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Le nuove frontiere della fisica quantistica

Post n°40 pubblicato il 27 Aprile 2014 da myfriend.mi
 

 

Hans-Peter Dürr, fisico delle particelle, è nato nel 1929 a Stoccarda. Collaboratore per 20 anni di Werner Heisenberg, già direttore del Max-Planck-Institut, autore di saggi e articoli sul rapporto tra scienza, politica, economia e spiritualità, Premio Nobel per la Pace con il gruppo Pugwash nel 1995 e premio Nobel alternativo 1987.

Questa è una sua intervista dal titolo: "Dove finisce la materia e inizia lo spirito".

Intervistatore (I): Il pensiero occidentale, a un certo punto della sua storia, ha separato ciò che da sempre l'uomo ha considerato un’unità: si separò, cioè, la materia dallo spirito. A un certo punto l’uomo fu considerato l’unico essere dotato di spirito e quindi si è pensato che tutto il resto fosse riducibile a materia, soprattutto le piante e gli animali: materia inanimata da usare come macchine. Da qui nacque il "disprezzo" dell'uomo per la natura, ritenuta inferiore; da qui nacque il senso di superiorità nei confronti della natura e il sentirsi i dominatori della natura.

Poi, con l'Illuminismo, si credette che lo spirito risieda nel cervello e sia semplicemente il prodotto  “della attività della macchina cervello”. Si credette che lo spirito altro non è che il prodotto della attività della macchina cervello, esattamente come il fuoco di un accendino è il prodotto del funzionamento della macchina accendino.

La fisica dei quanti ha superato questo materialismo, e ripropone il concetto di “unità della natura”.

Durr (D): si, forse il concetto di “unità” è stato riscoperto ma non è stato ancora recepito dal nostro modo comune di pensare perchè è estraneo alla nostra esperienza che ci porta a vedere e percepire corpi e oggetti materialmente distinti e separati gli uni dagli altri. Siamo talmente legati al materialismo, che ci fa percepire gli individui/oggetti come materia distinta e separata, che è difficile separarcene.

Il pensiero illuminista/materialista ci ha portato a vedere la natura composta da oggetti materiali governati da leggi. Questo ci ha portato a trattare la natura come fosse una macchina e questo ci ha dato enormi vantaggi. Ma ci ha portato a vedere la natura come una macchina da dominare; ci ha portato a considerare la natura come una macchina da dominare tramite la tecnologia.


Dove nasce, quindi, il dualismo uomo-natura? Risposta: se la natura è una macchina allora l’uomo non può farne parte poichè noi consideriamo di avere lo spirito, ciò ha generato una estraneazione dell’uomo dalla natura rendendo l'uomo “a immagine di dio” e, al tempo stesso, ha significato, per la natura, la privazione della sua origine divina. Questo è il meccanismo che ha portato al dualismo uomo-natura, al sentimento di superiorità dell’uomo verso la natura e al disprezzo per la natura ritenuta una semplice macchina priva di natura divina (animali, piante e materia non hanno anima).

Dove nasce, quindi, la separazione tra uomo e natura? Risposta: dalla visione secondo la quale solo l’uomo è dotato di spirito/anima, tutto il resto della natura non ha anima, è solo materia, il cui decorso è pari a quello delle macchine (animali, piante, materia etc).

Facciamo fatica a separarci da questa concezione. Noi consideriamo il resto della natura come una macchina da usare per i nostri scopi o a cui diamo degli ordini, visto che non sottostiamo alle sue leggi.

Nonostante la fisica moderna (fisica quantistica) domini la nostra tecnologia, il concetto di base della fisica moderna non ha ancora attecchito nel pensiero dell’uomo moderno che è ancora fermo al dualismo uomo-natura del 20 secolo.


I: la fisica dei quanti ha scoperto che la materia (così come noi la vediamo) in realtà non esiste, ma tutto è energia, tutto è spirito (che assume forma nella materia). Quindi la separazione e il dualismo corpo-anima, materia-energia in realtà è una illusione generata dai nostri sensi.

D: Il concetto è molto più profondo. La fisica dei quanti non solo dice che sia scomparsa la materia - poichè la materia è energia - ma, anche, che sia scomparsa  l’energia. Ciò che è emerso è che la "visione ontologica" non vale più, anche se si dice che le cose esistono, indipendentemente dal fatto che siano particelle o energia. E' emerso che non esistono "le cose", c’è solamente un legame, esiste solo un legame. Esiste solo un legame senza che questo sia collegato a qualcosa che comprendiamo e non esiste un linguaggio adatto a descriverlo. Ci manca qualcosa che definisca solamente "legame", anzichè dire "cosa è collegato a cosa", ma solamente che l’elemento originario della realtà non è realtà, realtà oggettiva, bensì puro legame.

Gli elementi più piccoli non sono unità materiali ed energetiche, bensì "elementi di realtà", perchè sono "parti della realtà" che agiscono senza essere materiali. Questo possiamo immaginarcelo come una specie di "campo unificante" che fa da sfondo...possiamo immaginare di essere in un mare che non è materiale e dalle onde in superifice si forma la materia. Ciò significa: la materia è come la scoria dello spirito. Lo spirito segue olisticamente la natura (è un tutt'uno con la natura), questo è il motivo per cui non lo afferriamo; lo spirito è la realtà effettiva che ci tiene uniti.

Quando parliamo tra di noi (tu ed io) non stiamo agendo sullo scambio di onde di luce o suoni tra due entità/individui materiali distinti e separati (questo è quanto percepiscono i nostri sensi)...al contrario!; le parole servono solo a ricordarci qualcosa che in realtà già conosciamo, le parole ci consentono di scavare nella esperienza personale. In questo modo ci incontriamo al livello dello spirito (il campo che fa da sfondo dal quale originiamo) nel quale tutti siamo innestati; e le parole servono giusto a comprendersi per poterci poi incontrare là dove siamo tutti collegati...nello spirito.

Lo spirito, l’elemento accomunante, è in effetti l’elemento primario.

Oggi si dovrebbe rispondere alla domanda: come è possibile che la nostra percezione di questa componente unificante e non divisibile (lo spirito) siano, invece, tante parti separate e scollegate tra loro (gli individui e la materia)?
Noi due siamo, di fatti, uno solo, eppure ci percepiamo come due individui separati e distaccati ..è questo il mistero: che cosa crea distacco?

Lo spirito di fatto non è divisibile, ma la nostra corporeità, ovvero la scoria, è separata e non la componente su cui essa galleggia.

I: ammesso che due scorie..o tutti gli esseri viventi...siano in realtà un unico spirito, quando vanno uno contro l’altro (uomo contro uomo o uomo contro animale) si potrebbe dire che questi fanno del male a se stessi?

D: E’ proprio così! Tutti gli esseri viventi sono collegati nello spirito, sono innestati nello spirito unificato, ma si percepiscono come individui distinti e separati. Ciò significa che non sappiamo vederci e comunicare a livello dello spirito tra i vari individui. Percepiamo un legame più o meno stretto, ma ci percepiamo distinti. Tuttavia il dolore del mondo, ovunque esso sia, tocca anche me perchè il mio dolore non è separato da quello del mondo.

Quindi la comprensione o compassione, questo sentire con l’altro, non ha nulla a che fare con l’altruismo, ma origina dal fatto che siamo tutti collegati con il Tutto, innestati nello stesso spirito, anche se i nostri sensi ci fanno percepire separati. Perciò quando il mondo soffre...quando qualcosa soffre nel mondo...anche io ne soffro, ma la mia consapevolezza (mente-cervello) non sa qual’è il motivo. Sono depresso ed anche se ho tutto ciò di cui ho bisogno, c’è qualcosa che mi rende infelice e questo ha a che fare con un sentimento molto profondo (a livello del campo unificante)...quindi non con un sentimento superficiale (cioè percepito dai nostri sensi)...qualcosa di costitutivo radicato in profondità.

 
 
 
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