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102 - Politica, Economia e Società

Neo-Feudalesimo CapitalComunista: la Democrazia nell'Era della Pianificazione Capitalista.

Una tendenza (intenzionale o casuale non lo so) che ha iniziato a manifestarsi con forza sin dal 1989 (crollo del Muro a Berlino) e che non ha mancato di avere certi riflessi politici in Europa, negli anni successivi.

I manager gestiranno gli Enti Pubblici che (inutile dirvelo) saranno privatizzati (almeno quasi tutti quelli di livello sub-centrale)... non saranno necessari consigli eletti dal popolo, ma semplici CDA.
Questi dovranno assolvere alle funzioni pubbliche essenziali (ridotte all'osso), contro l'incasso (non la mera riscossione), ovvero l'introito, dei tributi.
Sul livello di questi ultimi avranno un discreto margine di autonomia decisionale.

Tutto "corre" in quella direzione....

Ma.... c'è una "cosa" che farà fallire il tutto... e che, se si è trattato di un piano architettato e non di un caso, chi ha posto in essere tali condizioni non ha considerato, ovvero:

La Condizione Estetica del Capitale.

Quando si sarà compiuto il tutto, si farà la corsa a restituire tutto, poiché si renderanno conto di aver creato la condizione per il proprio impoverimento, ma, per molti di loro, sarà tardi.


Neo-Feudalesimo Capital-Comunista I

Le grandi corporazioni, strutturando e pianificando le proprie politiche economiche, data la loro dimensione spaziale, finanziaria e multisettoriale, agiscono a mo' di stati centralizzati socialisti.

Essi decidono cosa, come, quanto, quando e dove produrre.
Inoltre sono allo stesso tempo anche i finanziatori dell'acquisto dei propri prodotti.

Tutto ciò è un ibrido manifestarsi della peggiore esperienza capitalista e socialcomunista.
Non è solo il sistema cinese ad essere capital-comunista.
Lo è altrettanto il sistema americano, nonostante si veli dietro un falso lasseiz faire proclamato ai 4 venti.
Anche e soprattutto le corporazioni USA pianificano nel modo prima indicato ed è giusta l'osservazione di una pretesa neo-colonialistica privata, poiché esse acquisiscono realtà minori in territori geograficamente, politicamente e settorialmente lontani.

D'altro canto tale tendenza non si rivolta più e soltanto verso i salariati, ma anche e, per certi versi in misura maggiore, verso la media borghesia (se è possibile parlare ancora in questi termini) dei piccoli e medi imprenditori e dei professionisti.


Basilea 2 offrirà una grassa e grossa opportunità per chiudere i rubinetti a molte piccole e medie imprese.
Immagino allora che l'attuale "capitalista imprenditore", tanto vituperato dalle "sinistre" sinistre del sistema e bistrattato (nonostante la propaganda) dalle "sinistre" destre, sarà costretto a vendere allo stato corporativo privato di turno e chiedergli in ginocchio di divenire il preposto dello stesso nell'azienda che in precedenza guidava autonomamente..
L'imprenditore diviene un piccolo manager di provincia, sebbene sieda pur sempre allo stesso posto e all'apparenza nulla sembra essere cambiato.

La potenza di questo nuovo sistema sta in ciò:
esso ci scorre dinanzi agli occhi, cresce, fagocitando ogni cosa, senza che apparentemente nulla sia cambiato, poiché ciò che cambia sono rapporti di forza giuridico-economici che non danno luogo a variazioni manifeste.

Allo stesso modo, così come Basilea 2 potrà essere l'occasione per far man bassa delle piccole e medie imprese, così la tendenza degli stati ad uniformare i propri sistemi contabili allo IAS e a rendere affini i propri sistemi giuridici, crea i presupposti affinché le grandi corporazioni della consulenza aziendale possano, nel medio termine, fagocitare i liberi professionisti dell'impresa (avvocati, commercialisti, ecc.), i quali saranno destinati a divenire i responsabili di filiale di provincia della corporazione, laddove prima erano liberi e autonomi professionisti.


Negli altri campi la tendenza va in questo senso.

Altre tendenze si sono già manifestate da tempo (ad esempio il commercio al dettaglio che, per la parte più grossa, viene man mano spazzato via dalle catene distributive le quali, a loro volta, o giungono a dimensioni competitive o vengono fagocitate dalle grandi catene multinazionali).

E così via.

Un unico mercato finanziario mondiale del rischio, dove si potrà scommettere su tutto, governerà i destini come una moderna ‘Lotteria di Babilonia’ (cfr. l’omonimo stupendo racconto di J.L. Borges).


Voglio però chiudere con un po' di ottimismo popperiano.

Il futuro è comunque aperto e dipende da noi, da tutti noi.

I sistemi, i partiti, le corporazioni, ecc. sono costituite da uomini, ognuno dei quali, in misura più o meno diversa, ha il potere di decidere e scegliere.

Dunque nulla è perduto.

Sta a noi.

A tutti noi.


Neo-Feudalesimo Capital-Comunista II

Il problema è che si sta delineando un sistema dittatoriale oligarchico e capital-comunista che definisco "feudalesimo delle corporazioni".
Da qualunque lato vogliate osservarla, la situazione è tale.

Pensate giusto un attimo a quali sono le attività economiche in cui è più difficile entrare, nonostante il predicato libero mercato, a meno che non siate delle corporazioni.

Tutte quelle che hanno in qualche modo a che fare col denaro, col credito e col risparmio.
Certamente non è un caso.

D'altro canto a nulla valgono le pretese motivazioni sottostanti le regole giuridiche attuate in questi campi.
(Tutela del risparmio e dei risparmiatori, eccetera).
E' innegabile che tali pretese motivazioni di ordine politico-sociale, sottostanti i lacci e lacciuoli posti a queste attività economiche, non solo non vengono realizzate con le norme attuali, ma, in linea di principio e ad una analisi più approfondita, quelle stesse regole che dovrebbero salvaguardare le funzioni sociali del credito, del risparmio e del denaro, sono palesemente in contrasto col raggiungimento di tali obiettivi.

Ciò non è un problema solo italiano: è un problema globale.

Un esempio su tutti.

L'esercizio della professione di agente di cambio soppresso a favore delle sim e delle banche con la pretesa che queste, con la struttura prevista, potevano dare più garanzia ai risparmiatori, il ché non è affatto vero e non solo a posteriori, con l'esperienza che dal 1990 ad oggi si è fatta in questo campo.
Infatti, essendo le sim e le banche società patrimonialmente autonome, in caso di malafede non offrono maggiori garanzie rispetto a quanto poteva offrire un agente di cambio (anzi essendo maggiore il numero di persone dedite all'amministrazione le garanzie sono inferiori) ed in caso di fallimento rispondono solo col proprio patrimonio.

Ma si pensi anche a tutte le altre norme (in tutto il mondo) che bloccano in modo inusuale la libera iniziativa economica in ambito finanziario, con la scusa della tutela del risparmio, della funzione creditizia e delle funzioni sociali del denaro, favorendo e riservando tali attività a specifiche corporazioni e lobby.

Dunque il Re che vuole continuare a vivere la sua vita allegramente è disposto a concedere ai suoi vassalli sempre più terre.
L'importante è che questo gli garantisca le gabelle.
Il vassallo, a sua volta, diviene concedente dei poteri trasferitigli dal re.
Ma guai a disobbedire al vassallo o ai vassalli che, come GECC, hanno imperi ormai più grandi di molti re e che, nonostante i divieti imposti ad altri di fare altrettanto, con la scusa di finanziare un'attività economica, sono autorizzati a battere moneta propria (tutti i bond GECC sono moneta, considerando i bassi livelli forzati dei tassi [secondo me dovrebbero essere molto più alti] e considerando l'ormai lieve peso che la gestione caratteristica ha sull'attività globale, essi non hanno più la finalità di finanziare un'attività reale, bensì divengono strumento di puro signoraggio).


Perché non dovrei offrire bond personali o prodotti derivati personalmente creati qualora fossi considerato solvibile da chi mi conosce? L'unico controllo necessario a livello legislativo sarebbe relativo ai volumi e cioè all'effetto leva creditizio, così da tutelare i prenditori dall'utilizzo di una leva spregiudicata.
La molteplicità di libere iniziative derivanti offrirebbe una reale varietà di prodotti ed un reale abbassamento dei costi delle attività finanziarie, sicuramente più facili da controllare per i prenditori.


Mi fermo..... ma ce ne sarebbe da scrivere sul "Feudalesimo Capital-Comunista".


Neo-Feudalesimo Capital-Comunista III

(alcune risposte ad altri interventi e che sono pertinenti l'oggetto qui trattato)


1 - L'unico problema è che ci vorrebbe una classe politica europea che faccia riforme strutturali a vantaggio della media e medio-grande impresa, mentre lor signori stanno costruendo cartelli su cartelli di multinazionali.

Non ho paura della competitività dei cinesi, bensì dei lacci occulti che la Bestia crea per chi non è al vertice.

Vedrete quando vi saranno multinazionali di avvocati, di medici o altri professionisti che diranno ai singoli professionisti: "... o lei fa il preposto per noi e il suo studio diventa una nostra filiale con un ottimo compenso mensile, ma pur sempre nostro dipendente, oppure la buttiamo fuori mercato....".

Qualche leggina ad hoc in tal senso, decisa a livello europeo, in alcuni settori è già una realtà e altre ne stanno studiando pur di servire Sua Maestà o le Vostre Madame Maestà.

E' vero sono gli uomini a fare il sistema, ma è anche vero che ogni individuo ha un suo peso specifico nel sistema.


2 - Il problema è che a livello europeo le cose non cambiano, anzi mi sembra che il "mostro" sia cresciuto e l'entrata dei paesi dell'est potrebbe essere l'occasione per "vendere" nuovi incentivi alle imprese, solo che in questo caso ne beneficeranno solo le grandi.

Così il balzo in Europa sembra un tentativo di rapinare anche i percettori di rendite finanziarie, i professionisti e i piccoli e medi imprenditori.

Per la serie "è tutto nostro, non ce n'è per nessuno".

Altro che fratellanza fra i popoli, qui siamo ad un nuovo sistema feudale e capital-comunista (capitale concentrato in pochissime mani, ceti medi cancellati, produzione centralizzata e pianificata da poche multinazionali in regime di oligopolio).

Bella l'Europa degli schiavi..

 

 
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