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Non intendo sollecitare investimenti.
Chiunque utilizzi spunti derivanti dalla mia analisi  agisce a proprio rischio e pericolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Messaggi di Giugno 2017

Analisi Intermarket al 17/06/2017

Post n°1980 pubblicato il 17 Giugno 2017 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

 

... se l’economia tutto sommato va bene, come giura Wall Street, come mai il costo del denaro si raffredda? Lo S&P 500 si è arrampicato (sai che notizia) a nuovi massimi storici, ma negli ultimi tre mesi il rendimento dei Treasury è precipitato, confermando le indicazioni cautelative provenienti dagli indicatori congiunturali.Un indice azionario nel decile più elevato delle rilevazioni degli ultimi sei mesi, a fronte di un rendimento dei T-Note nel decile più basso, è materia più che altro da psichiatri; è un fenomeno piuttosto inconsueto, anche se non del tutto raro.In effetti questa divergenza negli anni più recenti non ha intercettato massimi definitivi. Ma, tendenzialmente, ha anticipato periodi che alla lunga hanno consentito di acquistare azioni a livelli più ragionevoli. Insomma, sulla base dell’esperienza degli ultimi anni, non possiamo escludere che Wall Street si migliori ancora, da qui ad un anno; ma da qui ai prossimi tre-quattro mesi lo scenario si fa meno convincente. Gaetano Evangelista 

 

Vediamo un indicatore  oggettivo in ottica MACROTECNICA cosa ci suggerisce :

  • IL LEI del conference Board  per gli Stati Uniti è aumentato dello 0,3 per cento nel mese di maggio  a 126,9 (2010 = 100), a seguito di un aumento del 0,3 per cento nel mese di aprile e  ad un aumento dello 0,5 a marzo.“La recente tendenza negli Stati Uniti LEI, guidata dal prospettiva positiva dei consumatori e dei mercati finanziari, continua a puntare a un'economia in crescita, forse anche un pick-up ciclico”, ha detto Ataman Ozyildirim, Direttore dei cicli economici  a The Conference Board . “La crescita del PIL debole primo trimestre è probabile un incidente di percorso temporaneo visto che l'economia ritorna alla sua tendenza a lungo termine di circa il 2 per cento. Mentre la maggior parte degli indicatori principali hanno contribuito positivamente negli ultimi mesi, permessi sulle nuove costruzioni  seguiti dalla settimana lavorativa media nella produzione sono state le fonti di debolezza tra i componenti del lei  US“.
Vediamo  come alcuni  Trading System    vedono la situazione :
  • IL mio TS  weekly  (Futures)  (nel riquadro)nato per cogliere i trend di lungo periodo sui mercati indica  sulle principali borse mondiali  una situazione nella quale vediamo un Long generalizzato sull'equity, valori obbligazionari americani ed europei  sempre alti ossia rendimenti sempre molto contenuti e in discesa _sul Tnote siamo al 2,15%, Oro sempre short e  Dollaro sempre stazionario  sull'euro.
  • Il trading system reso popolare da Dog Short su base mensile  conferma il LONG per giugno, ha chiuso maggio con un guadagno  mensile del 1,16%, dopo un guadagno di 0,91% nel mese di arile .  Tutte  e tre  le medie mobili sullo S&P 500 stanno segnalando invested e due  dei cinque  ETF del portafoflio Ivy (SMA_10) danno  il  segnale  "investito" ad eccezione degli etf sull' obbligazionario se sul settore immobiliare e commodities. Questo ottimo sistema è  molto raccomandabile da seguire (la  mia preferenza va a SMA_12), le uniche controindicazioni riguardano  la presenza di qualche falso segnale che tale sistema genera. 

 
 
 

Stati Uniti: costo del denaro sale dello 0,25% all’1-1,25%

Post n°1979 pubblicato il 15 Giugno 2017 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Dopo la stretta di marzo, la Banca Centrale statunitense ha deciso di concedere il bis. Come correttamente pronosticato dal 90% degli analisti contattati da Bloomberg, il FOMC (Federal Open Market Committee), il Comitato di politica monetaria della Federal Reserve, al termine della due giorni di riunioni ha deciso di proseguire il processo di normalizzazione della politica monetaria iniziato a dicembre 2015. 

L’istituto guidato da Janet Yellen qualche minuto fa ha annunciato di aver alzato il costo del denaro statunitense di 25 punti base portandolo all'1-1,25%. La decisione è stata presa con una maggioranza di 8 membri: l’unico a votare per la conferma dello status quo è stato Neel Kashkari, n.1 del Distretto di Minneapolis.

Nonostante la frenata evidenziata dalla prima economia negli ultimi mesi e le tensioni arrivate (e che potrebbero arrivare) dal fronte politico, la Fed ha continuato a valutare il rallentamento “temporaneo” preferendo concentrarsi su due fattori: un mercato del lavoro che continua a mostrare i muscoli (tasso di disoccupazione ai minimi da 16 anni al 4,3%) e un’inflazione in direzione (con qualche incertezza) del target del 2%.

Indicazioni particolarmente importanti anche quelle in arrivo dai cosiddetti "dot plot”, le proiezioni sull'evoluzione dei tassi secondo ogni membro del Comitato. In linea con la view precedente, i membri del FOMC stimano un altro ritocco al rialzo entro la fine dell’anno (confermando il totale annuo a 3) e tre nel 2018.  

La stima sull’andamento dell’inflazione nell’anno corrente misurata dall’indice PCE (Personal Consumption Expenditures) passa dall’1,9% all’1,6% mentre la view sul tasso di disoccupazione scende dal 4,5 al 4,3 per cento. 

Arrivate inoltre le prime informazioni sulla riduzione del bilancio della Fed, salito recentemente in quota 4.500 miliardi di dollari (definito in patria un “Mammoth Bond Portfolio”). Gonfiato negli anni della crisi con l'acquisto di Treasury e bond ipotecari, nei prossimi mesi il bilancio è destinato gradualmente a ridursi. 

Per quanto riguarda i Treasury, si inizierà con il mancato reinvestimento di 6 miliardi di dollari e la cifra salirà di 6 miliardi ogni mese fino ad arrivare a 30 miliardi mensili.  Nel caso invece dei MBS (Mortgage-Backed Securities) si inizierà con 4 miliardi, 4 miliardi saranno aggiunti ogni tre mesi fino ad arrivare a 20 miliardi/mese. Nel caso di peggioramento del contesto macro, la Fed si riserva di tornare a reinvestire i proventi dei titoli in maturazione. 

 
 
 

La lezione di Jeremy Corbyn: moneta per il popolo, non solo per le banche

Post n°1978 pubblicato il 13 Giugno 2017 da Lucky340
 
Foto di Lucky340

Jeremy Corbyn, il leader laburista inglese reduce dalle elezioni in Gran Bretagna, ci può insegnare molto. È suo lo slogan: moneta per il popolo, e non solo soldi gratis per le banche. Se il Movimento 5 Stelle e la disgraziatissima e frammentata sinistra italiana vogliono avere successo nelle prossime decisive battaglie sociali ed elettorali, se vogliono contrastare con successo l’austerità – e anche il possibile governissimo Renzi – Berlusconi che si sta profilando dopo le prossime elezioni -, devono prima di tutto proporre soluzioni concrete e immediate per difendere i redditi delle famiglie impoverite da dieci anni di politiche economiche restrittive e suicide. Per rilanciare l’occupazione e l’economia, dovrebbero inserire nel loro programma l’emissione massiccia di moneta fiscale a favore soprattutto delle famiglie più disagiate, del ceto medio impoverito, degli investimenti pubblici e sociali e degli investimenti produttivi.

Partiamo da un fatto clamoroso: se, invece di distribuire alle banche con il quantitative easing (q.e.) 2,2 triliardi (migliaia di miliardi), la Banca centrale europea presieduta da Mario Draghi avesse assegnato questa gigantesca montagna di soldi ai 320 milioni di cittadini dell’Eurozona (compresi i bambini) saremmo usciti subito dalla crisi e l’Europa avrebbe ripreso immediatamente la strada del benessere. Ogni cittadino avrebbe ricevuto in media 202 euro al mese per ognuno dei 34 mesi previsti dal q. e. (da marzo 2015 a dicembre 2017). Con un aumento del reddito medio di 202 euro al mese, la domanda avrebbe trainato l’economia e l’occupazione sarebbe cresciuta rapidamente. Non ci sarebbe stata nessuna austerità: l’Eurozona sarebbe uscita subito dalla depressione e sarebbe diventata più prospera e meno diseguale.

Invece, la Bce di Draghi ha riempito di denaro fresco le casse delle banche, e queste li hanno investiti nei mercati finanziari e nei titoli di Stato (cioè nel debito degli Stati). La bolla speculativa sta crescendo ma l’economia e l’occupazione piangono. Jeremy Corbyn è stato il primo leader di sinistra a proporre l’emissione di moneta pubblica e non solo la creazione di moneta privata o bancaria. Ha proposto che la Banca centrale stampi moneta per avviare investimenti pubblici a favore della società e dell’economia reale. Moneta per il popolo, non solo per le banche. Ovviamente la Bce non seguirà mai il progetto di Corbyn. Il governo tedesco è assolutamente contrario perché l’inflazione andrebbe a vantaggio dei paesi debitori, e non delle grandi banche che prosperano sui debiti altrui.

In questa situazione, che cosa possono proporre le forze politiche progressiste? La proposta è che lo Stato crei ed assegni gratuitamente (ripeto: gratuitamente) alle famiglie, alle imprese produttrici di beni e servizi, agli enti pubblici, un nuovo tipo di moneta: la moneta fiscale. La Moneta fiscale è semplicemente un titolo di stato emesso dal Tesoro che dà diritto a godere di sgravi fiscali, ma solo dopo due o tre anni dall’emissione. In sostanza: il governo ti assegna un Titolo di sconto fiscale (Tsf) pari a 100 euro e dopo 2-3 anni avrai diritto a uno sgravio fiscale di 100 euro. Ma i Tsf possono subito essere convertiti in euro sui mercati finanziari, esattamente come qualsiasi altro titolo, come i Bot e i Btp. Grazie alla loro convertibilità, i Tsf incrementano però subito la capacità di spesa in euro degli assegnatari. Diventano subito euro spendibili nell’economia reale. Dopo due o tre anni dalla loro creazione, quando i Tsf andranno a maturazione e potranno essere utilizzati per ridurre il pagamento delle tasse, il deficit fiscale potenziale verrà compensato grazie alla crescita del Pil e dei relativi ricavi fiscali. La manovra di moneta fiscale non genera deficit, ma sviluppo.

La proposta, di stampo keynesiano, è semplice da comprendere. Se manca la liquidità, se mancano i soldi per fare la spesa, la produzione e gli investimenti cadono. Se con la moneta fiscale si immette liquidità e riprende la domanda, l’economia ricomincia a crescere grazie al nuovo ossigeno monetario. Così il debito pubblico finalmente diminuisce in rapporto al Pil. La moneta fiscale ha infatti un vantaggio decisivo: si può fare senza uscire dall’Eurozona. I Tsf sono titoli di sconto fiscale, e in campo fiscale ogni stato è (per fortuna) sovrano. Grazie alla moneta fiscale le famiglie potrebbero finalmente respirare, l’economia riprenderebbe a correre e la nostra democrazia riconquisterebbe potere e dignità rispetto a poteri finanziari che speculano sulle monete e sui debiti pubblici a danno delle popolazioni.

di Enrico Grazzini | 10 giugno 2017


 
 
 
 
 

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Un blog di: Lucky340
Data di creazione: 04/05/2010
 

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