Lucky_borsafinanza, borsa e dintorni |
AREA PERSONALE
TAG
MENU
LINK CONSIGLIATI
- Corso Opzioni
- Investire con il trend
- Macroeconomia
- Meteogiornale
- Hdblog
- Borsa quotazioni e news
- Quotazioni forex
- Carl_Futia
- Doug_Short
- SP_500
- Marco Cattaneo
- Scenarieconomici
- Cobraf
- Vocidallestero
- Micalizzi_Blog
- Keynesblog
- finanza.com
- Commodities_trading
- Traderlink
- Financialounge
- Trendonline
- You_Videolive
- Trendonline_Video
- Fonti.TV
- ClassCNBC
- Micromega
- Byoblu
DISCLAIMER
Non intendo sollecitare investimenti.
Chiunque utilizzi spunti derivanti dalla mia analisi agisce a proprio rischio e pericolo.
Messaggi di Ottobre 2014
Giovedi 23 ottobre 2014 Il Conference Board Leading Economic Index ® il (LEI) per gli Stati Uniti è aumentato dello 0,8 per cento nel mese di settembre arrivando a 104,4 (2004 = 100), dopo nessun aumento nel mese di agosto e un aumento dello 1,1 in luglio. "I mercati finanziari stanno riflettendo agitazione e disagio, ma i dati sui principali indicatori continuano a suggerire una crescita moderata nel breve termine", ha detto Ken Goldstein, economista del Conference Board. "Nel frattempo, i deboli progressi del mercato immobiliare rimangono un rischio notevole per le prospettive di giravolte finanziariea breve termine." L'uscita dei prossimi dati è prevista per giovedi 20 novembre 2014. ^^^^^^^ il LEI è uno dei nostri leading indicator preferiti poichè: a) La correlazione tra LEI e PIL è molto elevata come ci dimostra Northern Trust nel grafico, in cui il LEI – anticipato di un trimestre – viene messo a confronto con l’andamento del PIL americano dal 1960 a oggi. b) la relazione tra Leading Indicator e mercato azionario è molto stretta , risulta evidente la quasi perfetta correlazione tra le due serie di dati: i punti di massimo e di minimo vengono quasi sempre raggiunti nello stesso periodo.I dati del Leading Indicator anticipano di circa sei mesi i movimenti dell’economia e che la stessa cosa succede con i mercati azionari, Il Conference Board (CB), l’istituto privato che elabora l’indice, considera che un calo del 2% in sei mesi, con la contemporanea flessione della maggior parte dei componenti, possa segnalare l’arrivo di una fase di recessione tra i tre e i nove mesi dopo l’ultima lettura; e viceversa, un rialzo del 2% in sei mesi possa segnare l'arrivo di una espansione tra i tre e i nove mesi dopo l’ultima lettura . pertanto noi continuiamo ad usare le indicazioni fornite dai Leading Indicator per riuscire ad ottenere buoni risultati dall’investimento! i dieci componenti del The Conference Board Leading Economic Index® sono ora : Average weekly hours, manufacturing Average weekly initial claims for unemployment insurance Manufacturers’ new orders, consumer goods and materials ISM Index of New Orders Manufacturers' new orders, nondefense capital goods excluding aircraft orders Building permits, new private housing units Stock prices, 500 common stocks Leading Credit Index™ Interest rate spread, 10-year Treasury bonds less federal funds Average consumer expectations for business and economic conditions
|
"Wall Street ha chiuso con un rialzo rialzo la peggior settimana dall'agosto del 2011, sull'idea che la Fed possa continuare il piano di stimoli e sulla scia di una serie di trimestrali superiori alle attese. La spinta positiva è iniziata ieri dopo che il presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, ha chiaramente detto che la Banca centrale americana dovrebbe posticipare la fine del programma di acquisto dei bonds (QE). Il prossimo incontro del board della banca centrale statunitense è il 28 e 29 ottobre, riunione che, fino a poco tempo fa, si pensava avrebbe sancito la fine del programma di quantitative easing". Vediamo alcuni indicatori in ottica MACROTECNICA:
Vediamo alcuni Trading System cosa ci dicono :
Vediamo alcuni indicatori anticipatori dei punti di svolta del mercato cosa ci dicono :
|
da http://www.finanzaoperativa.com Giovedì 16 ottobre inizierà a negoziare sullistino di Borsa Italiana il nuovo Lyxor UCITS ETF Daily Double Short 10Y US Treasury che, su base giornaliera, replica la performance doppia ed inversa del contratto future sul Treasury decennale statunitense. Già quotato a Parigi, l’ETF sbarca ora in Italia e consente di investire sul rialzo dei tassi statunitensi ovvero di coprire un portafoglio dal relativo rischio. Il recente interesse verso lo strumento è confermato da Marcello Chelli, referente per i Lyxor ETF in Italia: “Nelle ultime settimane abbiamo registrato una massiccia raccolta, soprattutto dall’Italia, che ha consentito di attestare il patrimonio dell’ETF oltre la soglia dei 250 milioni di dollari; la finalità di utilizzo è sia di copertura sia, soprattutto, di investimento tattico sul rialzo dei tassi Usa”. L’ETF beneficia di una Modified Duration negativa elevata di circa -12,5 e, pertanto, l’implementazione di strategie di copertura / investimento comporta un limitato consumo di capitale. Inoltre l’ETF evita alcune problematiche operative dei derivati: nessun margine; nessun roll-over; possibilità di split tra più clienti; lotto minimo di 1 solo ETF; nessuna contrattualistica ISDA; semplicità di acquisto e valorizzazione. Lo strumento, oltre ad essere negoziato su Borsa Italiana, viene trattato anche OTC con 48 intermediari (tra cui Société Générale, Banca IMI, Unicredit e Intermonte) e prevede il ribasamento giornaliero della leva che comporta, periodicamente, la necessità di gestire il relativo compounding effect. Con questo strumento si amplia la gamma di Lyxor ETF disponibili su Borsa Italiana che consentono di investire, ovvero di proteggersi, dal rialzo dei tassi: sono infatti già disponibili gli ETF Double Short su BUND (Lyxor UCITS ETF Daily Double Short Bund) e su BTP (Lyxor UCITS ETF Daily Double Short BTP) che vantano, rispettivamente, patrimoni di 545 milioni e 177 milioni di euro.
|
"la “grande distribuzione” in atto sui mercati azionari (che continuiamo a ribadire in questa rubrica da mesi) sta giungendo al suo epilogo. In generale sono le frange più deboli ad abdicare per prime, com’è normale che sia in una logica di rotazione del rischio; solo alla fine il “cuore” (identificabile con l’area core), perde momentum declinando definitivamente. Nei giorni scorsi lo S&P500 ha avvicinato area 1900 punti “saggiando” la reazione, in un contesto assai critico. Proprio l’area 1900 rappresenta a nostro avviso la frontiera su cui modulare definitivamente la rotazione da Risk On a Risk Off. Al momento la correzione degli indici azionari può essere stimata all’interno di un’ampiezza tra il 10 e il 15%, tuttavia molto dipenderà dai riflessi comportamentali degli investitori a questa sollecitazione.....Wlademir Biasia " Vediamo alcuni indicatori in ottica MACROTECNICA:
Vediamo alcuni Trading System cosa ci dicono :
Vediamo alcuni indicatori anticipatori dei punti di svolta del mercato cosa ci dicono :
|
Con il rifiuto della Francia (e dell’Italia) di rispettare gli assurdi parametri imposti dall’euro, la crisi dell’insostenibile moneta unica diventa evidente. Come uscire dalla crisi sfuggendo ai diktat della Ue, della Germania e della Bce che controllano l’euro e che soffocano la nostra economia? La moneta unica infatti impedisce i riallineamenti competitivi (cioè le svalutazioni monetarie dei paesi deboli e le rivalutazioni della moneta di quelli forti) e quindi provoca crescenti squilibri commerciali e debiti con l’estero. A causa dell’euro i paesi creditori, come la Germania, l’Olanda, l’Austria, e la Finlandia possono dettare legge e strangolare i paesi debitori, come l’Italia, la Francia e la Spagna. Ma uscire unilateralmente dall’euro è molto difficile: tra l’altro perché l’euro è una valuta di riserva internazionale detenuta da paesi come Cina, Russia, India; e perché molti cittadini vedrebbero svalutati i loro risparmi. Come si fa allora a uscire dalla trappola del debito se i paesi deboli non hanno più sovranità monetaria e il debito nazionale è espresso in una valuta straniera, cioè l’euro? Bisogna ripristinare un po’ di sovranità monetaria nazionale. Le proposte avanzate nel libro Soluzione per l’euro. 200 miliardi per rimettere in moto l’economia Italiana (Hoepli, 2014) scritto da Marco Cattaneo e da Giovanni Zibordi sono probabilmente le più valide per rimettere in moto l’economia italiana in grave dissesto. Cattaneo e Zibordi suggeriscono una politica monetaria che è rivoluzionaria ma praticabile perfino dal governo Renzi. Lo Stato italiano dovrebbe emettere gratuitamente certificati di credito fiscale da far valere dopo due anni per pagare la pubblica amministrazione – cioè tasse nazionali e locali, contributi, multe, ecc -; i Ccf avrebbero però valore immediato come moneta, come mezzo di pagamento. La nuova moneta creata dallo Stato per alleviare il peso fiscale dovrebbe arrivare direttamente e gratuitamente al lavoro e alle aziende senza passare dalle banche. Lo shock monetario creerebbe immediatamente nuova domanda senza provocare nuovi debiti e iper-inflazione perché rilancerebbe la produzione (e l’occupazione) sfruttando tutte le risorse che sono sottoutilizzate a causa della politica deflattiva dell’euro. Cattaneo e Zibordi suggeriscono di assegnare gratuitamente a partire dal primo gennaio 2015 circa 70 miliardi di Ccf ai lavoratori dipendenti e autonomi; di dare ai datori di lavoro del settore privato 83 miliardi. Gli 83 miliardi abbatterebbero il costo del lavoro del 18% circa, cioè di una percentuale all’incirca equivalente al maggiore costo del lavoro che l’economia italiana ha accumulato nei confronti della Germania dall’introduzione dell’euro ad oggi. Infine, dovrebbero essere emessi altri 47 miliardi di Ccf per altre forme di sostegno alla domanda, per esempio per favorire le aree del Sud Italia, ecc. Il complesso dei Ccf ammonterebbe a un totale di 200 miliardi nel 2015 e ad altri 200 miliardi nel 2016 su un totale di prelievo fiscale pari a circa 800 miliardi all’anno. Lo shock sarebbe quindi molto potente. Gli scenari indicano che l’economia potrebbe finalmente tornare a correre: il Pil sarebbe pari a 2080 miliardi nel 2017. Grazie all’aumento del Pil, il rapporto deficit pubblico/Pil sarebbe positivo fino al 2016, per poi tornare di nuovo a crescere del 3,2% nel 2017, quando lo Stato dovrà accettare anche i Ccf e non più solo gli euro come forma di pagamento fiscale. Il calo delle entrate pubbliche legato allo sconto fiscale verrebbe comunque compensato dall’aumento dei ricavi derivato dalla crescita del Pil. La disoccupazione crollerebbe a poco più del 5% rispetto al 12% attuale. L’inflazione crescerebbe solo dell’1,9% all’anno grazie al maggiore utilizzo delle risorse produttive oggi sottoutilizzate. Il commercio estero grazie all’aumento di competitività da parte delle imprese italiane potrebbe segnare un leggero attivo. L’iniezione di liquidità dei Ccf servirebbe a contrastare l’austerità imposta dalla Ue e dal sistema bancario. Infatti la Bce cerca di dare ossigeno alla moribonda economia europea per salvare l’euro e se stessa, ma il problema è che le banche trattengono i denari e li investono in titoli finanziari. I Ccf potrebbero invece risollevare l’economia italiana, ridare competitività alla nostra economia e portarci ad un calo significativo della disoccupazione. La soluzione dei Ccf è giuridicamente legittima; le imprese e i lavoratori sarebbero molto felici di avere più reddito grazie a strumenti monetari gratuiti di credito fiscale (meno tasse).
|
La crisi dell’euro sta entrando in una fase di accelerazione. A indicarlo sono il rifiuto francese e italiano di attuare ulteriori manovre restrittive per inseguire obiettivi di finanza pubblica comunque irraggiungibili. Cosa, quest’ultima, che dovrebbe (ma a quanto pare non è) essere perfettamente chiara a tutti, Bruxelles e Berlino incluse. Nonché la sempre più palese inutilità dei palliativi monetari che la BCE sta mettendo in campo.
Mi pare che possano essere identificati quattro possibili scenari di evoluzione e soluzione dell’eurocrisi. Scenario “buon viso a cattivo gioco” (1) Francia, Italia e Spagna sforano i limiti di bilancio pubblico, portando il deficit per esempio al 7% per un periodo di tempo adeguato a riassorbire almeno la maggior degli effetti della crisi sull’occupazione (probabilmente circa tre anni). Una sostanziosa quota dello sforamento viene destinata (via minore tassazione) a ridurre i costi del lavoro e della produzione domestica in genere, evitando quindi che la spinta sulla domanda interna squilibri i saldi commerciali esteri dei vari paesi. Berlino, Bruxelles e Francoforte abbozzano e lasciano fare. Anzi, la BCE mantiene in essere la garanzia implicita sui debiti pubblici dei vari paesi.
Scenario “buon viso a cattivo gioco” (2)
Francia, Italia e Spagna mettono in atto la Riforma Morbida. Berlino, Bruxelles e Francoforte abbozzano e lasciano fare. Anzi, la BCE accetta i CCF come collaterale per le sue operazioni di somministrazione di liquidità al sistema bancario (magari in alternativa parziale o totale ai controversi programmi TLTRO, ABS eccetera). Scenario “ho capito, hai messo la pistola sul tavolo”
All’annuncio che la Riforma Morbida sta per essere introdotta, la BCE (con l’accordo della UE e della Germania) attua un’azione di “helicopter money” che consegue effetti analoghi.
Scenario “Aventino tedesco”
La Germania, considerano inaccettabile la piega che hanno preso gli eventi, esce (sdegnata ?) dall’eurosistema, probabilmente con Paesi Bassi, Austria e qualche altro paese al seguito. Continuo invece a non considerare realistico il breakup unilaterale (o anche di gruppo) di uno o più paesi mediterranei. Non impossibile, ma con livelli di probabilità molto bassi, in primo luogo a causa delle complessità tecniche che comporta. |
Inviato da: cassetta2
il 19/04/2023 alle 17:44
Inviato da: cassetta2
il 29/03/2020 alle 14:46
Inviato da: cassetta2
il 22/10/2019 alle 10:50
Inviato da: Lucky340
il 11/10/2019 alle 21:32
Inviato da: Lucky340
il 01/06/2018 alle 10:05