il est temp de rouvrir le rideau...*Blog dedicato all'arte ed alla cultura in ogni sua sfumatura....Una redazione forte e solidale pronta a postare con gusto e conoscenza. Uno scrigno di solidarietà, di stima e di affetto*
""...fini la comédie"" Sfogliando le pagine che ognuno di noi ha scritto con la penna del proprio cuore, troverai impegno, rispetto e solidarietà.. gioco, risate e mille sorrisi...abbracci ed amicizia vera... In questo scrigno sono custoditi centinaia di post scritti da tutti i redattori che si sono susseguiti in cinque anni di incessante attività. Oggi la redazione ha abbassato il sipario, ma come tatuate nel cuore rimangono indelebili tutte le nostre emozioni... Grazie a tutti, Liliana
(12 novembre 2015)
...fini la comédie...quando il blog è, oltre che informazione, dialogo e anche cultura ciao gino ( avvbia )
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L'amico
Sembrerà banale, sembrerà strano, ma senza amici non se va lontano. Qui c'è da chiarì però na situazione, l'amici veri so pochi, nun so un milione. Amico non è quello che tutti i giorni te chiama, e manco quello che lo fa ogni settimana. Amico è quello che pure se non senti, pe te se farebbe spaccà tutti i denti. Amico è quello per cui provi amore, sia omo o donna, lo guardi cor core. Te fa piacere sapè soltanto, che pure si non c'è te sta sempre affianco. Magari lo vedi solo un giorno all'anno, ma quanno lo ncroci te viene l'affanno. A lui dije tutto, i segreti più oscuri, potesse morì nun lo dirà manco ai muri.
(da web)
Gli amici sono l'ingrediente fondamentale della felicità..... Il mio amico virtuale è diverso.... egli non guarda nei miei occhi, egli vede il mio cuore! .....forse tu non sai, ma quando mi parli, quando giochi con me.... quando mi ascolti, quando mi vuoi bene eserciti il nobile compito di un amico reale....
Post n°7 pubblicato il 16 Dicembre 2010 da omar59dgl
Era una mattina di un bel dì di festa. Il sole regalava alle nuvole sbarazzine un tepore accogliente e le invitava ad aprirsi all'infinito. Cappuccetto Rosso, favorita da quella giornata così luminosa, aveva deciso di tornare sui luoghi che l'avevano resa tanto famosa.
Ormai godeva di un'ampia libertà, non dovendo più accudire alla nonna, che trascorreva la sua serena vecchiaia ultracentenaria in un lindo villino, nella calma atmosfera di Normandia, in compagnia del guardiacaccia, anch' egli ormai anziano.
Di tempo n'era passato parecchio dalla sua ben nota vicenda; cosicché, giunta al bivio della strada maestra, Cappuccetto Rosso stentò a riconoscere il sentiero che, attraversando il bosco, l' avrebbe condotta alla vecchia casetta disabitata della nonna.
Nel suo cammino si divertiva, ogni tanto, a solleticare la sua memoria riscoprendo, qua e là, i colori dei paesaggi e i profumi della natura, che le avevano fatto compagnia negli anni della sua infanzia.
Si ricordò della segheria, dove il guardiacaccia, un tempo, soleva condurla col pretesto di tenerla lontana dalle insidie del bosco per poter così scambiare amichevoli confidenze coi boscaioli, sempre pronti ad offrirgli qualche generoso bicchierino di liquore di bacche di ginepro; con lo scopo, a loro volta, di ottenere da lui, piccole notizie sulla vita del paese e sulle immancabili dicerie, raccolte dalle tante bocche avvicinate dal guardiacaccia, nei suoi lunghi ed estenuanti spostamenti da una contrada all'altra.
Riconosciuta la strada antica, Cappuccetto Rosso decise di proseguire; ma arrivata alla segheria, non vi trovò nessuno e la cosa le parve naturale, considerata la giornata festiva. Però, fatti pochi passi, udì, in lontananza, provenire i lamenti di qualcuno che si disperava.
Spinta da un moto di compassione e di curiosità, tipicamente femminili, si avvicinò pian pianino al luogo dal quale arrivavano quelli che poteva distinguere come chiari e sempre più insistenti singhiozzi, intervallati da scoppi di pianto.
Cappuccetto Rosso cercò, prestando attenzione a non provocare il benché minimo rumore, di avvicinarsi quanto più potesse per comprendere quali fossero le parole con cui il pover'uomo dava sfogo al suo malessere. Questi, però, ad un tratto, fu distolto dagli scricchiolii prodotti dall'improvviso smuoversi delle foglie cadute sul prato. Alzò leggermente il capo e sbirciò la figura di fanciulla che, ai suoi occhi ancora umidi di pianto, era apparsa dal nulla.
Cappuccetto Rosso, spezzando l'atmosfera fattasi innaturalmente greve, ruppe il silenzio e si presentò, pronunciando il suo nome; quindi chiese all'oscuro personaggio, misurando il tono delle parole, che cosa gli fosse accaduto e perché piangesse; ma, a sentire il nome Cappuccetto Rosso, l'uomo, o che dir si voglia, ebbe un sussulto. Provò ad alzarsi per allontanarsi di lì, ma una smorfia di dolore lo costrinse a desistere.
La fanciulla, allora, si accinse ad aiutarlo a rimettersi in piedi, non interpretando, esattamente o volutamente, lo stato d'animo dello sconosciuto e gli tese le braccia, afferrandolo per le mani.
Gli occhi di Cappuccetto Rosso restarono fissi sugli avambracci, che fuoriuscivano delle maniche del cappotto, ricoperti da un incredibile, quanto folto, pelo di colore grigio/nero, che gli infondeva un qualcosa di animalesco nel suo aspetto.
Per quei rapidi processi mentali, che spesso inducono, attraverso piccolissimi particolari, a giungere ad immediate conclusioni, Cappuccetto Rosso capì di trovarsi difronte ad un essere che, sotto le apparenti sembianze umane, nascondeva un segreto inconfessabile: era Lui. Era il Lupo Cattivo! Redivivo, ma non certo cattivo, ora. Almeno questa era l'impressione che lei aveva ricevuta dal comportamento tenuto dal Lupo, fin dal primo istante del loro nuovo ed imprevisto incontro.
Cappuccetto Rosso, per dimostrare che non aveva, però, paura, si sedette al fianco del Lupo e, incrociando le gambe, pose i gomiti sulle ginocchia, si portò le mani tra guance e mento e fissò, con tenerezza, il Lupo Cattivo invitandolo a raccontarle la sua storia, dal momento in cui il guardiacaccia era riuscito a liberarla, insieme alla nonna, dalla pancia del Lupo.
II Lupo Cattivo raccontò che il guardiacaccia poi, mosso da un sincero sentimento di pietosa comprensione (che solo uno come lui, amante della natura e degli animali, avrebbe potuto dimostrare) aveva capito che il Lupo si era venuto a trovare in uno stato di necessità.
Inoltre, sapeva ben interpretare la condizione d'animo di un lupo affamato. Pertanto il guardiacaccia, compreso qual era stato il motivo che aveva indotto il Lupo a commettere quel tentato duplice omicidio, non volle ucciderlo. Si prodigò a ricucirlo, come meglio non avrebbe potuto, non prima di avergli tosato tutto il pelo sovrastante la cute. Così fece ed il risultato sarebbe parso soddisfacente, se non si fosse presentato, immediatamente un altro problema da risolvere: rendere compatibile la pelle liscia, come quella di un essere umano, con la testa e gli arti di un animale come il Lupo. Qui venne in soccorso una soluzione fantastica, che solo nelle favole è possibile ottenere (...).
In breve, il Lupo Cattivo confidò a Cappuccetto Rosso che, modificato il suo aspetto esteriore, era stato consigliato di assumere un comportamento adeguato. Inoltre, accomiatandosi dal suo benefattore, gli aveva fatta solenne promessa che si sarebbe scrupolosamente attenuto alle regole del vivere civile.
Ciò nonostante, questa volontà a migliorarsi non fu sufficiente a stabilire buoni rapporti con gli esseri umani. Inizialmente aveva provato ad avvicinarsi a chiunque mostrasse interesse per la sua "persona", ma, non avendo ricevuto il dono della parola, gli era stato impossibile comunicare questo desiderio di compagnia. Vedendolo sempre taciturno ed incapace di esprimere il più semplice dei pensieri, ognuno, incontrandolo, lo salutava con un cenno di cortesia, già sapendo che, per risposta, avrebbe ricevuto un gesto col capo, seguito da un non ben definito rumore della bocca, che pareva molto di più simile ad un grugnito di un maiale che ad un saluto di una persona evidentemente burbera e scontrosa.
Poco alla volta il suo malessere non divenne solo esistenziale. Ben presto si presentò un problema pratico e dispendioso: infatti il pelo prese a ricrescergli su tutto il corpo; quanto più s'ingegnava a rendere rapida la rasatura completa, tanto più il pelo faceva la sua ricomparsa più folta, in pochissimi giorni. Se nei mesi invernali poteva nascondere le sue origini sotto un pesante cappotto e pantaloni e guanti, nei mesi estivi, col caldo soffocante, diventava una tortura dover stare ad infagottarsi fino al collo, per tentare, poi, di uscire da casa, pur di conservare una parvenza di vita normale.
Appena poteva saltava sulla sua bicicletta, unica compagna solitaria e muta e, lasciati gli indumenti in un posto a lui noto nel bosco, andava alla ricerca della felicità, che nessuno riusciva a dargli. Così, nudo, o meglio, ricoperto solo dal suo primordiale abito, aveva cercato di riprendere i contatti col branco dei lupi, dal quale si era allontanato, l'ultima volta, in cerca di cibo.
Ma, i lupi diffidenti, vedendo arrivare quella strana persona che tentava di imitare il loro ululato di richiamo, ogni volta, fuggivano impauriti. Forse, pensavano con più di un sospetto, era quello proprio l'uomo che, molti anni prima, aveva ucciso il loro miglior esemplare e che, come avevano saputo, non si sapeva da chi, ora andava alla ricerca di altri lupi, con l'intenzione di ammazzarli, scuoiarli per poi venderne le pelli al miglior offerente.
Così, purtroppo, il Lupo Cattivo era giunto da una parte a non sentirsi minimamente integrato nella società degli esseri umani e dall'altra si era visto rifiutato, anche, dai suoi stessi simili. Sempre di più, andò in lui formandosi la convinzione che solo un triste futuro da lupo solitario lo avrebbe atteso.
Mentre, con voce accorata, stava concludendo il suo racconto, guardò, stupito, la fanciulla e, interrompendosi, le chiese se avesse ben inteso le sue parole. Lei annuì ed il Lupo, allora, sgranò gli occhi e spalancò la bocca. Avrebbe mangiato, dunque, una volta per tutte, Cappuccetto Rosso, fonte dei suoi guai?
« Ho parlato! Ho parlato! », gridò il Lupo, agitando in aria le braccia pelose. « Ho parlato e tu sei stata ad acoltarmi. Come è stato possibile? Chi ha potuto darmi il dono della parola? Chi, così. In un attimo? ». « Alla fine lo scoprirai », rispose serafica la fanciulla. Ed aggiunse: « Hai finito di penare, amico Lupo. Da ora in poi ci sarò io accanto a te. Vieni, seguimi. Ho da mostrarti una cosa ».
E presero a camminare in un prato, contornato da giovani alberi di ulivo. Lo condusse sul ciglio di un sentiero, alla cui destra si offriva loro uno spettacolo sfavillante di luce e di colori.
« Vedi tutto questo? », gli disse tenendogli la mano e, così facendo, continuò: « qui tutto sembra immobile, ma non è esattamente così: ogni albero, ogni fiore, ogni sasso, ogni cosa o essere vivente, che qui dimora, ha la sua anima e per questo tutti sono in armonia tra loro. Come tu puoi ora ammirare, tutto qui è molto bello. Vivono tutti insieme liberi, ma uniti nello stesso identico destino. Devi credermi se ti dico ciò. E, se dovesse capitare una giornata, in cui il cielo si adombrasse per l' approssimarsi di minacciosi nuvoloni carichi di pioggia e di tempesta, ognuno continuerebbe a vivere tranquillamente, senza timore. Perché è in comunione con gli altri, nella luce. Nella luce di Dio.
Solo gli esseri umani, spesso, se ne dimenticano e fingono di non capire; soggiogati da meri interessi materiali, vivono nell'incomprensione, nell'odio più profondo, nell'egoismo più bieco, in acerrima competizione. Tu, Lupo Cattivo, hai molto sofferto in tutto questo tempo. Hai imparato a tue spese che cosa sia la solitudine, l'abbandono più completo. Hai provato a chiedere a te stesso risposte che nessuno sapeva darti, perché nessuno voleva aiutarti ad esprimerti compiutamente. Ora puoi parlare. Non ti resta, quindi, che provare ad ascoltare e ad aiutare coloro che soffrono ed hanno bisogno di affetto e di compagnia. Chi, meglio di te, potrebbe farlo? Fallo! Ti sentirai, finalmente, felice. Ora devo andare. Il mio compito è terminato. Le nuvole, vedi, mi aspettano... ».
Così dicendo, la fanciulla prese a salire i gradini di una scalinata, vagamente visibile nel cielo, seguita con lo sguardo dal Lupo. E, ben presto, ella si trovò sospesa in aria, mentre le nuvole inscrivevano in cielo la frase:
TANTI SALUTI DA IVOLINA E LE SUE NUVOLINE. A PRESTO! AMICO LUPO.
Poi, tutto si dissolse, lasciando spazio all' azzurro del cielo. Il Lupo non si mosse dal margine del sentiero, assorto in contemplazione dell' immenso panorama che si offriva ai suoi occhi. E rimase lì per parecchio tempo, pensando a quell' incontro memorabile. E cercò di ricordare tutte le parole che aveva potute ascoltare. Così decise che avrebbe seguito il consiglio di Ivolina: si sarebbe prodigato a fare del bene. E, per questo, già si sentiva felice.
Era il 21 marzo dell'anno...
Il cielo tornò ad essere limpido, mentre il sole continuava a donare un tepore gradevole. Il Lupo, nel rientrare a vivere tra le altre creature, si ripromise che, quando avrebbe sentito la necessità, si sarebbe recato in quel luogo per aspettare, pazientemente, il ritorno di Ivolina; di cui, solo ora, ricordò l' immagine: aveva il viso contornato da lunghi capelli biondi sciolti e lucenti; gli occhi celesti, la cui espressione dello sguardo gli aveva trasmesso sentimenti di pace e di fratellanza, di conforto e di solidarietà.
Non lo sapevate che anche i lupi incattiviti possono avere il loro angelo custode ?
Questo breve racconto, frutto in parte della mia fantasia, è stato partorito nel breve volgere di poche ore, in un solo giorno, con una piccola parentesi per il finale che non ero riuscito ancora a focalizzare, prima che prendesse corpo l'idea del racconto. Qualcuno, una pia donna di chiesa, mi ha suggerito che la conclusione mi sia stata ispirata da chi più in alto di noi sta e che su tutto sovraintende . La pia donna mi ha chiesto poi, se ci sarà un seguito. Le ho risposto che non lo so. Aspetto ancora il ritorno di Ivolina, ma avverto la sua presenza trasparire, ogni volta, attraverso gli occhi delle persone di buona volontà che incontro giornalmente sulla mia via.
Ciao Enrico, intanto complimenti per la narrativa, scorrevole,affascinante e ricca di contenuti. Chi sta in alto , sopra tutto e sopra tutti noi e che benevolmente ci guarda, ci ha dato la facolta' dell'intelletto, lo usiamo molto poco e male per quanto riguarda il Bene, lo usiamo spesso e bene per quello che riguarda il Male. Nella sua immensa misericordia e bonta' sempre lui, colui che sempre dall'alto ci guarda, sorride, sorride perche' sa che che il suo compito quello di proteggerci non finira' mai, sa che sbagliamo e che ci ravvediamo, l'importante per lui non e' il lungo periodo dove noi uomini sbagliamo, per lui e' importante quel breve momento dove noi ci accorgiamo di avere sbagliato e ci ravvediamo, perche' in quel momento..che dura poi una vita, dimostriamo di essere degni della sua paterna protezione e misericordia. Grazie per averci regalato questo Post...Un abbraccio...Angelo
credo che in tutti gli esseri viventi ci sia un seme di bene!
c'è chi disse che la vita è una commedia ed è vero per certi versi, indossiamo un ruolo e ci convinciamo noi stessi che non stiampo recitando ma chè siamo proprio noi a comportarci secondo un copione, fino a quando non arriva il momento in cui apriamo gli occhi e ci ritroviamo completamente diversi! basta una persona che ci sà ascoltare, basta un atto d'amore ricevuto per aprirci il cuore e dare spazio a quel seme che comincia a crescere e a farsi spazio! i cattivi non sono nati cattivi, lo sono diventati e molti fattori hanno contribuito, l'ambiente, la famiglia, la società la cultura ecc! ma basta che questi individui escano fuori dalla propria cerchia e incomincia un procedimento di conoscenza di altri modi di vivere di pensare, di relazionarsi!a questo punto ogni nostra azione, può essere determinante perchè ogni "lupo" ritrovi la sua vera natura!
bello questo racconto! hai molta fantasia e sei davvero bravo!!!
benvenuto tra noi!!!marì
ciao Enrico
complimenti per il testo, nonostante qualche parola che non sono riuscito a leggere è molto bello, sarebbe bello che anche gli animali avessero il dono della parola, molti riuscirebbero ad integrarsi meglio con noi, alcuni sarebbero anche migliori
un sorriso
buona notte Alessandro
Eccomi...ora va decisamente meglio la lettura..grazie...una rivisitazione molto originale della celebre favola, in chiave moderna ..ricco di fantasia e molto significativo, complimenti! Serena notte...Enzo
Eccomi…..letto tutto …un racconto molto completo, ricco di significati profondi….. ci si dimentica che non solo noi persone abbiamo la gioia di respirare …di vivere…..di comunicare…..molte volte si dimentica che tutto quello che stà intorno a noi ha un’anima….da rispettare e amare come qualsiasi persona …..basta un niente ..un gesto…una parola…..dette con il cuore per far nascere armonia fra persone e animali……anche loro..pensano…..vivono..soffrono…come noi…..anche la natura ha una sua vita….un fiore ..un albero….. un arbusto……una vita da rispettare e amare…..molto bello come racconto…… un abbraccio e benvenuto in questa grande famiglia …..Silvana
Buongiorno Enry,ho letto in messaggeria, l'evolversi della tua odiena giornata...stare quì
non deve essere un impegno gravoso, non lo vorrei mai.
Hai pubblicato una bellisima favola, la musica è splendida, il risultato è speciale. Insomma è un post che merita ed avrai molte visite....
Ovviamente devi fare ciò che ti è possibile e non l' impossibile. Tutti noi abbiamo i nostri impegni. Abbi cura di questo tuo scritto,
hai avuto una grande e degna accoglienza. E' prassi quì mantenere il post a disposizione per 2 giorni, quindi ti dividerai anche per domani....
Grazie Enry, abbi una buona frenetica giornata e......un abbraccio grande da Liliana e tutti noi...
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Liliana è stata una mattinata più che frenetica, terminata con l'aver aiutato l'inquilina del primo piano a rientrare a casa, avendo lei dimenticato di prendere le chiavi. E ti confesso che scavalcare il balcone interno dal terrazzino condominiale per un uomo di mezza età non è stata un'operazione agevole. Tu non ridere, però, ora. Ed io passo a salutare tutte le nuove amiche e i nuovi amici di questo particolare blog a più mani...
Buon pomeriggio Silvana. Hai colto in pieno il significato più profondo che ho voluto dare al mio racconto: siamo tutti protagonisti di un unico progetto divino e dotati del libero arbitrio ci è concesso di scegliere tra il bene e il male in ogni circostanza...
Ciao Enry...ricordo quel tempo..e tu sai a cosa mi riferisco..pertanto le mie parole..valgono, numericamente parlando più...di....ricordi? Piansi..
Tvb Amico caro e felice giornata...
Rosa
Ciao Angelo, il tuo commento di ieri sera trova risposta in quello che ho già scritto a Silvana (a proposito ma qui non si può modificare un proprio commento?). Nostro Signore ci concede anche di poter sbagliare, ma al di là del bene e del male che albergano in ognuno di noi, l'armonia tra gli esseri umani e le cose apparentemente inanimate è fonte di benessere e pace per tutto il creato. Buon pomeriggio a te
Ciao Enzo. Ti ringrazio per la tua considerazione sull'originalità del racconto in cui c'è un misto di fantasia e di realtà. Non mi ritengo uno scrittore e non so se ci sarà un'altra occasione qui per me. Ma l'evento vissuto mi ha cambiato veramente la vita. Un abbraccio
un saluto al volo per te Enrico! a proposito:non ci siamp ancora presentati!qua la mano! piacere marì!!!!
buona giornata!!! a stasera! scappooooooooooo
Piacere mio Marì. Ehm...temo di non poter esserci stasera, se non sul tardi, anzi a notte fonda. Mi aspetta una concerto tra sacro e profano nella Basilica della mia città. Ti stringo la mano e ti saluto con un abbraccio sino a sentire il tuo cuore
Infatti Graziella il racconto è partito dall'idea di immaginare un ipotetico reincontro dopo vent'anni tra i protagonisti della famosa favola dei Fratelli Grimm e che si è trasformato, nello suo sviluppo, nel racconto di una mia esperienza personale realmente vissuta e documentata dalle fotografie, è ha dato una svolta alla mia vita interiore. Buon pomeriggio a te e grazie per il tuo particolare gradimento. Ciao a tutti/e Enrico ^__^
Hai perfettamente ragione Victor, infatti questo racconto non ha vinto un Premio letterario internazionale sulla Pace e la Giustizia nel mondo, ma mi ha consentito di parteciparvi, giungendo finalista e consentendomi di accostarmi a l'allora Padre Pio a San Giovanni Rotondo, in maniera più spirituale e non da semplice turista. Buon fine settimana a te
Ciao, non entro nel merito della morale ma nel pensiero finale...a Natale si può, si deve ma, Natale,deve essere tutti i giorni. Complimenti per il racconto, ha un corpo ma, particolarmente, un'anima. Buona serata, Saverio
Emoziomami 1960 ha centrato il significato della storia, perchè storia è, non favola! E ha espresso ciò che io, avrei espresso, in merito, con una limpidezza ed una precisione di linguaggio, che altro non c'è da aggiungere.....Siamo parte del Tutto ed ogni cosa ha un valore intrinseco.E quindi rispettiamo ed amiamo tutto ciò che ci circonda, perchè parte di quel Dio che si è espresso nella Creazione.
arrivano le ombre della sera su questa nevicata ... bello rientrare qui a leggere ... fa stare bene ... fa riflettere ... ancora complimenti! buona serata ... :) chiara
Enrico...ci manchi, ed un pò ti invidiamo sapendo che sei in San Nicola a vederti un concerto!!! In San Nicola vero ?...Ti aspettiamo comunque...siamo tutti qua dietro l' angolo !.....
grazie Enrico! ci hai dato lo spunto per una grande riflessione! l'uomo può cambiare e si può reintegrare con l'armonia del creato!
niente è per sempre...nemmeno gli errori!!!c'e speranza che il mondo migliori!!!
buon rientro dal concerto! noi siamo qui ad attenderti con un caldo abbraccio! marì
Ciao Enrico....mi scuso con te e con tutti....per essere stato assente...ma con il lavoro che faccio purtroppo...accade anche questo...ancora grazie per il post ...che ci hai regalato...un abbraccio...Angelo.
Buongiorno...ti conosco e so bene come tu sia "emotivo"....oggi quando vorrai ti vogliamo quì con noi...di sicuro starai bene e la cosa sarà reciproca. Ed ora...Gradisca...che non è la famosa protagonista di "AMARCORD", ma una buona colazione per te !!!clicca Ciao Enry, a dopo, da noi tutti un abbraccio, Liliana
Una rivisitazione personale della favola, molto originale. La fantasia c'è tutta e questo è molto positivo. In passato credevo che affrettarmi a presentare qualcosa al pubblico fosse la mia priorità, poi passava del tempèo e mi rendevo conto che forse non era giusto per quel che io avrei potuto dare in + ai miei amici... Ora mi piace rivedere con calma le creazioni. Ripeto, molto piacevole il brano e poche ore di scrittura denotano grandi qualità, e allora perché non "deliziare" maggiormanete il pubblico con materiale frutto di un'analisi + completa...?
Bella iniziativa, ORIGINALISSIMA...
Un salutone.
Giuseppe
buongiorno a tutti! Enrico ti sei ripreso???
amico mio, ti dovrai abituare al nostro affetto che è tanto, semplice e intenso!sono venuta nel tuo spazio.....sei un'anima bella e ringrazio Liliana che mi ha dato l'opportunità di onoscerti!!!
e adesso...sù, sù...al lavoro!!!! ti aspettiamo tutti!!! un abbraccio, marì
un saluto veloce!!!
Liliana, prepariamo un thè galdo per Omar, e quei dolcetti che sai preparare tu con tanto amore!!!!!!!!!!!!!! tra poco arriva!!!!
Ciao Enrico!!!!! a dopo!!!!! ,marì
Marì carissima e a tutti gli amici che son passati da questo bel post...Enrico mi ha inviato un sms poco fà, non riesce a connettersi e chiede scusa...Appena gli è possibile torna a salutare.
Ringrazia con commozione e manda un abbraccio a tutti noi...Per voce di Enrico, Liliana
Grazie Enrico per averci portato questo dono....un racconto tra realtà e fantasia denso di grande umanità. Questo brano musicale ne è una cornice stupenda...un abbraccio grande da tutti noi...Liliana
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Ti ringrazio per il gentile pensiero Liliana: la rossa rossa è il fiore che prediligo ed anche chi me lo consegna ^__^
Un abbraccio a tutti e... al prossimo mio racconto. Enrico