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Non intendo sollecitare investimenti.
Chiunque utilizzi spunti derivanti dalla mia analisi  agisce a proprio rischio e pericolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Messaggi di Gennaio 2016

Analisi Intermarket al 30/01/2016

Post n°1916 pubblicato il 30 Gennaio 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Le nuove misure espansive annunciate dalla Bank of Japan, che  ha spinto il tasso sui depositi per la prima volta in territorio negativo (-0,10%), spingono i listini europei nell’ultima seduta dell’ottava e del mese dopo i pesanti ribassi di inizio settimana, certo la situazione rimane molto incerta.

Vediamo alcuni indicatori in ottica MACROTECNICA:

  •  IL LEI del conference Board ,  è sceso dello 0,2  a dicembre   ma  tuttavia, l'indice continua a suggerire una crescita moderata nel breve termine, nonostante l'economia stia perdendo slancio alla fine del 2015. Anche se il tasso di crescita del LEI è in declino, è troppo presto per interpretare questo come un sostanziale aumento della rischio di recessione.
  • Il Margin Debt, ovvero l'ammontare di denaro preso a prestito ha visto una  contrazione a dicenbre  a 461,200. Questo è un indicatore leading (anticipatore) dei possibili punti di svolta del mercato azionario americano, il cui andamento va a rafforzare i cicli virtuosi rialzisti e ad amplificare quelli viziosi in caso di ribasso, quindi l'indicatore da ci da ora un segnale  di allarme .

Vediamo alcuni  Trading System cosa ci suggeriscono :

  • IL mio TS  weekly  (Futures)  nato per cogliere i trend di lungo periodo sui mercati indica sempre  sulle principali borse mondiali  una situazione  di decisa contrazione dai  massimi con molti  indici gia in fase Short (Nikkey, Hang Seng  e Sensex SHORT in Asia, MIB e Dax nel segmento Euroamericano  con  le commodities sempre in profondo rosso con  i BOND in risalita  e  il   Dollar index sempre decisamente  Long .
  • Il trading system reso popolare da Dog Short su base mensile   conferma lo  short per febbraio 2016, L'S&P 500 ha chiuso gennaio con una perdita mensile di 5,07%, che segue una perdita del 1,75% nel mese di dicembre. Tutte  e tre  le medie mobili sullo S&P 500 stanno segnalando "cash" e solo uno dei cinque ETF del portafoflio Ivy (SMA_12) da il  segnalre  "investito" ossia ETF sulle obbligazioni .

Vediamo  ora alcuni indicatori anticipatori dei punti di svolta del mercato  cosa suggeriscono :

$SPXA200R (indica la percentuale di azioni dello S&P500  che sono sopra alla  loro MM  a 200) è un indicatore tecnico disponibile sul StockCharts.com che può essere utilizzato per la previsione di entrate prudenti  e dei punti di uscita per il mercato azionario, per ridurre il rumore usiamo un MM a 20 su grafico weekly che indica 39,79. Ricordiamo che sopra il 45%  siamo in una chiara  fase long del mercato ,  tra il 30 e il 44  siamo in una zona di incertezza carica di pericoli , sotto i 30 entriamo nel mercato orso .

 
 
 

Economia Usa cresciuta di un timido +0,7%

Post n°1915 pubblicato il 29 Gennaio 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

29 gennaio 2016, di Daniele Chicca

NEW YORK (WSI) – La maggiore economia al mondo ha registrato un’espansione dello 0,7% nell’ultimo trimestre del 2015, a un ritmo nettamente inferiore a quello precedente ma in linea con le previsioni. Il terzo trimestre si era chiuso con una crescita del Pil del 2% per gli Stati Uniti.

Il tasso di crescita, per la precisione pari al 0,69% è il più basso dal primo trimestre del 2015, quando l’incremento era stato quasi identico (+0,64%). Allora la colpa venne data alle cattive condizione meteorologiche. Stavolta un simile capro espiatorio non reggerebbe.

L’unica nota positiva è arrivata dai consumi personali, che sono saliti del 2,2% sopra le attese che erano per un progresso dell’1,8%. La maggior parte dei guadagni sono venuti però da un solo settore, quello dell’assistenza medica.

Gli investimenti, anche per via del calo del petrolio, sono scesi dello 0,03%. Come previsto le scorte hanno influito negativamente sul Pil (-0,45%). Il governo ha invece contribuito con un +0,12% sul Pil negli ultimi tre mesi dell’anno.

Come era prevedibile in un mondo in cui l’attività commerciale globale è in frenata, sono andati male gli scambi commerciali, che hanno contribuito in negativo, con un calo del -0,47% sul Pil.

L’indice PCE core è cresciuto dell’1,2% dopo il +1,4% del trimestre precedente, mentre le vendite ai privati sono aumentate dell’1,8%, quasi la metà del +3,2% registrato il periodo antecedente.

La crescita su base annuale è stata del 2,9%, sotto il 3,1% riportato nel terzo trimestre e il livello più basso dal secondo trimestre del 2013 (2,5%).

da http://www.wallstreetitalia.com/

 
 
 

Giappone: via a era tassi negativi

Post n°1914 pubblicato il 29 Gennaio 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

29 gennaio 2016, di Daniele Chicca

TOKYO (WSI) – La Banca del Giappone ha sorpreso mercati ed economisti di tutto il mondo con la sua decisione di imporre una politica di tassi di interesse negativi. La decisione choc ora mette pressione sulle altre banche centrali e in particolare quella americana, la quale da dicembre ha deciso di prendere una direzione completamente opposta.

La misura drastica ha fatto fare un bel balzo momentaneo ai listini azionari in Asia, con l’euforia iniziale che però è durata ben poco, mettendo al contempo in difficoltà lo yen, che sul Forex cede due yen nei confronti del dollaro. Il biglietto verde scambia sopra quota 121. L’indice Nikkei ha prima guadagnato e poi perso 1000 punti. Intanto in Usa un rialzo di quasi 200 punti dei futures sul Dow Jones è stato quasi azzerato.

I bond sovrani corrono e i rendimenti collassano dopo che la Banca centrale ha annunciato che chiederà lo 0,1% di interessi per le banche che vorranno parcheggiare denaro presso l’istituto. La politica dei tassi di deposito sotto zero è stata adottata per prima dalla Bce, dove la percentuale chiesta alle società del credito per custodire a Francoforte le loro riserve è dello 0,3%.

Nomura teme che le banche possano subire un impatto negativo dalla manovra straordinaria. I profitti, in particolare per le banche regionali più piccole, potrebbero uscirne deteriorati.

Nel mercato delle commodities, la promessa di stimoli monetari extra ha dato nuovo carburante anche al petrolio, che ha registrato rialzi già nelle tre sedute precedenti, favorito dalle indiscrezioni su un possibile sforzo congiunto di Opec e paesi che non fanno parte del cartello, come la Russia, per abbassare l’offerta. Il contratto sul Wti avanza di 35 centesimi a 33,55 dollari al barile, mentre il future analogo londinese sul Brent guadagna 36 centesimi in area 34,25 dollari.

L’idea della Bank of Japan è quella di rivitalizzare un’economia che da anni fa fatica a decollare. Il governatore Haruhiko Kuroda ha annunciato che il costo del denaro potrebbe essere abbassato ulteriormente se ce ne fosse bisogno. L’istituto è pronto a tutto pur di assicurare che l’inflazione graviti intorno all’obiettivo – che ora sembra molto lontano e che spesso in passato non è stato centrato – del 2%.

Anche i mercati del debito americani hanno giovato della notizia, con gli investitori che stanno cercando di capire quale impatto la decisione della Banca del Giappone avrà sulla Federal Reserve. Sicuramente un simile allentamento rende più difficile un rialzo dei tassi a breve e quattro strette monetarie nel 2016 da parte della banca centrale americana – come la Fed aveva promesso a dicembre. La divergenza con le politiche monetarie di Giappone, Francoforte e Londra è sempre più ampia.

I futures sui Fed fund sono cresciuti di livello e ora prezzano un rialzo di 51 punti base nel 2016, pari dunque a due strette monetarie. Solo un mese fa scommettevano su un aumento di 90 punti base. I futures sui bond decennali americani sono saliti di 5 punti.

http://www.wallstreetitalia.com/

 

 
 
 

Fed conferma il costo del denaro. Crescita economica ha registrato un rallentamento

Post n°1913 pubblicato il 27 Gennaio 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

L’andamento della crescita economica ha registrato un rallentamento dall’ultimo meeting ed è improbabile che l’inflazione si porti rapidamente in quota 2%. Toni più "dovish”, più da "colomba”, quelli che emergono dalla due giorni di riunioni del FOMC (Federal Open Market Committee), il braccio operativo della Banca centrale statunitense.  

Come da attese e all’unanimità (10-0), il tasso sui Fed Funds è stato confermato nel range 0,25-0,5%, il livello a cui il costo del denaro è stato portato a dicembre, quando è stata varata la prima stretta dal 2006.

"L’inflazione dovrebbe confermarsi bassa nel breve termine, in parte a causa dell’ulteriore calo dei prezzi dei prodotti energetici, e portarsi al 2% nel medio termine”. A prevalere è la cautela nel comunicato diffuso dall’istituto con sede a Washington. L’atteggiamento prudente è riconducibile alle tensioni esogene, "monitoriamo da vicino gli sviluppi economici e finanziari” e le conseguenti implicazioni "sul mercato del lavoro e sull'inflazione".

Nonostante un outlook maggiormente improntato alla prudenza, la Fed si attende una crescita economica "a velocità moderata” in scia del rafforzamento del mercato del lavoro. In quest’ottica, la Banca centrale della prima economia non esclude a priori di intervenire sui tassi nel meeting in calendario il prossimo 15-16 marzo. "L’andamento dei tassi sui federal funds dipenderà dall’outlook economico”. 

da http://www.finanza.com/

 
 
 

Analisi Intermarket al 23/01/2016

Post n°1912 pubblicato il 23 Gennaio 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

La decisione della Bce di aprire alla possibilità di nuovi stimoli monetari nella prossima riunione di marzo – con le speculazioni che aumentano su ulteriori tagli ai tassi – non solo sui depositi, ormai negativi allo -0,30% dopo l’intervento di dicembre – e sull’estensione del QE – , insieme al boom dei prezzi del petrolio, riportano gli acquisti ovunque dopo la marcata correzione, certo la situazione rimane confusa ed incerta.

Vediamo alcuni indicatori in ottica MACROTECNICA:

  •  IL LEI del conference Board ,  è sceso dello 0,2  a dicembre   ma  tuttavia, l'indice continua a suggerire una crescita moderata nel breve termine, nonostante l'economia stia perdendo slancio alla fine del 2015. Anche se il tasso di crescita del LEI è in declino, è troppo presto per interpretare questo come un sostanziale aumento della rischio di recessione.
  • Il Margin Debt, ovvero l'ammontare di denaro preso a prestito ha visto una lieve risalita ad ottobre e novembre  fino a 472.772. Questo è un indicatore leading (anticipatore) dei possibili punti di svolta del mercato azionario americano, il cui andamento va a rafforzare i cicli virtuosi rialzisti e ad amplificare quelli viziosi in caso di ribasso, quindi l'indicatore da ora un segnale di tenuta   del mercato.

Vediamo alcuni  Trading System cosa ci suggeriscono :

  • IL mio TS  weekly  (Futures)  nato per cogliere i trend di lungo periodo sui mercati indica al momento  sulle principali borse mondiali  una situazione  di contrazione dai  massimi (Nikkey e Hong kong SHORT) con   coni d'ombra in avanzata vedi sp_500 che si trova vicino ad un  supporto strategico  con  le commodities sempre in profondo rosso con  i BOND il leggera risalita  e  il   Dollar index sempre decisamente  Long .
  • Il trading system reso popolare da Dog Short su base mensile   gira short per gennaio 2016, L'S&P 500 ha chiuso dicembre  con una perdita  del 1,75%  dopo  un guadagno dello 0,05  nel mese di novembre. le medie mobili semplici a 10 e 12 periodi sullo S&P 500 segnalano cash solo la EMA a 10 segnala invested ,  e  quattro dei cinque    ETF  del Portafoglio Ivy  segnalano cash", ad eccezione  dell'azionario sugli immobili.

Vediamo  ora alcuni indicatori anticipatori dei punti di svolta del mercato  cosa suggeriscono :

$SPXA200R (indica la percentuale di azioni dello S&P500  che sono sopra alla  loro MM  a 200) è un indicatore tecnico disponibile sul StockCharts.com che può essere utilizzato per la previsione di entrate prudenti  e dei punti di uscita per il mercato azionario, per ridurre il rumore usiamo un MM a 20 su grafico weekly che indica 39,80 . Ricordiamo che sopra il 45%  siamo in una chiara  fase long del mercato ,  tra il 30 e il 44  siamo in una zona di incertezza carica di pericoli , sotto i 30 entriamo nel mercato orso .

 
 
 

Soros: “azionario? Nessuna ripresa

Post n°1911 pubblicato il 22 Gennaio 2016 da Lucky340
 
Tag: outlook
Foto di Lucky340

22 gennaio 2016, di Laura Naka Antonelli

ROMA (WSI) – Le vendite che hanno investito l’azionario globale dall’inizio dell’anno sono destinate a continuare. Ne è convinto George Soros, che attribuisce la ragione del suo pessimismo ancora una volta alla Cina. A suo avviso l’economia cinese è destinata a un “hard landing” (atterraggio duro), e il suo tracollo peggiorerà le pressioni deflazionistiche già presenti a livello globale. Motivo per cui, ritiene Soros, l’azionario globale continuerà a soffrire, mentre a salire saranno a suo avviso i Treasuries Usa.

Parlando da Davos, dove è in corso il World Economic Forum, nel corso di una intervista rilasciata a Francine Lacqua di Bloomberg Television, Soros ha sentenziato:

“Un hard landing è praticamente inevitabile. E non lo sto prevedendo. Lo sto osservando”.

L’investitore, che ha costruito una fortuna da $24 miliardi vincendo le scommesse sui mercati, ha riferito che sta puntando contro l’indice Standard & Poor’s 500, contro le economie dei paesi produttori di materie prime e contro le valute asiatiche, mentre sta  acquistando per l’appunto i titoli di Stato Usa.

Le sue stime parlando di un rallentamento dell’economia cinese che avrà un effetto contagio sul resto del mondo, anche se le autorità della Cina hanno le risorse per gestire la crisi interna.

Il noto gestore di hedge fund non è certo l’unico a essere ribassista sull’azionario. Tra i nomi altisonanti, si mettono in evidenza quelli di Jeffrey Gundlach di DoubleLine Capital e di Scott Minerd di Guggenheim Partners, che hanno anch’essi avvertito su ulteriori ribassi degli asset più rischiosi, dopo un sell off che dallo scorso giugno ha mandato in fumo $16.000 miliardi sull’azionario globale, facendo precipitare le materie prime ai minimi in più di due decenni.

Soros non ha precisato la sua definizione di hard landing per la Cina, ma ha detto chiaramente che il PIL sta crescendo attualmente al tasso annuo del 3,5%, contro il +6,8% riportato dalle autorità di recente e relativo al quarto trimestre del 2015. A suo avviso, il peso insostenibile del debito del paese e la fuga di capitali sono entrambi segnali di un hard landing.

A tal proposito, Bloomberg Intelligence stima che i flussi di capitali in uscita dalla Cina, negli 11 mesi fino allo scorso novembre, siano stati di $843 miliardi.

Il verdetto di George Soros è chiaro: sebbene sia possibile un rally di breve termine, i mercati (azionari) non hanno ancora toccato “il classico fondo”. Ed è di fatto troppo presto per tornare ad acquistare.

da http://www.wallstreetitalia.com/

 
 
 

Borsa in rally dopo parole Draghi, euro accelera al ribasso

Post n°1910 pubblicato il 21 Gennaio 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

MILANO (Reuters) - Le parole del presidente della Banca centrale europea Mario Draghi innescano un vero e proprio rally a Piazza Affari e sul mercato obbligazionario italiano.

Il numero uno della Bce, al termine del consiglio direttivo, ha dichiarato che Francoforte dovrà rivedere il proprio orientamento di politica monetaria, alla luce del deterioramento delle prospettive d'inflazione. La Bce, dunque, a marzo potrebbe varare nuove misure espansive.

Piazza Affari dopo i commenti del banchiere centrale è arrivata a guadagnare il 4% e intorno alle 14,50 avanza del 3% con Mps che balza di oltre il 30%. Vero e proprio rally per i Btp.

Il decennale banchmark guadagna oltre una figura e il rendimento, che prima della conferenza stampa viaggiava in area 1,58% è sceso fino a 1,51%, per poi riattestarsi a 1,53%. E' sceso fino a 112 punti base lo spread con l'analoga scadenza del Bund, che prima dell'intervento di Draghi si attestava a 118 punti base.

Per la prima volta da due settimane l'euro è sceso sotto 1,08 dollari, lasciando sul terreno lo 0,9% circa sul biglietto verde.

 
 
 

Attesa Bce

Post n°1909 pubblicato il 21 Gennaio 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

21 gennaio 2016, di Daniele Chicca

ROMA (WSI) – La Bce è convinta che le droghe monetarie iniettate nel vene del sistema economico finanziario stiano funzionando, ma a smentire Ewald Nowotny sono gli ultimi dati sull’inflazione. L’indice dei prezzi al consumo è rimasto invariato al +0,2% mentre è sceso in Germania, la locomotiva dell’area euro.

A questo punto, vista la crisi sui mercati finanziari, vittime della peggiore serie di sedute con cui iniziare l’anno di sempre, gli analisti e gli operatori di Borsa si chiedono cosa farà Mario Draghi. Anche se la delusione per il pressoché nulla di fatto all’ultima riunione ha in qualche modo rovinato la reputazione di ‘SuperMario’ del banchiere, domani ci potrebbero essere delle sorprese.

Le banche in particolare quelle italiane sono state prese di mira dai ribassisti negli ultimi giorni, tanto che qualcuno ha iniziato a speculare sul fatto che sia in corso un attacco contro il sistema italiano, dopo che “il governo si è permesso di sfidare i padroni dell’Europa”.

Secondo il membro del direttivo della banca centrale di Francoforte, il lituano Vitas Vasiliauskas, il programma di accomodamento monetario eteredosso sta funzionando per l’Eurozona e ha avuto un impatto positivo sul Pil. D’ora in avanti i segnali principali che potrebbero spingere la Bce a effettuare delle modifiche sono le aspettative sul fronte inflativo.

Il presidente della Bce interverrà domani nella consueta conferenza stampa successiva alla decisione sui tassi di interesse, e con ogni probabilità tenterà di rassicurare i mercati. Per alcuni analisti un annuncio di estensione monetaria del programma straordinario di Quantitative Easing è una misura che non va esclusa a priori.

Un’analisi interessante anche se va in un’altra direzione è quella degli analisti di IG, che non si aspettano che Draghi annuncerà nuove riforme in materia di politica monetaria. È trascorso troppo poco tempo infatti, secondo loro, tra la riunione di dicembre in cui Draghi aveva deluso potenziando meno del previsto il piano di Quantitative Easing e abbassando meno del previsto il tasso sui depositi bancari.

Allo stesso tempo “è probabile che il banchiere romano lasci la porta aperta” a eventuali interventi futuri, nell’intento di calmierare le tensioni, alle stelle in particolare nel settore petrolifero e bancario.

La pensano in maniera completamente differente invece gli analisti di Adria Gestioni secondo cui è probabile un intervento nei fatti della Bce, con l’obiettivo di arginare il panic selling visto nelle ultime sedute. Questo anche perché “il crollo del greggio rende molto più difficile il perseguimento degli obiettivi di inflazione”.

Sulla questione banche italiane, Adria crede che serva “qualcosa di concreto per risolvere il problema perché la situazione rischia di sfuggire di mano”. Per esempio serve un “passo avanti concreto” sul progetto della bad bank.

da http://www.wallstreetitalia.com/

 
 
 

Secondo Dennis Gartman il mercato e’ entrato nella sua fase bearish

Post n°1908 pubblicato il 07 Gennaio 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

NEW YORK (WSI) – Dennis Gartman, uno dei consulenti finanziari e investitori più influenti di Wall Street, cambia idea sui mercati e torna ad essere pessimista. In un’intervista di oggi alla Cnb, Gartman ha detto che il mercato e’ entrato nella sua fase bearish.

I segnali ci sono tutti. A cominciare dalla tempesta che sta colpendo il mercato azionario cinese, ma anche l’inarrestabile discesa delle quotazioni del petrolio. Questi sono tutti segni che, secondo Gartman, lascia intendere che le Borse mondiali hanno esaurito la spinta al rialzo. Senza contare che, in questo contesto, la Fed dovrebbe (a detta di molti osservatori) alzare i tassi di interesse fino a 4 volte.

Da ora in poi, dunque, il consiglio è stare corti sulle azioni (ovvero andare ‘short’).

Lo scorso ottobre, Gartman aveva modificato la propria view sui mercati, dicendosi positivo sul futuro delle Borse. Ma ora ammette l’errore. “Cambiare idea in ottobre e’ stata una pessima idea. Ho sbagliato, ma ora è il momento di tornare a essere ribassista.”

I commenti di Gartman arrivano in una giornata decisamente difficile per i mercati e in particolare per l’azionario mondiale, complice il nuovo crollo di Shanghai dove intorno alle ore 14 italiane, sono scattate, per la seconda volta in una settimana, il blocco automatico delle contrattazioni . E così mentre Shanghai lasciava sul parterre il 7% e Shenzen crollava dell’8,5%, gli scambi sono stati immediatamente fermati.

da http://www.wallstreetitalia.com

 
 
 

Analisi Intermarket al 02/01/2016

Post n°1907 pubblicato il 02 Gennaio 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

la FED  ha effettuato il primo   rialzo dei tassi americani, l’effetto  di medio termine  che che ne dovrebbe scaturire, malgrado la delusione BCE,  è il ribasso del cambio euro-dollaro fino alla parità conseguenza di un  afflusso di capitali negli USA alla ricerca di rendimenti perduti nell'ormai svalutato mercato obbligazionario, mentre l'azionario USA, faro mondiale, dovrebbe  subire nello stesso periodo delle grosse scosse di assestamento.

Vediamo alcuni indicatori in ottica MACROTECNICA:

  •  IL LEI del conference Board ,  in aumento a novembre     da  sempre indicazioni per una buona espansione del PIL USA anche nel  2016.
  • Il Margin Debt, ovvero l'ammontare di denaro preso a prestito per settembre  ha visto una lieve risalòia ad ottobre e novembre  fino a 472.772. Questo è un indicatore leading (anticipatore) dei possibili punti di svolta del mercato azionario americano, il cui andamento va a rafforzare i cicli virtuosi rialzisti e ad amplificare quelli viziosi in caso di ribasso, quindi l'indicatore da ora un segnale di tenuta   del mercato.

Vediamo alcuni  Trading System cosa ci suggeriscono :

  • IL mio TS  weekly  (Futures)  nato per cogliere i trend di lungo periodo sui mercati indica al momento  sulle principali borse mondiali  una situazione  di congestione laterale sui massimi con   coni d'ombra in avanzata con  le commodities in profondo rosso con  i BOND stabili e  il   Dollar index sempre decisamente  Long .
  • Il trading system reso popolare da Dog Short su base mensile   gira short per gennaio 2016, L'S&P 500 ha chiuso dicembre  con una perdita  del 1,75%  dopo  un guadagno dello 0,05  nel mese di novembre. le medie mobili semplici a 10 e 12 periodi sullo S&P 500 segnalano cash solo la EMA a 10 segnala invested ,  e  quattro dei cinque    ETF  del Portafoglio Ivy  segnalano cash", ad eccezione  dell'azionario sugli immobili.

Vediamo  ora alcuni indicatori anticipatori dei punti di svolta del mercato  cosa suggeriscono :

$SPXA200R (indica la percentuale di azioni dello S&P500  che sono sopra alla  loro MM  a 200) è un indicatore tecnico disponibile sul StockCharts.com che può essere utilizzato per la previsione di entrate prudenti  e dei punti di uscita per il mercato azionario, per ridurre il rumore usiamo un MM a 20 che indica 48,80 . Ricordiamo che sopra il 50%  siamo in una chiara  fase long del mercato ,  tra il 40 e il 50  siamo in una zona di incertezza, sotto i 40 entriamo in una  fase  critica.

 

 

 
 
 
 
 

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