NON PORTO SFORTUNA!

FINALMENTE HO UN BLOG TUTTO MIO...! ERO STUFA D'ESSERE OSPITATA NEL BLOG DELLA MIA MAMMA ADOTTIVA, HO BISOGNO DEI MIEI SPAZII, DI PARLARE IN PRIMA PERSONA, DI FAR NCONOSCERE TUTTO IL MIO DISAPPUNTO SULLE DISCRIMINAZIONI CHE SUBIAMO NOI GATTI, SOPRATTUTTO QUELLI ERI, FIN DAI TEMPI BUI DEL MEDIOEVO, QUANDO VENIVAMO BRUCIATI SUI ROGHI CON DELLE CREATURE CHE AVEVANO IL SOLO TORTO DI VOLERCI BENE ED APPREZZARE LA NOSTRA COMPAGNIA.

 

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IL PRESEPE DI MAMMA'

Post n°78 pubblicato il 31 Dicembre 2008 da lilith.lunanera
 

QUESTO BELLISSIMO PRESEPE E' STATO REALIZZATO DAL NONNINO ALFREDO PIU' DI 40 ANNI FA, L'ULTIMO NATALE PRIMA CHE VOLASSE IN CIELO. E' UN RICORDO BELLISSIMO PER MAMMA ROSY,UN DOLCISSIMO DONO CHE LE HA LASCIATO IL SUO PAPA'.

QUESTI SONO I SUOI BABBO NATALE, SONO DAVVERO BELLISSIMI...VERO?

 

IL DONO DI MIO PADRE

Per il Santo Natale allestirò un presepe che risale a 40 anni fa. Fu costruito da mio padre, il Natale precedente la sua scomparsa. Sarà un’evocazione di tantissimi ricordi, gli anni della mia giovinezza, quando il Natale era vissuto con magia, gioia e felicità infinite, di cui allora non sapevo neppure misurare la loro fatuità egli anni a venire. 
La preparazione avveniva, canonicamente, alla metà del mese di novembre, perché il presepio non era imballato alla fine delle festività natalizie, ma smontato totalmente, mio padre conservava soltanto
la base di legno, i pezzi più grossi di sughero etutto quello che faceva parte della scenografia. Il ricordo degli odori è ancora persistente…uno de tanti, quello della colla di pesce, che mio padre faceva sciogliere a bagnomaria, in un barattolo di pomodori, immerso in un vecchio pentolino. Allora non si usava attack o vinavil ed ogni opera d’incollaggio era effettuata con la colla di pesce. Ogni anno papà aggiungeva dei nuovi particolari, e restaurava quello demolito dalle incursioni di noi bambini. Altro passo importante era rappresentato dalla cernita dei pastori, perché inevitabilmente, qualcuno usciva malconcio dal lungo sonno nella scatola che li aveva ospitati un anno intero. Si doveva provvedere sempre all’incollatura di un braccino o una gamba, o addirittura di una testa. Noi ragazzi conoscevamo a memoria la posizione d’ogni singolo personaggio, ed ognuno assumeva doverosamente la sua sistemazione ad eccezione del Bambinello che era deposto nella grotta alla mezzanotte del 24 dicembre, con una piccola cerimonia, da mio fratello che era il piccolo di casa, mentre cantavamo “Tu scendi dalle stelle”. Provo una stretta al cuore nel rievocare questi ricordi, perché dalla morte di mio padre è svanito tutto l’incanto di questa magica notte…. Papà aveva un vero culto per il presepio, un amore grandissimo che ha trasmesso ad entrambi. Negli anni successivi alla sua scomparsa, il presepio era collocato al suo “solito” posto, poi con gli anni e la mancanza di spazio, questo piccolo capolavoro è stato sostituito da una grotta, costruita da me e che ospitava solo i personaggi principali e qualche pastore in adorazione.

Un altro ricordo che è rimasto vivo nella mia memoria, è il dolce suono delle zampogne. Nelle strade cittadine, non ancora invase dal traffico e dal frastuono dei clacson, si potevano sentire, già negli ultimi giorni di novembre, le dolci sinfonie che creavano l’atmosfera della festa più magica dell’anno. Nelle case napoletane vigeva l’abitudine, nel periodo natalizio, di fare suonare la novena innanzi al presepio dai numerosi zampognari che scendevano, già da metà novembre, dai paesini montani della Campania, dell’Abruzzo ed il Molise. Gli zampognari arrivavano a casa di mattina, ed io e mio fratello, al calduccio sotto le coperte, eravamo svegliati dal dolce “concerto” che avveniva innanzi al presepio allestito nella nostra stanza. 
Domenica toglierò dal suo involucro di carta e plastica “il mio presepio”, tornerò a rivedere, dopo diversi anni, la sua struttura, le casette che occhieggiano tra le montagne costruite col sughero, la grotta che ospita la Natività, posta al centro della scena. Nell’angolo sinistro è sistemata la facciata dell’osteria, ricavata da una scatola di scarpe, dove mio padre aveva ritagliato due finestrelle con le relative imposte ed il grosso portone da dove s’intravede il focolare, fatto anch’esso di cartone.
All’esterno della locanda sarà sistemata una tavola imbandita e ai quattro lati gli avventori intenti a banchettare. Non distante ci sarà un fuoco fatto di fascine e una Lucina simulerà la fiamma. Accanto a questo Presepe, opera d’amore di un uomo semplice e buono, che troppo presto ha lasciato la famiglia, vigilerà costante la sua anima e rievocherò quei momenti sereni, mi sembrerà di respirare l’odore d’incenso che Lui bruciava al momento della deposizione del Bambino Gesù, ed intonerò, a bassa voce, il bellissimo canto del “Tu scendi dalle stelle” come atto d’amore e di riconoscenza per Mio Padre che mi ha lasciato questo bellissimo dono.
Ti voglio bene, PAPA’……

BY ROSANNA

 

 
 
 
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Data di creazione: 10/04/2007
 

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