Life sailing

parole alla deriva di un'anima che naviga libera

 

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Post N° 51

Post n°51 pubblicato il 05 Gennaio 2007 da ormedivento
Foto di ormedivento

Quanta paura fanno le parole. Quanto dannato timore lasciano ad impastarti gli occhi, a prosciugare la gola. Questa stanza non può contenere tutte le parole che non ci siamo detti, tutte le paure che abbiamo avuto paura di pronunciare. E ora è tardi.

 
 
 

Post n°50 pubblicato il 29 Novembre 2005 da ormedivento
Foto di ormediventoSalsedine umida che appiccica il bordo del cappotto e parole lontane che scendono nei vortici del cervello per scoppiare nel mezzo del cranio. Le parole che non hai mai detto, che non hai mai sentito, che non hai mai voluto.
 
 
 

Post n°49 pubblicato il 28 Ottobre 2005 da ormedivento
Foto di ormediventoVibra nel cuoio delle mani di marinai ingrigiti, scosta i capelli ed accarezza il profilo del collo, ma non esiste. Sbuffa insistente per diradare nebbie e scola disgraziata nel tombino torbido dell'anima.
 
 
 

Post n°48 pubblicato il 25 Ottobre 2005 da ormedivento
Foto di ormediventoArriva dal nucleo acido del mondo. Arriva dal seme schiumoso di Giove e Nettuno. Arriva dal ventre fertile della Terra. Arriva dal cuore.
 
 
 

Post n°47 pubblicato il 23 Ottobre 2005 da ormedivento
Foto di ormediventoChe strana, terribile, alchimia l'essere umano.
Con le mani ancora imbrattate di sangue e i capelli annodati di sudore rimesto nel torbido brodo del dolore, ma gli occhi sono rivolti al cielo. Sbatto le palpebre nel soffio sottile di brezze marine e mentre uno spruzzo di luna mi illumina il viso capisco che il mare non c'è. Non è importante, forse la brezza arriva da lontano.
 
 
 

Post n°46 pubblicato il 22 Ottobre 2005 da ormedivento
Foto di ormediventoAnche qui, questa notte, raccolgo pezzi di anima ferita. Brandelli di tela logora e chiodi arrugginiti. Mi sembra di sentirti dal fondo della stanza o seduta sulla Thunderbird a sputare polvere e sogni, mi sembra di sentire che scandisci le parole per non farti dire che trascini sempre tutto, parole e decisioni. 
"Rialzati Claudia. Rialzati cara". Non ci sono parole, nè affetti invece. Non il velluto amichevole nelle tue parole a consolarmi come in tutte le ginocchia sbucciate, i gomiti graffiati e la terra sulla faccia della nostra infanzia.  E questa notte di pece proprio non riesco ad affrontarla. Dovrei morderla alla gola per sopravvivere. Affondare i denti nella giugulare turgida e lasciar scorrere il sangue caldo sulle labbra, sulla lingua e sgoccialare sulle mani.  Dovrei serrare la mandibola sul collo  a far scricchiolare tendini e paure, dolore e muscoli strappati. Dovrei abbracciare il peccato più corrotto e  togliere il respiro a questa notte nera come in un bacio del demonio. 
Dovrei lottare per continuare a vivere, per tutte le tue stelle e per le canzoni di Luca, per le albe che non vedrete mai e per i profumi che non vi riempiranno i polmoni, per i colori che non traboccheranno dagli occhi e per le lacrime che non verserete. Mai.
Dovrei stringere quel collo e bagnarmi del suo sangue, trappare il cuore della pece e lasciarlo a gemere ritmico sul marmo nudo delle vostre anime.
Rialzati, rialzati, rialzati. Ma io sono qui a tremare nel mio sudore. Freddo. E nulla mi impedisce di farlo.
 
 
 

Post n°45 pubblicato il 25 Settembre 2005 da ormedivento
Foto di ormedivento
Il display si illumina un'altra volta di azzurro. Lampeggia ad intermittenza, insistente. Graffia il mio dolore, sibilando. "Rispondi, devi rispondere. Tanto non può essere peggio di così" è la voce di Federica, della mia amica di una vita che non ha più voce, non ha più occhi per guardare le stelle, ma ha ancora l'anima per riconoscere la mia che si sta perdendo in queste lame di luce obliqua. Mi guarda negli occhi dal fondo della stanza, appoggiata al muro, le braccia conserte.

Ma dov'eri? Dove sei stata fino ad ora? Come avevo fatto a non vederti prima ? Eri in quell'angolo buio, nell'ombra. Nelle pieghe della mia mente, nelle piaghe dei miei ricordi, nel ventre di ogni notte di stelle. Non ricordavo quasi più la tua voce. Come è possibile? Ci siamo sfinite di parole, di segreti, di risate, di confidenze, di sussurri e di grida. Per anni. Per tutti gli anni che siamo coscienti di avere vissuto. E io questa notte quasi non ricordavo più la tua voce, quella vera. E' sempre stata limpida, rotonda, calma. E non era quella rotta, avariata, di quell'ultimo "non andare via". Io non me ne sono andata Federica, io sono rimasta là quella notte. Ho aspettato che sorgesse il sole e tramontassero le stelle. Quante stelle quella notte. Non ci sono state altre notti così da allora. O a me non è sembrato. Sembrava volessero accompagnarti nel viaggio. Se c'è un viaggio. O il viaggio è di chi resta. Un viaggio per recuperare i pezzi della propria anima, i cocci della propria esistenza. Ma non sono andata via, tu si. Poco prima che fosse giorno. Poco prima che il sole accendesse il mattino. Con Luca non sarà così, lui canterà per sempre. Forse sbiadiranno i contorni del viso, la piega delle labbra, la cicatrice sul polso, ma la sua musica non sarà mai silenziosa.
 
 
 

Post n°44 pubblicato il 22 Settembre 2005 da ormedivento
Foto di ormediventoIndice, medio, anulare. Puliti. La linea della vita che forma un arco netto, un solco profondo tra l'indice ed il pollice, poi giù verso il centro del polso.  E il cuore, la ragione, scolpiti nella carne e sfrangiati verso qull'arco possente che è la vita. Ma non si incontrano, non si sfiorano, toccano per sbaglio il margine della vita e subito sfuggono. Tutto si spiega nel palmo aperto di una mano, la vita che continua, che corre, si dipana, piega e ripiega. La ragione che rifugge il cuore ed il cuore che perde il sentiero e sbava i suoi peccati fino ai margini dell'esistenza.
 
 
 

Post n°43 pubblicato il 19 Settembre 2005 da ormedivento
Foto di ormedivento
Guardo il palmo della mia mano destra. Pallido, morbido, tagliato a caso dalle linee della vita, del cuore, della ragione. Allargo le dita a ventaglio. Osservo con attenzione che quel sangue non si sia appiccicato anche lì, che non sia sceso dolciastro fino al polso sottile. Indice, medio, anulare...
 
 
 

Post n°42 pubblicato il 15 Settembre 2005 da ormedivento
Foto di ormediventoMa non cerco più di capire. Non si può capire un filo spezzato per caso. O per destino. O per l'asfalto bagnato. Più semplicemente non c'è nulla da capire. Non ci saranno più albe, nè abbracci, non colazioni a latte e caffè, nè viaggi disordinati; non ci saranno occhi negli occhi, non le mani tese di bambini con il nostro sangue, nè sangue a vibrare nei polsi, non respiri nei respiri nè carne nella carne. Solo il freddo viscido di questa notte che arranca. Solo il liquor viscoso che sporca l'acciaio della barella, scola nelle scanalature tagliate nel metallo.  Solo il sangue denso che appiccica le ore verso un mattino muto.
 
 
 
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Un blog di: ormedivento
Data di creazione: 30/11/2004
 

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