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Indigesto

Post n°124 pubblicato il 10 Gennaio 2012 da mantica_occulti

Salutai, per andarmene a letto. E lo feci. Mi coricai, com' è solito fare, nel letto dove son cresciuto, lasciato da poco in cerca di Vita. E cominciai.

È la seconda notte che son tornato, e la seconda notte che sono andato... via... chissà... i pensieri mi assistono, e m' assillano, inesorabilmente inesauribili. Volano, fluttuano, fantasmini che quasi decorano la mia stanza. E tutt' intorno decorato di un lieve e sottil strato d' energie, sempre più forti perché questo con te ho imparato: silenzio ed ascolto.

Son tornato a seguire la strada giusta, stavo tornando a seguire la strada giusta... credo... come credo di non averne perso la direzione... credo.

Non mi sono accorto, ho iniziato a sentir molto di più le energie, fievi e sottil come una brezza che ti carezza il viso, il tuo viso.

È la seconda notte che torno a letto, e mi buttano fuori. Prima il caldo, stasera il freddo. Mi vien la pelle d' oca per il cambiamento. E mi vien la pelle d' oca per la diversità.

Tornai a scrivere, come mi hai indicato tu. E di tempo ce n' è. Scrivere. È un consiglio per sfogarmi? È un consiglio per prendersi tempo, per riflettere? Da cosa, su cosa? Non so'... ne ho una di cosa su cui riflettere... mi spiace non è una cosa, è una persona...

E continuo a sentirmi violato, anche giù dal letto le energie mi cercano, come di giorno. Non mi sento in disagio, non mi recano disagio, sono in disagio perché non sono abituato ad altro, sono abituato a te.

Sembro frettoloso, ma la realtà ha questo tempo per me, quando si muove è istantanea.

Dentro continuo a viaggiare, a  scrivere, a pensare, e a risparmiare. Risparmio il divulgarsi dei pensieri, e restano soltanto pochi, quelli più duri, aspri, e se vogliam dirla tutta, quelli più amari. Rimpiango. Si, di delusione. Rimpiango.

Penso alle emozioni che ho con te, penso alle emozioni che ho dentro te, penso a cosa ho cambiato vita, e penso a cos' è cambiato... tutto.

Son sconvolto, lentamente me ne accorgo. Mal di pancia. Pure al cervelletto, dov' è che sento il disagio maggiore delle energie, qui nel letto. Ippotalamo? Ghiandola pinneale? È già la seconda notte che entro in questo letto e mi salgono urti di vomito, almeno per farmi spostare.

Mi sento sfiorare, mi sento toccare, mi sento preoccupare. Mi sento oppresso. Solo una possibilità, giocata ad occhi bendati.

Ed è difficile, sai... poter far conto con te stesso: comprendo ma non concedo. La realtà di questo mondo la creiamo noi, per noi. Facile o difficile, è sempre al limite con le nostre capacità. Santi, non peccatori.se fossimo peccatori, avremmo già creato un mondo dove ci sarebbe perfezione, continuità, e  splendore per l' eternità. Non è ciò che vogliamo, non in quel modo. E forse manco lo sappiamo in quale modo.

Osservo allora, o meglio... scrivo ciò che stavo osservando in questi giorni, la famiglia. La mia famiglia. La famiglia dei miei genitori. Uniti per la pace, uniti per la pelle, uniti per la vita. Il discorso di famiglia, è strano qui nella mia mente. Non c' è un ruolo ben definito delle persone, nessuno è più in alto od in basso di altri, a nessuno è vietato o consentito di entrare od uscire da un contesto familiare. Perché all' interno di esso si ha amore, ed è quello che regna. Amore e fiducia. Rispetto e speranza. Non precauzione e convinzione. Rispetto e fiducia. Amore e speranza.

E allora, continuano a giocarci dentro per bene i miei pensieri, vedo difetti e problemi, vedo amori e contrasti, litigi ed abbracci, non ha senso, non voglio dargli un senso, e nemmeno capirlo il loro senso. Non è spiegabile, non è fattibile nella mia testa, nel mio cuore, nel mio io. Io, chissà... chissà un domani che ne sarà del mio io... si farà una vita, si, in che modo? Bella questa domanda, per il soggetto e l' oggetto.

Io. Un domani chissà... sarò preso in balia di queste energie, ne sarò completamente allontanato, o sarò io stesso fomentatore in questa fucina di lame e coltelli? Intanto continuo a godermi lo spettacolo dei sentimenti, giocano e se ne fregano altamente di me, di che cosa pensa quel mio io che manco è io, è vuoto, è spazioso, è libero, è spirito.

Ed ora continuano a toccarmi, a molestarmi, a sottrarmi al mio mondo di pezzo di carne, queste energie che riescono pure a farmi chinar la testa sopra le mani, per violenza, mentre la testa sta su per i fatti suoi, gli occhi sgranati che vogliono assolutamente invadere la realtà visiva, le mani che frustano buona parte della tastiera, per scrivere una volta sola il testo che qui ora scrivo, sto scrivendo... quasi su consiglio, o quasi... su altro.

E gioca allora, gioca conciò che hai, che intanto mi soffermo per riflettere. Pensare che l' uno è lo specchio dell' altro... che brutta bestia che è saltato fuori... con che coraggio poi. Intanto non riesco manco a piangere, soltanto ancora stamattina, pochi istanti dopo essermi alzato... colazione in silenzio, quasi col magine, e poi via in macchina, col magone a gogò... tormentato da chissà qual pensiero che m' invade la testa... forse il ricordo di te, anzi... le emozioni e le energie di noi. Che brivido in tutto il corpo, non posso farne a meno. E pensare che siamo lo specchio l' uno dell' altro. Questo ti davo? Ancor di più in depressione allora cado, se davvero lentamente sto scoprendo cosa c' era... o cosa c' è? Non lo so' sinceramente... non lo voglio sapere... ho paura della realtà, di me, e di te, ho paura di chi ci sta intorno, non saprei dove sbatter la testa, ho paura di volare di nuovo, come ho paura di atterrare ora, ho paura di farmi male, ho paura di atterrare male, ho paura di non rialzarmi più, ho paura di alzarmi, ho paura di riprendere a volare, ho paura di cadere e perché ho paura di me.

Non so' se sta mancando la fiducia, di certo è in crisi. Ed è... non lo so' nemmeno com' è messa or ora... forse demoralizzata, forse scappata dalla sfiducia... intanto io non ci sto dentro, e mi soffermo e rifletto, perché ne ho bisogno, perché ne sento il bisogno, perché ho un infinito dentro che ha bisogno di uscire.

Mi son sempre concentrato per dare una parte di me, quel poco che forse conoscevo, e non è niente di sicuro, a ciò che arriverà... Mantica Occulti, la parte più sconosciuta di me stesso che salta fuori nella vita di tutti i giorni, dall' osservazione di cosa accade in questa realtà illusoria. Che miracolo noi, all' interno di essa, che siamo. Che amore, non che miracolo.

Forse finalmente ora mi son perso, anche se non han finito di molestarmi, di toccarmi, di tastarmi. Chi è che mi cerca? Perché mi cerca, che vuole o che vogliono da me? Si, anche il mio io cerca, una due tre persone, forse anche più... poco importa... intanto ne cerca una sola, perché sento che da uomo non potrò mai esser completo senza donna. E più vado avanti e più mi rammarico, ed aggrego alla depressione questa piccola filosofia che più ci accomuna, non l' indipendenza, ma la differenza. Sapere che in ogni caso l' uno non potrà mai esser completo se non in quell' attimo chiamato Amore... che fulgido astro che coglie in atto tutti allo stesso modo, nello stesso momento, nello stesso fare. E fallo allora, taglia via, strappa, sperpera quella parte che manca, straziala e donala al mondo intero, che saprà come rimanervi indifferente a tutto questo che accade. Già, tutti servono e nessuno è indispensabile... intatnto sono arrivato a 1300 parole circa, senza concludere un discorso serio e sensato, dove non c' è inizio né fine, dove non c' è pace né amore, dove non c' è lotta né guerra, dove forse non c' è più niente oppure c' è tutto.

Meglio allora che penso a questo, che c' è una parte di me che cerca te. Questo lo posso ammettere e capire. E sapere che sin dall' inizio non è mai stato ricambiato, per niente, fa male. E continua a macinare, saper che fiondi il tuo cuore dove non potrà trovar riparo, perché mai glien' è realmente stato dato. Io però purtroppo l' ho saputo trovare un riparo dentro di te e con te, e quel piccolo riparo che forse per la tua esperienza non esiste, per me lo è stato. E lo sarà per sempre, perché mi sono innamorato di una cosa che c' è sempre stata: la presenza. L' esserci. E l' essere.

 

 

 

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A chi è duro, sciogligli il cuore

A chi è insensibile, donagli l' affetto

A chi è in balia del vento, fallo fermare ad ascoltare

A chi è a testa bassa, sfioragli il mento e vedrai che sorriderà

A chi tiene il cuore in mano, aiutalo a rimetterlo al suo posto

A chi piange, fagli trovare l' amore ovunque

A chi guarda gli altri, fallo guardare dentro a se stesso

A chi sta già guardando dentro a se stesso, fallo aprire come un fiore

A chi è aperto come un fiore, salvalo dalle intemperie

A chi scappa una lacrima quando sente qualcosa che gli ricorda l' Amore, donagli unità e pace

A chi riesce a stare in mezzo alla gente e regalare un sorriso col cuore, donagli la forza per sorridere nuovamente

A chi ama, e a chi non sa più se ama, amali

Perché il loro amore è tutto ciò che può dare vita anche a te stesso

Ama, sappi cos' è l' amore dentro te, perché quando ti verrà donato saprai riconoscerlo ed amarlo.

Ama il cuore, ama l' amore, ama la vita e tutto ciò che ti circonda

Una cosa sola c' è dentro di te, donala incondizionatamente e verrai riempito subito e costantemente dello stesso Amore che saprai dare.

 

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