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« Basta euro. Come uscire ...Basta euro. Come uscire ... »

Basta euro. Come uscire dall’incubo-5^ puntata

Post n°1688 pubblicato il 04 Aprile 2014 da Lucky340
 

«Basta euro. Come uscire dall’incubo, 31 domande e 31 risposte, la verità che nessuno ti dice” è il titolo del volumetto curato dal professor Claudio Borghi Aquilini con postfazione di Matteo Salvini, liberamente scaricabile dal sito www.bastaeuro.org.
Anche noi sulla scia della padania, il giornale leghista, preseguiamo nella pubblicazione delle domande e risposte contenute nel libretto del prof. Borghi
.

 

8)Magari avessi risparmi! Ho un mutuo e il conto in rosso.Le rate saliranno?

No, la stragrande maggioranza dei mutui sono a tasso fisso (e quindi non cambiano) o a tasso variabile legato al tasso Eu-
ribor che è una media europea.
In tutti e due i casi un cambio di moneta da parte dell’Italia non avrebbe effetto, anzi, dato che anche il mutuo verrà convertito in lire come tutti i contratti italiani, qualora dovesse verificarsi una moderata inflazione (cosa comunque per nulla scontata, come si diceva prima) per chi ha un mutuo sarebbe molto conveniente, perché la quota residua da pagare varrebbe progressivamente sempre di meno.

Per chi ha un mutuo il vero guaio è essere costretti ad accettare uno stipendio dimezzato per poter lavorare, come spesso succederà con l’Euro, dato che la rata non si dimezzerà anch’essa. Il fatto che in caso di cambio di moneta i tassi continueranno ad essere calcolati come oggi è confermato da tutti i principali studi legali internazionali: il tasso EURIBOR è una media dei tassi in Europa e per legge il metodo di calcolo non può cambiare.

9)E le materie prime?E la benzina?
Dicono che se svalutiamo costeranno una fortuna, è vero?


No, innanzitutto noi non usiamo mai “materie prime” e anche la benzina non è petrolio greggio. Tutti i beni che consumiamo sono trasformati industrialmente e la maggior parte dei costi dei prodotti è data proprio da queste trasformazioni e trasporti mentre il valore della “materia prima” è di solito minimo.
I prezzi delle materie prime oscillano normalmente tantissimo, di solito con percentuali molto superiori a quella che sarebbe una svalutazione se pur forte, eppure non ce ne accorgiamo assolutamente.
Se ne accorgono eccome, invece, proprio i Paesi che hanno basato la loro economia solo sulle materie prime: in caso di discesa dei prezzi sui mercati internazionali possono aversi crisi fortissime e non facilmente sanabili nemmeno con forti svalutazioni.
Nel 2008 per esempio il prezzo del petrolio andò in breve tempo da 140 a 25 dollari al barile: nessuno si ricorda di pompe
di benzina che regalavano i pieni. In compenso con l’Euro abbiamo visto spesso laverde a 2 euro: vi ricordate forse la super a 4.000 lire al litro?
Gran parte del prezzo della benzina è data da tasse
in molti casi inventate proprio per compiacere l’Europa come l’ultimo forte rialzo deciso dal governo Monti:
rimane quindi molto spazio per assorbire qualsiasi tipo di rialzo.
L’Italia comunque è un paese trasformatore: importa materie prime ed energia ed esporta prodotti finiti. È il caso perfetto in cui il cambio flessibile ha massimo impatto. Immaginiamo che nella realizzazione di un prodotto in Italia il peso di energia e
materie prime sia addirittura del 50% (difficilmente accade). Supponiamo di svalutare del 20%. Ebbene, se fatto 100 euro il costo di un prodotto, le materie prime e l'energia costassero il 20% in più, invece di 50 costerebbero 60 e quindi il prodotto complessivamente ora costerebbe 110.
Per i mercati esteri tuttavia questo prodotto costerebbe il 20% in meno perché 110 è il costo nella nostra moneta, che si è svalutata del 20%, quindi il prodotto sui mercati esteri costerebbe 88 euro diventando molto più competitivo persino nel caso abbastanza estremo di un costo delle materie prime pari alla metà del totale.


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Data di creazione: 04/05/2010
 

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