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...fini la comédie

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Messaggi del 03/07/2014

Che vita da cani!

Post n°672 pubblicato il 03 Luglio 2014 da picciro

                                               Amici miei carissimi..

sempre lieta d'essere con voi

per discutere piacevolemte

in tutta serenità..

e vediamo di cosa..questa volta!

Anni fa, vidi un film che, ancor oggi

è impresso nella mia mente..

uno di quelli che lasciano il segno

per via dell'argomento trattato

che tocca profondamente la sfera emotiva

che di solito tralasciamo

persi come siamo

a rincorrere il sogno

d'una vita meravigliosa

per niente spigolosa

liscia come l'olio

immaginandone solo gli aspetti positivi..



          


 

Film del '91, diretto e interpretato da Mel Brooks, che fu presentato, fuori concorso, al festival d Cannes.

Questo film, contrariamente ai precedenti di Brooks, parodistici o demenziali, lontano dallo standard della sua comicità abituale, avendo realizzato  una commedia gradevole e interessante, attraverso una apprezzabile vena moralistica pone l'attenzione  ed è la cosa che tanto mi coinvolse, su spunti profondi e più propriamente psicologici, atti a mettere in risalto le differenze esistenti tra due mondi totalmente contrapposti, come lo sono la ricchezza e la povertà!

  Di cosa parla..?

C'è un signore ricchissimo e senza scrupoli




tale Goddart Bolt (Mel Brooks), proprietario del 50% di un quartiere di Los Angeles, povero e degredato, che vuol riqualificare, effettuando una speculazione edilizia. Vuole costruire cioè,  in quel quartiere, un avveniristico centro industriale, cacciando via tutto quello che è lì di intralcio, poveri compresi!  L'altra metà della zona è sotto la proprietà di un altro miliardario che, cresciuto in miseria in quel luogo, propone a Bolt  una scommessa.


    In cosa consiste?

Vivere per un mese intero tra i barboni, in povertà assoluta! In incognito, senza alcuna risorsa, nè carte di credito ! In caso di vittoria, il terreno sarà suo; caso contrario, perderà anche la sua parte.

Ma come può una persona abituata ad avere tutto, straricca..accettare?
Forse, per quel delirio d'onnipotenza che deriva dall'essere un capitalista senza scrupoli, avido e senza pietà, in un contesto storico/ambientale che mette in luce una società in cui, i governanti son distanti anni luce dal popolo, dove regna un sistema di sanità e di welfare allo sbando


alla mercè di una connivenza politica/economica basata su slogan demagogici e arrivisti (come dire..ogni mondo ..è paese!!)
Bolt, in virtù di quella sua presunzione derivante dalla condizione sociale  accetta; vuole dimostrare al suo concorrente di sapersela cavare anche in condizioni di estremo disagio.
Comincia da qui per lui una nuova vita, durante la quale, il suo rivale approfitta della sua assenza. Quell'esperienza fatta di privazioni umiliazioni e disavventure, fa vivere sulla pelle di Bolt, lo scivolamento dal benessere..alla miseria più nera.

Lui, sperimenta a proprie spese, le delizie della povertà che gli fanno comprendere i veri valori della vita; tocca con mano il disagio estremo dei senzatetto, imparando ad aprir loro il cuore, sino ad innamorarsi di una di loro, Molly, un'intraprendente e irascibile stracciona..

     (Lesley Ann Warren)  
                        
e loro lo ripagano ..aiutandolo a sopravvivere in quelle condizioni di estremo limite della decenza e dunque, a vincere la scommessa. Ma lui deve fare i conti con Vance, il suo rivale che, non vuol stare più ai patti. E' costretto ad affrontarlo e, anche da questo duro scontro, Bolt esce vittorioso!
Ora lui è cambiato, non è più il miliardario presuntuoso e senza scrupoli
..come fulminato sulla via di..Los Angeles, a contatto con tutta quella umanità diseredata, apre gli occhi, anche quelli del suo cuore e decide di sposare Molly

 


(Una leggiadra danza tra due relitti che sprizzano felicità da ogni poro!
Peccato non sia in italiano..ma le immagini parlano da sole)


e di trasformare quel quartiere in residenza per tutti i barboni. Come in una specie di parabola, Bolt arriva a comprendere che la vera ricchezza non è data dalle sostanze materiali possedute ma essa è quella che si trova negli animi nobili e sensibili, dediti alla solidarietà nei confronti degli altri.
Ne ha tratto una lezione esemplare, che pone fine alla dissennata vita di prima. Ha avuto modo di riconsiderare le sue convinzioni, imparando l'umiltà e scoprendo che il più grande pregio risiede nell' anima e non nel portafoglio!

 


"Solo i poveri conoscono il vero senso della vita..
i ricchi tirano ad indovinare!"
(Charles Bukowsky)

"Quello che concedi a un povero
non è un bene di tua proprietà ma è un bene che gli restituisci!"
(Sant'Ambrogio Cancella 1330)

E su queste affermazioni, che trovo incantevoli, vi mando un grande abbraccio..e vi aspetto..

rosa

 

 


 
 
 

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