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Un blog creato da magiasoletana il 30/12/2007

Soleto

Il sole culturale del Salento

 
 

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AGLI OCCHI DEGLI ANTICHI VIAGGIATORI

"... Soleto invero è una meta di puro godimento spirituale, un'oasi appartata di bellezze, le quali si disvelano interessanti più di ogni aspettativa al viaggiatore, sia esso un innamorato dell'architettura, della scultura, della pittura od un archeologo, sia esso un ricercatore di curiosità etnografiche o un folklorista..." Le cento città d'Italia illustrate, 1929

* "...il villaggio ha l'aspetto così orientale con le sue case bianche, e i suoi tetti spiani, che mi aspettavo sentire gli abitanti parlare l'arabo..." Janet Ross, viaggiatrice inglese, XIX sec.

* "... Soleto trovasi in uno dei siti più belli della provincia, ... un anello di perenne vegetazione arborea, di orti e di giardini lo circonda tutto intorno..." Cosimo De Giorgi, geografo salentino, XIX sec.

* "... oggi la comparativa picciolezza del borgo, i di cui abitanti serbano tuttavia qualche cosa del greco idioma, mostra la perpetua vicenda delle cose umane..." Attilio Zuccagni Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue Isole, 1845

* "... un mucchio di piccole case bianche dai piccoli tetti bassi intorno al grande e magnifico campanile ..." Martin Shaw Briggs, viaggiatore inglese , "Nel tallone d'Italia", 1908

* "... Ab Hydrunte Soletum desertum (dopo Otranto v'è Soleto abbandonato) ..." Plinio il Vecchio, storico, 77-78 d.C.

* "... Haec amplam urbem (questa era una grande città) ..." Il Galateo Antonio De Ferraris, storico salentino, De Situ Iapygiae, 1511

* "... Vuolsi che un villaggio di mille e ottocento anime dodici miglia circa lontano da Lecce, chiamato Soleto, sia l'antico Salento ..." Giuseppe Ceva Grimaldi, Itinerario da Napoli a Lecce e nella provincia di Terra d'Otranto, 1818

 

SEGNI PARTICOLARI

* Regno delle macare

* Paese degli sciacuddhi* I lunghi panzerotti di patate

* Le cave di pietra viva

* La mappa occidentale più antica della storia

 

AGLI OCCHI DEI NUOVI VIAGGIATORI

* "C'è il campanile costruito dal Brutto Fatto (che dicono sia Il Diavolo), in una notte soltanto, con tutti i suoi decori. Ci sono, fatti di patate e prezzemolo, i crocchè più lunghi del Salento e un fascino di viuzze che sembra una casbah, un intrigo. Un lungo racconto, antico remoto, che si spinge indietro nel tempo in un epoca in cui il mediterraneo poteva essere accolto su di un vaso di ceramica in un frammento poco più grande di un francobollo..." dal web, frisella

* "... il campanile svelto e allegro verso il cielo; un tempio in miniatura, che, se tendi le mani da un lato della strada, forse lo raggiungi; o forse, puoi tenerlo stretto se gli allarghi le braccia intorno ..." Giuliana Coppola, da quisalento

* "... questo SOLE, te lo vedrai scorrere, giorno per giorno, dal solstizio d’inverno(Giuggianello), verso l’equinozio di Muro, sino al solstizio d’estate(Soleto) ..." Rodolfo de Michele, dal suo web

* "... Mentre mi allontano comincia a piovere, e quando arrivo a Soleto, piove decisamente, così do solo un’occhiata frettolosa alla “Guglia degli Orsini”, che è un campanile senza campane, perché aveva puro scopo decorativo. dal web 

 

 

« Canto d'amoreLe prefiche »

Vetaglio liturgico

Fra le numerosissime emblematiche, rare e particolari raffigurazioni presenti negli affreschi medioevali della Chiesa di S. Stefano di Soleto, quella tra le più inedite e caratteristiche raffigura l’angelo con in mano il ventaglio liturgico, collocato nella lunetta della tavola d’altare. La sua posizione, centrale e diretta al fedele che varca la soglia, non può non colpire lo sguardo e l’attenzione del visitatore. L’angelo agita il suo ventaglio ad un insolito Gesù adolescente che, seduto dinanzi ad un altare, benedice con la mano destra il calice e la patena. Il ventaglio, noto come flabello o ripidion, veniva utilizzato in particolari cerimonie liturgiche, nell’antichità serviva per scacciare gli insetti dall’Eucarestia nelle funzioni bizantine, e nella tradizione della Chiesa ha avuto, successivamente, funzione onorifica. Il termine flabello proviene dal latino flabrum (= arnese da far vento, da flare, cioè soffiare) e fu adoperato molto nella Chiesa Medievale, soprattutto d’Oriente, durante la liturgia della Messa e la Consacrazione, per evitare la caduta accidentale delle mosche nel vino del calice. Il ripidion bizantino di Soleto rappresenta proprio tale consuetudine.  Il suo ventaglio circolare presenta una decorazione floreale-geometrica caratterizzata da quattro petali rossi ed altrettanti blu su fondo ocra-oro. La sua forma ed iconografia sembra, simpaticamente, anticipare e ricordare il lecca della dei bambini e le girandole che si muovono con il vento. L’origine di quest’ affascinante oggetto sacro è secolare, tanto da essere presente nella cultura assiro-babilonese, egiziana e longobarda. Esso è fisso su un lungo manico ed il suo ventaglio rotondo era realizzato in stoffa o carta, talvolta pieghettata, o poteva presentare anche un piatto metallico e decorazioni preziose, con inciso un cherubino od un serafico. Il portatore dei flabelli, nel rito liturgico, era il diacono. Sia nella cultura pagana e religiosa orientale ed occidentale il portatore dei flabelli, stando vicino ad un sovrano per muovere l’aria e far fresco o dinanzi al celebrante per esigenze liturgiche e di sfarzo, era colui che garantiva assoluta fiducia, avendo una posizione di privilegio. Nell’affresco di Soleto non è un caso che a reggere il ventaglio dinanzi al Cristo sia pertanto un angelo. Esistono dei flabelli molto importanti che venivano usati durante le cerimonie solenni del Papa, composti da aste stuccate d’oro, piume di struzzo bianche tenute insieme da un supporto sul quale era riportata l’arma araldica della Santa Sede. I flabelli gioiello d’Oriente avevano delle lunghe impugnature decorate a motivi vegetali e animali, con stecche in avorio dai profili segmentati disposte a raggiera e pietre preziose nella parte superiore. Il ventaglio ad uso liturgico più importante della Puglia è quello presente a Canosa, in provincia di Bari, datato XII-XIII sec. d.C., in manifattura araba, composto da un’asta in legno esotico, e da una pergamena plissata, minata in oro.

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Commenti al Post:
monastero.invisibile
monastero.invisibile il 06/03/08 alle 05:57 via WEB
Ed eccoci,alfine,a Leuca,sulla soglia dell'infinito...Qui giunti,infatti,ogni arola diventa vuota,ogni descrizione approssimativa,si ha l'impressione di essere davvero ai confini del mondo...Donato Valli
 
 
magiasoletana
magiasoletana il 12/03/08 alle 16:14 via WEB
In quella punta estrema, congiunzione ed orizzonte occidentale-orientale, lo scenario è mozzafiato. Si sente in modo profondo, fisicamente ed emotivamente, il proprio piede sulla soglia di un confine, alla fine o all'inizio della terra e del mare. Grazie per questa citazione.
 
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MONUMENTI D'INTERESSE

* Chiesetta di S. Stefano, XIV sec.

* Guglia di Raimondello Orsini, XIV sec.

* Palazzi aristocratici cinquecenteschi

* Edilizia religiosa

* Architettura rurale

 

PERSONAGGI ILLUSTRI

* Nicola e Demetrio da Soleto

 - pittori, XIV sec.-

* Raimondello Orsini del Balzo

- conte di Soleto, XIV sec. -

* Giorgio di Soleto, Nicola Antonio Pinella e Giacomo Rizzo

- amanuensi, XV sec. -

* Matteo Tafuri

- filosofo e mago, XVI sec. -

Francesco Scarpa

- filosofo, XVI sec. -

* Niceta Attanasio

- uomo d'armi, XVI sec. -

* Antonio e Francesco Arcudi

-protopapi e grecisti, XVI e XVII sec. -

* Donato Perrino

- erudito ecclesistico, XVI sec. -

 * fra Giuseppe da Soleto

- intagliatore di tabernacoli, XVII sec.-

 

NOTE

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato a discrezione dell'autrice e comunque non sistematicamente. Non può quindi essere considerato un prodotto editoriale,ai sensi della legge 62 del 7/3/2001.
Molte immagini sono tratte da internet,ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autrice del blog che provvederà alla loro pronta rimozione.

Gli scritti sono frutto dei miei studi, ricerche e riflessioni. Se si desidera prendere spunto e riferimenti dai post, sarei grata che si citasse la fonte, su mia conoscenza ed autorizzazione.

 

SOPRANNOMI

Le "ingurie", espressioni ed invenzioni della cultura popolare, sono dei nomignoli, quasi sempre pungenti, offensivi e caricaturali, con i quali venivano chiamati i villaggi salentini ed i suoi abitanti. La derivazione dei soprannomi ai Paesi trae origine da antiche caratteristiche, consuetudini e tipicità socio-comportamentali-culturali del territorio. Oltre agli epiteti sul borgo e sui suoi residenti, vi erano anche quelli personalizzati, coniati per ogni singolo cittadino. Soleto è stato denominato con diversi appellativi e modi di dire.

* C'es Sulito, magari, a te' nnafseri

C'è Soleto, negramanti, se lo vuoi sapere

(da Morosi, Studi sui dialetti greci di Terra d'Otranto, Lecce, 1870, p. 68)

* A Sulitu su' stuscia-cessi

A Soleto svuota-cessi

(filastrocca salentina)

* Gente te Sulitu, nè pe' parente, nè per amicu

Gente di Soleto, nè pèr parente, nè per amico

(detto popolare)

 

ULTIMI COMMENTI

grazie a questo post mi si sono schiarite le idee. Grazie....
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 26/08/2016 alle 12:18
 
Cara magiasoletana, tanti auguri di Buon Natale e Felice...
Inviato da: MANUGIA95
il 24/12/2008 alle 22:57
 
Ciao soleto, bello il tuo blog!!!
Inviato da: MANUGIA95
il 08/12/2008 alle 10:46
 
ti ringrazio!
Inviato da: magiasoletana
il 14/03/2008 alle 13:23
 
E' bellissimo il tuo sito complimenti, lo metto fra i...
Inviato da: MANUGIA95
il 13/03/2008 alle 19:54
 
 

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