Creato da maestrapiccola il 23/03/2009

maestrapiccola

la scuola da dentro

 

 

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Per voce sola

Post n°970 pubblicato il 08 Maggio 2014 da maestrapiccola
 

Questa è una storia vera.

Davide, consigliato dal neuropsichiatra infantile che lo segue, viene mandato in una scuola elementare pubblica a modulo per evitare il carico da quaranta ore settimanali.

Peccato che la suddetta scuola è conosciuta per lo snobismo dell'utenza che è la crème della crème della città, coloro che vanno in una scuola pubblica e ne dispongono come fosse una privata.

Gli insegnanti e il preside mal governano questi genitori e da anni si fanno sopraffare nelle scelte che non sono più troppo educative per i bambini.

La famiglia di Davide, in affanno per il piccolo da quando è nato e socialmente molto soli, si affidano e fidano totalmente di quello che dicono i servizi che intanto hanno fatto certificare il bambino.

Davide è un bimbo con un cognitivo un po' basso e qualche problema di socializzazione.

Con l'ingresso alla scuola dell'obbligo, la vita di Davide è a un crocevia, la situazione può rimanere uguale per lui, può migliorare o peggiorare.

Ma lo stato italiano, che vede nell'istruzione la ricchezza e la forza della nazione, non può essere responsabile di un peggioramento.

Quindi siamo tranquilli.

E' settembre e le foglie cadono arancioni sul marciapiede dove Davide, con il suo babbo e la sua mamma, aspetta che si apra il portone per il suo primo giorno di scuola.

Alla sera, sempre di quel primo giorno di scuola, nella casa di Davide arriva una telefonata.

E' la maestra di italiano che chiede la cortesia di lasciare a casa Davide il sabato per tutto l'anno scolastico.

La mamma risponde che la scuola è pubblica e che c'è l'obbligo di frequenza.

I cinque anni trascorrono tra le angherie più basse e solo un bambino russo, Dimitri, suo compagno di banco,permette a Davide di avere momenti lieti.

Alle medie tolgono il sostegno a Davide.

Alle superiori sceglie un indirizzo professionale che lo interessava molto.

Per altri cinque anni subisce maltrattamenti da parte dei compagni e quando vengono segnalati i fatti, i professori liquidano sempre la mamma con un " lei sa come sono i ragazzi".

Una vera e propia banda in stile mafioso si è divertita alle sua spalle con atti degni del miglior riformatorio.

La famiglia di Davide è esausta e troppo piccola per affrontare battaglie legali.

Intanto Davide perde anche Dimitri perchè in mezzo a loro si era messa la di lui fidanzata che non capiva nè Davide, nè il loro rapporto.

Dimitri, per il suo primo amore, rinnega l'amico per una biondina viziata.

Solo al mondo Davide fa l'esame di maturità e quello per la patente e poi si chiude definitivamente in casa, nella sua camera quattro metri per quattro con la connessione Wi.Fi. a sorreggerlo.

Ora Davide è un giovane uomo, sempre chiuso in quella camera in cui gioca tutta la notte a giochi on line e dorme fino a tardi la mattina.

Ha parole dure e vere sulla scuola e sulle persone che popolano il mondo a parte la sua famiglia piccola e quella più allargata. Davide ha di sè una grande consapevolezza e sa come, tutto quello che ha vissuto, ha determinato il suo essere oggi.

"Io dovevo sopravvivere, mi è scattato un istinto di sopravvivenza che ora tende alla mia conservazione. Non mi posso fidare di nessuno e non ho voglia di conoscere nessuno. Ho conosciuto troppe persone brutte. Io non alzavo dei muri verso gli altri ma degli scudi. Lo sai qual è la differenza? Il muro è definitivo, lo scudo lo puoi deporre."

"Ma se non esci dalla tua camera come fai a incontrare la gente."

"Purtroppo sono un orso bruno ormai, sto bene nella mia tana."

"La tua tana non ti basterà più prima o poi, la tua mamma non ci sarà sempre..."

"Saprò sopravvivere.

Il momento più duro è la notte quando mi arrivano i brutti pensieri

per questo gioco al computer e non penso più a nulla."

La mamma interviene:

"Mi dispiace aver parlato male degli insegnanti con lei che è..."

"Purtroppo signora, io so che quello che mi raccontate esiste, lo so che è vero e di questo mi vergogno e per questo combatto."

La scuola pubblica italiana è popolata da tanta brava gente ma anche da gente che di notte fa venire i brutti pensieri anche a me.

Basterebbe la storia di Davide per fare un punto e a capo.

Come Davide invece ce ne sono a migliaia che soffrono e non hanno trovato nella scuola un sostegno.

Quello che dico è che è ora di smettere di coprire chi non è insegnante in maniera degna, rispettosa, responsabile, competente e aperta a tutto quello che è lontanissimo, diversissimo e incompresibile da lui.

Basta a chi si nasconde dietro ad un lavoro comodo, certo con uno stipendio medio, ma con tante ferie.

Basta a chi fa della scuola un carrozzone dove tutto è uguale e fa lo stesso.

Basta usare la mortificazione come metodo educativo.

Basta bambini con il mal di testa e il vomito per l'angoscia della maestra e adolescenti che si suicidano davanti ai professori.

Davvero basta.

Basta agli adulti che sono causa di malessere e di odio vero e proprio.

In una carriera scolastica dell'obbligo si hanno non meno di quindici/venti insegnanti.

Arriviamo a trenta cone le superiori e a almeno cinquanta con la laurea.

Vi chiedo di pensare al vostro percorso scolastico e vedere se avete avuto cinquanta persone che hanno fatto il tifo per voi, che erano al vostro fianco, illuminati di passione pronti ad aprirvi nuovi orizzonti.

La media è di non poterne ricordare più di cinque. Spesso meno.

A tutto questo è ora di dare un taglio, smettendo di coprire chi fa della scuola il suo salotto di casa in cui tutto è permesso, compreso stare con le gambe in alto e fare zapping per decidere chi interrogare.

La scuola è un valore.

La scuola ha un grande valore nella vita di un essere umano e,

nel bene e nel male,

può determinarne il corso.

 
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e ora,

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