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Conigli, opossum, e altri animali...

Post n°330 pubblicato il 30 Novembre 2008 da lilith_0404

In una stanzetta, in fondo all’orto, c’erano le gabbie con i conigli. Li allevava mio papà, che coltivava appositamente buona parte dell’orto a radicchio, per nutrirli. Alla sera, quando tornava dal lavoro passava a vederli, prima di entrare a cena. Poi periodicamente li macellava, li scuoiava appendendoli a testa in giù al piolo di una scala, li puliva e li metteva nel congelatore. Mamma doveva solo occuparsi di cucinarli,  e spesso avevamo coniglio arrosto per il pranzo della domenica.

Papà però non lo mangiava, a lui il coniglio non piaceva.

Questa cosa mi è tornata in mente leggendo in un post che in Australia il coniglio è considerato un cibo ‘da poveri’, e che solo per mancanza di alternative ci si induce a consumarlo.  Ma non c’è da stupirsi che gli Australiani non abbiano un buon rapporto con questi animali .

In Australia i conigli vennero introdotti a metà ottocento, e proprio la facilità di allevarli unita  alla loro prolificità, che in Italia ne hanno fatto tradizionalmente  una fonte di proteine relativamente a buon mercato, in Australia li ha trasformati in pochissimo tempo in una ottava ‘piaga d’Egitto’, tanto che per contrastarne la diffusione negli anni trenta del secolo scorso si è fatto ricorso anche alla guerra biologica, infettando gli animali con un virus che ne fece morire in modo atroce diverse centinaia di milioni. Poi però i superstiti svilupparono una immunità al virus, e ripresero a moltiplicarsi a dismisura.

Nel 1995 il Commonwealth Scientific and Research Organization ha messo a punto un virus che provoca una febbre emorragica letale negli animali, utilizzando le zanzare come agente trasportatore. Ma le zanzare infettaronono non solo i conigli selvatici ma anche quelli allevati per ottenerne pellicce, di cui l’Australia è il primo paese esportatore a livello mondiale, provocando danni ingenti agli allevatori.

L’ultima puntata di questa storia è dell’anno scorso, dove il Csiro ha approvato ricerche per mettere a punto due virus non esistenti in natura, creati appositamente per far morire i conigli. La stessa soluzione la sta adottando anche la Nuova Zelanda, che si trova a fronteggiare qualcosa come settanta milioni di opossum, introdotti un secolo fa per ricavarne pellicce e ormai diventati un flagello nazionale.

In questi giorni mi è capitato di leggere su una rivista che un proprietario terriero scozzese vuole liberare in Scozia alci  e altri grossi mammiferi, per ristabilire l’ecosistema che esisteva in quelle zone migliaia di anni fa.

Leggendo questa notizia, non ho potuto evitare di pensare ai conigli australiani e agli opossum della Nuova Zelanda. Per fortuna degli scozzesi, però, gli alci non si riproducono così facilmente come i conigli.

 
 
 
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