F O R E V E R

mille vite da vivere

 

VETRINA

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Post N° 21

Post n°21 pubblicato il 31 Maggio 2008 da leprim1951

UN SOGNO

….una spiaggia deserta, molto luminosa (probabilmente per il sole… nei sogni spesso vediamo gli effetti e non la causa)………io camminavo sulla battigia, sembrava che cercassi conchiglie….in pratica non c’era anima viva. Ad un certo punto prendevo coscienza del fatto che ero solo e cominciavo a provare un senso di inquietudine…più mi guardavo intorno e più mi assaliva una forte sensazione di angoscia ( e fin qui siamo all’incubo).  Allora cominciavo a correre. Improvvisamente(le scene cambiano repentinamente nei sogni)  mi trovavo davanti a un corpo femminile disteso sulla sabbia. Aveva un vestito nero,che svolazzava per il vento. Pensavo subito  “è morta”! ( e siamo ancora all’incubo).Mi avvicinavo inginocchiandomi, e nel guardarle il viso dicevo a me stesso: “Ma…è…lei” L’angoscia era aumentata:le prendevo un polso. “E’ viva….sta solo riposando” , pensavo. Mi guardavo incontro…adesso temevo che ci fosse qualcuno. Allora mi avvicinavo alle sue labbra e la baciavo….piano, per timore di svegliarla. Poi mi stendevo accanto e le appoggiavo la testa sul seno. La sentivo respirare. L’angoscia spariva per lasciare il posto a una sensazione eccitante…a un tratto il vestito spariva e io l’abbracciavo freneticamente…la baciavo dappertutto e la sua pelle sembrava bollente…infine lei si svegliava, mentre la stavo baciando sugli occhi…Allora mi sentii scoperto come un … malvivente colto sul fatto….Mi alzavo precipitosamente e scappavo…..e correvo…..fino a quando il sogno si dissolveva.

Da sveglio ho pensato subito….peccato non conoscerò mai il finale del sogno!

A proposito di sogni…

Non credo che Freud o altri abbiano mai risolto il significato dei sogni .

Il sogno, non quello fatto ad occhi aperti –che è una scelta volontaria- è forse la rielaborazione dei nostri desideri inconfessabili?

E’ la realtà che vorremmo vivere ma non abbiamo il coraggio di dirlo(soprattutto quando il sogno ci rappresenta nella sfera emotiva-emozionale-sessuale) perché condizionati da quella barriera di pudori che ci costruiamo…per complicarci la vita?

E’ forse ciò che il nostro alter ego sta vivendo a nostra insaputa?

E’ la proiezione del nostro inconscio(dove si rifugiano tutti le nostre ansie-desideri-aspettative-progetti…..)che,approfittando del nostro torpore, si sente libero di rivivere,con l’aiuto della più sfrenata fantasia, tutto ciò che a livello conscio teniamo a freno per non infrangere le convenzioni sociali?

O semplicemente è un momento che ingigantisce un fugace pensiero sfuggito al nostro controllo mentre siamo svegli…durante il nostro vivere quotidiano(mentre parliamo con qualcuno…..mentre incontriamo uno sguardo…..mentre sfioramo un passante….mentre stringiamo una mano…….mentre ci accadono tante cose cui,spesso, non diamo neanche importanza)???

Il sogno,allora, è qualsiasi cosa…..che-comunque- fa parte della nostra vita.

 

 
 
 

Post N° 20

Post n°20 pubblicato il 30 Maggio 2008 da leprim1951

LA NOTTE SULLA PELLE

    Il giorno del suo quarantesimo compleanno Vera non è particolarmente emozionata. Ma non sa ancora che si tratta di un giorno speciale.

   Quarant'anni, insegnante di lettere, bella e molto corteggiata, Vera è sposata con Guido, un ingegnere elettronico di qualche anno più grande di lei. Vera è l'immagine discreta della femminilità, é molto dolce, non si arrabbia mai (se non c'è un motivo, almeno),disponibile, paziente e sempre disposta a cogliere il lato positivo negli altri. Soprattutto é innamorata di suo marito malgrado gli riconosca tanti difetti. In amore é totalizzante e non ama il sesso senza amore. Con gli amici è brillante, estroversa e a volte può apparire civettuola. Le piace essere corteggiata, ma non permette niente di più malgrado le innumerevoli occasioni che la inseguono con insistenza…. Vera crede molto nel suo lavoro di insegnante, e lo svolge con molta serietà e con  professionalità. E’ molto stimata dai colleghi per i suoi saldi principi morali, per la sua onestà, per la sua disponibilità e soprattutto perché odia  i sotterfugi  e ogni forma di compromesso.  Naturalmente è adorata dai suoi alunni, ma è guardata con invidia da alcune colleghe frustrate e in perenne menopausa. Guido, al contrario di Vera, non disdegna le avventure, ma non ha mai avuto una relazione fissa. E' un uomo attraente, alto, molto preso dal suo lavoro. E' poco incline alle affettuosità e al sentimentalismo (affetto da una sano pragmatismo, dice Vera scherzando).  Il giorno del suo compleanno suo marito è a Londra. I soliti affari, che non prevedono ritorni consolatori per “sentimentalizzare” (è un verbo inventato da lui) la banalità di un compleanno. Perfettamente coerente con la logica del personaggio(è un’espressione di Vera).E’ pomeriggio inoltrato quando Vera esce da scuola, dopo una riunione; é in compagnia di un  collega  corteggiatore. Che sta ten­tando per l'ennesima volta di convincerla ad accettare una cena….. Per l'ennesima volta Vera rifiuta garbatamente. . … ”Al massimo – gli dice - ti   permetto di offrirmi un caffé".  Entrano in un bar. Siedono ad un tavolino. Prendono un caffé. Parlano per un po'. Ad un tavolino poco distante c'é Paul.E’ un ragazzo americano poco più che ventenne. Alto, i capelli nerissimi ( più che altro sembra latino-americano) con un ciuffo ribelle che gli cade continuamente sugli occhi e che continuamente lui riporta indietro, è in Italia per studiare storia dell’arte Sta guardando Vera. Vera se ne   accorge e prova un certo disagio. Nello stesso tempo, peró, non riesce a fare a meno di incrociare il suo sguardo. Ed é proprio questo che le procura maggiormente fastidio(scoprirsi vulnerabile...).Ad un certo punto Vera dice al collega che deve tornare a casa perché aspetta una telefonata da suo marito che é a Londra per affari. Prima di alzarsi apre la borsetta per prendere un fazzoletto; non si accorge di far cadere la patente di guida sotto il tavolino. Se n’é accorto però Paul. Vera e il collega escono. Paul raccoglie la patente e la apre. Vera saluta il collega. Si avvia verso la sua auto in un vicino parcheggio. Sta per aprire lo sportello quando appare Paul alle sue spalle."Scommetto che ti chiami Vera".   "Ma... lei ... ““Aspetta, forse riesco a vedere anche il tuo cognome. Fammi guardare bene i tuoi occhi:" Vera é ancora perplessa e senza parole(non sa come reagire). "Ecco... il tuo cognome é...Mondini. Esatto?""Si ...ma..lei...mi sta prendendo in giro. Come fa a conoscere il mio nome?" "Te l'ho detto; riesco a leggere dentro di te. E poi, dai, non sono tanto vecchio da meritare il "lei". Vera scoppia a ridere: "Non so come fa ma certamente c'é un trucco". "Nessun trucco:é solo che si sta avverando una profezia".       "Quale profezia?"  "Beh, una zingara tempo fa mi disse che se fossi riuscito a leggere i pensieri di una donna allora me ne sarei innamorato".  "Mi ha appena vista ed è già innamorato!?"

"Forse".     "Bene, vedo che si è divertito abbastanza"."Allora ti faccio un'altra... come si dice ...divinazione: tu abiti al numero... (fa finta di pensare)352 di ...Viale Indipendenza". Vera comincia a spazientirsi, anche se in fondo si scopre stranamente indulgente e divertita. “Senti- gli dice passando direttamente dal lei al tu – o mi dici dov’è il trucco oppure ….”, ma le viene da ridere e non finisce la frase.Paul, allora, scoppiando in una sonora risata le porge la patente.Rimangono per un po’ in silenzio. Ora Vera appare imbarazzata e cerca di nasconderlo aprendo la borsetta per rimettervi la patente.“Sai che potrei essere tua madre?”, Vera ha ripreso il controllo di sé stessa.“Ed io potrei essere tuo figlio!!”. E con questa provocazione Paul la fa ancora sorridere. Poi, tutto sembra precipitare come in una serie di sequenze mute di un film, il cui unico sonoro sono i rumori della strada.Vera e Paul nell’auto di lei. Fuori dal traffico fino al mare. Camminano lungo una spiaggia semideserta. Paul parla di sé(perché è in Italia e così via).Vera parla del suo lavoro e di suo marito. Siedono sulla sabbia.Gabbiani contro un sole che sta per tramontare. Paul le prende la mano. Lei sta ferma per un attimo, poi si alza e si avvia verso l’auto. Paul la segue.Il silenzio è ancora una presenza fra di loro: ma lei ora non appare più imbarazzata; sul suo volto un’ombra di tristezza densa, però, di una nostalgia che non ha mai provato. E’ questa sensazione che la sconvolge. Scoprirsi indifesa, scalfita nei suoi principi, esposta agli attacchi di una forma di sensualità che non ha mai provato, e che,comunque, sembrava sapesse dominare. Nello stesso tempo, però, brividi sulla pelle le danno quasi un senso di euforica serenità.Prima di salire in auto si gira verso Paul, vicinissimo da sentire il suo respiro.“Devo tornare a casa, mio marito avrà già telefonato”. “Vengo con te”. “Sei pazzo”. Ma la sceneggiatura del film è già scritta. Un regista invisibile ha già deciso: Paul le afferra il volto con le mani e la bacia. Lei non accenna neanche a sottrarsi. A lungo si baciano e ritornano i brividi sulla pelle a restituirle le ragioni della sua femminilità. “Forse sono io la pazza”.

E altre sequenze incalzano. Ancora in auto, in corsa con il tramonto e con gli ultimi gabbiani. La casa di Vera: è una villa stile mediterraneo. Paul le accarezza i capelli. La bacia dolcemente. Squilla il telefono. Vera parla con suo marito: “come va….il lavoro…..che noia…..torno domani sera…ci vediamo…” Ma le parole di Guido si perdono lungo i cavi telefonici come un’eco indistinta e senza senso. Paul va in cucina e apre il frigorifero.Lei lo guarda come se lo conoscesse da sempre e lui si muove con la naturale impalpabile sicurezza dei giovani, padroni di un mondo che non conosce riserve. Vera prepara da mangiare.Mentre mangiano suona ancora il telefono. E' un'amica di Vera che la invita al cinema. Vera chiude il telefono; lui lo stacca e lascia che suoni "occupato".La

spoglia lentamente ; lentamente si avviano verso la camera da letto.Fanno l’amore a

lungo, piano, dolcemente.  Vera piange lentamente. Paul: "Perché?" Vera:" Sono una stupida". Paul : "E' la prima volta che…..”“Tradisco mio marito? Si, ma non sto piangendo per questo: é perché ho tradito me stessa".  "E' solo questo?"  "No; sono felice!"Fuori il cielo è ormai rosso.Altre sequenze sono già pronte. Una coppia di amici di Vera che bussa alla sua porta, insiste e poi va via.    Immagini di suo marito a Londra, mentre discute con delle persone, mentre tenta ancora di telefonare e così via ......si alternano in un riquadro che il nostro regista immaginario visualizza nella parte superiore dello schermo.Paul e Vera ascoltano della musica. Ballano. Vera racconta alcuni episodi della sua infanzia. Paul parla del suo paese.Si addormentano sul tappeto. Vera si sveglia.Paul dorme. Vera lo accarezza piano.  Paul si sveglia.Si accorgono che la stanza è inondata dalla luce della luna piena. Paul propone di andare fuori a correre sulla sabbia.Il mare è d’argento. Si prendono per mano e cominciano a correre.Rimangono nudi. Paul la trascina in acqua e si tuffano giocando, abbracciandosi e facendo l’amore.L’alba si fa strada lentamente.Le immagini, dal mare si spostano all’interno della villa.La luce filtra dalla finestra.Vera e Paul dormono. Vera si sveglia: riattacca la cornetta del telefono.Prepara il caffé.  Paul si sveglia. Bevono il caffé.Fanno ancora l’amore: squilla il telefono. Vera non risponde.Si rivestono. Vera: "Dobbiamo andarcene". Paul” Ti rivedrò?Vera: "Non mi sembra ragionevole".  Paul:" E la profezia?" Vera non risponde. Si baciano e poi escono per salire in macchina.La ragione? Vera ricorda le parole di quel filosofo francese…Déscartes? “il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce….”. Allora è vero! Mai usare la ragione come un principio inflessibile: e se fosse un bluff del cuore, un tentativo di abbattere i confini della realtà con la mistificazione del sogno. Ora Vera è confusa, e questa cosa la fa arrabbiare. Osserva sé stessa che si muove al ralenty….”Non sono io…..mi sono persa in un bosco che non conosco….ma da cui non vorrei più uscire….dovrei essere più arrabbiata….ma lo rifarei…dovrei forse cercare degli alibi?…questo mai….  Suona il telefono, ma nessuno risponde.L’auto raggiunge la periferia della città. Vera accosta l’auto vicino ad un punto di chiamata dei taxi, situato alla parte opposta della strada.Paul è sempre rimasto taciturno, ha solo guardato continuamente Vera mentre guidava.Ora Vera si gira a guardarlo, sorride mentre gli prende la mano: “Lo sai anche tu, non è vero? che non possiamo più rivederci”.Paul sembra rassegnato:” Già, potrei essere tuo figlio!!”“Tu sei mio figlio”, le parole di Vera non suonano assurde, ma non ammettono replica. “Purtroppo si nasce una sola volta, e ci incontriamo solo una volta…”. Ma sono pensieri che non diventano parole. Non è più tempo per le parole. I pensieri rimarranno ricordi e i ricordi sono la memoria di tutto ciò che non sarà mai…..è un gioco che non abbiamo inventato noi: tutto questo mentre guarda ancora Paul con tenerezza.Non si baciano e Paul scende dall’auto. Mentre sta attraversando la strada si gira per guardare ancora Vera, e poi grida:Tanto conosco il tuo indirizzo”.Non si accorge di un’auto che sopraggiunge a forte velocità.Paul è preso in pieno, e l’auto pirata riparte e scompare.

Sull’urlo di Vera scorrono i titoli di chiusura di un film che nessuno ha scritto: il destino forse… Appunto, nessuno!

.

 

 

 

 

 
 
 

Post N° 19

Post n°19 pubblicato il 26 Maggio 2008 da leprim1951

Ognuno di noi è una storia. Una storia fatta di tante storie. Di parole. Di ricordi. Di sogni. Di speranze. Di delusioni. Di emozioni. Di tutto ciò di cui è fatta la vita. Tante storie che, quasi sempre, nessuno conoscerà mai. Gli srittori, poi, ne inventano altre di storie. Ma forse non è così. Non esistono storie inventate. Tutto è già accaduto. Oppure…accadrà.

 
 
 

Post N° 18

Post n°18 pubblicato il 26 Maggio 2008 da leprim1951

CASSAFORTE SEGRETA

     

Mi piace pensare al cuore

Come a una cassaforte segreta

Dove per entrare

Devi farti riconoscere

Con una password

A prova di hacker, naturalmente.

Di tanto in tanto, magari,

visitare gli archivi

catalogati dal tempo

dai più polverosi ai più recenti

cercare di mettere ordine

-         se possibile-

mettendo via i pezzi più consunti,

non so, ricordi sbiaditi

ricordi inutili

emozioni scadute

sentimenti avariati

pezzi di immagini irriconoscibili

scampoli di amori

vaganti come files temporanei

che rallentano il sistema cardiaco.

Di tanto in tanto, poi,

cercare di arginare il flusso dei dati,

il cuore, si sa,

non è abilitato a razionalizzare

gli ingressi

non discrimina fra il necessario

e l’inutile

-         non è cattiveria, è la logica

delle ragioni del cuore-

non chiede credenziali

non pone divieti

non alza barriere

nel cuore c’è posto per tutto

accetta anche

aspettative inutili

false promesse

sentimenti truccati

amori sbagliati

impegni in bianco

processi alle intenzioni

dichiarazioni d’amore

che amore non è.

A volte, direi

Una pulizia radicale

Come fare un trasloco

O rimestare una soffitta

Sarebbe d’obbligo

Trovare gli strumenti necessari

Forse

Sarebbe alquanto difficile

Impossibile, sicuramente,

trovare le giuste motivazioni

e superare – appunto –

le resistenze del cuore.

 

 

 

 

 
 
 

Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 25 Maggio 2008 da leprim1951

Ipotizziamo di avere un cuore: è un’ipotesi confortata da numerosi studi di anatomia. No, non mi riferisco a quel muscolo cardiaco che ricorda tanto una consolatrice di strada: quando non batte più è finita.

Ipotizziamo, dunque, di avere un cuore - come posso dire - virtuale, quello che in pratica gestisce sentimenti emozioni passioni paure ansie amori odio amicizia e quant’altro un’estesa casistica di sfumature l’uomo possa esprimere.

Anche questa ipotesi sembra confortata da inconfutabili prove.

Forse un’enciclopedia del cuore potrebbe elencare queste sfumature; ma sorge un dubbio legittimo: sarebbe un’impresa possibile, se pensiamo all’enorme quantità di tempo necessaria?

Ci vorrebbe forse una buona dose di eternità.

E dopo? Ci ritroveremmo al punto di partenza.

Il cuore rigenera sè stesso, in bene o in male, e non raggiunge mai posizioni definitive.

I più ottimisti direbbero che ci sono comunque dei punti fermi.

Può darsi. Ma anche questa è un’ipotesi.

E se la vita stessa fosse un’ipotesi da verificare continuamente?

Filosofia spicciola?

Provocazioni gratuite, sento dire da qualcuno. Parole e basta.

E se le usassimo queste parole?

Ipotizziamo, allora, di parlare del cuore………

 

 

 

 

 
 
 

Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 23 Maggio 2008 da leprim1951

DICIAMO CHE E' UN CURRICULUM

Ex dirigente scolastico, si occupa delle attività che in precedenza svolgeva saltuariamente a causa degli impegni di lavoro.

Attività (non hobbies), che spaziano dalla scrittura alla pittura.

 Ha già pubblicato opere di poesia, narrativa e pedagogia. Si ricordano tra queste:

“Incanto e disincanto”,

“Una siringa al cuore”,

“Il Sud inutile”,

“La strategia del clown”,

 “I racconti del pendolare”,

“L’anticipazione scolastica”,

“ Il bambino videocomputerizzato”,

“Il delirio della memoria”,

“La terra dei sogni”(pubblicato in Serbia),

“L’ultima luna”(l’ultimo romanzo),

“Le strade della luna che dorme”….in corso di pubblicazione:

E’ presente in numerose antologie.

Come pittore ha tenuto mostre in tutta Italia. Attualmente si occupa di art-computer e….perde tempo su Internet.

Da quando "non dirige più niente" si interessa di televisione, per la quale ha ideato e scritto 15 format(tutti interessanti e tutti respinti).

    Per chi non avesse niente da fare, e volesse contattarlo….può farlo quando vuole.

                                                 

 

 

 
 
 
 
 

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Un blog di: leprim1951
Data di creazione: 22/05/2008
 

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e a quasi 3 anni dalla tua scomparsa continui a mandarmi...
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oggi sarebbe il tuo compleanno: auguri, amico mio :*
Inviato da: ilike06
il 01/01/2009 alle 03:20
 
ciao leprim non ti dimenticheremo
Inviato da: scugnizza63
il 08/06/2008 alle 06:38
 
Ciao leprim1951.... :(
Inviato da: stellaincieelo
il 08/06/2008 alle 00:14
 
ADDIO POETA....
Inviato da: ilike06
il 06/06/2008 alle 23:40
 
 
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