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« Campania: arresti e proc...Tutta la Campania piange... »

Anche i magistrati bocciano il decreto legge per l'emergenza rifiuti in Campania

Post n°91 pubblicato il 29 Maggio 2008 da lunarossa.1974

 

Siamo prossimi alla guerra civile. La Campania non ha ne mezzi, né strumenti giuridici in grado di governare o amministrare o debellare una rivoluzione prossima. Anzi, fuori le mura della città si odono già i tamburi in un tam tam simile ad un grido di guerra. La popolazione tutta si sta unendo e presto l'anarchia e il disordine sommergeranno le stanche terre della Campania; incapace oramai di qualsiasi contrasto.

Al grido sempre più acuto e assordante si uniscono i magistrati.

Emergono verità inquietanti sul progetto che doveva riportare la Campania alla normalità.

Verità e non supposizioni poiché dai documenti emergono emendamenti allucinanti.

Verbo volant, scripta manent, recita un proverbio antico e noi le fonti certe le abbiamo, nero su bianco.

I magistrati decidono di intraprendere l'azione istituzionale inviando al CSM le loro perplessità sul decreto da poco varato.

Legge 90 articolo 9 del 23 maggio 2008.

Una legge che di fatto contrasterebbe se non annienterebbe ogni azione mirata alla lotta contro la criminalità organizzata. I pm non potranno più disporre sequestri preventivi di discariche o zone di stoccaggio ritenute in mano alla camorra; in questo modo il governo potrà ripulire le strade usando queste discariche inquinate e malavitose. Ecco perchè alcuni magistrati all'unisono bocciano il decreto urlandone la pericolosità potenziale e devastante.

Cosi scrivono: "Solo nella regione Campania, posto che per le altre regioni italiane vige un divieto assoluto, sarà possibile smaltire in discarica un rifiuto normativamente considerato pericoloso in qualunque paese europeo".


"Siamo assolutamente consapevoli delle responsabilità istituzionali e dei gravosi compiti che incombono sui magistrati della procura di Napoli , chiamati ad assolvere, sulla base della nuova legge, compiti nuovi e difficili.


"Negli ultimi anni diverse indagini preliminari hanno accertato la consumazione di gravi violazioni della legge penale, tutte afferenti all'attuale sistema di raccolta, trasporto, stoccaggio, recupero e smaltimento dei rsu e di altra tipologia", ricordano i 72 sostituti e 3 della Procura di Napoli.


"Discarica piena, sarà un nuovo Vajont"


Per non parlare delle 650 pagine di intercettazioni che hanno portato all'arresto ai domiciliari di 25 persone. Personaggi che avrebbero dovuto risolvere l'annosa questione rifiuti.


Due dirigenti della Fibe (l'impresa che vinse l'appalto per lo smaltimento dei rifiuti) - scrive "Repubblica" - parlano della discarica di Villaricca, diventata una "piscina di percolato". Le possibili soluzioni: coprire il tutto con la sabbia, così che all'apparenza sembri tutto regolare. Uno dei due ricorda all'interlocutore che se la discarica riceverà altre tonnellate di spazzatura potrebbe diventare un nuovo Vajont.


In una intercettazione a parlare è Marta Di Gennaro, all'epoca vice di Guido Bertolaso e il dirigente Michele Greco. Di Gennaro descrive i rischi di tracimazione del percolato, immagini definite "impressionanti".

A questo si aggiunge la repressione militare a cui è stata costretta la popolazione partenopea.

Repressione che ha identificato e offeso tutti i manifestanti etichettandoli terroristi camorristi.

I partenopei non sono camorristi, la camorra demenziale e totalitaria regna nelle istituzioni.

Questo ingiustificato abuso di potere da parte di un governo incapace di agire sotto i dettami della convenzione europea è la vera mano armata della criminalità organizzata e non può restare impunita.

Mi appello alla coscienza di tutti gli italiani.

Non lasciateci morire intossicati.


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