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Messaggi di Dicembre 2016

Bloomberg outlook 2017!

Post n°1970 pubblicato il 20 Dicembre 2016 da Lucky340
 
Tag: outlook
Foto di Lucky340

Come tutti gli anni a dicembre abbondano le previsioni per il prossimo anno. E quelle del 2017 sono principalmente negative. Anche sui siti delle fakenews hanno iniziato a comparire articoli catastrofisti sul prossimo anno. Uno dei motivi di tanto pessimismo è l’interesse che i lettori mostrano nei confronti delle ‘cattive notizie’. In altre parole, la negatività paga. Ormai chi vende pubblicità si orienta sempre di più verso le ‘brutte notizie’ anche se spesso si finisce per abbinare prodotti o servizi di alto consumo con informazioni catastrofiche.

Anche in finanza succede la stessa cosa. Nonostante gli indici di borsa continuino a salire ed a rompere barriere considerate solo un anno fa irraggiungibili, il pessimismo caratterizza l’informazione finanziaria.

Certo la domanda “che succederà nel 2017?” ha il suo fascino in un’industria che poggia in gran parte sulle aspettative di mercato e sulle previsioni economiche. A volte più importanti dei fatti sono proprio questi due indicatori. Ce ne siamo accorti la notte della Brexit quando improvvisamente i mercati si sono trovati di fronte ad una realtà che per settimane tutti avevano previsto non si sarebbe mai verificata.

Questa settimana Bloomberg, tra i più autorevoli giornali finanziari, ha pubblicato la “guida pessimistica del 2017.” Già il titolo ci dice che il futuro non è roseo. Tuttavia, leggendola ci si domanda se il titolo sia giusto, dal momento che gran parte delle previsioni non sembrano essere così negative.

 

 

In fondo c’è bisogno di un cambiamento, lo si percepisce nell’aria, ma le istituzioni e l’establishment, incluse pubblicazioni come Bloomberg, hanno  paura che questo avvenga senza il loro beneplacito, ed ecco perché per il  2017 vi associano scenari catastrofici. Eppure, nel 2016 i mercati non si sono fatti prendere dal panico, Brexit, l’elezione di Trump e la sconfitta del No nel referendum italiano non hanno prodotto il crollo che molti avevano predetto alla fine del 2016. Vale la pena analizzare i motivi del pessimismo degli analisti per capire se il 2017 davvero sarà un anno simile al 2007, preludio del crollo della Lehman Brothers avvenuto nel 2008, o se invece sarà un anno di ripresa economica e maggiore stabilità politica.

L’insediamento di Trump alla Casa Bianca, secondo Bloomberg, produrrà un’ondata di proteste negli Stati Uniti. Gruppi come Occupy Wall Street, Black Lives Matters scenderanno in piazza. E’ possibile. Ma è anche vero che quando questi gruppi hanno manifestato il proprio malcontento pubblicamente la protesta ha solo eccitato i social media e la stampa tradizionale senza produrre alcun cambiamento perché si è presto sgonfiata come una bolla di sapone. Se Trump annuncia uno stimolo fiscale, come ci si aspetta, la nazione gli aprirà le braccia a prescindere da cosa faranno i gruppi di protesta.

Sul fronte politico all’interno del partito repubblicano l’opposizione a Trump, sempre secondo Bloomberg, riprenderà e questo creerà grosse difficoltà nella gestione delle riforme. Anche questa previsione è possibile, ma anche altamente improbabile. Ci sono questioni troppo importanti in ballo negli Stati Uniti per creare uno stallo, ad esempio il cambio della guardia alla Corte Suprema. E’ più probabile che durante il 2017 il partito faccia buon viso a cattiva sorte, i lunghi coltelli verranno fuori se nelle elezioni del 2018, le mid-term election, i Repubblicani perderanno il controllo del Senato.

In politica internazionale secondo Bloomberg le opzioni sono due: o la Germania risponde all’isolazionismo di Trump ed alle politiche aggressive di Putin con un potenziamento militare europeo, oppure accetta una nuova Yalta, e cioè una spartizione del mondo dove l’Europa dell’est, ad esempio Ucraina e Bielorussia, ed alcune regioni del Medio Oriente come la Siria finirebbero nella sfera d’influenza della Russia. Se così fosse Putin smetterebbe di interferire negli affari degli Stati Uniti e dell’Unione Europea. Di certo questa seconda opzione sembra quella più probabile. Ma è davvero tanto negativa? Specialmente rispetto all’anarchia che regna in Siria ed Iraq al momento, all’esodo dei profughi in Europa, alle tensioni politiche e militari in Ucraina e Bielorussia.

Poi c’è la Cina. E qui Bloomberg sostiene che ci sarà una guerra economica che farà precipitare l’economia cinese in una profonda depressione. Davvero? Sicuramente l’imposizione di tariffe elevate da parte degli Stati Uniti danneggerebbero l’economia cinese, ma tra le vittime ci saranno anche le grandi corporation americane, ad esempio la Apple. E’ più probabile che la guerra tra Cina e Trump diventi un conflitto propagandistico, dove ci si insulta e ci si minaccia a vicenda senza però mai prendere decisioni serie. Ed anche questo scenario non è poi così negativo.

I veri problemi nel 2017 potrebbero invece nascere nel vecchio continente. E qui Bloomberg canta all’unisono con tutti gli altri catastrofisti: una vittoria di Marine le Pen e di Beppe Grillo rispettivamente in Francia ed in Italia avrebbe la forza di rompere l’Unione europea e porre fine all’euro. Anche questa previsione è possibile ma poco probabile. L’Unione Europea prima di dissolversi potrebbe trovare una via d’uscita, far marcia indietro e tornare all’assetto del marcato comune. La Bce potrebbe produrre un piano d’azione per l’uscita dall’euro prevenendo scene di panico sui mercati.

L’unico imprevedibile disastro finanziario non considerato da Bloomberg è un crollo di Wall Street a seguito dello scoppio della bolla finanziaria che l’elezione di Trump sta gonfiando a dismisura. Un evento altamente possibile dal momento che le quotazioni non riflettono più la salute economica delle imprese.

Una cosa è certa: il 2017 non sarà un anno tranquillo. Non ci rimane che stare a vedere!

 

  Loretta Napoleoni  da http://www.ilfattoquotidiano.it

 
 
 

Janet Yellen view

Post n°1969 pubblicato il 16 Dicembre 2016 da Lucky340
 
Tag: outlook
Foto di Lucky340

Come da pronostico ieri sera la Fed ha deciso di alzare i tassi di 25 punti base, un anno dopo dal precedente storico rialzo e per la seconda volta nell’ultimo decennio. Cosa aspettarsi adesso?

Dal discorso di Janet Yellen emergono due elementi chiave: da una parte la totale assenza di riferimenti alla situazione economica globale e il fatto che nelle proiezioni economiche per l’anno prossimo non si tiene conto dell’implementazione del piano economico promesso in campagna elettorale da Donald Trump. Per l’anno prossimo sono previsti, al momento, tre rialzi dei tassi e il governatore ha sottolineato come successivi interventi saranno graduali.

Nonostante le premesse, gli indici azionari hanno avuto la prima vera correzione dopo l’inizio del rally seguito alle elezioni di Trump. Il Dow Jones è arrivato a soli 35 punti dalla fatidica soglia dei 20000 punti per poi chiudere poco sotto la soglia di 19800 punti.

Si tratta di una correzione di breve periodo e l’appuntamento con i 20000 punti è solo rimandato, considerando anche le buone previsioni economiche per il 2017 dispensate dalla Fed. Ma cosa accadrà nel momento in cui Donald Trump realizzerà il suo programma economico imperniato su una combinazione di minori tasse e maggior spesa pubblica? Nel breve un mix di politica economica di questo tipo comporterà maggior crescita economica e maggior inflazione, cosa che potrebbe spingere la Banca centrale americana ad accelerare la stretta monetaria con effetti negativi sui corsi azionari.
Nel frattempo sulle valute si sta sempre più consolidando il movimento rialzista del dollaro che ha raggiunto un minimo di 1.0395 contro euro, livello che non veniva toccato dal lontano 2002.

Ancora più forte il movimento sul mercato obbligazionario, dove il future sul T-bond ha visto una forte discesa, con i rendimenti saliti al 2.54%, il massimo dal 2014. Ricordiamo come il prezzo di questi strumenti sia inversamente correlato all’andamento dei tassi e di conseguenza un aumento del costo del denaro da parte della Fed ha un impatto negativo. A pesare sono anche le rinnovate aspettative inflazionistiche e l’attesa di deficit di bilancio più ampi nel prossimo anno.

Da monitorare attentamente è la situazione sui mercati in via di sviluppo, come dimostra il movimento ribassista sull’indice cinese, che sembra aver accusato il colpo. Ricordiamo come all’inizio dell’anno dopo l’aumento dei tassi del dicembre 2015 il movimento ribassista fu piuttosto violento anche a causa delle difficoltà delle autorità politiche monetarie cinesi a gestire la propria valuta.

A questo punto l’effetto domino sembra innescato e vedremo quali saranno le mosse degli altri banchieri centrali. Il ritorno alla normalità da parte della Fed implica importanti conseguenze sui mercati di cui i movimenti di ieri sera altro non sono che un semplice antipasto a quanto vedremo nel corso del 2017.

A cura di Giorgio Benetti, Analista di CMC Markets 

da http://news.itforum.it/

 
 
 

La Fed alza i tassi, aumenti più veloci nel 2017

Post n°1968 pubblicato il 15 Dicembre 2016 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Investing.com - Il dollaro schizza questo giovedì, toccando il massimo dal gennaio del 2003 contro le altre principali valute, dopo che la Federal Reserve ha alzato i tassi di interesse dichiarando di prevedere aumenti più veloci di quanto precedentemente annunciato nel 2017.

L’aumento dei tassi di ieri era stato ampiamente previsto dai mercati, ma l’impennata del dollaro è seguita alle dichiarazioni della banca centrale USA secondo cui i tassi di interesse saranno alzati tre volte nel 2017, rispetto ai due aumenti annunciati a settembre.

“La decisione di alzare i tassi deve essere intesa come una dimostrazione di fiducia per i progressi che l’economia ha compiuto”, ha dichiarato la Presidente della Fed Janet Yellen.

La Yellen ha inoltre ribadito che la Fed manterrà un approccio cauto prima di decidere come reagire all’agenda economica del neo eletto Presidente USA Donald Trump.

da http://it.investing.com/news/

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 04/05/2010
 

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