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Beograd

Post n°1056 pubblicato il 31 Marzo 2011 da lightdew
 

 


Beograd  March 2011

delirio di pensieri nel trionfo dell'Io

 

 

 

 

Ho attraversato tre stati e sono arrivata a Belgrado di notte.

La città al primo impatto luccicava di voglia di vivere. Il tipo che ci ha accolto per consegnarci le chiavi dell'appartamento, aveva vissuto nella mia città, ma parlava soltanto l'inglese, oltre naturalmente alla sua lingua natia, il serbo.

La porta dell'ascensore non faceva presagire nulla di buono, ma il portone dell'appartamento era diverso da tutti gli altri del condominio. Sullo stesso pianerottolo la targa di uno studio di stomatologia faceva bella mostra di se.

 

foto lightdew


L'arredamento dell'appartamento preso in affitto ha lasciato tutti sorpresi per la tendenza trendy, per la mobilia nuova,  ma soprattutto per le  decorazioni alle pareti. La carta da parati era  lavorata con intarsi e lustrini, stesa a settori, intervallata  stampe fotografiche in bianco e nero, appese alle pareti.

Ed è stato tutto il tempo così. Un'intervallarsi di scintillante nuovo al resistente vecchio malandato.

Belgrado è così.

 

foto lightdew


A Belgrado ho intuito una casta, fatta di zingari che smistano immondizia per trovare qualcosa che renda denaro. Belgrado è anche questo.

foto lightdew

 

Laggiù a Belgrado, si rimane colpiti da tanta bellezza. Le strade sono linde, i palazzi dimostrano il segno di un'opulenta ricchezza passata e di una speranzosa visione futurista. Troppo pochi gli interventi di recupero, troppo poche le finanze per poter pensare ancora  al restauro architettonico.

Un'intervallarsi di passato e futuro, nelle strade. Un continuo confronto tra un auspicio di benessere e un degrado evidente.

Arte, musica e cultura a cementare il tessuto urbano, e concerti di ogni tipo nell'Arena della città.


foto lightdew


Nell'aria aleggia ancora la paura per la forza dell'ordine.

Io quella paura non la conosco, ma l'ho vissuta negli anni della mia infanzia. Nella visite ai parenti ed amici, in quella terra lasciata agli altri, traspariva questo sentire attraverso i loro racconti. Anche nell'attraversare la frontiera, si provava un senso di imbarazzo, imbarazzo che era il medesimo quando si veniva fermati dalla polizia stradale. Aleggiava un silenzio, quasi fosse impossibile un qualsiasi tipo di confronto.

Io, grazie alle scelte dei miei genitori, sono nata e cresciuta in una terra dove non ho mai provato questo senso di paura nei confronti della divisa. Quando vedevo un'uniforme, sentivo immediatamente  un senso di sollievo e di protezione. Poi,  sono cresciuta ed ho capito che, purtroppo, non sempre è così. L'ho capito leggendo di altri, osservando la legge e il suo mutare  nel tempo. Ho saputo così di ingiustizie, io, che da bambina credevo alle favole belle ed alla onestà che trionfa sempre.


foto  lightdew

 

A Belgrado si passeggia volentieri lungo il viale principale. Le strade sono pulite, libere da immondizie, da carte e zeppe di mozziconi di sigarette.

A Belgrado si uniscono due fiumi in un'energia che continua a scorrere anche nei volti dei tanti bei giovani che affollano la città.

 

foto lightdew


Alla sera, a Belgrado,  non si ha paura a camminare per il centro, ed in molti locali si trova buona musica.

Tra le tante proposte ho scelto un locale dove avrebbero suonato jazz, o almeno così era scritto nella locandina.

Non trionfo per la puntualità, io, e so bene che gli orari per i concerti sono molto flessibili, ma due ore di ritardo mi sono sembrate eccessive, soprattutto perchè, pur fumando a volte qualche sigaretta, non sopporto il fumo negli ambienti chiusi, e li dentro, con le finestre ben chiuse, fumavano davvero tutti.



Intossicati e neppure soddisfatti, uscendo mi venne chiesto se evessi osservato i giovani e in particolar modo una ragazza. "Forse è di  moda"  mi venne detto facendomi notare un cinturone con proiettili intorno alla vita di una ragazza. Io, ricordando i cartelli del Montenegro dove si invitava a entrare nei locali pubblici senza pistole, mi sono immediatamente sentita parte di un fumetto western.


A Belgrado ho scoperto anche l'avanguardia del pensiero e della emancipazione femminile. Visitando una mostra sulla bellezza delle donne nel corso degli anni, ho scoperto come una città così lontana dal resto d'Europa e considerata la porta dell'occidente, abbia avuto fin dagli anni venti dello scorso secolo, delle donne così emancipate com'era dimostrato dalle immagini appese.

 

foto lightdew


Si prega molto  a Belgrado. Si prega in chiese molto belle, dove molte candele rimangono accese, e dove si usa baciare le icone adorate come fossero parenti stretti.

Chiese splendide di luci che arrivano con mille colori, tendenti a illuminare il volto della Madre adorata.

Si prega divisi a Belgrado. Gli uomini a destra, le donne a sinistra e forse in questo si assomigliano tutti i paesi.

 

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Si mangia bene, a Belgrado, e con poco.

Per un'hamburger, che lì chiamano plescavica, al baracchino del mercato spendi un'euro e mezzo circa, e anche se  la moneta è il dinaro, ovunque gli euro sono ben accetti. I dolci ricordano molto i passaggi dell'impero ottomano, nella  immersione totale della sottilissima pasta sfoglia nel miele. Dolci che ho soltanto immaginato nel gusto, ma la carne, quella si che l'ho provata.

Carne ovunque, dai cevapcici con l'ajvar, alla chorba, un minestrone piccante che assomiglia ad un goulash molto diluito, ma speziato differentemente.


Belgrado è soprattutto ricordo di guerre.

Guerre antiche, per salvarsi dall'imperialismo ottomano, e guerre recenti, subite anche dopo la fine della guerra.

Dittature e voglia di libertà, si altalenano ovunque, in un equilibrio che risulta ancora precario.

 

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Al mausoleo di Tito, c'è un prato verdissimo, dove piccole statue deliziose sostano silenti tra il canto degli uccellini. E' il giardino affianco quella che è stata la sua vecchia abitazione. In quel luogo, il generale, usava recarsi per trovare la pace e coltivare la sua terra.

Ora, si dice, che ben dopo la sua morte, e ben dopo la guerra dell'ex Jugoslavia, qualcuno abbia bombardato quella villa e che nessuno osi avvicinarsi per sminare il territorio, perchè è pieno di bombe all'uranio impoverito.

Ho cercato di questa sostanza, ed ho trovato che porta il nome del cielo, questo prodotto.

Mi sono chiesta chi avrebbe potuto fare questo e per quale motivo.

Le risposte che mi sono state date non mi hanno convinto.

La parte bambina di me non può smettere di credere ancora alle favole e non può neppure ammettere che esistano al mondo uomini capaci di tali distruzioni. No, non è possibile.


Io credo alle fate...io credo alle fate...

 

foto  lightdew


L'azienda autonoma di soggiorno proponeva un giro in tram per tutta la città.

Attraversando le meravigliose strade dove si affacciavano palazzi prestigiosi la guida ad un certo punto racconta di due palazzi, dove un tempo c'erano le sedi del governo di Tito, abbattuti dopo la guerra e rimasti a monito, considerando anche la lenta ripresa economica dello stato attuale.

Due palazzi nel pieno centro cittadino, che mi riportano immediatamente con la memoria sulla strada per Plitvice, oppure per Medjugorje, dove ancor oggi rimangono segni di guerra sui muri bucati da mitragliate, vetrate ancor rotte, e case ancora bombardate.


foto lightdew


E mentre filobus di tutti i tipi sfilano davanti al museo di Tesla ed alle infinite case degli studenti e facoltà universitarie, la mia attenzione viene rapita da un'autobus giallo che lega in un gesto di generosità un popolo all'altro.

Popoli che sono inermi nei confronti dei pochi potenti che decidono le sorte di questo nostro povero pianeta.

 


foto lightdew

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Riprendiamo la strada di casa, e mentre attraversiamo Krsko, così troppo vicina per il  mio non volerla, rivivo la bellezza dei luoghi e prego per questa terra così troppo poco amata.


Ritorno  a casa, ritorno al mio teatro.

Vorrei danzare, ma scopro che insieme a loro neppure mi piacerebbe poi molto.

Vorrei danzare..da sola, a piedi nudi sull'erba sana, respirando aria pulita, bevendo acqua pura, e immergendomi nel mio mare.

 


Ritorno bambina e riprendo a sognare..

 

 

foto lightdew



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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