto, il capo chino, le spalle ed il dorso curvi, le risposte monosillabiche ed il rallentamento dei movimenti e dell’eloquio ci indicano in maniera inequivocabile lo stato di depressione in un individuo.
Il respiro corto con il torace bloccato, le spalle alzate, una gestualità affrettata accompagnata da frasi brevi e concitate ed un tono di voce più alto sono altrettanto inequivocabilmente segni di una condizione d’ansia.Questo disagio del corpo è rivelatore della situazione psichica dell’individuo e , nel contempo, intervenendo su questi segni fisici del disagio si può iniziare a migliorare la con dizione di chi li presenta.
Riportare la persona in contatto con il proprio corpo, migliorare, rendendo più profonda la sua respirazione può essere l’inizio di un processo di miglioramento che parte da un innalzamento dei livelli energetici.
Se lo stato psichico modella il nostro atteggiamento corporeo facendolo diventare espressione corporea, un’espressione corporea indotta a livello terapeutico ha la capacità di modificare,anche se per breve tempo,la dimensione psichica dell’individuo.
Rendere consapevole un individuo delle zone di tensione muscolare nel suo corpo, dei blocchi articolari più o meno grandi che presenta o delle alterazioni che queste tensioni determinano nella sua postura costituisce un passo importante nel miglioramento globale dell’individuo. E’ un procedere in senso inverso alla psicosomatica, provare cioè a influenzare attraverso un lavoro sul corpo la nostra psiche. Naturalmente solo questo non basterà a risolvere il conflitto che è alla base di condizioni di ansia e depressione ma può costituire l’inizio di un percorso di auto organizzazione guidata all’integrazione corpo-mente attraverso il superamento di questa stessa dicotomia.
Si può partire dal benessere di risentire un corpo pronto al “piacere” di muoversi liberamente per trovare la spinta a riconoscere ed affrontare i “mali” che ci percorrono.
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M. è stanca, stanca e dolorante da quanto nemmeno lo ricorda più. E' iniziato molti anni addietro con fastidio e poi dolore alla schiena. Da allora quel dolore è andato sempre di più estendendosi al dorso , poi al collo, poi alle gambe fino a sembrare una morsa che le stringe tutto il corpo, lasciandola spossata dopo le crisi più acute. Di giorno in giorno questa stanchezza si estesa costringendola a ridurre tutte le attività fino a rendere solo un ricordo anche le lunghe passeggiate che tanto amava fare.
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Inviato da: elbirah
il 26/01/2009 alle 18:14
Inviato da: Anonimo
il 26/03/2008 alle 17:39
Inviato da: ass.amorepsiche
il 26/03/2008 alle 16:58
Inviato da: Anonimo
il 23/03/2008 alle 13:06
Inviato da: Anonimo
il 03/03/2008 alle 22:46