Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

 

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Docenti e discenti

Post n°172 pubblicato il 14 Gennaio 2007 da lilith_0404
 

Non credo di sbagliare dicendo che la presenza di insegnanti qui tra i blogger sia percentualmente molto elevata. Anche solo scorrendo la lista dei miei link, qui a lato, ne conto non meno di otto o nove su un totale di ventisei, ma è possibile che siano anche di più, perché di alcuni non conosco affatto la professione.

Non desta meraviglia quindi che l’argomento proposto da Thanksgodisfriday nel suo post n.346 e ripreso da Upmarine nel suo n.33 abbia suscitato tanto interesse. Upmarine mi sollecita ad unirmi agli altri commentatori nel suo blog, ma temo che la mia esperienza sia poco significativa. Non sono (ahimè) una insegnante e non avendo figli non mi sono neppure trovata a vivere la scuola nel ruolo di genitore di studenti.

Il mio rapporto con la scuola è stato sempre solo come studente, e anche quel ruolo l’ho vissuto in modo affatto singolare. Poiché la scuola non è mai stata un dovere, per me, come per la maggior parte degli studenti, ma una conquista. Non erano i miei genitori a ‘mandarmi’ a scuola, con loro anzi ho dovuto continuamente rinegoziare la possibilità continuare ad andarci.

Anche il rapporto con l’università è stato del tutto particolare: mi sono iscritta appena finito il liceo, ma solo due anni fa ho conseguito la laurea. Ho studiato per hobby, per il gusto di farlo, a tempo perso, e con lunghi intervalli durante i quali sospendevo lo studio, avendo altro da fare.

Anche se sono stata iscritta a una delle università più rinomate, ho usufruito quasi per niente dei servizi del corpo docente: solo nel momento degli esami, ai quali mi presentavo solo come un passaggio obbligato per andare oltre e dedicarmi ad un altro esame: troppo poco per poter esprimere una valutazione sui docenti che mi interrogavano. Pertanto non sono in grado di dire se la scuola di oggi sia migliore o peggiore di quella di ieri, se gli insegnanti siano più preparati e competenti, se le famiglie siano più presenti o più assenti. 

Quello che io vedo è che spesso ai ragazzi la scuola interessa poco, e finiscono per viverla come un obbligo a cui non si possono sottrarre. Ma se il difetto sia della scuola, o della famiglia, o di entrambe,non saprei dire. 

Certo è che ciò che ci viene dato gratuitamente, come appunto la scuola per i ragazzi di oggi, lo riceviamo spesso come ‘dovuto’ e finisce col non essere apprezzato nel suo giusto valore.

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