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Non intendo sollecitare investimenti.
Chiunque utilizzi spunti derivanti dalla mia analisi agisce a proprio rischio e pericolo.
Messaggi di Aprile 2015
ROMA (WSI) - Il sell off che ha colpito alla vigilia il mercato del reddito fisso dell'Eurozona non è stato una semplice parentesi. Anche oggi proseguono le vendite, che continuano a prendere di mira soprattutto i Bund tedeschi. Le vendite hanno portato i tassi sui Bund decennali a superare anche la soglia dello 0,30%, dopo che ieri i rendimenti sono raddoppiati, nell'arco di una sola sessione, balzando da 14 a oltre 29 punti base. Si è trattato del rally più forte dal gennaio del 2013. |
Durante la seduta asiatica è tornata a imporsi la propensione al rischio. Gran parte dei mercati asiatici è riuscita a ignorare le preoccupazioni legate alla Grecia e la debolezza della seduta di New York, archiviando la giornata con il segno più. Il Composite di Shanghai è salito a 4.384,02 punti, in rialzo del 2,10% in scia alle previsioni di un nuovo allentamento della PBoC e ai grossi volumi legati alla domanda degli investitori individuali. Rimaniamo rialzisti sulla Cina, non sulla base dei fondamentali economici, ma per gli effetti positivi degli stimoli e il rinnovato interesse della classe media per i titoli azionari. Il Nikkei ha superato la soglia dei 20.000 punti, in rialzo dell’1,13% (nuovo massimo pluriennale), dopo che il Giappone ha reso noti i dati sulla bilancia commerciale di marzo, che hanno mostrato un surplus commerciale superiore alle attese, e sull’onda del miglioramento delle trimestrali. Il surplus commerciale senza adeguamenti si è attestato a 229 mld di yen, primo surplus dal 2012. Le esportazioni sono cresciute dell’8,5% a/a, mentre a marzo le importazioni sono scese del -14,5%, dopo il -3,6% fatto registrare il mese scorso. La sorpresa positiva è legata alle forti esportazioni di auto ed elettronica, il calo del petrolio ha fatto invece scendere i costi delle importazioni. Si tratta di un segnale positivo per l’economia giapponese, che dall’inizio dell’anno fa fatica a ingranare. Nonostante le notizie contrastanti, riteniamo che il calo dello yen stia sostenendo la domanda di esportazioni. L’esperimento dell’Abeconomia volto alla svalutazione competitiva sta mostrano qualche risultato positivo, soprattutto nel rinvigorire la crescita. Non siamo certi che questo surplus commerciale sia destinato a scomparire rapidamente. Con la ripresa in Europea e Cina (e anche gli USA stanno superando la fase di debolezza), la domanda di merci giapponesi dovrebbe salire. Tuttavia, finché i prezzi del petrolio rimarranno dimessi (come prevediamo), le importazioni costose saranno meno attraenti dei beni domestici. Dovremmo quindi assistere a un rallentamento della crescita delle importazioni, anche se la ripresa interna stimolerà la domanda. Visti gli effetti positivi che stanno emergendo grazie al programma di QE giapponese, ci aspetteremmo anche dagli altri player regionali (come la Corea del Sud) simili attività volte alla svalutazione della valuta (rimaniamo politicamente correnti e non diciamo Guerra Valutaria). L’USD/JPY non ha reagito al rialzo del Nikkei. Prevediamo che la violazione rialzista di 120,05 innescherà un rapido movimento a fino a 120,90. In Australia, il tanto atteso rapporto sull’inflazione, prevista in ribasso, è andato nella direzione opposta. L’IPC primario del primo trimestre è salito dello 0,20% t/t (invariato rispetto al mese precedente) contro lo 0,10% previsto, invece l’inflazione su base annua ha subito un rallentamento dell’1,3% come da attese. L’AUD/USD è lievitato a 0,7774 da 0,7710 e continua a trovare buone richieste. Gli operatori si concentreranno sulla resistenza a 0,7850 per estendere il momentum rialzista fino a 0,7940; si osserva un supporto a 0,7768 (media mobile a 65 giorni). Nonostante la stabilità inaspettata dell’inflazione, continuiamo a prevedere che a maggio la RBA taglierà il tasso OCR di 25 punti base. I commenti da colomba del governatore della RBA indicano che l’intervento sul tasso rimane un’opzione, circostanza che non subirà modifiche dovute a una lieve ripresa. Visti i forti venti contrari costituiti dal rallentamento della domanda di materie prime in Cina, sulle previsioni di crescita dell’Australia si addensano le nubi...... |
Chiusura di ottava in rosso per i listini del vecchio continente, ancora penalizzati dalle tensioni in arrivo da Atene e dai recenti guadagni. “Il mercato sta tentando di dare seguito a una correzione più decisa, dopo il forte rally in atto da inizio anno” rileva Vincenzo Longo, Market Strategist di IG. “Viste le performance importanti realizzate da molti indici europei, crediamo che i cali possano durare ancora qualche settimana, prima che il trend riparta”. Spinte ribassiste arrivano anche da Pechino visto che le autorità del Dragone potrebbero annunciare, stando alle indiscrezioni circolate nel corso della seduta, un giro di vite sul mercato Over-the-Counter. (da http://www.finanza.com) Vediamo alcuni Trading System cosa ci suggeriscono :
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Giovedi 17 aprile, 2015 Il Conference Board Leading Economic Index (LEI) per gli Stati Uniti è aumentato dello 0,2 per cento nel mese di marzo a 121,4 (2010 = 100), a seguito di un aumento del 0,1 per cento nel mese di febbraio, e un aumento del 0,2 per cento nel mese di gennaio. ""Anche se l'indice economico punta ancora ad una moderata espansione dell'attività economica, il tasso di crescita in rallentamento negli ultimi mesi suggerisce una crescita più debole da qui in avanti," ha detto Ataman Ozyildirim, economista presso il Conference Board. "I permessi di costruzione sono stati la componente più debole di questo mese, ma la media delle ore di lavoro settimanali e i nuovi ordini nel settore manufatturiero hanno anch'essi rallentato la crescita del LEI negli ultimi sei mesi."" L'uscita dei prossimi dati è prevista per giovedi 21 maggio 2015. ^^^^^^^ il LEI è uno dei nostri leading indicator preferiti poichè: a) La correlazione tra LEI e PIL è molto elevata come ci dimostra Northern Trust nel grafico, in cui il LEI – anticipato di un trimestre – viene messo a confronto con l’andamento del PIL americano dal 1960 a oggi. b) la relazione tra Leading Indicator e mercato azionario è molto stretta , risulta evidente la quasi perfetta correlazione tra le due serie di dati: i punti di massimo e di minimo vengono quasi sempre raggiunti nello stesso periodo.I dati del Leading Indicator anticipano di circa sei mesi i movimenti dell’economia e che la stessa cosa succede con i mercati azionari, Il Conference Board (CB), l’istituto privato che elabora l’indice, considera che un calo del 2% in sei mesi, con la contemporanea flessione della maggior parte dei componenti, possa segnalare l’arrivo di una fase di recessione tra i tre e i nove mesi dopo l’ultima lettura; e viceversa, un rialzo del 2% in sei mesi possa segnare l'arrivo di una espansione tra i tre e i nove mesi dopo l’ultima lettura . pertanto noi continuiamo ad usare le indicazioni fornite dai Leading Indicator per riuscire ad ottenere buoni risultati dall’investimento! i dieci componenti del The Conference Board Leading Economic Index® sono ora : Average weekly hours, manufacturing Average weekly initial claims for unemployment insurance Manufacturers’ new orders, consumer goods and materials ISM Index of New Orders Manufacturers' new orders, nondefense capital goods excluding aircraft orders Building permits, new private housing units Stock prices, 500 common stocks Leading Credit Index™ Interest rate spread, 10-year Treasury bonds less federal funds Average consumer expectations for business and economic conditions
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ATENE (WSI) - Le speranze della Grecia di ottenere nuovi aiuti sono state ridimensionate fortemente dalle ultime dichiarazioni provenienti da New York e Washington, che costituiscono un uno-due pesante da incassare per il governo Tsipras. Secondo il mercato dei Cds ci sono il 77% di chance che la Grecia faccia default nei prossimi cinque anni. "Nessuno si aspetta che venga trovata una soluzione" ha detto Schaeuble da New York, in riferimento alla riunione dell'Eurogruppo del 24 aprile che si svolgerà a Riga, in Lettonia. La Grecia diventerebbe la prima economia industrializzata a non riuscire a pagare i creditori, aumentando le possibilità di essere espulsa dall'area euro. |
Nel prossimo futuro l’azionario asiatico in generale è destinato a fare meglio di indici europei e americani in scia alle previsioni di nuovi stimoli dalla BoJ "e anche perché la locomotiva regionale, la Cina, continuerà a muoversi in modo proattivo per sostenere la debole crescita attraverso stimoli fiscali e monetari”. Quindi Strutturalmente rimaniamo freddi ma non particolarmente negativi sui bond, neutrali sull’azionario americano, moderatamente positivi sul dollaro e azionario europeo e molto positivi sul Giappone e le tigri asiatiche (Cina ed india).
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Durante la seduta asiatica, la notizia principale è stata l’annuncio della BoJ, che ha mantenuto i massicci stimoli monetari invariati, ribadendo che l’economia giapponese non è ancora fuori pericolo e che l’obiettivo per l’inflazione è a rischio. Il Nikkei ha chiuso in lieve rialzo, raggiungendo il massimo da 15 anni a quota 19.845,53 punti; in Cina, il Composite di Shanghai ha guadagnato lo 0,79%. A Hong Kong, l’Hang Seng ha compiuto un balzo del +2,91%, raggiungendo i 26.011,57 punti. Sull’onda dell’annuncio, l’USD/JPY è scivolato di 45 pip e ha raggiunto quota 119,70 per poi consolidarsi sopra questo livello. Nel breve termine, la coppia si muove lateralmente fra 118,33 e 120,47 e al momento si aggira intorno al supporto a 119,74 (38,2% di Fibonacci sulle vendite di marzo), il prossimo staziona a 199,20 (23,6% di Fibonacci). Sul lato ascendente, troviamo una resistenza intorno a 120,45 (massimo di ieri). Nella notte, come previsto, la BoJ non ha modificato la sua politica monetaria. La BoJ condurrà operazioni che espanderanno la base monetaria di 80 mila miliardi di yen all’anno. La BoJ ha mantenuto la sua impostazione cauta, ma ottimista, sull’economia, pur rivedendo al ribasso le previsioni d’inflazione. Il rallentamento dei prezzi indica che l’obiettivo di Abe per una reflazione al 2% è in pericolo e lascia intendere che saranno necessari altri stimoli. Durante la seduta europea, gli operatori monitoreranno l’IPC(indice prezzi consumo_nota_mia) svizzero di marzo, che dovrebbe attestarsi allo 0,2% m/m, visto il lento rallentamento delle pressioni deflazionistiche (rispetto al -0,3% di febbraio). Come emerso dai dati ieri, le consistenze della BNS hanno raggiunto livelli da record pari a 522,3 mld di CHF, dai 509,2 CHF precedenti, ma il rialzo è dovuto più probabilmente all’apprezzamento del portafoglio e non a interventi diretti, visto il dato stabile sui depositi a vista. Ciò nonostante, i pattern di trading tecnico suggeriscono un quadro diverso. L’EUR/CHF annaspa fra 1,0445-1,0464 in un contesto di bassa volatilità. L’USD/CHF consolida i guadagni intorno a 0,9640, anche se noi prevediamo un ulteriore calo. La coppia dovrebbe comunque trovare un po’ di supporto intorno a 0,9481 (minimo del 3 aprile) e resistenza in area 0,9742-57 (massimi d’inizio aprile). da http://www.trend-online.com
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Inviato da: cassetta2
il 19/04/2023 alle 17:44
Inviato da: cassetta2
il 29/03/2020 alle 14:46
Inviato da: cassetta2
il 22/10/2019 alle 10:50
Inviato da: Lucky340
il 11/10/2019 alle 21:32
Inviato da: Lucky340
il 01/06/2018 alle 10:05