Creato da lafarmaciadepoca il 13/10/2010

La farmacia d'epoca

Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone

Messaggi di Marzo 2018

Litiolina Lacdor

Post n°554 pubblicato il 30 Marzo 2018 da lafarmaciadepoca
 

Anche se meno conosciuta dell’Idrolitina, la Litiolina ha avuto tra gli anni Cinquanta / Sessanta il suo momento di gloria.

Questa alternativa piemontese al più famoso prodotto Gazzoni nacque il 2/03/1950, quando il suo marchio fu depositato all’ufficio brevetti dalla “Lacdor” gestita da Rosa Brusin Giuseppe e Dighera Giorgio. Quest’ultimo da giugno del 1953 diventò il proprietario unico dell’azienda.

“Lacdor” era un acronimo che stava per Laboratorio Chimico Derivati Organici e aveva sede a Giaveno  in via Ruata Sangone 4. Oggi i laboratori non esistono più, e al loro posto sorgono diverse villette di nuova costruzione, ignare di essere state costruite su quello che una volta era uno stabilimento farmaceutico, ma si racconta che nelle notti di luna piena, centinaia di migliaia di scatole di Litiolina appaiano inspiegabilmente nella speranza che qualcuno completi il concorso a premi “la catena dell’amicizia”!

Eh sì, se c’era un fattore che tra gli anni Cinquanta / Sessanta sapeva trainare le vendite era quello del concorso a premi: l’Idrolitina aveva il concorso con i “milioni del signor Pietro”, la Frizzina aveva  i “regali Star”, la Idriz metteva in palio 30 Lancia Appia e 40 Bianchina, e la Litiolina doveva accontentarsi della “catena dell’amicizia”.

Infatti, confrontando gli ingredienti della Litiolina con quelli di altre marche rivali, ci si rende conto che a parte qualche piccola variazione nelle quantità, le componenti erano sempre le stesse, perciò l’unico modo per stabilire il primato commerciale era quello di fidelizzare il cliente ( o meglio la cliente, in quanto in quegli anni “regina indiscussa della spesa”).

Ecco la foto della scatola:    

Litiolina

Misura 6,5 cm x 7,2 cm x 4,5 cm e risale agli anni Cinquanta / Sessanta, perciò viste le ridotte dimensioni, qualora abitaste in quelle villette e vi trovaste il cortile invaso da scatole di Litiolina fantasma basta uscire con una ramazza buona. In alternativa potete completare la raccolta in breve tempo: ciascuna scatola vale 5 punti. O ancora chiamare la sottoscritta che viene a portarle via tutte (anche di domenica). C’è solo l’imbarazzo della scelta!

Ogni confezione conteneva 10 dosi di polvere, con cui rendere frizzanti 10 litri di acqua, al modico prezzo di 120 Lire, dimostrandosi concorrenziale.

Ciò che a parer mio non ha funzionato con questo marchio è stata la poca propensione al pubblicizzare il prodotto come un toccasana generale. Per esempio, l’Idrolitina era reclamizzata come “il nemico numero uno” del temibile acido urico, mentre la Litiolina era accompagnata dal Miele “Val Sangone” e dalla crema da tavola “Pan”, che rendevano le bustine poco farmaceutiche e molto più comuni.

Grazie per aver letto questo post e Buona Pasqua a tutti!

 
 
 

Chi ricorda la SANAS di Torino?

Post n°553 pubblicato il 20 Marzo 2018 da lafarmaciadepoca
 

 

Qualcuno di voi ricorda gli articoli sanitari SANAS della Giovanni Orlandi e figli di Torino? Se sì, datemi una mano!

In questi anni sono incappata in moltissime confezioni di bende, cotone idrofilo, garze medicate e molto altro, spesso in ottime condizioni di conservazione, come ad esempio la scatola sotto (7,3 cm x 3,6 cm x 2,7 cm), ma non sono mai riuscita a trovare qualche indizio sull’azienda.

 

Benda Sanas

Di per certo so che il periodo di maggior attività si va a concentrare tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento (periodo a cui risale la benda sopra), ma non ho alcuna data di fondazione o notizie circa il suo catalogo.

Così per l’ennesima volta, se avete informazioni sono estremamente gradite: a volte basta un ricordo per darmi un appiglio in più e continuare le ricerche.

Grazie per aver letto questo post!

Ps. Se non lo avete ancora fatto e questo sabato vi troverete in quel di Novi Ligure, fate un salto a vedere la mostra!

 

 
 
 

Fargan

Post n°552 pubblicato il 10 Marzo 2018 da lafarmaciadepoca
 

 

Anche se non è stagione, so che questo farmaco lo stavate aspettando con ansia, in particolare se nella vostra zona la densità di zanzare per kilometro quadrato è superiore a quella degli abitanti di Singapore.

Se anche voi vivete in uno di questi luoghi ameni, dubito che non abbiate in casa almeno un tubo di Fargan, oltre ai soliti barili di repellente antizanzare ( che generalmente smette di funzionare appena si mette un piede fuori dalla propria abitazione).

Questo farmaco oggi ribattezzato “Reactifargan”, poiché acquistato dalla Johnson & Johnson, titolari del brand “Reactine”, in realtà ha origine in quella che una volta era chiamata Farmitalia, la divisione farmaceutica della Montecatini. Nel 1978 essa si fuse con la Carlo Erba dando origine alla Farmitalia – Carlo Erba, e cessò di esistere nel 1993 con l’acquisizione da parte della svedese Kabi Pharmacia.  Ad oggi ciò che ne rimane è sotto il controllo della Nerviano Medical Science.

La molecola alla base del Fargan dell’epoca era allora come oggi la prometazina, un  derivato fenotiazinico con proprietà antagoniste dei recettori H1, nulla di strano per un antistaminico, ma dal curioso effetto sedativo ed ipnotico. Infatti, facendo una rapida ricerca su internet vi renderete conto che il primo farmaco con questo nome messo in commercio da Farmitalia non fu una pomata contro le punture di zanzara, ma un sonnifero sotto forma di sciroppo.

La prometazina fu sintetizzata nel 1940 dal francese Paul Charpentier, nella speranza di trovare un’alternativa alla difenitramina, ma in Italia comparve sul mercato come antistaminico solo negli anni Cinquanta. Perciò non meravigliatevi se vi capita di trovare dei sonniferi a marchio “Fargan”.

Il Fargan conteneva anche una serie di molecole dai nomi buoni per Scarabeo, ma che se sommati danno come risultato una pomata cosmetica:

-isopropile miristato (emolliente utilizzato in parecchi cosmetici);
- peridrosqualene (impedisce la disidratazione della pelle);
-glicole propilenico (solvente, sicuro nell’uomo ma potenzialmente pericoloso per i gatti);
- alcooli superiori saturi (solventi e antibatterici);
-etere poliglicolico (permette un rilascio controllato del principio attivo);
-para idrossibenzoato di metile (conservante e antimicotico utilizzato in campo farmaceutico):
-para idrossibenzoato di propile (parte della classe dei parabeni, ha proprietà conservanti. E’ impiegato in prodotti farmaceutici, cosmetici ed anche alimentari);
-olio composto di lavanda (dona al Fargan quel suo odore distintivo);
-acqua distillata quanto basta.

Ecco la foto della scatola:

 

Fargan

 



Misura 14,5 cm x 3,7 cm x 2,4 cm e risale agli anni Settanta del Novecento.

Contrariamente a quanto accade oggi il Fargan all’epoca era venduto dietro presentazione della ricetta medica. La posologia raccomandava la pomata in caso di punture di insetti, irritazioni cutanee, herpes, eritema solare e geloni, utilizzandola tre o quattro volte al giorno sulla regione ammalata.

Grazie per aver letto il post!

 

 
 
 

Cartoline dalla Grande Guerra

Post n°551 pubblicato il 01 Marzo 2018 da lafarmaciadepoca
 

Organizzare una mostra richiede una marea di tempo, soprattutto quando bisogna coordinare dei liceali.

Infatti, questo "silenzio" del blog è dovuto al fatto che il poco tempo libero che riesco a dedicare alla ricerca storica (chi ormai mi segue da tempo sa quanto io sia puntigliosa su certe cose e voglio sempre avere la certezza della veridicità di ciò che pubblico), è stato completamente assorbito da questo progetto.

Prima che gli addetti ai lavori esultino (sìììììì, la collezione è in mostra!!!), sappiate che non si tratta di una mostra "pura" in questo senso.

Sono ormai undici anni che colleziono e studio questi oggetti, ed in tutto questo tempo, mi è capitato spesso e volentieri di acquistare lotti, e nei lotti non si può scegliere: prendi tutto quello che ti capita.

Così, in maniera casuale, mi sono ritrovata con un centinaio di cartoline che soldati francesi, inglesi, tedeschi e austro ungarici della Prima Guerra Mondiale scrivevano a casa dal fronte e dagli ospedali di guerra. E sarebbe stato un peccato non tradurle, destinando così all'oblio i pensieri, le speranze, le gioie e i dolori di uomini e donne di cent'anni fa.

In quest'avventura di traduzione mi hanno accompagnato i ragazzi della 4E del Liceo Linguistico presso l'Istituto Amaldi di Novi Ligure, insieme al supporto dei loro docenti.

Non desidero anticiparvi nulla, ma vi invito, se riuscite ad essere in quel di Novi Ligure, a partecipare sabato 17 marzo alle ore 17.00 all'apertura della mostra "CARTOLINE DALLA GRANDE GUERRA" presso la Galleria Pagetto Arte di via Girardengo.

Vi posso assicurare che questi piccoli pezzi di cartoncino, che per anni hanno riposato in un cassetto di una scrivania Ikea, hanno un mondo di racconti di sincera umanità a ricordarci che a volte a dividerci è solo il colore di una divisa.

 
 
 

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