Creato da lilith_0404 il 20/02/2005

A Room of One's Own

This is my letter to the world, That never wrote to me, The simple news that Nature told, With tender majesty. Her message is committed To hands I cannot see; For love of her, sweet countrymen, Judge tenderly of me!

 

 

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A Pasqua

Post n°343 pubblicato il 12 Aprile 2009 da lilith_0404

Quando ero piccola il giorno di Pasqua era caratterizzato da una serie di riti che gli conferivano un’atmosfera particolare, e un po’ magica. 

La sera della vigilia, mia mamma non ci permetteva di accendere il televisore, perché non sarebbe riuscita a sentire quando fossero state ‘slegate’ le campane.

Quell' espressione, ‘desligà le campane’, aveva un che di liberatorio, e  ce ne stavamo lì, con le orecchie tese, ad aspettare di sentirle suonare a stormo, e appena ne sentivamo il suono, mamma correva a prendere un po’ d’acqua in una scodella, e dovevamo bagnarci gli occhi, perché era acqua benedetta e ci avrebbe protetto la vista. Poi  faceva il giro della casa, e bagnando la mano nell’acqua, aspergeva ogni stanza perché non vi succedesse nulla di male per tutto l’anno a seguire.

La mattina di Pasqua, poi, si mangiavano le uova. Non le uova di cioccolato, le uova sode.

Quelle deposte dalle galline nella settimana santa  mia madre le contrassegnava con una  croce, per poterle riconoscere, e la mattina di Pasqua, quando noi ragazzi ci svegliavamo sul tavolo della cucina c’era già il piatto con le uova  cotte. 

Le uova  venivano mangiate così, solo con un po’ di sale, per colazione, ed era consuetudine offrirle anche ad eventuali parenti che fossero arrivati in visita. Anche in seguito, quando mamma smise di allevare le galline e le uova doveva prenderle al negozio, il rito di mangiar le uova sode la mattina di Pasqua sopravvisse, e solo dopo la morte di papà, questa tradizione andò persa.

Ma in qualche anfratto del mio subconscio deve aver agito la reminiscenza di quella consuetudine, se ieri al supermercato ho comperato, senza una necessità apparente, una confezione da dieci uova.

    

      Buona Pasqua a tutti.

  

 

 

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Commenti al Post:
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 12/04/09 alle 09:18 via WEB
I riti cui assistiamo nell'infanzia (se siamo fortunati e ne abbiamo una degna di questo nome), sono quelli che rendono caldi e ricchi e dolci i nostri ricordi quando siamo grandi. Essi danno significato alle cose e spessore agli avvenimenti...
Un abbraccio grande e un mondo di affetuosi auguri per te...;-))))
 
 
lupopezzato
lupopezzato il 12/04/09 alle 09:41 via WEB
Che bella cosa che hai scritto Carpe "se siamo fortunati e ne abbiamo una degna di questo nome".
 
upmarine
upmarine il 12/04/09 alle 17:07 via WEB
Di là, in cucina, c'è mia madre che parla proprio di queste tradizioni con le altre consuocere. Noi siamo originari di Taranto, dove la settimana della Passione è molto sentita, e qualche usanza si interseca con quelle tipiche della Romagna dove ora viviamo.
Auguri.
 
marea14
marea14 il 12/04/09 alle 19:29 via WEB
Serena Pasqua anche a te :-)
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 12/04/09 alle 20:03 via WEB
simbolo di rinascita sempre e comunque, l'uovo. hai notato dove lo mette Piero della Francesca?
 
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 13/04/09 alle 19:32 via WEB
Sono arrivata tardi, ormai Pasqua è finita. Ma gli auguri te li lascio lo stesso.
Anche da me, quando ero bambina, non si guardava la televisione e non si ascoltava la radio, si doveva persino fare silenzio...
 
VegaLyrae
VegaLyrae il 13/04/09 alle 21:53 via WEB
Nel mio sperduto paesello di montagna, dove la gente è ancora molto credente e i riti religiosi avevano, e forse hanno ancora, un valore assoluto, c'era l'usanza di portare le uova sode a benedire alla prima messa del mattino, insieme a delle focacce fatte in casa e al salame derivante dalla macellazione del maiale... Adesso il maiale non ce l'ha più nessuno, la focaccia si compera in negozio e assieme a quelle sode si portano a benedire soprattutto le uova di cioccolato. Ricordo da bambina che dopo la messa si faceva colazione tutti assieme con queste cose. E guai a farne cadere una sola briciola a terra: era sacrilegio!! Ricordo mia nonna come si imbestialiva con noi nipoti che prendevamo la cosa con superficialità e distrazione facendo spallucce. Ora che alla messa non ci vado più, che ho perso il senso ed il valore di queste tradizioni, e che la frase "tutti assieme" si esaurisce a due dita di una mano, penso che in fondo mi manca qualcosa. Non sono credente, ma forse queste tradizioni servivano, se non altro, a scaldare il cuore e a far sentire più forte il senso dell'unità.
Buona Pasqua anche se in ritardo.
 
Fajr
Fajr il 14/04/09 alle 18:18 via WEB
Ho la "vaga" impressione, lilith, che sia proprio la nostra generazione ad aver (inter)rotto queste tradizioni così radicate da decenni (se non secoli) di pratica quasi esclusivamente legata alla "terra". Quel che mi inquieta è che non abbiamo saputo ancora sostituirle con altre pratiche simboliche che possa essere dette "tradizioni" dalle generazioni future. E non si tratta solo di quella inevitabile nostalgia per l'infanzia che fu. Un bacio.
 
SandaliAlSole
SandaliAlSole il 20/04/09 alle 07:02 via WEB
In colpevole ritardo, visto che la Pasqua è ormai passata, vorrei condividere i miei ricordi con te. Noi abbiamo sempre trascorso le vacanze di pasqua in montagna, con i miei e con i nonni e anche per noiil venerdì era giornata di silenzio radio e tv. se anche le avessimo accese, comunque, la programmazione sarebbe stata in linea con lo spirito della giornata. Alle otto di sera del sabato, con i miei e con il nonno andavamo a messa, mentre la nonna restava a casa perchè aveva difficoltà a camminare, e assistevamo a una celebrazione ricca di momenti particolari, dalla benedizione dell'acqua a quella del fuoco. E assistevamo al momento in cui le campane venivano slegate. Al ritorno a casa, la nonna ci accoglieva anche lei con un bicchiere d'acqua preso nel momento in cui slegavano le campane. Benedetta anche per lei. E la mattina dopo c'era l'uovo per tutti e non di cioccolato! Molti di questi gesti sono andati un po' perduti. Però devo dire che l'orecchio alle campane lo tendoanche io. e l'uovo non di cioccolato la mattina di Pasqua mia mamma ce lo fa trovare ancora. Alle bambine/ragazze abbiamo insegnato ad aspettare. Le uova, quelle di cioccolato, non si possono aprire prima della domenica. se no non sarebbero uova di Pasqua, ma di un qualunque altro giorno dell'anno.
 
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