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JOHN LEE HOOKER

Boom boom

 

SI CONSIGLIA

immagine
Non men dell'intera corolla del cielo


Sogna forte
fanciullo piccino,
è in te che risiede lucente,
il futuro lontano e vicino.

Sogna ridendo
mio bimbo sereno,
che vale il sorriso
tuo dolce e sincero
non men dell'intera corolla del cielo.
 
 

BANCO

750000 ANNI FA L'AMORE

 

 

The Who

Post n°102 pubblicato il 24 Settembre 2008 da mafico1
 

The Who - My generation

The Who  

  La parabola degli Who e` una delle piu` intrepide e interessanti degli anni '60 britannici. Il gruppo iniziò  nei panni dei mod, dei giovani teppisti di London, con un sound chiassoso e testi arroganti (due spanne sopra tutti gli altri), ma poi scoprì la propria vocazione nella rock opera (secondo una tradizione britannica che risale almeno a Dickens, e che era stata trasposta nel rock dai Kinks  e infine trovò  un curioso equilibrio fra spirito polemico e spirito "progressive", fra rock e classicismo. Di quella generazione sono probabilmente i più  vicini al punk-rock del 1976 in tal senso quelli che sono invecchiati di meno.
La musica degli Who è una delle più autobiografiche dell'epoca. Se i Kinks  furono ossessionati dalla società  in cui erano cresciuti, se gli Animals furono ossessionati dai dilemmi della propria generazione, gli Who furono ossessionati dall'inizio alla fine da se stessi. Nel primo periodo (quello degli inni generazionali) gli Who sfogavano la propria frustrazione con lo spirito di una squadra di teppisti ubriachi. Nel secondo periodo (quello delle opere rock) gli Who trasposero in chiave psichedelica e teatrale la loro vicenda generazionale. Nel terzo periodo gli Who rifecero all'infinito il verso a se stessi con testi che erano spesso pura auto-celebrazione,
 

 I'm Free

All'inizio (1963) si chiamavano High Numbers e suonavano Dixieland jazz e rhythm and blues

 (il loro primo 45 giri fu I'm The Face di Slim Harpo nel 1964). Ma la loro vera ispirazione furono i rocker virulenti e ribelli come Eddie Cochran e Gene Vincent, al cui tragico destino tutta l'opera degli Who e` indirettamente dedicata. Un'altra chiara influenza furono Johnny Kid & The Pirates, forse il complesso più  originale in Inghilterra prima dei Rolling Stones, i primi a usare una formazione di chitarra, basso, batteria e cantante e i primi a suonare un ruvido e potente rock and roll chitarristico. Ma Pete Townshend emerse subito come un compositore vibrante e originale, per cui

 gli Who non ebbero bisogno della lunga serie di cover che caratterizzò altri gruppi dell'era.  Ribattezzati Who dal loro manager, i quattro inventarono un nuovo genere musicale con I Can't Explain (gennaio 1965), l'epico grido che per primo rivendicò un'identità per i giovani britannici, uno "shout" che incorporava il "baby talk" accorato di Buddy Holly e il riff di You Really Got Me dei Kinks, con il drumming funambolico di Moon che oscurava quasi il canto.

See Me, Feel Me

Townshend componeva ritornelli elementari, ma la sua chitarra e la batteria di Moon li trasformavano in qualcosa di epico. Townshend scriveva anche liriche più o meno ispirate a Dylan, ma adattando la pomposa prosa dylaniana (pensata per gli intellettuali dei sit-in e gli hippies delle marce della pace) al prosaico gergo dei teppisti di strada. Dylan scriveva salmi, comizi e profezie: Townshend scriveva inni. Daltrey era un cantante solenne, anche se poco originale rispetto agli Eric Burdon (Animals), Van Morrison (Them) e Mick Jagger (Rolling Stones) ma forse proprio per questo finiva per suggestionare di più. L'inno anarchico

di Anyway Anyhow Anywhere (maggio) faceva leva su un boogie mozzafiato oscillante fra momenti di suspense e deflagrazioni cacofoniche.

     Baba O'Riley                    Summertime Blues   

    

Alla fine dell'anno (dicembre) l'atroce, marziale, balbuziente e prepotente slogan di My Generation, lacerato da sincopi, distorsioni, clapping e jamming generali, in un fragoroso e apocalittico elettrico e atonale  , cambiò per sempre la storia della musica rock.  Quei primi 45 furono rivoluzionari da qualunque prospettiva li si esamini. Dal punto di vista sociopolitico, gli Who furono gli unici a esordire direttamente con gli inni generazionali. Gli altri, da Dylan agli Stones, c'erano arrivati poco alla volta. Gli Who nacquero con l'inno generazione, con la chiamata alle armi, con l'atto di rottura. Gli altri erano stati una più o meno lenta/brusca progressione dalla tradizione verso il rock.

Gli Who non proponevano nessun ponte con il passato, soltanto un uragano di suoni elettrici e percussivi. Il resto è storia!!

 

Fonti Wikipedia e  vari siti 

 
 
 

Post N° 101

Post n°101 pubblicato il 24 Settembre 2008 da mafico1

PREMIO ARTE PONTO VIDA

Premio Arte Ponto Vida

E' con grande piacere che ricevo questo premio dall'amico gimmi42,autore del blog MUSICA E CINEMA Grazie di cuore!

 

Che cosa è Arte Ponto Vida. E' un premio di qualità creato tempo addietro per onorare e riconoscere il lavoro svolto dai blogger, i loro blog motivano la terapia d’arte. Le regole fondamentali per ritirare questo premio sono:
1. citare da chi si è ricevuto il premio;
2. dire perché si è deciso di creare il blog;
3. dire qual’è la propria arte preferita;
4. onorare altri blog amici.

Per il punto 2 e 3 mi è sufficiente un'unica risposta: la Musica è un'arte meravigliosa e ho fatto il blog x poterne parlare con chi voleva..x scambiarci opinioni,idee,"dritte"..x dividere con altri le emozioni che quest'arte mi regala da decenni.    Per il punto 4  assegno questo premio di qualità ai Seguenti blog:

 

gimmi42

VORTIK0

vecchiozappa

BobSaintClair

 misterblues72

GUITAR HERO

starbluesjony87

 

per me non è importante che lo ritiriate ma che lo gradiate

 

Con affetto mafico ;)))

 
 
 

Tributo a J Hendrix

Post n°100 pubblicato il 17 Settembre 2008 da mafico1
 

Jimi" Hendrix (Seattle, 27 novembre 1942 – Londra, 18 settembre 1970)

 

Questo è il mio contributo nel ricordare Jimi Hendrix

 

 Dedicato al fratello di Jimi   gimmi42  e  misterblues72  ed a tutti coloro che sentono loro  il mio mito!!!! Mafico

 

Quarant’anni fa Jimi Hendrix a Roma

 Un sabato di 40 anni fa a Roma: 24-25 maggio, concerto di Jimi Hendrix



                             

                        

L'anno ’68 è stato vissuto in uno stato di semi-coscienza, non si capiva bene, ma si intuiva dove andare, da che parte stare; a spingere le prime assemblee, le manifestazioni, il movimento, ma anche cose semplici: la contestazione giovanile, i capelli lunghi, l’abbigliamento, la musica.
Ad aprile era stato assassinato Martin Luther King con conseguenti tensioni razziali e fermenti giovanili; quel maggio a Parigi vi furono le barricate degli studenti e l’inizio del ’68, in Italia, mese della Madonna, vennero comunque occupate la Statale e la Cattolica e……l’arrivo di Jimi Hendrix.
Quell’anno ero uno dei tanti 20enni innamorati pazzi del rock al quale un bel giorno arrivarono confuse notizie circa un concerto che Jimi avrebbe tenuto a Roma per promuovere l’LP Are You Experienced?; come se fosse previsto lo sbarco dei marziani, nessun’altra notizia, tanto meno circa il luogo e l’ora d’inizio, i più fortunati avevano avuto modo di vedere una sua foto o di ascoltare Foxy Lady alla radio come sigla di Per Voi Giovani.
Allora suonavo la batteria in un Complesso, così come venivano chiamati e con il chitarrista decidemmo di partire; la sua presenza era indispensabile perché imparava e memorizzava ogni cosa che ascoltava, non leggeva una nota, ma era in grado di ricomporre i pezzi. Cominciai a sondare il terreno a casa e ottenuto l’ok, come raggiungere Roma? L’ideale era trovare una macchina: chiedemmo a scuola e in comitiva, dove ingaggiammo due con la mitica 500. A Roma, eccitati per essere riusciti a trovare subito i biglietti (2.500 lire ognuno), si respirava un’aria magica, psichedelica, simile a quanto accadeva a Londra e Amsterdam con concentrazioni di capelloni contestatori nelle principali piazze; all’epoca portare i capelli lunghi era pericoloso, ma andammo lo stesso a Piazza di Spagna dove gruppi di capelloni stazionavano da tempo, per sentirci uno di loro, successivamente al mercato di Via Sannio dove allora era possibile trovare capi di abbigliamento originali militare, hippie, beat o rock.
Trovammo il Teatro Brancaccio, dove si sarebbe esibito a sera Jimi Hendrix, con largo anticipo ma appena in tempo per ascoltare confusamente le ultime note del concerto pomeridiano; improvvisamente si aprì la tenda dell’atrio e un boato salutò Hendrix, subito dopo gruppi di giovani uscirono di corsa dalla sala urlando e staccando dai muri tutto quanto c’era con la faccia di Jimi Hendrix, eccitati facemmo lo stesso dal muro alle nostre spalle sul quale ci eravamo schiacciati.
Entrammo, era un teatro con appena 2.000 poltrone di legno e prendemmo posto sulla destra a pochi metri dal palco; dopo l’esibizione di sconosciuti gruppi nostrani, si apre il sipario ed ecco i mostri, i primi amplificatori di quelle dimensioni, poi uscì Jimi che accordava la Stratocaster bianca, indossava pantaloni di velluto rosso scarlatto e camicia rosa con volants, i capelli meno lunghi del solito con meches bianche sui lati. Improvvisamente le note del primo pezzo, rimanemmo impietriti dal volume proibitivo per chi era abituato in fondo ad ascoltare solo delle canzoni; era il suono che avevamo sempre sognato, sembravano tre chitarre in una, la batteria, contrariamente agli altri pezzi rock dell’epoca non era in primo piano, martellante e non sembrava neanche amplificata. L’eccitazione saliva, la sala rumoreggiava forse per il bisogno di commentare ad alta voce quello cui stava assistendo, … incredulità! … disorientamento!
Eseguiva pezzi senza toccare le corde, ma solo percuotendo il corpo della chitarra che sprigionava una quantità pazzesca di watt o usando la sola mano degli accordi, le sue mani sembravano ferme e non si capiva come facesse a fare la ritmica e il solista nello stesso tempo; suonava sempre e comunque, con i denti, dietro la testa o sotto la gamba, poi si lanciò contro gli amplificatori, il tutto in una valanga di suoni, distorsioni e wha-wha che nessuno aveva mai sentito da alcun strumento. Alla fine, lanciò la chitarra in aria ed uscì di scena.
Fu il creatore della musica psichedelica, delle suggestioni, non c’erano messaggi, il suo mondo era denso di racconti indiani, gioia di vivere, voglia di libertà; una realtà fatta di sogni, fumetti, fantascienza, teorie cosmiche.
Durante il viaggio di ritorno, eravamo ancora sotto shock, certi di aver visto qualcosa di unico, un marziano, e non parlammo d’altro tutta la notte con la consapevolezza di non poter mai arrivare a suonare qualcosa neanche lontanamente simile a ciò che avevamo ascoltato. Nei mesi successivi, con i compagni del Complesso, continuammo a suonare ancora per un po’ inserendo Hey Joe, il brano più semplice, con molta moltissima modestia per poi smettere definitivamente di suonare.
Jimi non ha avuto il tempo di invecchiare, la sua breve vita musicale (4 anni, 1400 giorni) è passata alla velocità della luce, è rimasta nella dimensione giovanile dell’eroe con la chitarra, del mito e come tale appartiene ai giovani di oggi come quelli della sua generazione.
Unici souvenir di quel giorno, la copia di questa foto che ho scattato con la mia Kodak, l’originale è del chitarrista (oggi insegnante di musica) che comprò il rullino e pagò lo sviluppo, e l’LP Are You Experienced? Rimasto a casa della mia compagna di università ed ancora oggi lì.
Raccontarlo ora 40 anni dopo, serve a capire meglio, ad amare di più, a ricordare la sua breve e intensa stagione.

indierocker

 

Ho voluto riportare il racconto di Indierocker per condividere con voi le sue emozioni.. Proprio quelle che purtroppo non ho provato io ma che credo si avvicinino molto a quelle che forse avrei sentito... Consapevole del fatto che nessun discorso e nessuna parola vale abbastanza per ricordare la magnificenza di Jimi Hendrix, spero che vi piaccia il Post.

 
 
 

Post N° 99

Post n°99 pubblicato il 16 Settembre 2008 da mafico1

E' morto Richard Wright fondatore dei Pink Floyd

lunedì 15 settembre 2008

Richard Wright , 65 anni, tastierista e fondatore dei Pink Floyd ha perso la sua battaglia contro il cancro.
L'annuncio della sua morte è stato dato direttamente dalla  famigliadel musicista che ha chiesto il rispetto del loro dolore e della loro privacy.

Wright ha contribuito insieme a Syd Barrett alla nascita dei Pink Floyd nel 1968 e al successo di una delle rock band più importanti i cui brani ancora oggi risuonano nelle più o meno fedeli riproduzioni di tanti giovani musicisti nei paesi più diversi che si avviano alla musica rock di gruppo.

Dopo l'uscita quasi immediata di Syd Barrett, Richard Wright continua l'esperienza con David Gilmour e diventa il compositore melodista del gruppo: oltre a scrivere le parti di organo e tastiere ha contribuito alla stesura di melodie di canzoni indimenticabili tra le quali Dark Side of the Moon, Wish You Were Here, Shine on You Crazy Diamond.

La sua collaborazione attiva ha accompagnato tutta la storia dei Pink Floyd fino all'album finale Division Bell.

Indimenticabili i suoi timbri. Inimitabile il suo toccare l'avorio dei tasti modulando note lente, significative e che si imprimevano nella memoria come se parlassero.


Buona Notte Rick!
Lasci un vuoto  non solo nella storia della musica, ma dentro di me!!!

 
 
 

Post N° 98

Post n°98 pubblicato il 16 Settembre 2008 da mafico1

 

un angioletto di nome Julian che combatte contro una malattia infida,
che ci distrugge usando il nostro stesso corpo,

la Leucemia

 

Ciao amici, sono il papà di Julian, vi voglio chiedere 5 minuti della vostra giornata per rivolgere una preghiera per il piccolo Julian.Le cose si sono complicate di nuovo, non sò ancora fino a che punto, ma ancora è dura. Il piccolo Julian stà combattendo con tutte le sue forze, ma è stanco. Vi chiedo solo 5 minuti di preghiera per lui, ne ha bisogno!!!Grazie di cuore da mamma, papà e JULIAN

Vi prego di visitare il blog del suo papà:

http://blog.libero.it/julianjmml/view.php?reset=1&id=julianjmml

Associazione per la donazione di midollo:

http://www.admo.it/index.php?id=home&L=1

Inviato da: D_C_Electric_Power

 
 
 

Post N° 97

Post n°97 pubblicato il 16 Settembre 2008 da mafico1

A gentile richiesta

 Claudio questo video è tutto per te ;))

Iron Maiden

Fear Of The Dark

 
 
 

Post N° 96

Post n°96 pubblicato il 14 Settembre 2008 da mafico1

X

 BOB

  

Bruce Springsteen

Darkness On The Edge Of Town

 
 
 

Lucio Battisti

Post n°95 pubblicato il 12 Settembre 2008 da mafico1
 

Vento  impalpabile incessante tiepido eterno

 che trasporta i tuoi pensieri,

le tue  emozioni , le tue  parole fin dentro di  noi

per me sempre vivrai mafico!!!

Lucio Battisti

Il MIO CANTO LIBERO

MySpace and Orkut Animal Glitter Graphic - 8

In un mondo che
non ci vuole più
il mio canto libero sei tu
E l'immensità
si apre intorno a noi
al di là del limite degli occhi tuoi
Nasce il sentimento
nasce in mezzo al pianto
e s'innalza altissimo e va
e vola sulle accuse della gente
a tutti i suoi retaggi indifferente
sorretto da un anelito d'amore
di vero amore
In un mondo che - Pietre un giorno case
prigioniero è - ricoperte dalle rose selvatiche
respiriamo liberi io e te - rivivono ci chiamano
La veste dei fantasmi del passato
cadendo lascia il quadro immacolato
e s'alza un vento tiepido d'amore
di vero amore
E riscopro te

E la verità - Boschi abbandonati
si offre nuda a noi - perciò sopravvissuti vergini
e limpida è l'immagine - si aprono
ormai - ci abbracciano
Nuove sensazioni
giovani emozioni
si esprimono purissime
in noi


           

  

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Lucio Battisti

Post n°94 pubblicato il 12 Settembre 2008 da mafico1
 

                     

   

            

  

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Post N° 92

Post n°92 pubblicato il 09 Settembre 2008 da mafico1



INDISSOLUBILMENTE AMICI

Il riconoscimento d'amicizia
viene assegnato a profili e blog
che si ritengono amici
o perlomeno simpatici.
Il suo scopo è di dimostrare
a chi si dona
la propria amicizia e simpatia.  

Regolamento:

Al ricevimento del riconoscimento,
mostrare la pagina
citare il nome di chi
vi ha ritenuto suo amica/o
mostrando il nome del suo blog o profilo.
Scegliere un minimo di 7 profili
o blog che sono i tuoi amici
o che ritieni siano meritevoli 
della tua simpatica attenzione.
Mostra il loro nome e avvisali
che hanno ricevuto il segno
della tua 
"AMICIZIA"

Ringrazio

una_luce_blu

realgar0

 D_C_Electric_Powe

 misterblues72

per avermi fatto dono di questo bellissimo gesto di amicizia

che a mia volta

Dono a

 o1957

gimmi42

VORTIK0

vecchiozappa

BobSaintClair

 misterblues72

asroma27

 cuoremiodgl


LaFatadelMare

 girasolenotturno

 D_C_Electric_Powe

GUITAR HERO

una_luce_blu

realgar0

Per tutti la motivazione è

Grazie per avermi regalato la vostra amicizia

mafico ;)))

 
 
 

Post N° 91

Post n°91 pubblicato il 05 Settembre 2008 da mafico1

FIRMATE la PETIZIONE

per FIRMARE digita sulla scritta

domenica 17 Agosto 2008 (19h53) :
Giorgio Cremaschi; Dante De Angelis è un recidivo

Giorgio Cremaschi: Dante De Angelis è un recidivo

di Giorgio Cremaschi, Segretario nazionale Fiom Cgil

Dante De Angelis è un recidivo. Già qualche anno fa fu licenziato dalle Ferrovie dello Stato perché aveva denunciato la carenza di sicurezza nella guida dei treni. La magistratura, sempre quella, lo reintegrò poi nel posto di lavoro dopo la causa intentata da Giovanni Alleva.

Ora le Fs ci provano di nuovo e rilicenziano Dante. Il motivo è sempre lo stesso, anche se varia la ragione del rischio. Questa volta sono gli Eurostar che si spezzano per carenze nei meccanismi di controllo della frenatura. Dante De Angelis, che è un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, oltre che un macchinista coscienzioso, ha anche questa volta semplicemente fatto il proprio dovere.

Ha cioè denunciato, prima che avvengano fatti gravi, i rischi che ci sono in questa situazione. L’azienda delle ferrovie lo ha invece ritenuto colpevole di danno all’immagine aziendale, di procurato allarme, di diffusione di notizie false e tendenziose e di quant’altro la scarsa fantasia del moderno fascismo aziendale riesca a recuperare dagli autentici codici fascisti.

Così questo licenziamento, fatto da un’azienda pubblica che svolge un servizio pubblico, diventa un’intimidazione verso tutti i rappresentanti dei lavoratori che si occupano di sicurezza. E’ chiaro infatti che per prevenire l’incidente, l’infortunio, la morte, bisogna parlare prima , bisogna mettere in guardia prima . Siamo il paese europeo con il più alto tasso di infortuni sul lavoro e tutti, periodicamente, quando succede il fattaccio, parlano della necessità di prevenire. Ma la prima prevenzione è la denuncia del rischio e questa non può che avvenire a maglie larghe, proprio per far sì che chi di dovere, la direzione aziendale cioè, intervenga.

Se i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza sono posti di fronte alla minaccia del licenziamento non appena denunciano i rischi, è evidente che sono messi nella pura impossibilità di svolgere il proprio compito. Intimidazioni di questo genere nei confronti dei RLS sono all’ordine del giorno nei luoghi di lavoro italiani. Recentemente un delegato della Fiom dell’Agusta Motociclette, è stato licenziato perché aveva chiamato la Asl a verificare il reparto verniciatura. Anche qui l’azienda aveva considerato l’azione del delegato sindacale un danno alla propria immagine e anche qui la magistratura le aveva poi dato torto.

Il fatto più grave è che qui siamo di fronte ad una azienda dello Stato, che si comporta peggio del più spregiudicato degli imprenditori privati. Per qualcuno questo può essere un titolo di merito, un modo per accreditarsi di fronte a un governo e a un padronato che sotto la copertura della campagna contro i fannulloni, sempre più aggrediscono diritti fondamentali di chi lavora.

Ma la verità è che questa è una vergognosa regressione. Un modo inaccettabile di affrontare i problemi della salute e della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini, un atto di autoritarismo che serve a nascondere tutte le magagne. Si parla di prevenzione ma, come ha fatto recentemente un sottosegretario leghista, si intende semplicemente dire che gli infortuni e i rischi sul lavoro non ci sono e che chi ne parla fa solo agitazione e propaganda.

Dante De Angelis è una vittima di questo ipocrita autoritarismo aziendale ed è per questo che attorno a lui deve crescere una vastissima solidarietà. Perché se questo licenziamento dovesse restare, davvero in ogni posto di lavoro si sarebbe meno liberi.



Di : Giorgio Cremaschi
domenica 17 Agosto 2008

AIUTATECI a DIFFONDERE

questa

PETIZIONE

Grazie


La Redazione

 
Inviato da: abcl

 
 
 

Post N° 90

Post n°90 pubblicato il 05 Settembre 2008 da mafico1

Aiutiamo Oscarino


Un pò di me...

Mi chiamo Oscar...ho 12 anni.. la mia vita sembrava iniziare felice con la mia famiglia...fino a quando...quello sfortunato 8 dicembre del 1996..caddi per terra sbattendo la testa e andando in coma per un mese per trauma cranico...quando mi risvegliai fui contento di rivedere mia madre che piangeva per me..per quel mese che non ci sono stato lei ascoltava sempre Eros Ramazzotti " Sarà L'aurora"..e fu con quella che mi risvegliai...perchè di quei tempi andava quella canzone e quando mangiavo la pappa con lei la trasmettevano sempre in tv. Con gioia di tutti che ero vivo..continuai...ma rimasi paralizzato per tutta la parte sinistra. Muovo solo la parte destra. Non ho capacità di parola...con la mia famiglia ho girato tanti ospedali ma ancora nessuno ha trovato la cura giusta per me...vorrei tanto correre con le mie gambe insieme a mia sorella Alice...vorrei correre dietro un pallone...sentire la sabbia scorrere sotto i miei piedi...l'acqua del mare  sfiorarmi....tante sono le cose che vorrei fare...ma sono legato ad una carrozzina...e nessuno mi aiuta...voglio vivere come un normale ragazzo della mia età...voglio vivere...e questo non è vivere...mi serve aiuto...

 

Cerco Aiuto e cure... 

La sorella di Oscar ci ha contattato per aiutarla a dare visibilità al suo blog, con l'intento che qualcuno possa aiutare suo fratello Oscar...

VI PREGO DI VISITARE IL SUO BLOG;

AIUTIAMO OSCARINO

Di seguito il suo indirizzo di posta elettronica;

                               oscarino96

Inviato da: dike2008 

 
 
 

Neil Young

Post n°88 pubblicato il 29 Agosto 2008 da mafico1
 

Neil Young

Old Man

Neil Young compone con Bob Dylan e Bruce Springsteen la grande triade di voci "morali" della musica popolare americana. Come per gli altri due, anche l'arte di Young e` soprattutto una fusione di musica e parole che si identifica con il zeitgeist della sua epoca. A differenza degli altri due, pero`, Young prende di mira il caos interiore dell'individuo che e` stato causato dal caos esteriore della societa`. Se Dylan trasduce gli eventi della sua epoca in un universo metafisico, se Springsteen esprime il senso epico della vita ordinaria, Young compie un'operazione psicologica piu` complessa, che stende un ponte fra l'idealismo delle comuni hippie e la nevrosi delle popolazioni urbane. La sua voce, i suoi testi, le sue melodie e il suo stile alla chitarra compongono un messaggio di sofferenza e redenzione che nei momenti migliori sfiora l'allucinazione, la visione mistica, l'illuminazione filosofica, ma sempre da un contesto che e` fondamentalmente infernale.

I diversi aspetti della carriera di Young (il folk-singer dei grandi spazi liberi, il militante anti-razzista, il moralista degli eccessi dell'era hippie, il visionario apocalittico, il pessimista universale, il loner malinconico, il rocker dell'alienazione) sono semplicemente gli stadi di un lungo calvario (personale e sociale).

 

 

 

Hey Hey My My

Young ha fatto per la canzone intimista cio` che Dylan aveva fatto per quella di protesta: come Dylan sposo` l'enfasi di Whitman e l'ottimismo dell'era Kennedy ai temi del pubblico, cosi` Young ha sposato l'umanesimo di Emerson e il pessimismo dell'era post-Kennedy ai temi del privato.

In aggiunta, Young ha inventato lo stile di chitarra distorto, cacofonico, da incubo, che influenzera` la generazione grunge.

Young e` anche unico nella sua schizofrenia, che trova sfogo a diversi livelli. Al primo livello, c'e` la dicotomia live/studio. Gli album dal vivo, carichi di un'energia quasi nucleare, sembrano venire da un altro artista, un terrorista musicale, un vero punk. All'interno degli album di studio, si verifica un'altra dicotomia: la ballata country lineare, graziosa, elegante, e la jam "acida", brutta, rumorosa. Questi due modi coesistono raramente: si alternano al controllo della carriera (e della mente?) di Young. Ciascun album in studio e` dominato dall'una o dall'altra. Il suo alter-ego, infatti, e` forse un musicista piu` creativo di Young stesso.

Lasciati i Buffalo Springfield (per i quali aveva gia scritto capolavori come Mr Soul, Broken Arrow e Expecting To Fly), Neil Young (originario di Toronto, ma ormai trapiantato a Los Angeles, e poi a San Francisco) intraprese parallelamente la carriera solista e la militanza nel supergruppo Crosby  Stills & Nash. Per i tre partner Young scrisse dure canzoni politiche e sociali (Ohio e Southern Man) e malinconiche ballate introspettive (Our House, Helpless, un anticipo di "slo-core", e  Don't Let It Bring You Down).                              

Pubblico` a 24 anni il suo primo solo album, Neil Young (Reprise, 1968), sul quale era soltanto inibito da arrangiamenti un po' goffi. Trovo` peraltro l'illuminazione di Last Trip To Tulsa, lungo e solenne racconto per sola voce e chitarra acustica, dimesso e sofferto blues per bianchi alienati, destinato a rimanere uno dei suoi capolavori, e componendo con diligenza il proprio anthemico autoritratto nell'incalzante Loner. Fin qui Young sembrava piu` che altro un abile folksinger, specializzato in serenate malinconiche ed evocazioni vertiginose. Solo su 45 giri venne edita Sugar Mountain, che e` il suo trait d'union con il folk classico. Young conserva l'incedere lento e maestoso per ampi spazi aperti dei folksinger canadesi, cresciuti senza l'affanno della folla e l'incubo dei grattacieli. Il resto è storia

Everybody Knows This Is Nowhere (1969), il primo album prodotto da David Briggs, annuncia invece una personalita` piu` complessa, e, soprattutto, un chitarrista di primo piano. L'album contiene infatti lunghe omelie dal sound pesante, sostenute dal ritmo e dagli intrecci strumentali di un complesso rock (Crazy Horse) e trafitte dalle stigmate lancinanti della sua chitarra. Il brano piu` rock e` un boogie marziale, Cinnamon Girl; il piu` impegnato e` Losing End; i due affreschi piu` estesi sono Cowgirl In The Sand, dieci minuti di sincopi graffianti che si sublimano in un soave ritornello folk, e Down By The River, jam onirica all'insegna di un folk-rock rarefatto. Il chitarrismo violento e nevrastenico trasferisce nell'alienazione urbana le sue storie ancora da menestrello bucolico, e lascia intravedere dietro gli scenari stereotipi dei grandi spazi liberi le dolorose convulsioni della sua generazione, dilaniata dalla droga, dai disordini, dalla paura. Young fa oscillare le sue ballate fra i due estremi del folk scarno, solenne, arcaico, e del rock grintoso, elettrico ed arrangiato. Il tono della sua voce, una specie di tenore in falsetto, si piega ora al pathos piu` sublime ora al vigore piu` maschio  il resto è storia.

 

                                                     

   

                                                                

Out on the Weekend                            Don't let It Bring you Down

                                             

                                                   

                            Young - Imagine

Fonti Wickipedia e altri siti 

 

 
 
 

C  S  N & Y

Post n°87 pubblicato il 29 Agosto 2008 da mafico1
 

Crosby, Stills Nash  & Young

OHIO

1970

Testo e musica di Neil Young
Words and music by Neil Young

Il brano è scritto di getto da Young dopo la morte di quattro studenti, uccisi dalla guardia nazionale durante una manifestazione pacifista alla Kent University il 4 Maggio 1970. Fu pubblicata appena 10 giorni dopo gli omicidi.

OHIO

Soldatini di piombo e Nixon che arrivano,
finalmente siamo per conto nostro.
Quest'estate sento i tamburi che battono,
quattro morti in Ohio.

Dobbiamo occuparcene,
i soldati ci stanno abbattendo a fucilate,
bisognava farlo già da tempo.
Che diresti se tu la conoscessi
e la trovassi morta per terra,
come reagisci quando lo saprai?

Dobbiamo occuparcene,
i soldati ci stanno abbattendo a fucilate,  
bisognava farlo già da tempo.

Che diresti se tu la conoscessi
e la trovassi morta per terra,
come reagisci quando lo saprai?

Soldatini di piombo e Nixon che arrivano,
finalmente siamo per conto nostro.
Quest'estate sento i tamburi che battono,
quattro morti in Ohio.

 
 
 

C  S  N  &Y

Post n°86 pubblicato il 29 Agosto 2008 da mafico1
 

Crosby Stills Nasch Young

Almost Cut My Hair

Steve Stills era stato il cervello dei  Buffalo Springfield. Una volta sciolto quel gruppo leggendario, Stills venne ripetutamente tentato dal mito del "supergruppo": prima registra la Supersession con Al Kooper e Mike Bloomfield, e poi raduna David Crosby dei Byrds, Graham Nash degli Hollies e il vecchio compagno Neil Young per formare quello che diventera` il supergruppo per eccellenza degli anni '70.

Nel supergruppo con Nash e Crosby, invece, Stills mise a punto le armonie vocali e il ritmo rilassato che sarebbero diventate sinonimo di "West Coast sound".

In retrospettiva, i Crosby Stills & Nash furono uno dei gruppi piu` sopravvalutati di sempre, insieme ai Beatles, a  Emerson Lache & Palmer e poche altre trovate pubblicitarie di quel calibro.


 

Steve Stills, un tempo la mente dietro i Buffalo Springfield, verso la fine degli anni '60 era ossessionato dall'idea di "supergruppo". Dapprima registrò la Supersession con Al Kooper e Mike Bloomfield; successivamente reclutò David Crosby (ex Byrds) e Graham Nash (ex Hollies) per creare quella che diventerà l'emblema dei supergruppi nel 1970.

Crosby, Stills & Nash (Atlantic, maggio 1969) sembra la versione rilassata, atmosferico-psichedelica di quello che i tre avevano inciso con i loro rispettivi gruppi. Suite Judy Blue Eyes (Stills), Guinivere (Crosby) e soprattutto Marrakesh Express (Nash) mostravano fascinose alchimie vocali e chitarre cristalline.

Nell'album successivo, Dejavu' (Atlantic, marzo 1970), al trio si aggiunse Neil Young (fuoriuscito a sua volta dai Buffalo Springfield) e proprio la sua Country Girl si dimostra l'apice del disco. Anche gli altri sono in stato di grazia: Stills crea tre dei suoi classici (Carry On, 4+20, Everybody I Love You), Crosby espone tre manifesti post-hippy (Almost Cut My Hair, Dejavu', Shadow Captain) e Nash si crogiola nelle sue ritmiche intrise di soul. All'album seguirono il singolo Ohio, veemente sermone politico di Young, e il doppio live Four Way Street (Atlantic, 1971), che spicca soprattutto per le lunghe jam chitarristiche. Il gruppo aveva virtualmente inventato un nuovo genere: il solare, melanconico, riflessivo country/blues/soul che sarà denominato "West Coast sound".

Nel frattempo Stills aveva dato il via alla carriera solista. Stephen Stills (Atlantic, 1970), che contiene Love The One You're With e It Doesn't Matter, decolla grazie agli ospiti (Jimi Hendrix, Eric Clapton e David Crosby); mentre Stephen Stills 2 (Atlantic, 1971) ha ben poco di salvabile (Change Partners)

Al supergruppo seguì l'ambizioso progetto Manassas, che coinvolgeva Chris Hillman dei Flying Burrito Bros. Stavolta si suonava, in modo più schietto, un tradizionale country-rock venato di soul. Dopo Manassas (1972), passabile enciclopedia di musica Americana, e Down The Road (1973) Hillman se ne andò.

Crosby, Stills, Nash e Young registrarono Human Highway (1974), che non venne mai distribuito.

             

                               Crosby, Stills, Nash & Young                                                     

            

Fonti Wickipedia e altri siti 

 
 
 

NO ALL'ABBANDONO!

Post n°85 pubblicato il 24 Agosto 2008 da mafico1
 

 

Oggi è una settimana che sono nato !!!
Che allegria ... Essere arrivato in questo mondo !!!

1 MESE
La mia mamma mi accudisce molto bene ...
E' una madre esemplare ...

2 MESE
Oggi mi hanno separato dalla mia mamma ...
Era molto inquieta e con i suoi occhi mi ha detto 'addio'

con la speranza che la mia nuova 'famiglia umana'
mi sappia accudire come lei ha fatto con me.

4 MESE
Cresco rapidamente,
tutto richiama la mia attenzione ...
Ci sono molti bambini in questa casa,
che sono per me come dei 'fratellini'.
Sono molto gentili con me,
giochiamo insieme con una palla che mordo solo per gioco ...
dopo 4 mese


5 MESE
Oggi la mia padrona mi ha castigato,
si è arrabbiata perchè ho fatto pipì in casa ...
( Nessuno mi ha mai detto dove farla !!! )

6 MESE
Sono un cane felice.
Ho il calore di un focolare
mi sento sicuro e protetto.
Credo che la mia 'famiglia umana'
mi ami molto !!!
Quando loro sono a tavola invitano anche me
e il cibo che mi danno
lo sotterro nel cortile.

12 MESE
Oggi compio un anno
sono un cane adulto e
i miei padroni dicono che sono cresciuto
di più di quello che speravano.
Devono essere molto orgogliosi di me !!!


 

dopo 12 mese

 

13 MESE
Oggi non mi sento molto bene ...
Non sono per niente in forma,
il mio 'fratellino' ha preso e tirato la palla
e siccome nessuno può toccare i suoi giocattoli
non vedo perchè lui debba toccare il mio ...
Così gli sono andato alle spalle e l'ho morso !!!
I miei denti sono forti e
senza volerlo gli ho fatto male !!!
Dopo questo spavento mi hanno preso
e legato ad una catena che
non mi permette nemmeno di muovermi ...
Mi hanno detto che sono un ingrato
e mi devono tenere sotto osservazione ...

15 MESE
Tutto è cambiato,
ormai vivo prigioniero della catena nel cortile,
mi sento molto solo ...
La mia 'famiglia umana' non mi vuole più.
A volte si dimenticano che ho fame,
sete e quando piove un tetto che mi ripari ..


dopo 15 mese

 

16 MESE
Oggi mi hanno tolto la catena,
che bello !!!
Che mi hanno perdonato ?!?
Sono tanto contento
che salto dalla gioia.
Vedo la macchina. Mi porteranno a passeggio con loro !?!
Ecco! Saliamo sull'auto ...
Mah !!!Quanta strada !!!
Ci siamo fermati ... Mi hanno aperto la portiera ...
Finalmente posso correre felice !!!
Però non capisco come mai hanno richiuso la portiera e siano ripartiti ...
Speriamo che non si dimentichino di me !!!
Comincio a correre dietro l'auto ...
Ma non si fermano !!!
Ho capito ... MI HANNO ABBANDONATO...

17 MESE
Ho cercato, invano, la strada per tornare a casa,
ma ormai sono convinto di averla persa !!!
Alcune persone di buon cuore mi guardano con tristezza
e mi danno qualcosa da mangiare.
Li ringrazio dal profondo dell'anima ... Ma vorrei che mi adottassero ...
Mi dicono solo 'povero cagnolino ... Ti devi essere perso' ..

18 MESE
L'altro giorno sono passato vicino ad una scuola,
e ho visto tanti bambini ...
Molti ragazzi, come i mie 'fratellini'.
Mi sono avvicinato a loro
e ridendo hanno cominciato a tirarmi delle pietre ...
Una di quelle mi ha colpito l'occhio ...
E da quel momento non ho più visto ...


dopo 18 mese

19 MESE
Sembra quasi impossibile,
ma quando ero un bel cane
le persone avevano compassione di me ...
Ora che sono debole, con un aspetto poco raccomandabile,
senza un occhio,
le persone mi prendono a calci e mi lasciano nell'ombra...

20 MESE
Quasi non riesco più a muovermi.
Ho attraversato una strada dove passavano delle auto,
e una di queste mi ha investito;
pensavo di essere in un posto sicuro
e invece non posso dimenticare
gli sguardi di soddisfazione dell'autista.
Il dolore è terribile,
le mie zampe posteriori non rispondono più
e con difficoltà mi sono trascinato in uno spiazzo ...
Sono già 10 giorni che vivo nascosto ai raggi del sole senza cibo ...

Non riesco a muovermi,
sono in un posto umido e
mi sembra perfino che il mio pelo stia cadendo.
I miei unici compagni sono freddo e pioggia ...
Alcune persone mi passano vicino come se non mi vedessero ...
Una forza strana mi fa aprire l'occhio,
sento una voce dolce che mi fa reagire:
'povero cagnolino, come sei ridotto' ...
Vedo l'ombra di una signora accompagnata
da un signore che indossa abiti bianchi
e rivolgendosi alla signora dice
' sono spiacente signora, ma per questo cane
non c'è rimedio, la cosa migliore è che smetta di soffrire '.
Con gli occhi pieni di lacrime la signora gentile acconsente ...
Sentii solo il pungere dell'iniezione
e ...
MI ADDORMENTAI PER SEMPRE,
PENSANDO A PERCHE' NACQUI,
SE NESSUNO MI VOLEVA...

NO ALL'ABBANDONO!

 

 

FATE GIRARE PIù CHE POTETE QUESTO INTERVENTO.

La Redazione

 

 Preso da 

abcl

 
 
 

Van Der Graaf Generator

Post n°83 pubblicato il 23 Agosto 2008 da mafico1
 

Van Der Graaf Generator

La Rossa

 

 

"formazione classicaHammill/Banton/Jackson/Evans

 

I Van Der Graaf Generator furono per molti versi i piu` originali esponenti del progressive-rock britannico dei primi anni '70. Tanto il sound del gruppo quanto i testi del cantante-filosofo Peter Hammill esprimevano un pessimismo allucinato sul destino dell'uomo. Dalle loro piece, dilaniate da una tensione esistenziale e da squarci violenti di dolore, emana un senso di angoscia, claustrofobia e paranoia. Rispetto agli altri complessi del progressive-rock i VDGG sembrarono sempre piu` cupi e tetri, quasi gotici. Rifuggirono tanto le velleita` classiche (Nice, Yes) quanto quelle medievali (King Crimson, Genesis), ritagliandosi un universo unico e terribile.

Formati all'universita` di Manchester attorno al cantante Peter Hammill (l'epitome della nevrosi), al batterista Guy Evans (apocalittico) e all'organista Hugh Banton (gotico), i VDGG impiegarono qualche anno a fondere quelle tre personalita`. Il gruppo debutto` con i singoli People You Were Going To / Firebrand (Polydor, 1968) e Afterwards / Necromancer (Mercury, 1969). L'album The Aerosol Grey Machine (Mercury, january 1969) conteneva gia` qualche lungo brano (Aquarian e Octopus), ma l'esecuzione era ancora naive. Il complesso sembrava perdersi non appena si spingeva oltre la ballata Afterwards. La personalita` di Hammill dominava il gruppo, ma c'era ancora poco di musicale dietro le sue parole.

Il sassofonista David Jackson contribui` a far compiere un passo avanti su The Least We Can Do Is Wave To Each Other (Charisma, 1970), album che contiene soltanto sei lunghi brani. Refugees e` una ballata ben piu` sofferta. Darkness, White Hammer e After the Flood sono veri e propri poemi filosofici che stendono un ponte fra la Mitteleuropa degli anni '30 e la paura dell'epoca nucleare. 

n1

 
 
 

 VDGG

Post n°82 pubblicato il 23 Agosto 2008 da mafico1
 

Still Life (live 1977)

I toni sinistri di quell'album sfociarono nel H To He Who Am The Only One (Charisma, 1970 - Virgin, 2005), il manifesto romantico dei VDGG. I brani sono soltanto cinque e ben tre superano i dieci minuti. I testi e le melodie di Hammill sono accompagnati da armonie intricate, laboriose, fatte di sobbalzi ritmici e di disturbi di sottofondo che ne aumentano la drammaticita'. Un jazz-rock, figlio bastardo di Miles Davis, assume tinte maschie e terribili.
Il riff truce ed ossessivo di Killer (un tour de force dei fiati) immerge nell'atmosfera macabra di un poema sul Male, prima di essere spazzato via dalle frasi epiche dell'organo.
Struggente delirio di solitudine e` invece House With No Door, ballata lirica ed elegiaca per pianoforte.
 
L'epica visione di The Emperor In His War Room (nove minuti) e` un altro incubo omicida, che il canto gelido di Hammill, oscillando fra diversi registri riesce a rendere in tutta la sua agghiacciante nevrosi. La tecnica assomiglia a quella dei Genesis, ma con due importanti varianti: il suono non e` al servizio di fiabe medievali, ma di atroci drammi interiori; l'arrangiamento non indulge in barocchismi, ma e` essenziale e finanche sgradevole.
Lost (undici minuti) si spalanca in abissi di paura e desolazione: l'organo tesse litanie liturgiche mentre il sax strania con frasi struggenti, una scossa elettrica scatena un pandemonio da fiera, la batteria tiene una cadenza funerea sulle note indiane del sax, e nel crescendo finale si perde la disperata agonia di Hammill.

I VDGG mettono a punto una forma di musica narrativa che non racconta una trama, ma approfondisce un soliloquio. La quintessenza di questa prassi e` Pioneers (dodici minuti) che, lungi dal celebrare una saga spaziale, descrive invece il tormento di un pioniere dello spazio perdutosi fra le galassie (momenti di apoteosi e invocazioni di aiuto) e la musica lo accompagna nei vortici della sua angoscia. Lo stile vocale di Hammill, mutuato da Tim Buckley, con in piu` una teatralita' wagneriana, conferisce sovratoni di pathos ed epos.
Continuando la progressione verso un sound sempre piu` complesso e spaventoso, il gruppo giunge al capolavoro con Pawn Hearts (Charisma, 1971 - Virgin, 2005), dominato da tre lunghe suite. Quella dei VDG e` una musica cupa, capace di riflettere sui grandi temi dell'universo e della morte.
Lemmings e` una danza psicotica bombardata da dissonanze organistiche e da riff testardi di sax, in cui il suicidio di massa dei roditori viene assunto a metafora della nevrosi moderna.
Man-Erg e` un accorato inno all'uomo dell'evo tecnocratico, una sorta di Pioneers per l'uomo che e` rimasto, non meno solo e angosciato, sulla Terra: il canto di Hammill e` dilaniato da struggenti litanie organistiche, come una messa in nomine, finche' esplode dentro un improvviso rovescio di sincopi martellanti del sax, ma capace ancora di recuperare una dimensione epica.

A Plague Of The Lighthouse Keeper e` il loro kammerspiel piu` tragico: le prime strofe della melodia (ripetute da un coro di bambini) si disintegrano presto in un magma strumentale rarefatto, in cui il sax imita le sirene dei vaporetti; glaciali note d'organo riportano al tema iniziale, un soliloquio teso e vibrante, che recitata concitato come in un lied espressionista; su accordi celestiali d'organo il canto si apre a un melodismo piu` umano, ma, dilaniato da un nuovo scatto epilettico, che lo frammenta e distorce, si spegne in un ultimo atroce spasimo contro l'incalzare di un maestoso inno corale. E` l'apoteosi della solitudine di Hammill e della stessa condizione umana.
Sempre piu` lontano dalla suite psichedelica e dalla ballata folk, il romanticismo dei VDG sembra ora influenzato semmai dallo svolgimento dei temi nel sinfonismo classico.
Le atmosfere fredde, buie e deserte dei loro brani, non hanno eguali negli annali del progressive-rock di quegli anni.

 

The Habit Of A Broken Heart                        My Room

       

n2

 
 
 

Peter Hammill

Post n°81 pubblicato il 23 Agosto 2008 da mafico1
 

Vision

Peter Hammill

 

 

Peter Hammill lancio` una carriera solista in cui avrebbe semplicemente continuato a esplorare in maniera quasi morbosa gli stessi terribili temi. I suoi dischi sono spietati nel non concedere nulla alla facilita' di ascolto. Ignorando qualsiasi logica commerciale, l'ex cantante dei Van Der Graaf Generator sforno` con cadenza regolare opere molto personali ed ermetiche, spesso in antitesi con le mode imperanti: Fool's Mate (Charisma, 1971) e` un album ancora bizzarro con le sbrigliate Imperial Zeppelin, Viking e Sunshine al fianco degli incubi freudiani di Solitude and Child (e le versioni originali di Vision and Birds), ma Chameleon in the Shadow of the Night (Charisma, 1973 Virgin, 1989) e` il primo dei suoi austeri atti di contrizione,arrangiato quasi interamente per piano e chitarra acustica, ricco di momenti di grande pathos (soprattutto In the End , ma anche l'incubo espressionista German Overalls, Easto Slip Away , Black Room , The Tower). Hammill aveva trovato un suggestivo punto di equilibrio fra l'eccentrico folk-pop di Syd Barrett e l'aus tero psychodrama di Peter Gabriel.The Silent Corner and the Empty Stage (Charisma, 1974) contiene The Lie, Modern e Rubicon e la lunga A Louse is not a Home. In Camera (Charisma, 1974) e` uno dei suoi album migliori, grazie a Ferret and Featherbird, Faint-Heart and the Sermon, la suite sperimentale Gog/Magog e un senso generale di follia.

n3

Hammill e` un asceta claustrofobo, la cui arte si muove in uno spazio esiguo di tenebre immobili e silenziose. Le sue liriche sprofondano nei labirinti interiori di un tormentato subconscio, vittima dell'esistere e di tutte le sue contraddizioni. La musica e` fragile, esile, lenta, qual che sia l'arrangiamento (spesso free-form, elettronico, rarefatto). Il canto e` modulato, intenso, profondo, ma mai esibito, come si addice a una contrita auto-flagellazione. Nadir's Big Chance (Charisma, 1975), che si avvaleva della collaborazione dei vecchi compagni, inauguro` invece la saga di Rikki Nadir all'insegna di un sound quasi hard-rock. 

 
 
 

Peterhammill

Post n°80 pubblicato il 23 Agosto 2008 da mafico1
 

House With No Door

I Van Der Graaf Generator tornarono quattro anni dopo e pubblicarono tre mediocri album prima di sciogliersi di nuovo: Godbluff (Charisma, 1975), Still Life (Charisma, 1976 - Virgin, 2006), forse il migliore dei tre, e World Record (Charisma, 1976). Hammill guido' una piu' piccola unita' (con basso e violino anziche' sax e organo) che registro' The Quiet Zone The Pleasure Dome (Charisma, 1977).Finita la seconda parentesi con i VDGG, Hammill riprese la carriera solista. Purtroppo la qualita` non e` sempre in relazione alla quantita`, e molti brani dei suoi album potevano rimanere tranquillamente nel cassetto.
Over (Charisma, 1977) e` uno dei suoi album piu` "privati" e vanta alcune delle sue composizioni piu` tormentate, contrassegnate talvolta da accompagnamenti orchestrali (This Side of the Looking Glass , Autumn , Time Heals ).
The Future Now (Charisma, 1978), album contrassegnato da interessi sociopolitici e arrangiamenti elettronici, annovera comunque The Future Now, Energy Vampires, Medieval e Palinurus.
PH7
(Charisma, 1979) ha My Favourite, Polaroid, Handicap And Equality e Faculty X.
Il dolore cosmico domina dall'alto la tragedia privata di questo emarginato cantore dell'ansia. La suite di venti minuti Flight, su A Black Box (Mercury, 1980), e` forse il caleidoscopio di emozioni intime in cui meglio si sfoga la sua introversione.
Sitting Targets (Mercury, 1981) non ha particolari vette, ma rappresenta un buon compendio del periodo.

Loops and Reels
(Mercury, 1983) raccoglie esperimenti di varia natura.
Skin (Foundry, 1986) e` forse il peggiore della sua intera carriera.
And Close As This (Virgin, 1986) e` invece uno dei migliori, anche se (o forse proprio perche') e` diverso dalla media. Le canzoni sono davvero "canzoni", e l'accompagnamento e` quasi esclusivamente di pianoforte, e l'angoscia retrocede in secondo piano: Silver , uno dei suoi capolavori, Too Many of My Yesterdays, uno dei suoi ritornelli piu` felici, Sleep Now, Silver , Delivery , Other Old Cliches, Empire of Delight .
Enter K (Naive, 1982) e Patience (Naive, 1983) sono accreditati al K Group e propongono un sound piu` rock e persino disco. Film Noir e Patience sul secondo sono particolarmente accattivanti (fatto insolito per lo standard tenebroso di Hammill). In A Foreign Town (1988) e` ancora una raccolta confusa, per quanto i riferimenti al pop e alla disco-music siano meglio amalgamati e meno ingombranti (Invisible Ink , Time To Burn , The Play's The Thing).Nell'eta` matura Hammill affronta la musica sempre piu` con lo spirito del compositore classico, e i suoi dischi hanno sempre piu` l'aspetto di opere da camera, nelle quali Hammill suona spesso da solo tutti gli strumenti. Questa fase culmina nel colto canzoniere di Out Of Water (Enigma, 1990), con le ammalianti Something About Ysabel's Dance e Evidently Goldfish , le cupe No Moon In The Water e Green Fingers (che ritornano per qualche minuti ai climi dei VDG) e soprattutto le lunghe A Way Out (sette minuti) e On The Surface (otto minuti). Il doppio The Fall of the House of Usher (Some Bizarre, 1991), una rock opera dedicata ai racconti di Edgar Allan Poe e arrangiata in maniera elettronica, era in cantiere da quasi vent'anni e verra` completamente remixato dieci anni dopo (Fie, 2000). Il disco apre gli anni '90 all'insegna di ambizioni sempre smodate ma forse anche di un inaridimento dell'ispirazione (proporzionale al numero di dischi sfornati).Fireships (Fie, 1992) torna allo stile introspettivo di And Close As This, ma con dovizia di violini e tastiere.
The Noise (Fie, 1993), uno dei suoi dischi piu` accessibili, torna invece al sound chitarristico e al battito pesante di Nadir (Great European Department Store, Entertainer), mentre la complessa Primo On The Parapet, la cupa Planet Coventry e la spettrale Noise (forse i tre vertici dell'opera, benche' le meno accessibili) tengono alto il quoziente di insicurezza.
I venti minuti di A Headlong Stretch fanno di Roaring Forties (Fie, 1994) il miglior disco di questa fase (nonostante la ballad Your Tall Ship). Typical e Roomtemperaturelive sono dischi dal vivo. Hammill continuera` poi a pubblicare dischi con cadenza annuale, ma senza piu` riuscire a toccare i vertici dei suoi anni migliori: X My Heart (Fie, 1996), Sonix (Fie, 1997), Everyone You Hold (Fie, 1997), This (Fie, 1998), The Appointed Hour (Fie, 1999), una collaborazione con Roger Eno, None of Above (Fie, 2000), Incoherence (2004). Sono lavori banali, raffazzonati e, tutto sommato, imbarazzanti, che hanno grandemente ridimensionato il personaggio.The Appointed Hour (Tone Casualties, 2003) e' una collaborazione Peter Hammill-Roger Eno. Veracious (2006) documenta performance live dal 1999 al 2004. Hammill's Singularity (2007), il primo album dal rischioso infarto del 2004, fu un altra prova indulgente, con una sola canzone interessante, Closer White Dot. In meno di 40 anni Hammill aveva gia' registrato piu' di 50 album. E si vede. Il doppio CD Real Time (2007) documenta il ritorno live nel 2005 dei VDG.

Fonti: Wikipedia ed altri siti

 
 
 
 
 

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