Un blog creato da librodade il 26/01/2008

Canto XXXV - Inferno

Donne affette da Endometriosi

 
 
 
 
 
 

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STORIA DI CINZIA

Post n°123 pubblicato il 26 Marzo 2008 da librodade

Ciao, mi chiamo Cinzia.

Ho acquistato sabato il tuo libro e l’ho già letto due volte. Nelle tue parole riesco a rivedere le sensazioni e gli stati d’animo vissuti in questi anni che io, non essendo brava a parole (e te ne accorgerai), difficilmente riesco ad esprimere.

E’ un po’ che penso di raccontarti la mia storia (istinto che viene a tutte le persone che leggono il tuo libro), che ha in comune con le altre storie la sofferenza ma ha anche un “lieto fine” che può aiutare te e le altre persone che passano attraverso queste esperienze a vedere la luce in fondo al tunnel.

La mia storia di endometriosi inizia nel 1990, a soli 18 anni. Vengo ricoverata d’urgenza per una sospetta appendicite in quanto da due giorni avevo dolori, ma da una ecografia si vede chiaramente una cisti di 18 cm di diametro sull’ovaio di destra. Vengo operata (l’intervento dura 8 ore) e mi viene asportata la ciste, ed assieme ad essa ovaio e tuba. La mia fortuna è stata di aver trovato un medico che ha riconosciuto subito la malattia con cui aveva a che fare e che da 18 anni mi segue ed assiste.

Da qui iniziano i controlli ogni 3 mesi, ecografie a non finire, pillola, prelievi per il CA125….

Nel 1992 ad un controllo di routine si vede un’altra ciste sull’ovaio di sinistra: altro intervento. E di nuovo controlli e visite a non finire.

Per fortuna ho incontrato un ragazzo meraviglioso che nel 1996 è diventato mio marito e subito iniziamo a darci da fare per allargare la famiglia ma senza risultato.

Nel 1998 mi trovano un’altra ciste e vengo operata di nuovo. Dopo questo nuovo intervento mi viene prospettato dal ginecologo la possibilità di rivolgermi ad un centro di fecondazione assistita per “sfruttare” il pezzetto di ovaio rimasto. Mi rivolgo al centro più vicino dove vengo messa in lista di attesa: 2 anni. Per fortuna sono ancora giovane e il tempo passa; ma si arriva alla data fatidica con un fardello di ansia che solo chi ha avuto la sfortuna di passarci sa a cosa mi riferisco.

Il risultato è negativo e vengo messa in lista per un nuovo tentativo dopo altri 2 anni. Inizio così a cercare altri centri a cui rivolgermi. Ho la testardaggine (perché alla fine è questa che ti fa andare avanti) di riprovarci altre 6 volte e tutte negative. Colleziono anche un ricovero per un’infezione causata dal prelievo ovocitario. Dopo 7 tentativi andati male (nonostante sono arrivata all’impianto tutte le volte) rinuncio al desiderio di avere un figlio mio. Dal punto di vista psicologico sono uno straccio e per fortuna ho vicino quell’angelo di mio marito che mi è sempre stato vicino, piangendo con me ad ogni insuccesso e nei momenti di crisi. E’ stata la mia roccia, a cui aggrapparmi durante le burrasche.

Iniziamo a pensare all’adozione ma sono un po’ titubante a far entrare degli estranei nella mia vita e così aspettiamo di rimettere insieme i pezzi della nostra vita.

Le visite di controllo si susseguono con il solito ritmo ed a una di queste il ginecologo mi sospende la pillola per un paio di mesi in quanto l’analisi del sangue ha i valori della tiroide sballati.

Dopo circa due mesi, dopo un ritardo di 10 giorni, decido di acquistare e fare un test di gravidanza, ma solo per togliermi il pensiero che potessi essere incinta in quanto il giorno dopo dovevo partire per una vacanza. Sorpresa delle sorprese: POSITIVO. Telefono a mio marito che era al lavoro e gli comunico la notizia. Era il 1 giugno 2005. Impazzisce dalla contentezza, è talmente agitato che trova una scusa e viene a casa dal lavoro. Vuole chiamare l’agenzia di viaggi per sospendere la nostra vacanza ma gli dico di aspettare perché prima voglio sentire il parere del ginecologo che invece mi dice di partire tranquillamente. I controlli che mi fa di ritorno dal viaggio sono a posto ma mi dice di prenderla con calma perché è molto presto e non si sa come può procedere, ma procede… E i giorni passano, passano le settimane. Io da subito mi sento che è un maschio, perché per avere il “coraggio” di crescere in quel casino di pancia che mi ritrovo deve avere 2 p…. così. E il 16 gennaio 2006 nasce il mio piccolo tesoro!

Non è che i problemi finiscono con la gravidanza, i controlli e gli esami continuano e possono uscire nuovi problemi (sono alle prese con un fibroma in questo momento) ma spero che la mia esperienza possa servire a dare un po’ di fiducia nelle persone che in questo momento stanno vivendo momenti difficili.

Un abbraccio a tutte le altre amiche e soprattutto a te.

Grazie per il libro e per l’aiuto che dai a tutte noi, accomunate da questo male.

Cinzia

E' incredibile come io percepisca "fisicamente" le vostre mail, i vostri racconti.
Così come voi vi ritrovate nel mio libro, io mi ritrovo nelle vostre storie, nelle vostre parole e a volte mi accorgo per tutta la durata della mail ho la pelle d'oca, prima alle gambe, poi man mano che leggo si rinnova e la sento nelle braccia ... è una sensazione intensa e molto comunicativa.
Grazie per la tua storia Cinzia.
Come dico sempre per la storia di Deborah (storia n°12, rileggetela è incredibile), la vita è burlona. Nel tuo caso lo è stata. Al di là di ogni statistica e percentuale.
Doveva andare così. Punto e basta.
Ed è bello pensare che possa succedere prima o poi anche alle altre ragazze che proprio in questi giorni, e sono tante, sono dentro ad un percorso di fecondazione assistita. Se anche dovesse essere l'ennesimo NEGATIVO, la vita può sempre riservarvi delle sorprese.
Un bacino al tuo piccolo grande uomo.
Vero

 
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