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Canto XXXV - Inferno

Donne affette da Endometriosi

 
 
 
 
 
 

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STORIA di ELISABETTA

Post n°90 pubblicato il 18 Febbraio 2008 da librodade

Mi chiamo Elisabetta ho 30 anni e sono in attesa del quinto intervento.

La prima volta che sono stata operata avevo 18 anni e ovviamente non avevano capito niente, ero piena di cisti, l’ovaia che quasi scoppiava ma di endometriosi non si era parlato! Dopo due anni di continui dolori mi rioperano. Stesse cose ma ancora nessuno parla di endometriosi. Passano ancora due anni e i dolori persistono, altro intervento ed ecco che compare la parola fatidica: endometriosi.

Inizia un altro calvario, ho preso ogni tipo di farmaco, mi hanno messo in menopausa tre volte ma voglio un bambino costi quel costi.

Mi sposo e con mio marito proviamo e riproviamo e ovviamente non prendo più farmaci!

Un bambino che però non arriva e intanto i dolori crescono, gli antidolorifici non servono più e così oltre all’endometriosi mi viene anche la depressione. Non riesco più a mangiare, continuo a dimagrire e sto sempre peggio. Non mi interessa più di niente, voglio solo morire e non soffrire più!

Quarto intervento e ho solo 27 anni! Quando mi sveglio il ginecologo mi dice che le tube sono andate che posso provare una fecondazione assistita e io so che venderei l’anima al diavolo pur di avere un figlio!

Un figlio e poi posso morire in pace!

Dopo 30 giorni dall’intervento sono incinta!! Il ginecologo grida al miracolo e mi avvisa di non farmi illusioni, potrei perderlo. E infatti arriva la minaccia di aborto, ma sto a letto buona buona con tutti i miei farmaci e sola al mondo perché oltre a mio marito nessuno mi sta dando una mano! I miei abitano lontani e non si sono scomodati mai per aiutarmi (ma questa è un’altra storia!).

All’ottavo mese con un cesareo nasce Matteo: il mio miracolo!

Sono passati tre anni da allora e da Settembre di quest’anno ho riniziato a stare male, ho preso il Danatrol ma è stato come bere acqua, il ca19 e il ca125 continuano a salire e i dolori sono sempre più forti e ormai ci sono quasi tutti i giorni!

Sono in attesa del quinto intervento ma ormai non mi spaventa più, ho pregato il ginecologo di togliermi le ovaie perché la sola cosa che voglio fare ora è prendermi cura del mio bambino e così non riesco!

Mio figlio l’ho voluto con tutta me stessa, con tutta la mia anima, ho fatto ogni genere di cura per lui e ora non ha più senso lottare, voglio stargli vicina al meglio che posso, i dolori non mi danno tregua, non sono più in grado nemmeno di fare una passeggiata!

Mi ritengo molto fortunata perché ho avuto Matteo, probabilmente tutto il dolore che ho provato e che provo hanno un senso!

Siamo tutte state scelte come persone speciali, siamo più sensibili di molte altre donne e credo che potremmo aiutare tante altre persone che soffrono per i più diversi motivi a lottare per la propria vita perché solo chi sa veramente cosa sia il dolore e la sofferenza può aiutare veramente il prossimo ed essere altruista!

La mia missione ora è fare volontariato per aiutare altre persone, è per questo che ho questo dono speciale: l’endometriosi!

Grazie Veronica perché con il tuo libro ci dai voce!

Elisabetta

Le tue parole sono forti. Come le tue emozioni.
Ho sorriso quando ho letto “un figlio e poi posso morire in pace”.
Tante donne che conosco si rivedono in questa tua frase.  E rispetto e comprendo questa vostra “voglia” di farcela.
E ce l’hai fatta. Non mi sembrava vero di leggere che alla fine, ce l’avevi fatta!

Quattro interventi sono tanti. Cinque troppi. Ma se questo quinto intervento ti restituirà un po’ di serenità, un po’ di salute, quella che ti serve per crescere il tuo bambino, così sia.
Stringi i denti. Concentrati su di lui che ti aiuterà a sopportare tutto, ma concentrati anche su te stessa e sulla tua salute. Non perdere di vista te stessa.
Le tue ultime frasi sono bellissime. Grazie a te per quello che fai per tutte le donne. E’ vero, solo noi, sappiamo e possiamo aiutare altre donne come nessun altro saprebbe e potrebbe fare.
Ti abbraccio … un bacio al tuo piccolo
Vero

 

 
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