Creato da lafarmaciadepoca il 13/10/2010

La farmacia d'epoca

Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone

Messaggi di Maggio 2015

Ovomaltina

Post n°426 pubblicato il 23 Maggio 2015 da lafarmaciadepoca
 

Anche se stenterete a crederci, l’Ovomaltina è stata un farmaco. Era prodotta dalla svizzera Wander e comparve in commercio nel 1904.

La ricetta originale nacque con il sogno di ideare il ricostituente definitivo al malto e uovo da mischiarsi con il latte, ed effettivamente da quanto riportato nella composizione dell’Ovomaltina dell’epoca, c’erano quasi riusciti: 73% di carboidrati, 13% di proteine, 8% di grassi, 4% di sali minerali, 2% umidità. Ad oggi i carboidrati totali sono l’88%, a testimonianza che non ci sono mai abbastanza zuccheri nell’alimentazione.

L’Ovomaltina non era dedicata solo ad ammalati, anziani e bambini, le categorie che nell’era pre – antibiotica soffrivano di più della monotonia alimentare, ma ben presto divenne un prodotto per tutti:  lavoratori, studenti, sportivi, e le donne in gravidanza ed allattamento divennero ben presto bersaglio della martellante pubblicità della casa farmaceutica Wander.

L’azienda farmaceutica, fondata da Georg Wander nel 1865, rimase indipendente fino al 1967 quando fu assorbita dalla Sandoz, che confluirà poi nel gruppo Novartis. Nel 2002, però, la Associated Brithish Food ha acquistato il brand, per resuscitare l’”Ovaltine” (nel Regno Unito l’Ovomaltina è chiamata così per via di un errore nel momento della registrazione del marchio), lo storico concorrente del Nesquik Nestlé.

Ecco una foto del barattolo:

Ovomaltina


Misura 8 cm di diametro per 14,2 di altezza e risale agli anni Sessanta. Sulla scatola sono presenti dei consigli per servire l’Ovomaltina: con latte caldo, freddo o semplicemente naturale al cucchiaio su tartine e biscotti imburrati.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

Pectoralina

Post n°425 pubblicato il 14 Maggio 2015 da lafarmaciadepoca
 

Come avevo promesso, ecco direttamente da fine Ottocento la Pectoralina del Dottor Queen.

Il Dottor Queen, nonostante lo stemma araldico di casa Hannover , non aveva nulla a che vedere con la Regina Vittoria: molto probabilmente si tratta di un nome fittizio, inventato ad hoc per conferire una certa rispettabilità al prodotto.

Infatti, sulla fine dell’Ottocento, in tutto l’Impero Britannico erano presenti centinaia di formulazioni di pastiglie o sciroppi per la tosse chiamati Pectoralina, e purtroppo quella del Dottor Queen era solo una delle tante.

Nemmeno a livello di ingredienti si distingueva: estratto tebaico, balsamo del tolù, estratto di liquirizia e acido benzoico, la classica ricetta delle pastiglie per la tosse di fine Ottocento, quindi che cosa la rende diversa dalle altre?

E’ una delle poche scatole ottocentesche provenienti da Gibilterra, come testimonia la scatola bilingue, in spagnolo ed inglese, ed anche il fatto che sia una delle poche che possiedo di cui sia stata provata una certa “inefficacia”.

Come sapete la stragrande maggioranza delle scatole presenti sul blog viene da mercatini dell’antiquariato, e a volte proprio da banchi di antiquari che nella loro ricerca al guadagno facile, sparano prezzi assurdi per oggetti che spesso non sanno nemmeno cosa siano, come i “memento mori”.

Dovete sapere che i Vittoriani amavano farsi ritrarre in fotografia, sia da vivi che da morti, e dato che la mortalità infantile in un’epoca senza antibiotici era alle stelle, è molto comune trovare foto di cadaveri di bambini, in posa come se fossero vivi, con i loro giocattoli o in braccio alla madre, spesso accompagnate da ciocche di capelli. La scatola della Pectoralina in foto era un piccolo sacrario dedicato ad una bambina bionda morta all’età di credo  4 - 5 anni, di cui la mamma o la nonna ne conservava il ricordo insieme al necessario da cucito.

Foto e capelli erano coevi con la latta e molto probabilmente la bambina è stata trattata con la Pectoralina, che ahimè si è rivelata inefficace nel trattamento della patologia.

L’antiquario non sapeva né  dell’esistenza della scatola, né cosa fosse un memento mori. Io ho acquistato parecchie latte dell’Ottocento per sapere cosa succede quando scoprono cosa sono: li buttano via, eradicando per sempre il ricordo di questi esseri umani. E’ stata una delle poche volte in cui mi è dispiaciuto non avere più denaro da investire in questo mio hobby, perciò ho potuto contrattare solo il valore del contenitore e non del contenuto, trattenendomi dal dirgli che la bambina in foto era morta e che quelli erano i suoi capelli, anche se credo che prima o poi lo scoprirà.

Caratterialmente io sono una roccia, empatica come un tostapane, e il fatto che io sia dottoressa in biologia, spesso non aiuta, però in tutta franchezza, la bimba inglese è riuscita a toccarmi, e a confermare la teoria che oltre alla facciata di compravendita, i mercatini dell’antiquariato sono alcuni tra i posti più tristi del Mondo.

Ecco la foto della scatola:

Pectoralina

Misura 6,4 cm x 4,4 cm x 2,1 cm e risale agli anni Settanta / Ottanta dell’Ottocento. La posologia prevedeva una pastiglia ogni 2 ore dai 2 ai 12 anni, oltre una pastiglia all’ora.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

Nuova collaborazione!

Post n°424 pubblicato il 13 Maggio 2015 da lafarmaciadepoca
 

Dal momento che io non sto mai stare ferma, vi comunico una mia nuova collaborazione con la pagina Facebook Mondo Counseling MC gestita da Mariangela Ciceri e da Cinzia Barone, dove per una volta non parlerò di storia della farmacia o di scatole di latta, ma terrò dei brevi articoli sui disturbi psicologici dell'alimentazione.

Per leggere l'articolo sul Binge Eating Disorder basta cliccare qui

Grazie per aver letto il post e a giovedì per un po' di Ottocento!

 
 
 

Strofopan

Post n°423 pubblicato il 07 Maggio 2015 da lafarmaciadepoca
 

Lo Strofopan Simes  è un farmaco che nonostante abbia un design della scatola privo di attrattive, merita di essere ricordato alle generazioni future, in quanto incarna perfettamente l’adagio latino: “Si nun cum vena, si nun cum ore, tum cum ano”.

La televisione ci ha abituato a scene di infarti cinematografici risolti all’ultimo secondo con un’iniezione di adrenalina, ebbene, lo Strofopan non era nulla di tutto questo: si trattava di supposte cardiocinetiche, che  fortunatamente (in questo caso!) non facevano della velocità il loro forte, infatti erano parte di terapie per trattare lo scompenso cardiaco.

Lo scompenso cardiaco è una condizione patologica causata dall’inabilità del cuore di fornire abbastanza sangue al resto del corpo: la strofantina, l’ingrediente base dello Strofopan, è in grado di sopperire a questa condizione, stimolando la forza della contrazione cardiaca, attraverso un effetto ionotropo positivo.

Per chi non lo sapesse esiste una differenza tra la forza di contrazione cardiaca e la frequenza di contrazione cardiaca. La forza indica la potenza della contrazione, mentre la frequenza il numero di contrazioni, quindi anche se erroneamente pensiamo che esista solo la “contrazione cardiaca”, considerando forza e frequenza un tutt’uno, non è così, e le differenze si fanno sentire molto di più in caso di quadri patologici.

Ovviamente, nel caso dello scompenso cardiaco, non è necessaria una forma di somministrazione dalla pronta azione, bensì una che garantisca un rilascio lento del principio attivo, come in questo caso la supposta. Se poi ad essa ci aggiungiamo il fatto che la strofantina viene assorbita direttamente dal circolo emorroidario inferiore, e tramite esso arrivare direttamente al cuore, possiamo sbilanciarci e affermare che in fondo, lo Strofopan faceva bene il suo lavoro.

Ecco la foto della scatola:

Strofopan

Misura 11 cm x 4,7 cm x 2 cm  e risale agli anni Cinquanta / Sessanta. La posologia era di una supposta al giorno o più, secondo ordine del medico. Il farmaco poteva essere venduto solo dietro ricetta medica.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

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