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Creato da: liviocaiulo il 23/08/2008
La vecchia e la candela

 

 
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La vecchia e la candela (1-30)

Post n°15 pubblicato il 21 Settembre 2008 da liviocaiulo

Questa è una grande città, una città qualsiasi come ce ne sono tante nel mondo; c'è tanta gente, ci sono tante case, tanti negozi, tante fabbriche e tante automobili...

Figura 1

...e questa è la storia di una candela qualunque, in un negozio qualunque, in una via qualunque di questa grande città...

Figura 2

...e di una vecchia, una vecchietta qualunque di novantanni che quasi scompare tra le migliaia e migliaia di persone.

Figura 3

La massima aspirazione della nostra candela è di essere venduta a qualche persona ricca: «Come sarebbe bello essere comprata da qualche ricca signora e vivere in una casa lussuosa tra gli agi e le comodità... sarei felice e sistemata per tutta la vita!» E sogna... sogna...

Figura 4

Perciò quando si avvicina qualche signore vestito più elegantemente del solito, o con qualche anello in più, la nostra candela cerca in tutti i modi di mettersi in mostra. Si esibisce, spinge, scavalca le altre candele ma... finora la fortuna le ha sempre voltato le spalle.

Figura 5

La vecchia signora abita in una soffitta: una sola camera col bagno in comune con altre famiglie. Un armadio, un letto ed un tavolino sono tutto ciò che possiede. Non ha né luce, né gas, né riscaldamento: caldo d'estate e freddo d'inverno. Al muro tante fotografie, tanti ricordi; suo marito, i suoi parenti... misere fotografie, il più bel quadro (e l'unico) che ha, il ritratto di sua madre, ha dovuto venderlo per comperarsi un po' di cibo; le poche lire della pensione non le sono bastate.

Figura 6

"Una volta eravamo ricchi, io e mio marito avevamo il più bel negozio del paese..." e ripensa agli avvenimenti dolci e tristi della sua vita: alla sua spensierata fanciullezza, ai suoi giochi, alla scuola, al matrimonio ed al suo paese lontano: "chissà ormai sarà tutto cambiato, sarà una grande città; col tempo tutto cambia, nulla resta di ciò che è stato...". E pensa, sogna, rimpiange...vive di ricordi...

Figura 7

Per lei è arduo anche uscire di casa: sta più di mezz'ora per salire alla sua soffitta, al sesto piano. E' duro salire e scendere le scale con le gambe che le tremano e l'affanno alla gola. La gente corre per le scale, fa i gradini a due, a tre alla volta; passano: " Buongiorno" un'occhiata di pietà e via... oppure, non la degnano neanche di uno sguardo.

Figura 8

Intanto la candela ambiziosa continua a mettersi in mostra per raggiungere un rango più elevato. Non è cattiva ma pensa un po' troppo a se stessa, e quando gliene capita l'occasione spinge e calpesta le altre candele, suscitando così odi, antipatie ed avversioni.

Figura 9

" Ci riuscirò... eccome se ci riuscirò" pensa lei senza badare troppo alle sue compagne. Anzi, si trova anche un'amica, una candela buona e simpatica con la quale già spera di vivere serenamente: "Vedrai "le dice "un giorno, ti farò vivere nel lusso, avrai candelabri d'oro e d'argento e tanti bei fiammiferi colorati..."

Figura 10

Sorge un nuovo giorno; la vecchia signora ricomincia la sua monotona giornata: vaga solitaria per la città. "Per fortuna ho ancora le gambe buone; Dio mi concede almeno questa grazia" pensa sconsolata "ma nessuno che mi saluti, nessuno che mi sorrida, che mi riconosca, nessuno che mi ami, nessuno che mi ... odi... migliaia di persone ... tutte uguali". Oggi deve ritirare la pensione... una miseria, le basterà solamente per pagare l'affitto e per comprare di che sfamarsi. Non riesce nemmeno questa volta a farsi mettere la luce ed a leggere un libro prima di addormentarsi.

Figura 11

Capita molto spesso che la nostra vecchia si ammali. Mal di stomaco, artrite, debolezza, a volte la costringono a letto per tutto il giorno ed anche per diversi giorni. Allora deve arrangiarsi come può, mentre, nella dispensa, il cibo diventa sempre più scarso. "Un giorno mi troveranno a letto morta" pensa l"forse sarà meglio così... non mancherò certo a nessuno... e forse avrò, finalmente, un po' di pace."

Figura 12

Purtroppo i sogni di felicità delle due candele svaniscono in un attimo. Un giorno l'amica della nostra candela è presa dallo scaffale e venduta. "No, no, lasciatemi" urla singhiozzando", voglio rimanere qui, voglio stare qui col mio compagno... vi prego, non vendetemi!" Ma e' tutto inutile...

Figura 13

"Addio!" le urla la candela soffocando una lacrima: " non piangere... vedrai, ora starai meglio... troverai una casa mille volte migliore di questo squallido negozio!". "Non la rivedrò mai più" pensa poi tristemente tra sé e sé: "pazienza... io non ci posso fare nulla... bisogna rassegnarsi... cercherò di essere forte; troverò un'altra amica... così è la vita!". E già comincia a ripensare agli ori ed alla vita nel lusso.

Figura 14

Intanto la nostra vecchietta ha conosciuto un signore su una panchina nel parco ove è solita fare le sue passeggiate. I due hanno fatto subito amicizia, lui ha ben cinque anni più di lei: "... quanti avvenimenti dolci e tristi abbiamo visto passare sotto i nostri occhi... basti pensare alla prima , alla seconda Guerra Mondiale... a com'era diverso il mondo” si raccontano dei loro paesi, delle loro esperienze, ed assieme ridono e si divertono.

Figura 15

I due vecchietti si vogliono bene: ora si incontrano tutti i giorni su quella panchina. Quante cose hanno da dirsi! Quante barzellette, quanti fatti spiritosi si raccontano! Insieme ridono fino alle lacrime! Finalmente la vecchina ha trovato un po' di serenità. Il suo amico è così buono, gentile, educato. Ma: "...noi siamo vecchi... oggi ci siamo ... domani possiamo non esserci più..." esclama a volte il signore.

Figura 16

Un brutto giorno però il vecchio manca all'appuntamento. La vecchina lo attende per un'ora, per due ore... ritorna il giorno dopo e poi tutti i giorni per un'intera settimana... La panchina è sempre vuota... Allora, accanto a quel posto si ricorda le parole del suo amico: "...Oggi ci siamo... domani non ci siamo più..." e sugli occhi le brillano delle grosse lacrime.

Figura 17

Dopo il temporale giunge sempre il sereno: improvvisamente alla nostra candela capita un fatto straordinario. Una ricchissima signora entra nel negozio e sceglie proprio lei. La nostra amica si sente traboccare dalla felicità.

Figura 18

"Che gioia! Che gioia!" urla: "Come sono contenta, finalmente la felicità è giunta anche per me!". Come sta bene tra la morbida pelliccia della signora! Che begli anelli ha, diamanti, rubini, smeraldi: quella signora deve essere veramente ricca!" Ora il suo sogno diventa realtà: la candela viene portata in una ricca dimora.

Figura 19

Nel frattempo la signora, sempre più triste e sfiduciata, gira senza meta per le vie della città. Sola. Nessuno che la saluta, è vecchia ed i suoi amici ormai non ci sono più. Vuole bene ai bambini, piccola come è, sembra una di loro: "I bambini sono più buoni ed hanno più fantasia" dice, e quando ne vede uno gli si avvicina per offrirgli una caramella. Ma la mamma pronta: "Vieni qua Gigetto! Cosa fai! Non bisogna mai accettare nulla dagli estranei! Quella signora è vecchia, è malata! Stai attento!". La nostra povera amica rimane muta e delusa.

Figura 20

"Povera me, non servo a nulla, non sono simpatica a nessuno, non ho nessuno con cui parlare..." e allora parla da sola e quando si rammenta qualche episodio lieto ride da sola. Inoltre se incontra dei bambini fa loro delle smorfie o tenta di farli ridere con dei buffi atteggiamenti. Ma, come sempre, sulla faccia della gente sono dipinte lo scherno, l'ilarità, la pietà: " Guarda! Guarda quella vecchia. Poveraccia! E' matta... è matta... è malata..."

Figura 21

La candela è posta dalla cameriera in un candelabro tutto d'oro. Attorno a lei mobili, cristalli, tappeti preziosi; il lusso sfavilla in ogni angolo. " Grazie! Grazie! Che felicità!" avrebbe voluto abbracciare tutti, baciare tutto ciò che le sta vicino.

Figura 22

Tutto è meraviglioso come in un sogno. Le stanze sono sempre pulite e profumate, né troppo caldo né troppo freddo, i cristalli dei lampadari scintillano riflettendosi nelle grandi specchiere stile Luigi XV. La nostra candela è sempre pulita e spolverata: "...anche troppo!" mormora contenta.

Figura 23

Un bel dì la nostra amica è accesa per la prima volta nella sua vita. Che magnificenza! Che splendore! La sua fiammella delicata e purpurea brilla come se fosse magica. Le sue compagne non la degnano di uno sguardo o le danno qualche rapida occhiata dall'alto basso se ne stanno mute, rigide ed impettite, tutte intente a far bella mostra della loro fiammella, a tenerla dritta e splendente. "Io parlerei loro, ma non mi ascoltano, neppure mi badano!" pensa la candela un po' a disagio. "Come volete! Ora vedrete chi ha la fiamma più brillante!" mormora un dì tra sé la nostra amica sfoggiando il suo fuocherello. Silenziosamente le tre candele competono tra di loro e, mute, si invidiano le reciproche fiamme.

Figura 24

Una sera i ricchi signori danno un ricevimento e il candelabro è messo sulla tavola. Le altre candele sono sempre mute ed orgogliose, perfino le rose nel vaso non rivolgono la parola alla nostra amica: sono tutti intenti a fare la loro parte e la candela si adegua. "Strano - pensa tra sé e sé - ho atteso tanto questi momenti ed ora che li vivo non mi sento molto contenta! Mah! Dovrò ancora ambientarmi, col tempo certamente mi passerà!" e così continua a sfoggiare il suo sorriso. Nelle ampie sale illuminate decine di persone distinte, eleganti e fin troppo educate si abbuffano tra le interminabili specialità culinarie.

Figura 25

Come è misera invece la cena della nostra vecchietta! Quando la luce del giorno si fa sempre più fioca la vecchina, sola ed in silenzio, mangia dei cibi in scatola. A volte, per sentirsi meno sola, disegna sul suo cuscino gli occhi, la bocca, vi mette sopra un suo vecchio cappello e lo fa sedere a tavola con lei.

Figura 26

"Come va oggi? Hai trascorso una buona giornata?" - dice la vecchia al cuscino fingendo che esso le risponda. "Sì... anch'io e, sai, una volta io avevo un grande negozio, il più grande della città - prosegue la signora - e un giorno mi accadde un fatto...straordinario...senti...ascolta..." e continua così e parla, e ride con quel cuscino inanimato. La sua voce, sola, riempie quella misera soffitta, tutt'intorno è silenzio. Dopo un po' la nostra vecchia non parla più e si mette a ridere finché il riso si trasforma in pianto e delle calde lacrime le scendono sulle guance.

Figura 27

Allora con gli occhi gonfi di tristezza va alla finestra e davanti all'immensità del cielo stellato, piange: "Dio! Dio mio che ci faccio su questo mondo, questo corpo dolorante non serve a niente. Sono sola e non sono utile a nessuno. Fa che questa notte mi addormenti e che non mi svegli più!" Ma nessuno le risponde, non c'è nessuno che la consola; il cielo è il solito cielo blu di ogni notte e, per le vie, si odono i soliti rumori della città. Le lacrime brillano come diamanti scendendo su quel volto vecchio e stanco.

Figura 28

I saloni vengono illuminati solamente in occasione di qualche ricevimento altrimenti rimangono bui e deserti. In quelle ampie sale scure la candela si sente sola ed un po' a disagio: "Insomma, ma che voglio di più, ho tutto ciò che ho sognato... sono felice, si, sono felice, devo essere felice!" ripete con ossessione la nostra amica.

Figura 29

Un giorno, mentre riordina il salone, la cameriera urta inavvertitamente il candelabro.

Figura 30

(CONTINUA...)

Le foto e i testi sono di proprietà dell'autore e non possono essere riprodotti senza autorizzazione scritta dello stesso.

©Livio Caiulo, 2008

 
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