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...fini la comédie

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Messaggi del 01/09/2014

Un ricordo delle vacanze...la pizzica!!

Post n°690 pubblicato il 01 Settembre 2014 da picciro


Eccoci qua!!
Trascorsa la pausa estiva, si riprende a respirare la meravigliosa aria che spira in questa confortevole casa, dove il cuor si ristora ben volentieri perché vive immensamente di queste grandi emozioni..
mentre ci si ferma qui a chiacchierare serenamente!!

Bene....

fatta la solita e veritiera premessa
mi piacerebbe discorrere in vostra compagnia,
e parlarvi di un aspetto delle mie vacanze, trascorse nel Salento, per antonomasia, la terra della pizzica. Nelle calde sere vacanziere, mi sono recata, in un posto davvero speciale, una grande area dove è situata una rinomata cantina del luogo, denominata "La vecchia Torre", che all'uopo fungeva da: sede espositiva di auto d'epoca, con modelli davvero rari e antichi; punto di ristoro con immensi stand dove si potevano degustare le specialità del posto e pasteggiare a vino..ma la cosa che più mi attraeva era il palco..su cui si esibivano gruppi musicali che mi facevano muovere e battere i piedi segnando il tempo a ritmo di..pizzica...
Che momenti coinvolgenti!!
Ed ecco che da ciò, m'è venuta voglia di ricercare qualcosa su questa antica danza circa le origini, i suoi significati, la natura di quei luoghi che ce l'hanno tramandata e che ora, sta vivendo un momento davvero esaltante, grazie a coloro i quali si stanno adoperando per farla conoscere, e così sta avvenendo, in tutto il mondo, scavalcando localismi confinanti e regalando a tutti la magia di quella danza!

E vediamo insieme di cosa si tratta!!

Cos'è la Pizzica?

Essa è l'espressione tradizionale della danza salentina  ma difficile individuare le origini di questo ballo, per cui al momento, non è possibile risalire ad un periodo ben preciso in cui collocarlo. Fa parte della grande famiglia delle tarantelle, come si usa chiamare quel variegato gruppo di balli diffusi dall'Età Moderna nell'Italia meridionale. Sicuramente, gli esperti dicono che si tratta di una danza, quasi un rito, praticato dalla gente più umile, dedita ai lavori più duri che nei momenti di festa si radunava



e ballando e cantando trascorreva le ore per dimenticare le estenuanti fatiche della vita quotidiana. E' una danza che esprime anche il corteggiamento, durante la quale, due ballerini si avvicinano ma non si toccano mai. A condurre  il ballo è la donna, che servendosi di piccole fughe, guizzi, repentine fermate e ripartenze, stuzzica l'uomo ad inseguirla, a "braccarla" delicatamente.



Un leggero sfiorarsi, uno scambio di sguardi più o meno provocatori, una serie di gesti rimarcano il desiderio dell'uomo "di entrare nelle grazie" della donna e, quello di lei di essere corteggiata dall'amato al quale però sfugge se questi prova ad avvicinarsi. Una prassi sicuramente dettata dalle condizioni sociali di un epoca, quando le distanze tra uomini e donne dovevano essere sempre rispettate, nonostante ciò risulta al contempo una scena attuale. Di centrale importanza è il fazzoletto



che la donna sventola in segno di elegante provocazione agli occhi dell'uomo, il quale però non può prenderlo se non con il consenso dell'amata. La danza di coppia è sostenuta dalla "ronda", cerchio costituito da ballerini, musicisti e spettatori: il cerchio rappresenta la perfezione e quindi l'energia esterna che si riversa sulla coppia. Con i suoi misteri e i suoi rituali, oggi la pizzica ha il diritto di essere riscoperta e conosciuta da tutti coloro che vogliono far fluire in se stessi l'energia e la forza che tale danza sa sprigionare e vi assicuro che è davvero coinvolgente, come se una forza misteriosa si sprigionasse dalle viscere della terra e autonomamente muovesse i piedi di chi la sta a sentire..
Danza tramandata informalmente per secoli, oggi studiata e codificata perché possa sopravvivere per sempre nella memoria e nella storia!

 

La pizzica tra storia & leggenda

La pizzica, nasce come musica terapeutica fatta suonare dagli uomini all'interno delle case (o nelle piazze) per liberare le "pizzicate" dal morso della taranta, termine salentino per indicare la tarantola, il ragno della famiglia Lycosidae, che aveva fama di pizzicare le donne sotto le vesti durante il periodo della mietitura. La musica da loro utilizzata aveva la funzione di far ballare le donne fino all'estremo, in modo da uccidere il ragno e liberare le fanciulle dal malessere provocato dal morso. Questa danza è poi stata indicata come "pizzica tarantata" proprio per indicare il tipo di danza e da cosa veniva provocata e  lo schema del ballo ripercorreva e ripercorre ancora oggi, simbolicamente il gesto di schiacciare il ragno e il processo liberatorio che avviene con la danza.



I fatti narrano che le fanciulle morse dalla tarantola, cadevano in uno stato di possessione e tutto il paese si riuniva intorno a loro per aiutarle con un lungo rito di esorcizzazione. L'esorcismo collettivo veniva svolto all'interno della cappella della chiesa dedicata a San Paolo, a Galatina nel Salento, proprio durante la festa che celebra il santo della città. Alcune volte l'esorcismo iniziava in casa, dove i suonatori si riunivano per far danzare la pizzicata in modo da uccidere il ragno velenoso che le aveva fatte ammalare.



La leggenda narra che al tempo della diffusione della parola di Gesù, i due discepoli, Pietro e Paolo, si fossero recati in terra salentina. Il popolo, dell'allora non ancora sorta Galatina, accolsero con grande calore l'arrivo dei discepoli e, una donna offrì loro tutto ciò che aveva: cibo per potersi sfamare e un giaciglio sul quale poter dormire. San Paolo, toccato dalla gentilezza proferita dalla donna che si era dimostrata così generosa, volle ricambiare tanta cortesia e benedisse lei e la sua famiglia, concedendo loro il potere di guarire quanti sarebbero stati morsi dagli animali velenosi, presenti nelle loro terre. La famiglia della donna e tutti i loro discendenti sarebbero diventati immuni ai morsi velenosi e avrebbero potuto aiutare coloro che invece, ne cadevano vittime. Per far ciò, San Paolo consacrò l'acqua del pozzo che avrebbe dato un valido aiuto nell'annullare il potere malefico del veleno. Ad ogni modo, affinché ciò avvenisse, era necessario seguire un rito, memoria di antichi riti propiziatori, da eseguire con fedele precisione.



Sulla ferita del morso dell'animale si doveva tracciare il segno della croce, simbolo di benedizione cristiana, e il pizzicato doveva poi bere dell'acqua benedetta del pozzo presente all'interno della casa della donna, in modo da poter vomitare tutto il male con il suo veleno.
Intorno alla fonte del pozzo, in seguito, fu costruita una cappella, oggi chiesa di San Paolo, dove le donne pizzicate venivano portate per l'esorcismo, che spesso durava giorni e giorni, finchè la donna, stanca e spossata, lasciava andare via il male grazie all'intercessione di
San Paolo.


(chiesa di San Paolo a Galatina - LE)

La tradizione vuole, come detto più su, che una delle tante varianti della pizzica sia, principalmente, una danza (pizzica de core) di corteggiamento dove la donna, muovendo i passi e saltellando al ritmo dei tamburelli, si lascia corteggiare dall'uomo. Questi, avvolto dalla sensualità della danza, della musica e dagli sguardi di lei, lascia alla donna il potere della scelta. Ed ella, fedele alla sua storia ancestrale, gestisce le redini del fato e del destino amoroso, scegliendo il proprio partner e lasciandosi scegliere nuovamente da lui. Sarà proprio il fazzoletto rosso, rosso come il sangue e la passione, rosso come l'istinto incontrollato che, sventolato dalle mani di lei, sceglierà il partner. Questi accetterà la scelta della donna e si avvicinerà a lei, nel vortice di una danza erotica e sensuale, fatta di leggeri sfioramenti e sguardi accativanti. Il fazzoletto rosso sarà, quindi, strumento di invito per l'uomo, scelto ad unirsi al suo sì. Questo rito del fazzoletto per la scelta del partner amoroso si ritrova ancora oggi non solo nel Salento, ma in tutta la regione e in alcune aree della Basilicata e della Campania. La tradizione fa risalire l'uso del fazzoletto a periodi molto antichi e lo vuole simbolo d'amore. Il rosso acceso della stoffa emerge tra i movimenti caldi della danza per disegnare vortici di corteggiamento e di amoreggiamenti, per esprimere la propria voce, una volta che la donna ha scelto il suo uomo. Giunti a questo punto il fazzoletto diverrà simbolo dell'amore concesso al partner da parte della fanciulla, la quale dona quel fazzoletto, rosso come il suo cuore, a colui che l'ha conquistata.

Alcuni studiosi sostengono, oggi, che il fazzoletto non appartiene alla tradizione della danza, ma che sia stato aggiunto in seguito, a mo' di ornamento. Le mani delle danzatrici si anellavano del rosso della sua stoffa per aggiungere colore alla coreografia di una danza già di per sé travolgente. Quale che sia la sua vera storia, il rosso di quel fazzoletto è di sicuro simbolo emblematico di un sentimento forte ed istintivo come l'amore e la passione di cui si fa vessillo.

 

E continuando a ricercare, perché attratta dalla bellezza travolgente di questa danza, ho trovato che, tra i tanti che hanno dato lustro e importanza a questo ritmo danzante, spicca la figura di  Pino Zimba,  al secolo Giuseppe Migali e scomparso da poco.
Musicista e strumentista di grandi doti e di profondo spessore, il tamburello di Zimba ha promosso la pizzica del Salento oltre i confini della terra dei Saltellini, diffondendola per tutto lo stivale e oltre, fino ai confini del mondo. Figlio di un pizzicato, ha suonato e ha fatto ballare i pizzicati, portando alto l'onore della pizzica tradizionale immolandola sull'altare dell'immortalità imponendo le mani con il suo tocco rinnovatore come un piccolo re Mida.
Pur rimanendo radicato alla propria tradizione e alla propria musica e cultura, il suo tocco magistrale ha permesso alla Pizzica salentina di evolversi musicalmente
.
Il tarantismo "puro" dunque, estintosi per la scomparsa dalle campagne della taranta o per la reale trasformazione economica, storica e sociale del sud, si è andato sempre più amplificando nell'ultimo decennio,in  un movimento, per il quale è stato coniato il termine di neotarantismo, che ha acceso nuove dinamiche per la ricostruzione dell''identità culturale salentina, con tutte le sue attuali contraddizioni, di una nuova borghesia emergente legata alle costruzioni ed al terziario e del dramma della disoccupazione, dell'insicurezza del futuro, dell'apparente democrazia dei consumi, degli effetti della globalizzazione.



Un movimento che, superando il purismo di chi vuole mantenere intatte le tradizioni, mantenendo una visione estetizzante della civiltà contadina individua, attraverso il linguaggio sublimale della musica-danza, le radici vitali delle vecchie culture contaminandole con altre espressioni culturali, con forme di improvvisazioni che producono elaborazioni innovative di grande successo nel bacino del mediterraneo e oltralpe mantenendo vive e sempre attuali le tradizioni che ne hanno permesso la nascita e la diffusione. Il ritmo e la sensualità delle danze di questo intramontabile genere musicale hanno gettato alle spalle le motivazioni antropologiche della sua nascita per incarnarsi, sangue e passione, in una realtà moderna e contemporanea che ha cambiato i colori, ma non i battiti e le aspirazioni. Se prima si ballava per esorcizzare le avversità e gli stenti, oggi i nuovi tamburelli, i flauti e gli organetti  si orchestrano per annientare lo stress e l'alienazione di questa vita tecnologica, per riportarci alle nostre radici più ancestrali, là dove l'istinto non viene offuscato dalla ragione, dando il ritmo a palpiti, pensieri, passioni e voce ad una vita che ha cambiato gli abiti, ma che è rimasta immutata in forma e sostanza.

E ora..chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare da questa musica..muovete i passi al suo ritmo..vi entrerà nel sangue..
almeno spero!!

Dolcissima sera Amici miei e un grande abbraccio dal mio cuore..

rosa


 


 

 
 
 

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