Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

 

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La lunga marcia

Post n°189 pubblicato il 08 Marzo 2007 da lilith_0404
 

immagineSulla prima pagina de Il Sole 24 ore di ieri c’è un articolo a firma Casarico e Profeta dal titolo: “L’8 marzo? Non c’è nulla da festeggiare”. La tesi sostenuta dai due autori è che nonostante i progressi compiuti  da quando nel lontano 1910 la festa dell’8 marzo venne istituita,   ci sia ancora molta strada da percorrere per arrivare ad una effettiva condizione di parità sociale tra i due generi.

Citano però una ricerca compiuta da Claudia Goldin relativamente agli Stati Uniti, secondo la quale dopo una fase evolutiva caratterizzata principalmente da un aumento della partecipazione femminile alla forza lavoro, a partire dagli anni ’70 del secolo scorso si è attuata una specie di rivoluzione silenziosa, legata principalmente alle scelte compiute nel campo dell’istruzione, che a cascata si sono ripercosse poi sulle altre scelte di vita: infatti la migliore istruzione ha portato ad avere maggiori aspettative professionali e a spostare in avanti l’età del matrimonio e l’età in cui avere figli.

Oggi, anche in Italia, nella fascia di età dai 25 ai 29 anni sono laureate il 14,3% delle donne contro il 12,3% degli uomini. 

Mi torna alla mente un film con Ingrid Bergman di 50 anni fa, La locanda della sesta felicità. E' ambientato nella Cina prerivoluzionaria e c’è una scena dove una vecchia si toglie le fasce che le avvolgono i piedi, per convincere le giovani mamme a non infliggere quella tortura alle loro figlie.

I piedi delle bambine infatti venivano mantenuti innaturalmente piccoli perché venivano appositamente rotti, colpendoli con pesanti pietre e impedendo poi che si ricomponessero tenendoli fasciati strettamente per tutta la vita. I piedi restavano piccoli, ma la possibilità di camminare ne restava compromessa irrimediabilmente per sempre.

Nel film, le bambine che grazie all’intervento della vecchia non hanno dovuto subire quella pratica atroce, si potranno salvare dall’invasione Giapponese  con una lunga marcia attraverso le montagne.

Nella stessa pagina, sopra all’articolo di cui parlavo all’inizio, c’è una fotografia in cui si vedono insieme Ségolène Royal e Angela Merkel. La seconda è cancelliere di uno dei principali paesi dell’Unione Europea, la prima è in corsa per diventare presidente di un altro.

Osservandole penso che per secoli la mancanza di istruzione é stata per le donne l'equivalente sociale dei piedi fasciati. Ora le bende son state eliminate e la marcia é avviata.  Molta strada resta da fare, ma ora abbiamo piedi per camminare.

immagine

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Commenti al Post:
ossimora
ossimora il 08/03/07 alle 11:04 via WEB
buongiorno
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 10/03/07 alle 05:23 via WEB
:)...per tutto il giorno :-))
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 08/03/07 alle 12:06 via WEB
Ormai abbiamo i piedi per camminare ma molta strada resta da fare. Condivido.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 10/03/07 alle 05:33 via WEB
Ho letto molti post, in queti giorni, in cui si sottolineano le situazioni di ingiustizia e di violenza che ancora esistono per le donne. Leggendoli, mi é venuto da pensare che qualche donna ha potuto scriverli, e tanti hanno potuto leggerli, proprio perché la migliore istruzione ha creato consapevolezza e capacità di esprimersi..:-)
 
lauretta72
lauretta72 il 08/03/07 alle 13:44 via WEB
Ti invito a leggere il mio post che in sostanza non fa che avvalorare i tuoi pensieri. Trovo che l'aumento coostante della scolarizzazione femminile sia stato il primo passo verso l'indipendenza ma, in una società pseudocristiana e bigotta come la nostra, è lontano il sogno della "donna emancipata".
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 10/03/07 alle 05:46 via WEB
la società é fatta da persone, da uomini e donne. Se la scolarizzazione contribuisce alla presa di coscienza e alla indipendenza delle donne, alla fine tutta la società sarà diversa. :-)
 
cinico_nick
cinico_nick il 08/03/07 alle 13:45 via WEB
... perchè non prendere, semplicemente, l'otto marzo come una banale festa, che so, come carnevale, e i restanti 364 giorni invece impegnarsi perchè la strada che sapara uomini e donne si riduca?!...
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 10/03/07 alle 05:56 via WEB
l'otto marzo é una banale festa, una di quelle ricorrenze che servono a scandire il tempo di cui parlavo nel mio post precedente, in cui si tirano le somme della strada fatta e di quella che rimane da fare. Poi é ovviamente negli altri giorni che la strada si percorre, fino al prossimo 8 marzo. :)
 
Diamante_e_Carbone
Diamante_e_Carbone il 08/03/07 alle 16:00 via WEB
La prima volta che sentii raccontare dei piedi fasciati alle bambine cinesi ero in quinta elementare e mi misi a piangere. Ed oggi penso ai Paesi dove ancora viene praticata l'infibulazione. Poco fa ho letto la notizia della ragazza violentata dal branco in una città araba: il giudice, dopo lo stupro, l'ha condannata a 19 frustate. Dici bene cara, molta strada resta da fare... ma quanti passi servono per cambiare la mentalità di certe persone? Un abbraccio.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 10/03/07 alle 06:16 via WEB
Ci sono alcuni paesi in cui la situazione é più difficile che in altri,ci sono condizioni culturali che pesano di più, e che sono più difficili da infrangere. Ma oggi la globalizzazione può voler dire anche questo, che le notizie si sanno da un capo all'altro della terra, che situazioni di ingiustizia non rimascono nascoste e conosciute da pochi, ma rimbalzano da un paese all'altro, e vengono conoasciute ovunque in tempo reale. E conoscerle é il primo passo per prenderne coscienza e scegliere di combatterle.
 
upmarine
upmarine il 08/03/07 alle 20:30 via WEB
Se non ti avessi "imparata" appena un po' potrei anche pensare che questa marcia, voi donne, aspiriate a farla da sole. Ma, nell'equilibrio che ti contraddistingue, sono sicuro che condividi il mio pensiero. Sono convinto che sarebbe un bell'augurio da fare a tutta l'umanità quello di un mondo in cui uomini, donne, bambini ed ogni altro essere vivente marciassero tutti insieme verso un futuro migliore, senza prevaricazioni. Nessuna lotta di rivalsa per contraccambiare una condizione di buio a cui la donna è stata relegata per secoli. In alternativa resta l'opzione di "marcire" tutti separatamente. Io ho un 43 di scarpa. Che dici, fascio?
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 10/03/07 alle 06:33 via WEB
Tranquillo, professor Up, 'Io ballo da sola' é il titolo di un film, non il manifesto programmatico della marcia delle donne verso l'emancipazione. Sai che non avevo mai considerato che per gli uomini potesse esserci questo timore? Io sono convinta fin da ragazzina della necessità per le donne di farsi strada e affermarsi come soggetti attivi a pieno titolo nella società e nel lavoro, e questo non mi ha impedito di essere affettivamente legata a un uomo da venticinque anni... Ma come ti viene in mente che desiderare di avere pari dignità e pari opportunità rispetto alla metà maschile del cielo, significhi covare desideri di rivalsa e di sopraffazione al contrario, cioé delle donne verso gli uomini?
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 08/03/07 alle 22:48 via WEB
ottimo: è vero. anche io, riflettendo un po' sull'argomento del giorno (e su me stessa), vedo che continuo a considerare l'istruzione in senso sia generale che personale (nella mia vita) quello che ha fatto (e deve fare) la differenza.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 10/03/07 alle 06:44 via WEB
Nella mia storia personale l'ha fatta sicuramente. Tornare a scuola, dopo che a dieci anni avevo dovuto lasciarla, é stato sicuramente il modo di scegliere per me un destino diverso da quello che sembrava ormai segnato. Per questo probabilmente considero questo aspetto così importante. :-)
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 08/03/07 alle 23:23 via WEB
Secondo me non andiamo da nessuna parte finchè gli uomini si sentono minacciati da delle semplici riflessioni fatte da noi su noi stesse... approvo cio' che dice Cinico invece, lo trovo equilibrato. L'istruzione, vero, fondamentale per rivoluzionare una società. Ma non credo il problema stia tutto qui. Si tratta di lasciar passare ancora qualche generazione forse, perchè il cammino, bisogna farlo, per forza, insieme.
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 10/03/07 alle 06:59 via WEB
:-) lo dicevo poco più sopra al professor Up. Assurdo che gli uomini si sentano minacciati...che senso avrebbe sostituire una ingiustizia con un'altra? E' ovvio che il cammino si debba fare insieme, chi potrebbe sostenere il contrario? Ma certo gestire un rapporto su basi paritarie può essere più difficoltoso, meno cose che possono essere pretese come dovute, sia per gli uomini che per le donne, bada bene, perché anche essere indipendenti non é sempre così comodo come si vorrebbe credere... Probabilmente é come dici tu, ci vuole un po' di tempo perché alcuni cambiamenti vengano metabolizzati :-)
 
elioliquido
elioliquido il 11/03/07 alle 01:49 via WEB
Certi uomini si sentono indubbiamente minacciati. Non tutti, ma certi sì. C'erano certi equilibri per mantenere i quali erano necessari i piedi fasciati. Erano le donne stesse a fasciare i piedi alle donne. Certi equilibri servono a generare qualcosa, e subito dopo non reggono più. Così quelle stesse donne si sono rese conto di fasciare i piedi a sé stesse, ed hanno smesso di farlo. Con questo hanno sballato quell'equilibrio, quantomeno riducendo il campo giurisdizionale di quegli uomini (specialmente del passato, almeno riguardo al nostro mondo), e forse il loro sentimento di potenza, condizione di cui necessitavano per sostenersi psichicamente ed essere attivi e "creativi", volitivi. Poi, con le prime "ondate" di emancipazione femminile, sono nate generazioni di uomini che si sentono meno minacciati, trovando in altre formule gli elementi per stare in piedi, pur privati di alcuni spazi che i loro predecessori consideravano loro prerogativa. Prendendo come esempio il parlamento, l'ipotesi di un 50%+50% comporterebbe, ad essere banali, per una parte di uomini la perdita dell'opportunità del posto da parlamentari. Un buon motivo per sentirsi minacciati. E ad essere meno banali, comporterebbe che una parte delle materie dibattute sarebbero altre, rispetto a quelle attuali. Ci sarebbe uno sconvolgimento a livello economico/finanziario. Forse con una parità di donne in parlamento non si considererebbero prioritari i finanziamenti di missioni di guerra in Afghanistan, provocando un grosso problema ai commerci ed alla produzione di armi del nostro occidente. Forse non riuscirebbero ad ottenere la precedenza neppure i commerci di petrolio, giustificando guerre portatrici di democrazia obbligatoria ora qui ora là. Per molti uomini ci sarebbe molto più motivo di sentirsi minacciati. Sarebbero i loro temi portanti ad essere minacciati: rischierebbero crisi esistenziali. E questo del parlamento è solo un esempio.
 
 
What_your_soul_sings
What_your_soul_sings il 11/03/07 alle 09:03 via WEB
Ciao.. secondo me, ci vorrebbe un'interna legislatura 100% al femminile.. una specie di gesto importante verso un riequilibrio storico, donne di destra, centro, sinistra, cattoliche, laiche e vorrei sperare anche musulmane...
 
   
lilith_0404
lilith_0404 il 12/03/07 alle 07:50 via WEB
:-))) dio ci scampi, What_your_soul_sings. Una intera legislatura di sole donne, credo he non la vorrei neppure se potessi averla. Un solo filo non fa la corda forte, dice un proverbio, e le donne da sole non credo che farebbero molto meglio di quanto hanno fatto gli uomini da soli. Io credo che donne di destra, centro, sinistra, cattoliche e laiche, e magari anche musulmane, si scannerebbero senza pietà né più nè meno di quanto hanno fatto gli uomini di destra centro, sinistra, cattolici, laici, e mussulmani, per il semplice motivo che sarebbero queste loro connotazioni a prevalere sul fatto di essere donne.L'essere donne diventa prevalente, e diventa motivo di aggregazione solo in quanto quella caratteristica é utilizzata come motivo di discriminazione. Quando questa fosse superata, passerebbe in secondo piano, e tornerebbero ad essere prevalenti gli interessi particolari di ogni sottogruppo :-)
 
 
lilith_0404
lilith_0404 il 12/03/07 alle 07:34 via WEB
vorrei che fosse come dici tu,elioliquido ma non ne sono del tutto sicura. Se guardo alla storia, i periodi in cui al potere ci sono state delle donne non sono stati sostanzialmente diversi da quelli in cui nelle stesse posizioni ci sono stati degli uomini: penso al regno di Elisabetta d'Inghilterra, o della regina Vittoria, sempre in Inghilterra, o di Caterina di Russia, o, in epoche più recenti di Margareth Thatcher. Troppo isolate per fare la differenza? troppo sole in un mondo di uomini, da dover essere più realiste del re per sopravvivere? può darsi. Oppure, ed é quello che preferisco pensare, le persone non sono diverse in quanto maschi o femmine, ma solo in quanto a educazione, cultura, formazione mentale, e le scelte che portano avanti sono in funzione di bisogni di cui hanno preso coscienza, e che sono bisogni umani, non necessariamente femminili o maschili.
 
   
marea14
marea14 il 12/03/07 alle 14:39 via WEB
Troppo isolate per fare la differenza e troppo sole in un mondo di uomini, da dover essere più realiste del re per sopravvivere ... penso che sia questo il vero problema.
C’è, inoltre, il fatto che spesso si pensa erroneamente che l’emancipazione consiste nel copiare i modelli maschili, cosa che accade anche oggi in molte situazioni di lavoro ... ed anche oggi spesso, per non venire sopraffatti, si è “costretti” ad assumere comportamenti maschili ... non si verifica sempre ma succede ...
 
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