Il blog operaio!

Io adoro il rock, soprattutto quello d’altri tempi. Non che disdegni quello attuale, sia chiaro. Adoro i Muse, ad esempio, così come i Placebo, i Wolfmother e molti altri gruppi il cui nome ora non mi sovviene alla mente. Nessuno di essi, però, regge il confronto con i vari Deep Purple, Led Zeppelin, Pink Floyd e chi più ne ha più ne metta. Non crediate però che questo sia lo sfogo nostalgico di un vecchio rincoglionito che ripensa ai bei vecchi tempi. Sono nato nel 1972, e la band dei miei vent’anni sono stati i Nirvana (lode a Kurt Cobain nell’alto dei cieli, amen), quindi quel rock del passato l’ho imparato a conoscere ed apprezzare in età non sospetta. Quando, però, vedo che nell’anno di grazia 2007 questi signori si ostinano a voler pubblicare dischi, fare concerti ecc. non posso fare a meno di pensare: ma questi in pensione non ci vanno proprio mai? Ce li avranno i loro bravi 40 anni di contributi, no? Capisco che all’estero l’età pensionabile sia più alta che in Italia, ma taluni di questi artisti credo abbiano fatto la loro prima esibizione alla festa di compleanno del faraone Ramses! Vedere i Rolling Stones, per quanto bravi, pubblicare l’ennesimo cd (pregevole, tra l’altro) e girare il mondo per l’ennesimo tour con quelle loro facce che sembrano essere fatte di carta crespa… Viene voglia di dire loro: ok, siete stati dei grandi e vi ringraziamo tutti per il vostro notevole contributo alla storia del rock, ma adesso, per favore, fateci il santo piacere di levarvi dalle palle, portando possibilmente con voi i Who (nuovo album nel 2006), Elton John (che ha festeggiato i suoi 60 anni esibendosi al Madison square garden) e tutta l’altra risma di arteriosclerotici… Poi però leggo sul giornale che l’artista del momento è una certa Rihanna che ha pubblicato una canzone in cui tesse le lodi della sua magnifica “umbrella” (tra l’altro il fatto che “la vita l’è bela basta avere l’ombrela” l’avevano gia capito Cochi e Renato trent’anni fa.), e così mi vedo costretto a rimangiarmi tutto. Quindi non resta altro da dire che VIVA I DINOSAURI DEL ROCK!