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Canto XXXV - Inferno

Donne affette da Endometriosi

 
 
 
 
 
 

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STORIA DI ALICE

Post n°216 pubblicato il 03 Luglio 2008 da librodade

Ciao Veronica, mi chiamo Alice.

 

Chissà se ti ricordi di me…mi hai spedito il tuo splendido libro e non ti ringrazierò mai abbastanza per questo meraviglioso dono che mi ha aiutato a capire…

 

Vorrei tanto raccontare la mia storia, ma so che non troverò le parole adatte. Comunque ci provo..

 

Io sono soltanto all’inizio.

Ho avuto una colica addominale mostruosa con la rottura di un corpo luteo emorragico, sanguinamento nel peritoneo e liquido nel douglas, febbre per qualche giorno, che mi ha fatto finire in ospedale, poi tutto è rientrato. Questo ad Ottobre scorso.

 

Da quel momento ho avuto sempre ogni giorno dei doloretti più o meno forti sparsi all’interno della pancia, sotto il fegato, al rene, all’intestino, all’ovaia, tutto e comunque sempre nella parte destra, ma nessuno riusciva a formulare una diagnosi, poiché le eco non evidenziavano alcunché ai vari organi.

 

Questi dolori non mi hanno mai, mai, mai lasciata in questi mesi, neppure un giorno, neppure la notte. Ho sempre avuto mestruazioni dolorose, sì, ma dopo ottobre le cose sono notevolmente peggiorate, con vomito, svenimenti e dolori davvero da togliere il fiato, non scherzo, mia mamma ha dovuto parlare con i dottori al posto mio, io non tiravo il fiato….I rapporti erano quasi sempre macchiati di sangue, poco ma c’era, insieme al dolore e al disagio estremo in certi momenti.. Alle visite ginecologiche tutto ok, non si evidenziava niente di che.

 

Sono tornata in ospedale più volte, sospetta appendicite, flebo di lixidol e poi a casa. Risultato: avevo le braccia come un colabrodo e non ne levavo le gambe.

 

Fino al 15 di Maggio, quando finalmente si sono decisi a trattenermi per accertamenti, poiché dopo la 2 flebo il dolore non accennava minimamente a passare.

 

Sono stata ricoverata in chirurgia, i dolori non corrispondevano ad appendicite o ad altro in particolare, si procede con esami del sangue, marker tumorali, ecografia TSV ed antidolorifici vari, flebo.

 

Si evidenzia una ciste all’interno dell’ovaia destra, 3 cm circa. Vengo messa in lista per una laparoscopia diagnostica/operativa e vengo rispedita a casa con i soliti dolori di sempre.

 

Il mio ginecologo mi ha visitata subito, mi conosce ormai da 16 anni, e mi parla di diversi tipi di cisti, tra cui quella endometriosica, che non esclude, ma che non si sente di confermare finchè non la vedrà con i suoi occhi  con la laparoscopia (il CA125 è a 13.3 anche se questo non la esclude comunque). Intanto mi prescrive la pillola per 3 mesi, vuol vedere come si comporta nell’arco di questo tempo, dice, e mi spiega tutto quello che devo sapere in merito, anche se già mi ero informata..perché me lo sentivo..era come se lo sapessi.. .

 

Non mi fermo, nonostante abbia piena fiducia in lui, così dopo 2 giorni sento un altro parere e vado da un altro medico, il quale senza alcun dubbio parla di ENDOMETRIOSI. Mi mette in super allarme, anche se come ho detto,  lo ero già da tempo, e da tempo mi ero documentata su questa malattia subdola e bastarda. Mi dice che non devo aspettare, di operarmi prima di 6 mesi e che mi devo mettere nell’idea che sarà quasi impossibile poter avere bambini.

 

 Stop. Fine.

 

L’impressione che ho avuto di questo medico non è stata buona, non mi fido, a pelle. Troppo drastico, troppo definitivo, di poche parole, non mi ha dato spiegazione alcuna, si è limitato a darmi la sentenza senza alcuna umanità..Certo sentirò altri medici, ma adesso non riesco…

 

Ho deciso così di iniziare intanto la cura con la pillola, che male non fa, e prendermi un pochino di tempo per me, per ricapitolare…per non impazzire.

 

Per non impazzire davvero.

 

Non riesco ad accettare tutto questo, il mio cervello è diviso in due tra la consapevolezza della malattia, e il non riuscire ad elaborare il tutto.

 

Consapevolezza perché io lo sento che è lei.

 

L’ho sentito subito appena ho letto di lei, dei sintomi, del decorso.

 

Ho capito quello che mi aspetta ma dico NO. Non lo accetto.

 

Mi sembra di impazzire, davvero.

 

E non riesco a piangere. Non riesco a buttar fuori il dolore. Ho tutto dentro di me.

 

Penso continuamente che invece di avere qualcosa di bello che mi cresce dentro ho una bestia che mi mangia ogni giorno, e morde, e fa male, e si prosciuga la mia forza e la mia speranza.

 

La mia vita adesso è buio. Mi sono allontanata da tutto e tutti. Il mio uomo cerca di starmi vicino ma io non voglio, lui può ancora realizzare i suoi sogni, io NO, i miei sono spezzati, sono in briciole. Lui può ancora scegliere. A me non è concesso.

 

I miei sogni sono sempre stati 2.. Al primo posso anche rinunciare, sposarsi forse non sarà la mia strada, ma al secondo…al secondo non posso proprio..non me lo posso permettere…

 

Alla mia bambina…eccolo il mio sogno più grande..la volevo chiamare Argentina, come mia nonna, la mia dolce Anima Gemella, il mio legame prediletto, la mia Stella Assoluta. La mia Gioia, la Mia dolce Nonnina..

 

Mia nonna che ancora è con me e non sa nulla…che mi guarda e capisce che non le dico la verità. Che mi conosce troppo bene.

A lei ho promesso un momento di gioia assoluta, a me stessa ho promesso di regalarLe finalmente qualcosa di bello anche io… E’ lei a cui voglio far stringere la mia bambina tra le braccia… A lei a cui non ho mai dato gioie grandi, a cui ho voluto e voglio più bene che a qualsiasi altro…Più di tutto… Lei che si merita tantissimo e di più…Lei che si merita di vedermi piangere di gioia, occhi negli occhi…Lei che potrebbe vedermi finalmente felice..

 

A lei che se sapesse di questa mia malattia morirebbe di dolore…

A lei mento ogni giorno. Per regalarle la serenità che mi è stata tolta inesorabilmente. Lei non deve soffrire per me..

Forse è per questo che non riesco a piangere, perché non le racconto...Io che le ho aperto ogni singolo angolino di me..perché ha letto la mia anima appena mi ha visto nascere…Quanto bene, quanto amore nei suoi occhi..

Tengo tutto chiuso in me come in un portagioie ben custodito, sapendo che il mio sogno davvero potrebbe con moltissima probabilità non realizzarsi mai.

 

E anche se non è colpa mia se mi è successo questo..io non mi so perdonare.. Non mi so dar pace…penso solo che non doveva toccare a me…

A me che la prima volta che aspettavo in sala d’attesa con mia mamma la mia prima visita ginecologica, le ho fatto promettere di accompagnarmi lì quando anche io, come quelle donne, avrei avuto un bambino in questa pancia…e ti giuro ogni visita che ho fatto, ogni volta che ho messo piede in quella sala d’attesa…ho sempre avuto lo stesso pensiero…

A me che non ho mai voluto toccare quelle pancette che crescevano alle mie amiche, a mia sorella, per paura di rovinare qualcosa…A me che tremavo e tremo ogni volta che vedo un bimbo piccolissimo in un passeggino, quelle manine…quegli occhi..

 

Ed invece…

 

Non voglio annoiarti più, intanto mi rimetterò un po’ in sesto e vedremo! Voglio combattere questo sì, e so di averne la forza necessaria, ma non riesco a trovare il mio punto di partenza.

 

Grazie di tutto e grazie davvero per tutto quello che fai per noi. J

 

Un abbraccio.

 

Alice.

Alice … ho chiesto aiuto ad una persona per risponderti … ho chiesto aiuto a Nonna Rachele … non so se la conosci … è ormai la nonna di tutte noi … ha il suo blog http://blog.libero.it/nonnarachele  e tante ragazze che frequentano questo blog vanno anche nel suo a trovarla per sorridere un po’ e per farsi coccolare un po’.

Spero che riesca in questi giorni a riuscire a dirti due parole. A volte la connessione del suo computer ora che è in campagna fa le bizze.

Inizialmente mentre leggevo la tua storia ho pensato che forse dovresti farle leggere il libro. Così. Semplicemente. Senza dire altro.
Ma poi ho pensato che sarebbe comunque un momento di forte complicità e di forti emozioni se tu trovassi il modo di parlarle.
Perché sono sicura che saprà per lo meno rincuorarti e farti capire che non la stai deludendo, che la tua vita non girava attorno a quello che saresti diventata un giorno, ma a quello che sei. Nel tuo modo di fare, nel tuo modo di amare la vita.
Non credo che mia nonna, mio marito e i miei genitori mi amino meno perché non sono riuscita a percorrere i binari che percorrono “tutte le altre”.

Certo … ne saranno addolorati … ma si può riuscire a dirottare i sogni della propria vita … e se tu sarai capace come credo, di farlo … saranno ancora più orgogliosi di te. E poi soprattutto e su questo ti prego di soffermarti a ragionare … non è escluso che tu un giorno possa avere un bimbo.

Tu hai messo uno STOP-FINE che nessuno ti ha inflitto. Neppure la tua endometriosi, che potrebbe benissimo essere “distratta” e concederti anche di vivere tante gioie.
Un passo alla volta Alice. Ora pensa a curarti. Rivolgiti assolutamente ad un centro specializzato in endometriosi, non andare in un ospedale a caso … rischieresti di essere da capo fra meno di un anno.
Per quanto riguarda l’accettazione … datti solo tempo … è questo che ti occorre.
Non generare rabbia, che non porta a niente di buono. Perché proprio a te? Perché proprio a me?

Non so rispondere a questa domanda che tutte ci siamo fatte.

Non ti sto neanche a dire … “forse era scritto questo” … che fa sono incazzare …

Non lo so perché. Ma non torturarti per saperlo. Non lo saprai mai.

Vivi la giornata di oggi. E domani quella di domani. Con la consapevolezza che sta facendo di tutto per curarti al meglio.
Già questo ti farà star meglio.

Non allontanare tuo marito … sforzati di non farlo … non è vero che lui può ancora scegliere.

Ha di sicuro scelto te. E se è la persona che ami e che ti ha sempre amato non credo che ora sarete divisi da questa tua pancia birichina.

Fai leggere il libro anche a lui … e sono certa … ti amerà ancora di più.
Resta con noi … ti mando il file dove potrai contattare qualche ragazza della tua città …
Veronica

 
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