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Il Pensiero lateralae e la maglia

Post n°78 pubblicato il 04 Settembre 2012 da acori

LABORATORIO DI MAGLIA SECONDO LE TECNICHE DI ELISABETH ZIMMERMANN

a cura di Cristiana Brenna

Martedi 16 ottobre 2012 dalle ore  17 alle 20

 presso il laboratorio LEUMANN , corso Francia       COLLEGNO

 ELISABETH  ZIMMERMANN (1910- 1999)

 Signora inglese appassionata di maglia ,  conosciuta in tutto il modo maglistico , ma quasi sconosciuta  in  Italia, per avere rivoluzionato la pratica del lavoro a maglia.

I suoi progetti avveniristici, sono frutto della sua abilità  con i ferri e  della creatività che deriva  dalla  formazione  artistica acquisita  in Svizzera e Germania.

Ha utilizzato i ferri lineari, ma soprattutto i ferri circolari, ha reintrodotto il metodo Continentale che si basa sulla lavorazione con la mano sinistra, ha riscoperto il punto legaccio oggi molto di moda, per costruire come una vera e propria“ingegnera dei ferri “ capi senza cuciture e facili da realizzare   lasciando  libero accesso alla fantasia e alla  creatività..

Riscopriamo la sua  tecnica  attraverso gli innumerevoli  libri pubblicati in inglese che non sono delle semplici riviste di maglia ma dei veri e propri romanzi pieni di  “humor  inglese “ e pillole di saggezza.  Da uno di questi  ( Knitting without tears ) citiamo  una frase che esprime in sintesi la sua filosofia:

 Lavorare a maglia in modo corretto, significa eseguire il lavoro in modo rilassato, senza ansie, sforzo o tensione,  con fiducia, inventiva, piacere e,  non ultimo ,con orgoglio!

 Noi  donne ai ferri corti, siamo orgogliose di averla incontrata tramite i suoi libri, i siti internet dedicati alla maglia come Ravelry (www.ravelry.com)  e le persone che  hanno acquisito le sue tecniche.

Cristiana Brenna  (www.knitaly.blogspot.com) anche lei una “ingegnera di ferri “ ci guiderà nel laboratorio  per imparare il taglio a 45 gradi e  il  punto di vista diverso nell'impostazione del lavoro e non solo.... Quanto volte ci capita di dovere risolvere i problemi, guardando la realtà da una prospettiva diversa? Allora , esercitiamoci nell'approccio laterale  anche con la maglia!

    Il taglio a 45 gradi  è una lavorazione  estremamente versatile, con infinite potenzialità  che sono alla base del lavoro creativo della Zimmermann. 

Con il Taglio Diagonale si possono realizzare :                  

                        Quadrati che, assemblati possono diventare delle coperte, 

                        Maglie con maniche a Raglan senza cuciture

                        Guanti

                        Cappelli

                        Scialli

                        Calzettoni e pantofole

oppure, con questa tecnica  si può lavorare il punto ZIG-ZAG  sfumato (es. i capi di Missoni)              

Nel laboratorio inizieremo con il taglio diagonale per costruire i quadrati .

  •  A chi è rivolto il laboratorio a tutte coloro che hanno una media capacità di lavoro a maglia, Per partecipare è necessario avere la tessera di  “Donne ai ferri corti “ e sostenere la spesa di 20 euro.
  •   posti 20
  • Cosa portare ferri lineari o circolari, lana adatta al numero dei ferri scelti, (possibilmente con colori sfumati o gomitoli di colori diversi della stessa grammatura)

e …. come dice E.Z.  :

    ... portare  con sé,  fiducia,  inventiva, piacere ed orgoglio!

 

 

 

 
 
 
 
 

Donna, stai al tuo posto

Post n°76 pubblicato il 19 Agosto 2009 da acori

«Alle donne proibirei la patente e il fumo» una frase dell'iraniano Ahmadinejad? No, del 27enne calciatore dell'Arsenal Andrei Arshavin. «L'uomo fa l'uomo e dà la guida spirituale, la donna nutre e alleva i figli», parola di imam? No, di Povia

 

Parità di diritti un bel niente. Gli uomini, pari requisiti e livello, guadagnano ancora di più delle donne. Molto di più. Quando in casa arrivano i figli, è sempre lei a doversene occupare. Lavori domestici? Manco a parlarne. Stereotipi sulle donne al volante come se piovesse. Se una fa carriera: "l'ha data". Se è arrabbiata: è mestruata o uterina. Per non parlare dei dati sulle violenze domestiche e gli stupri, drammaticamente in crescita. Per le donne non è un bel periodo. Non solo in Afghanistan o in Iran, anche in Europa. Un maschilismo molto poco latente serpeggia pericolsamente ed è ora di reagire, soprattutto a certe dichiarazioni.

«Se ne avessi il potere proibirei alle donne di avere la patente. Uomo e donna per me appartengono a due specie differenti [...] Non sopporto le donne che fumano e quelle che mentono. Mi piacciono quelle alte, magre e con i fianchi stretti. Se una è così posso anche fare a meno di esaminarne il seno. Non ho preferenze sul colore dei capelli, quello che mi importa sono le buone maniere e lo stile». Non è una frase dell'iraniano Ahmadinejad, ma del 27enne miliardario e calciatore dell'Arsenal Andrei Arshavin. «L'uomo fa l'uomo e dà la guida spirituale, la donna nutre e alleva i figli. E insieme formano equilibrio e stabilità. Oggi, però, nessuno vuole fare la sua parte». La predica di un imam? Neanche per sogno. È la dichiarazione rilasciata dal cantante sanremese Povia alla rivista Vanity Fair.

«Ci sono pecore buone e cattive. Quelle buone danno tanta lana, fanno tanto latte e tanti agnelli. Quelle cattive non mi interessano, non le saprei riconoscere a meno che essere cattive non significhi fare poca lana, poco latte e pochi agnelli. Indipendentemente dal fatto che siano tutte buone, so per certo che sono di una razza diversa dalla mia e so per certo che molti sanno che le pecore appartengono ad una razza diversa. Anche le donne». Donne come pecore, è questa la frase che campeggia sul sito Maschilisti.com. E non è neppure un pensiero di nicchia.

La donna non deve lavorare, deve occuparsi della casa, deve fare figli e crescerli, dev'essere uno spiccato esempio di moralità (mentre gli uomini, si sa, hanno istinti legittimi da soddisfare), dev'essere bella ma non provocante, non deve fumare e neppure avere la patente. Tra quanto chiederanno che ci venga tolto il diritto di voto?

 

 
 
 

Meeting Internazionale per le vittime del regime dittatoriale religioso iraniano, Parigi 2009

Post n°75 pubblicato il 25 Giugno 2009 da acori

meeting-7

di Valentina Vivarelli, Referente Giovani IDV per la Provincia di Torino

Il 20 giugno scorso, a Parigi, si è tenuto l’annuale Meeting Internazionale per le vittime del regime dittatoriale religioso iraniano, organizzato dal Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI), presieduto dalla signora Marjam Rajavi.
100.000 le persone intervenute da diverse parti del mondo (America, Canada, Australia, Europa, Asia…) per sostenere il popolo iraniano.
Assieme alla stampa internazionale e ai rappresentanti politici, italiani e non, era presente anche una delegazione dei Giovani dell’Italia dei Valori del Piemonte, invitata dall’Associazione Donne Democratiche Iraniane in Italia ed accompagnata nel lungo ed intenso viaggio (24 ore in autobus a/r), dai membri dell’Associazione Iran Libero e Democratico.
Mostre, musica iraniana (bellissima l’interpretazione del nuovo inno iraniano ad opera del coro dei giovani di Cuneo), testimonianze dirette, video e foto shoccanti, ci hanno dato l’idea di ciò che sta accadendo al popolo iraniano.
Tutti sanno che da poco si sono concluse le elezioni con le quali Mahmud Ahmadinejad è stato confermato per un secondo mandato come Presidente dell’Iran.
Tutti sanno che non si è trattato di elezioni democratiche, perchè in Iran l’opposizione non c’è più: in parte è reclusa nelle carceri, in parte è in esilio all’estero e in parte è nei cimiteri.
Si è trattato di elezioni tra correnti della dittatura, accumunate da un sistema che prevede ed esegue impiccagioni, torture e oppressione dei partiti democratici (ricordiamo che, nel solo mese di maggio, 21 persone sono state impiccate e che l’Iran è stato l’unico Paese al mondo a giustiziare minorenni nel 2008, almeno 13, mentre almeno altri 3 sono stati impiccati nel 2009. Due persone sono state lapidate nel dicembre 2008 e un’altra nel marzo scorso).
Secondo l’Organizzazione dei Mujaheddin del Popolo Iraniano (PMOI), più dell’85% dei 51,2 milioni di elettori iraniani ha boicottato le elezioni, per dire “no” al regime.
Tutti sanno che da giorni la popolazione di Teheran, in particolare i giovani, stanno manifestando contro queste elezioni.
In risposta, gli Agenti delle Forze di Sicurezza Statale (SSF), le forze speciali anti sommosse e molti uomini in borghese, stanno attaccando i manifestanti e gli oppositori al regime.
Ci è stato raccontato quello che forse non tutti sanno.
Qualche notte fa, c’è stato un vero e proprio massacro degli studenti universitari di Teheran, a seguito di un’incursione alla residenza universitaria, dove si teneva un sit-in degli studenti: numerosi i feriti e gli arrestati.
In seguito a ciò, più di 120 docenti universitari si sono dimessi collettivamente dalle funzioni, per unirsi al sit-in.
Dalle parole dei presenti e di una piccola donna, Marjam Rajavi, conosciamo alcuni dettagli della repressione; e dal suo interrompere il Meeting antetempo a causa della notizia della manifestazione in corso a Teheran, cogliamo la gravità degli eventi.
Si tratta di una repressione che, dai racconti che ci vengono fatti, si avvale dei metodi più inquietanti: attacchi in piena notte alle case di coloro che soccorrono i feriti, raid negli ambulatori per arrestare e torturare i feriti, manganelli-accette per colpire i manifestanti, spari contro i manifestanti da elicotteri soprastanti, allestimenti di sale di tortura nei sotterranei della città…
Purtroppo le immagini che arrivano, tramite internet, sono solo quelle diffuse grazie a coraggiosi ragazzi iraniani, perchè gli Ayatollah hanno ordinato il blocco totale dell’informazione, per non far vedere al mondo ciò che sta accadendo.
Centinaia le persone arrestate, centinaia i feriti e decine i morti.
Ma la protesta dei ragazzi di Teheran continua.
I ragazzi iraniani, che rappresentano il 70 % della popolazione, chiedono Libertà e Democrazia per il loro Paese, chiedono sostegno per un cambiamento democratico, chiedono dure sanzioni contro il regime, chiedono nuove elezioni sotto la supervisione dell’ONU.
Noi Giovani dell’Italia dei Valori del Piemonte c’eravamo, in un freddo pomeriggio di Parigi, a questa grande occasione internazionale per rilanciare una politica seria per il futuro dell’Iran, con i tanti, tantissimi, giovani provenienti dalle diverse parti del mondo, per unirci al grido di Pace, Libertà e Democrazia.

 
 
 

Corpi protagonisti e farfalle del potere

Post n°74 pubblicato il 25 Giugno 2009 da acori
Foto di acori

Iran e Italia"Laggiù c’è un potere teocratico che passa attraverso il velo e le limitazioni delle libertà per le donne, da noi c’è un potere volgare e mediatico che calpesta le conquiste delle donne

La morte in diretta della giovane manifestante iraniana Neda, simbolo della lotta di un popolo per la conquista della democrazia, e le scalate alla para-politica delle veline in Italia, simbolo della decadenza della nostra democrazia, scandiscono in contemporanea i notiziari televisivi e le pagine dei quotidiani. È una narrazione della realtà dura da accettare e che ci sovrasta in quanto esercizio di un potere violento, maschile e maschilista. In Iran e in Italia ‘quelle’ donne sono sulla scena con la loro fisicità, innumerevoli declinazioni del protagonismo femminile. Laggiù c’è un potere teocratico che passa attraverso il velo e le limitazioni delle libertà per le donne, da noi c’è un potere volgare e mediatico che calpesta le conquiste delle donne: deliri di onnipotenza di uomini al potere (e di potere) che uccidono persone (in Iran) e dignità delle persone (in Italia), e fin qui non ci sono novità, fatte salve le enormi differenze tra i due contesti. Quello che colpisce è l’uso del proprio corpo che nelle diverse situazioni le donne hanno deciso di fare: contrasto ‘fisico’ alla aggressività dei picchiatori governativi nelle piazze di Teheran, mercificazione di se stesse per un briciolo di notorietà sugli schermi televisivi o come scorciatoia per una carriera che difficilmente intende la politica come passione e servizio. Gli scenari sono a tinte fosche, ma quello che in particolare brucia, da noi, è constatare che le lotte delle nostre tante ‘Neda’ sono rinnegate dalle donne oggi, ‘libere di’ grazie a loro. Sono consapevoli di ciò le varie ‘papi-girls’ felici delle scintillanti farfalline e tartarughine che hanno ricevuto in dono? La loro sudditanza ha permesso all’avvocato Ghedini, onorevole della Repubblica per nomina, di arrivare impunemente a definire ‘utilizzatori finali’ gli uomini che vanno con le prostitute e poco importa se questa affermazione, dal suo punto di vista, si è resa necessaria per difendere il suo cliente che è anche Presidente del Consiglio. Il punto è che lo ha detto e ribadito senza provare la minima vergogna, né istituzionale né umana. L’indignazione per il livello di oltraggio raggiunto, delle donne e degli uomini, circola nella rete e sulle pagine di qualche giornale, meno forte appare nel paese vivo, forse ancora disponibile a tollerare oppure ormai incapace di cogliere la gravità di quanto sta accadendo. La Caritas, dati alla mano, racconta un paese sempre più povero, ma - come non osservarlo - un paese che non reagisce all’inadeguatezza del governo neppure utilizzando lo strumento del voto. Berlusconi, la sua immagine e il suo potere escono indeboliti dalla verifica elettorale, ma resta impressionante il numero degli italiani e delle italiane che gli hanno rinnovato la fiducia nonostante il fragore degli scandali che hanno contrassegnato la campagna elettorale sostituendosi al dibattito politico.

(Tiziana Bartolini)

 
 
 
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