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...fini la comédie

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Messaggi del 02/01/2012

LA LEGGENDA DELL'ANNO NUOVO

Post n°208 pubblicato il 02 Gennaio 2012 da ofelia770

Ben ritrovati amici carissimi, è con grande gioia che torno fra voi.

Questa volta vi porto con me nel magico mondo delle favole, perchè ogni tanto, è bello poter tornare bambini e ritrovare dentro di noi l'incanto e l'innocenza che contraddistingue i sogni.
Che il Nuovo Anno vi porti in dono tanta gioia.

Con affetto.

Daniela

 

 

L'inverno stendeva il suo manto di gelo e di neve su monti e vallate. Il vento soffiava forte, risuonando con un lugubre ululato fra gli alberi, insinuandosi con spifferi gelidi sotto gli stipiti di porte e finestre.
Ma una casetta al limitare del bosco risplendeva di luce e di calore. Dal camino, lento saliva il fumo, dilatandosi in ampie volute fino a confondersi con le nuvole basse che sfioravano le cime degli alberi più alti.
Era una semplice baita di legno. All'interno, in un'ampia cucina un vecchio e un bambino erano intenti alle loro cose.
Il vecchio sedeva accanto al focolare, dove il fuoco scoppiettava allegramente, sprizzando scintille che salivano verso la volta del camino annerito dal fumo. Una pentola di minestra spandeva il suo profumo di cibo sano nell'aria.
Il bambino invece guardava fuori dalla finestra. Il gelo aveva ricamato stalattiti di cristallo ad incorniciare le vetrate e la neve cadeva fitta e silenziosa.

"Cosa guardi, piccolo mio?" interrogò il vecchio, voltandosi verso il bambino.
"Guardo la neve, nonno! E' così bella e bianca...ma stasera c'è una strana atmosfera...è come se il bosco attandesse un prodigio".
Il nonno annuì e sorrise.

"Vieni qui, accanto a me. Ti racconto una storia" gli disse.
Il bambino corse dal nonno e gli si arrampicò sulle ginocchia.
"Oh si, nonno! raccontami una storia".
E il nonno narrò....

 "Nel nostro bosco incantato, cadeva la neve.
Gli alberi chinavano i loro rami appesantiti
fino a terra.

 Gli animali infreddoliti cercavano nelle loro
tane un po’ di calduccio, stringendosi gli uni
agli altri.
Ogni tanto, un raggio di sole bucava le nuvole
e fasci di luce s’infiltravano attraverso il
fitto fogliame e creavano arcobaleni colorati nell’aria gelida di Dicembre.

 

 Gli animali del bosco approfittavano di quei
momenti per uscire dalle tane in cerca di un
po’ di cibo, qualche bacca che ancora resisteva
sui cespugli induriti dal ghiaccio, qualche
corteccia di albero, qualche radice scavata
nella neve.

 Poi scese il crepuscolo.
Il giorno moriva presto in quel periodo dell’anno.

 All’improvviso qualcosa attirò l’attenzione degli animali del bosco:

 Un uomo molto vecchio, imbacuccato in un vecchio soprabito, con una lunga barba bianca, si trascinava
a stento, appoggiandosi a un bastone. Il suo viso
era rugoso e i suoi occhi stanchi.
Ogni tanto si fermava a riposare e guardava in alto, verso il cielo che diveniva sempre più scuro.
Gli animali curiosi, a uno a uno uscirono dalle tane per guardare quello strano personaggio.
Gli scoiattoli saltarono sul ramo più basso, i passerotti volarono sulla sua testa, i cerbiatti timidi come sempre, lo spiarono nascosti dietro ad un albero. La puzzola saltò fuori dalla sua tana
ma si tenne sotto vento per non farsi tradire dal suo odore. L’aquila scese in picchiata dalla cima dei monti e planò in cerchi concentrici sempre più bassi fino  quasi a sfiorare il vecchio il quale però non sembrò farci caso. L’orso infastidito da tutto quel movimento si svegliò dal suo letargo e uscì fuori battendosi il petto possente. I lupacchiotti, si tennero vicini a mamma lupa, non avevano mai visto un uomo!

Papà lupo si fece avanti. I suoi occhi gialli brillavano nell’oscurità.

 

 

 ”Chi sei vecchio? Cosa sei venuto a fare nel
nostro bosco?”
L’uomo si voltò verso il lupo e gli sorrise.
Ma il suo era un sorriso triste a cui non partecipavano gli occhi.

  “Salute a te, Signore dei boschi e delle
foreste! Scusa se invado il tuo territorio.
Ma questa è la strada che devo seguire per
raggiungere la mia casa”.

  ”E dov’è la tua casa ?” chiese l’orso a cui non piaceva sentirsi messo in disparte.
Il vecchio indicò il cielo che diveniva sempre più scuro.
”E’ lassù fra le stelle”.

     ”E come ci arriverai fra le stelle?” s’informò l’aquila un po’ invidiosa. Lei per quanto alto poteva volare non riusciva mai ad arrivare fin lassù.
Il vecchio sorrise di nuovo. E questa volta il
suo era un vero sorriso.
Quando uscirà la prima stella, dal cielo scenderà
una scala e io potrò raggiungere la mia casa.
Tutti tacquero e guardarono in alto.
Come d’incanto la neve smise di cadere e una
stellina timida e lontana accese la sua lanterna
lassù nel blu. Contemporaneamente,
dal cielo una scala luminosa si srotolò fino
a terra.

 

Gli animali del bosco rimasero a bocca aperta.

Il vecchio fece un cenno con la mano per salutare.
”Addio amici miei! il mio tempo è scaduto. Devo andare!” e cominciò a salire la scala.
Il lupo corse verso di lui.
“Dimmi chi sei vecchio! Non andare via così…”

 

 Il vecchio si voltò un’ultima volta.
”Sono l’Anno Vecchio. Oggi è il 31 dicembre e
fra pochi minuti è mezzanotte. Allora assisterete
a un prodigio: Un bambino arriverà tra di voi, accoglietelo con amore e speranza.
Lui è l’Anno Nuovo. Da lui dipenderà tutto ciò
che accadrà nei prossimi mesi”.

Il vecchio non si voltò più, incominciò lentamente
a salire le scale. I lupi intonarono il loro canto alla luna per salutarlo.

 

 

In lontananza si udì il campanile della chiesa scandire le ore.
Mezzanotte!!
Il vecchio era sparito, ma dove prima c’era la
scala luminosa in un raggio di luna scivolò fino
a terra un bellissimo bambino.
A piedi nudi sulla neve s’inchinò di fronte agli animali del bosco e scoppiò in  una risata
argentina.
”Auguri, auguri!” trillò la sua vocina

 

 

”Chi sei bambino che sembri così felice?”
chiese mamma lupa con tenerezza.
Il bimbo corse da uno all’altro e per tutti
ebbe una carezza:
”Io sono l’ANNO NUOVO e sono venuto a portarvi
12 mesi di speranza”

”Cosa vuoi dire bambino?”
“ Che con me comincia un nuovo anno e che io
vi porto in dono pace, amore e solidarietà.
Starà poi agli uomini fare buon uso di questi
miei doni”.
Un’altra risata, un cenno con la manina per
salutare tutti e il bimbo sparì.
Era cominciato il Nuovo Anno".

 Il bambino aveva ascoltato con attenzione.
Poi, carezzando la guancia rugosa del nonno mormorò.
"Questa storia è bellissima, nonno! E mi fa pensare..."
"Cosa pensi, piccolo mio?"
" E' un pò come la vita, vero nonno? Tu sei l'anno vecchio con tanta esperienza, con tante conoscenze...io sono l'anno nuovo, con tanti sogni e tante speranze"
"E' così, bambino mio. Se gli uomini imparassero le cose buone che il passato ha insegnato, per i bambini di oggi, che saranno gli uomini del domani, forse, ci sarebbe davvero un pò di speranza".

Questa è la favola...ma in fondo non c'è un pò di realtà?
Che ne pensate amici miei?

 


 
 
 

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