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...fini la comédie

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Messaggi del 09/06/2014

Non imprigioneranno i miei sogni...

Post n°660 pubblicato il 09 Giugno 2014 da picciro

 

Non imprigioneranno i miei sogni!

Si sentiva davvero ..
non lo sapeva come!


 

Non sapeva dar un nome congruo con quello che provava..Non sapeva se essere grata alla vita..oppure alla morte, come ultima consolazione denigratoria di tutti gli affanni, i dolori, le strazianti situazioni..i malanni indotti da estranee volontà.
Nell’aria già da tempo, l’odore della sconfitta..residuo illuminato dalla becera battaglia. E  non ce l’aveva fatta...fallita ogni sia pur minima strategia, nel tentativo d’aggirarla, accerchiarla e di condurla a suo favore! E di tanti altri..
Aveva davvero tentato, provato, riprovato.  E sperato in un’illusoria riuscita. E lì il dilemma… sapeva dell’illusione ma occorreva privilegiarla nell’impegno..
Per lei non esisteva differenza,  erano un tutt’uno, un continuum speciale da contrabbandare per risalire..e invece non ce l’aveva fatta.
La notizia, come corda attorno al collo, stringeva. Essa voleva spegnere in lei ogni minimo respiro ..tappandole l’odore della speranza..come filo sospeso, irraggiungibile dalla sua mano. Tentava di  abbracciarla in una foggia mortale per  consegnarla ad una condizione grama, priva di speranza, di prospettive..e quest’ultime  parevano  tranciarsi di netto quasi disegnando un muro, contro il quale sbattere  la testa, senza appello!



Ma chi aveva costruito ad arte, questo fosco scenario che intendeva inglobarla? Lei se lo chiedeva spesso, forse un mondo che pretendeva di esercitare una selezione innaturale che non teneva conto ..di nulla? Una marea indistinta che come pece voleva stendersi addosso come maligno amante, succhiandone l’essenza sua, nel tentativo di lasciarla inerme e senza difese, isolata e affranta..ma lei..non ci stava!
Avrebbe voluto gridare sino a rompersi il fiato.
Eh si..sapeva che lo avrebbe fatto,  passati gli attimi di sgomento durante i quali, un film d’orrore s’era proiettato sullo schermo della sua mente intravvedendo scenari apocalittici.
Avrebbe poi  metabolizzato il tutto, analizzato quel che poteva fare o rimaneva da fare. Rimboccandosi le maniche della camicia della vita e.. ricominciato. Poco importa se sarebbe risultata un’eterna fatica..lo doveva a se stessa e doveva impegnarsi a farlo, con qualsiasi risultato per non accusarsi di indegna frustrazione, che l’avrebbe resa ancor più vulnerabile agli accadimenti futuri.
Se lo scopo era quello di farle cambiare la sua idea sulla vita, si sbagliavano di grosso!! Eh si, lei sarebbe stata sempre pronta, in prima linea per afferrare quel dolore, strapparselo dal petto e gettarlo nel più profondo del mare. Nessuno avrebbe potuto, col ghigno della cattiveria




cancellare i suoi pensieri positivi. Avrebbe, anzi aveva, la certezza che talune situazioni tolgono la voglia di vivere, che sgomentano e fanno abdicare ad una condizione di sudditanza psicologica..ma lei non voleva impazzire! A costo d'esser derisa, avrebbe sparso intorno scintille di positività, condividendola con la platea di chi si sentiva diseredato d'una certezza acquisita col passar degli anni. Ma questa era miseramente fallita, crollata come castello di sabbia al primo soffiare del vento mattutino e freddo. E considerava che, aver dato credito a quello che nel tempo s'era delineato, in termini di sicurezza invincibile, aveva prodotto esseri passibili di vulnerabilità, facili prede di deleteria condizione affossante, trasformabili in innocenti agnelli, votati ad una macelleria sociale che affonda la sua lama nelle gole delle vittime inconsapevoli.
Con questi pensieri nella testa, quella sera,  si addormentò. Con essi vestì la sua notte e con l’avanzo, coprì i suoi sogni che furono sereni regalandole un sano riposo, un acquietamento interiore, con il quale avrebbe gestito i suoi giorni, dal futuro in poi.
E da quell'indomani, quando si sarebbe presentato, lei avrebbe agito con la forza.. che era certa



in lei avrebbe trovato, in quanto non si sarebbe arresa al nuovo inevitabile presente e alle sue buche, le avrebbe scavalcate e superate stando attenta a non cadere nelle trappole disseminate, mine vaganti poste per sbrandellare gli incauti passanti. Ormai, lo aveva imparato a proprie spese. La sua forza era il suo non darsi per vinta!
Sapeva anche che la realtà, contrariamente ai suoi sogni, sarebbe stata diversa, ma intanto era grata a loro perché arricchendo quel baule.. di altri sogni, non avrebbe perso la capacità di sognare..al fine di continuare a vivere..nel senso più autentico..per il significato che a quel senso..lei dava.
I sogni aiutano a vivere, ha sentenziato qualcuno..e lei comprendeva appieno questa verità, perché in essa credeva fortemente e avrebbe continuato a farlo. Non era semplice abbandono o fuga dalla realtà ma una strategia per affrontare i giorni, ritagliandosi in essi spazi, dove avrebbe potuto adagiare la nuova forma dell’anima sua. Una cosa era chiara..non avrebbe abdicato alla passività assoluta, lasciandosi vivere..ma avrebbe preso al laccio tutto, per addomesticarlo con quello che possedeva, per non essere scavalcata dal toro imbestialito del negativo, che attende vittime prelibate, come sacrificio sul suo altare, succhiandone il nettare, fino a farle perire.
In quel brutto che intravvedeva, avrebbe scorto uno spiraglio, attraverso il quale lasciar passare la luce della speranza..



questo era un dogma per lei..a cui affidarsi ciecamente..per rendersi ardua a tutte le nuove salite..a tutte le sfide che si sarebbero poste dinanzi..avrebbe allungato il passo e utilizzato gli strumenti posti nella sua cassetta degli attrezzi; sarebbe stata l'operaia dell'anima sua, avrebbe indossato la tuta da lavoro sulla sua determinazione e avrebbe presentato il conto alla vita e al suo futuro!!
Almeno in questo poteva continuare a credere e in nome di quella credenza..ad agire!

 

rosa



 

Un abbraccio di cuore caldo..
serena serata in mia compagnia
..se la gradite!!

 
 
 

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