di Enrico Letta, "La Repubblica", 2 ottobre 2007
Raccolgo volentieri l’appello rivolto ai candidati alla guida del Pd da Franco Bassanini e altri autorevoli intellettuali. Innanzitutto, ribadisco il pieno riconoscimento del Pd nei valori e nelle istituzioni sanciti dalla Costituzione. Ciٍ significa anche preservare la Carta da modifiche partigiane a colpi di maggioranza. In questa prospettiva l’elevamento dei quorum dell’art. 138 puٍ risultare particolarmente opportuno.
Difendere oggi la Costituzione significa perٍ essere anche consapevoli della necessità di un suo aggiornamento: ciٍ vale sicuramente per la seconda parte. Bisogna riformare la legge elettorale, rafforzare i poteri di indirizzo politico del premier, rendere più celere il procedimento legislativo, eliminando il bicameralismo perfetto e affidando al Senato compiti di rappresentanza e garanzia del sistema delle autonomie. Bisogna poi attuare una più razionale distribuzione di competenze tra Stato, regioni ed enti locali, eliminando sovrapposizioni e poteri di veto e, allo stesso tempo, assicurando alle autonomie, con un buon sistema di federalismo fiscale, le risorse necessarie allo svolgimento delle loro funzioni.
Ma se vogliamo anche esaltare i valori della prima parte della Costituzione, dobbiamo essere capaci di farli vivere nella legislazione e nelle politiche pubbliche, e magari di aggiornarli, con l’affermazione dei diritti delle generazioni future, la protezione delle risorse comuni, a cominciare dall’ambiente, il riconoscimento del principio di concorrenza, la garanzia dei diritti dei consumatori.
Mi preme molto anche il tema dei rapporti tra politica ed economia, sfere che devono restare separate. Al riguardo, il Pd potrebbe adottare un apposito codice etico.
Sulla base di queste preoccupazioni, ho promosso e sostenuto le liberalizzazioni portate aventi dai governi di centrosinistra, fino a quelle varate in questo anno e mezzo dall’esecutivo Prodi. Va nella stessa direzione il disegno di legge – al quale ho lavorato in prima persona - di riforma delle autorità indipendenti.
In questo contesto, diventa finalmente possibile anche ridurre i costi della politica. Mi auguro che, proprio quando il Parlamento discuterà delle pensioni degli italiani, anche la mia proposta per eliminare i privilegi pensionistici dei parlamentari, sul modello europeo di un fondo su base volontaria, trovi adeguato spazio.
A livello locale incominciano a dare i primi frutti i provvedimenti adottati dal governo Prodi; cosى come sono già molti a livello statale gli enti pubblici e le commissioni inutili cancellati o ridimensionati. Ma abbiamo bisogno che siano rapidamente approvate anche le proposte di riduzione del numero dei parlamentari e di complessiva lotta a sprechi e privilegi. Soltanto se avremo concreto coraggio riformista il Pd potrà combattere con successo le sue campagne, riaffermando il valore e la dignità della politica.
Permettetemi di copiare anche un commento molto significativo:
GIANNI CAVICCHIOLI [2007-10-02 11:44:33]
"Difendere oggi la Costituzione significa perٍ essere anche consapevoli della necessità di un suo aggiornamento".
In queste parole mi sento di dire che c'è tutto il PD e la sua ragione di essere. Nella Costituzione ci sono infatti tutti i valori fondanti del partito, nella necessità di aggiornarnamento c'è la sua mission. Aggiornare non significa cambiare, significa declinare al presente e proietttare verso il futuro gli stessi valori, non altri.
Quegli stessi valori che, rimasti declinati al passato, hanno lasciato spazio nel presente ai loro contrari: l'arbitrio al posto della libertà, l'egoismo al posto della solidarietà, la furbizia o la spregiudicatezza al posto dell'etica.
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il 03/10/2007 alle 18:25