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Canto XXXV - Inferno

Donne affette da Endometriosi

 
 
 
 
 
 

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STORIA DI DANIA

Post n°94 pubblicato il 22 Febbraio 2008 da librodade

  Ciao Veronica, ho letto più volte la tua esortazione a scriverti per raccontare la propria storia con l'endometriosi e dopo averci
riflettuto a lungo, ho deciso di farlo e cercherò di essere sintetica e poco lagnosa.:-)
Mi chiamo Dania ho 40 anni e due anni fa sognavo ancora di diventare madre, ma invece mi hanno tolto utero ed ovaie per endometriosi
pelvica severa.
Avevo provato una fivet l'anno precedente, ma purtroppo il mio unico embrione fecondato su due ovociti prodotti, non ha voluto
saperne di restare con me ed è andato via.
Forse la colpa è stata mia perchè quando sono rientrata a casa dal transfer, mi sono messa a pulire come una scema dietro ai
fornelli perchè c'era del caffè per terra invece di ficcarmi a letto e covare..covare..covare
O forse qualcuno avrà voluto punirmi perchè molti anni prima un figlio è arrivato ed è arrivato in una notte d'amore intensa,
bellissima, da brividi...e quel figlio non ce l'ho fatta a tenerlo per me. Sarei stata sola, avrei dato un dolore immenso ai miei e
non ho retto, sono stata vigliacca e sono stata punita.
...sai quante volte ho pensato che gli anni trascorsi a colpevolizzarmi, a fustigarmi mentalmente e pensare così tanto male di me,
abbiano fatto si che la mia endometriosi galoppasse a mille?
Mi guardavo la pancia e pensavo a quello che avevo fatto e mi schifavo...
Sono sicura che la malattia c'era già da prima, da sempre, perchè i miei ricordi del ciclo mestruale sono stati sempre accompagnati
da dolore, ma si sa...soffrire è normale.
Evidentemente però ero ancora in grado di procreare perchè un figlio, in un'unica notte d'amore, unica notte, è arrivato ma poi ci
hanno pensato i medici a rovinarmi del tutto.
Una mattina di ottobre in cui una macchina non funziona, le mie urla, la psicologa che mi tiene la mano e mi chiede se piango per il
bambino o per il dolore e poi il medico che dice "basta, la ragazza non ce la fa" e una settimana dopo sono di nuovo in pronto
soccorso perchè ho febbre, emorragia e l'utero non si richiude.
Mi esaminano e sono a rischio setticemia, mi danno un pò di antibiotico e mi rimandano a casa.
La viscida e maledetta PID (pelvic infection disease)aveva però già fatto i suoi danni e con lei, l'endometriosi si è sbizarrita.
Aderenze per l'infezione, liquido nel douglas, tube occluse ed ovaie ritorte, vescica intaccata e cisti sotto l'intestino questo è
quanto hanno trovato nella mia pancia quando mi hanno asportato l'utero e le ovaie.
Mi ci sono voluti mesi per elaborare il lutto, mesi per far si che la rabbia per le informazioni non ricevute , si tramutasse in
costruttività, mesi passati in psicoterapia per smetterla di colpevolizzarmi e per pensare che la vita è bella comunque e pensare di
farla finita non era la soluzione giusta.
Non avevo e non ho comunque la prova che quella unica gravidanza sarebbe andata avanti e adesso non ci penso più.
Sul mio cuore c'è un'aderenza che ha velato il tutto, che fa si che i ricordi siano offuscati e lontani e che mi permette di pensare
a me stessa come una persona comunque degna e non come un verme.
Ho voluto scriverti tutto questo e se lo vorrai pubblicare non ho alcun problema, perchè il tuo blog è diventato una sorta di
"sfogatoio" e ci tenevo a far conoscere anche la mia storia e dire alle tante donne che ti leggono che i pensieri positivi e l'amore
verso voi stesse deve essere la prima grande cura per accettare e convivere con la malattia.
Nessuno ci ha punite perchè non abbiamo alcuna colpa se ci è capitata questa malattia in sorte, non flagellatevi e non abbiate sensi
di colpa nei confronti dei vostri cari, dei vostri mariti perchè di certo non vi fate del bene.
Ho capito solo troppo tardi di aver speso tanti anni in cui la mia mente era ossessionata da pensieri maligni e negativi e la
malattia si crogiuolava in me perchè io stessa le davo modo di rafforzarsi.
Forse starete pensando che sono matta, che la mente ed i sentimenti non c'entrano nulla con la nostra malattia, ma non è così.
Mente e corpo non si possono scindere, siamo un'unica cosa ed anche una malattia come l'endometriosi che nasce senz'altro da geni
sbagliati e da chissà quali altre cause meccaniche, trova senz'altro vita facile in una mente tormentata ed in un animo negativo.
Le difese immunitarie si abbassano ulteriormente e lei ci gode...
Abbiate cura di voi stesse, accettatela come parte di voi, come una parte che forse vi costringerà a guardarvi dentro ed a fermarvi,
a tagliare tutto quello che nella vostra vita ed intorno a voi non va, non combattetela, non sprecate quelle poche risorse fisiche e
psicologiche per pensieri negativi, aprite il vostro cuore e condividete le vostre emozioni con gli altri.
Mi sono permessa di darvi questi pochi e se volete banali consigli, perchè conosco il dolore, il dolore immenso di chi ha sempre
desiderato un figlio, figlio arrivato in un momento in cui ero plasmabile e non sono stata pronta ad accoglierlo; conosco il dolore
della parola sterilità, dei sensi di colpa e della vergogna e comprendo che mi sono voluta tanto male...
Vi lascio con un grande abbraccio e saluto Veronica con stima ed affetto (mi permetti vero?) e le ragazze dell'Ape che sono al
fianco della nostra scrittrice preferita. :-)



Cara Dania, come vedi le ragazze hanno compreso senza colpevolizzare.
E non avevo dubbi su questo. Non pensare al passato e a quello che avresti potuto o dovuto fare ... chi può sapere come sarebbero andate le cose ...
Da come scrivi, credo che il tuo "percorso" tu l'abbia fatto ... spero che sia come sembra e cioè che hai capito che non è colpa tua, non è colpa tua se quel giorno hai pulito i pavimenti, e soprattutto non è colpa tua se ti porti nella pancia questa bestiaccia.
Tu hai detto una cosa che dice sempre Marisa. Accettatela e non combattetela.
Non sprecate forze ed energie. E' vero ... purtroppo è vero.
"Viverla" male non aiuta noi ... ma aiuta Lei.
Un sorriso a tutte allora.
Ti abbraccio
Vero

 
 
 
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